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domenica 12 maggio 2013

UNA GIORNATA AL FORO ITALICO - Internazionali d'Italia 2013







Si parte in una nottalba di fantozziana tregenda, io e il Cencetti, che infatti ha il volto da cencio smunto, alla volta di Roma: Internazionali d'Italia di tennis, dopo la ponderazione di una notte alcolica. E' allora via, cappellino "Fossa del Leontigro - Caldaro", e si parte. Il cielo è tristo e plumbeo e soffia un venticello bizzoso. Si inizia con la surreale scena dell'allenatore di Shuai Zhang: ha posizionato una telecamera in direzione del "sette" e applaude, da solo e a ritmo tombale, i (pochi) punti della sua pupilla, rapidamente ribaltata dalla giovane cherokee Keys, pesante, annoiata, ma molto forte. Sullo stesso campo (pare una riserva pellerossa) si batte la volenterosa italiana Di Sarra, sconfitta in due tirati set all'altra yankee Hampton, in scadente forma e pattinante come cavallina sull'argilla, ma di categoria superiore.
Sull'adiacente campo 1 Berankis cede il primo set al canadese Pospisil, una specie di Crouch che s’invola sulla fascia. Qui assisto all'evoluzione del tifo 2.0: una svitata sulla settantina coi capelli color ciclamino, insulta prima uno, poi l'altro, in piena neutralità british. Il lituano dal cavallo basso e dalla mano fatata, a suon di velenosi cambi di ritmo, sembra poter ribaltare il risultato. Perde tante occasioni, annesse caterve di palle break e chances di servire per il match e cede alla maggior solidità e regolarità dell'avversario, cui hanno impostato buoni fondamentali. 
Mathilde Johansson travestita da “Ape maia” fuxia, doma in rimonta la Govortosova, mentre discuto di vodka polacca con due fanciulle russe. Sono eccitatissime per l’incontro del connazionale pappa da frenocomio Tursunov. E tutto ha un senso. Le due sono una bionda e l’altra mora. Ma sono identiche, nei tratti del volto e in tutto ciò che fa "tangenziale". Uguale anche il leggins da rettoscopia. Cencetti di tennis non capisce un cazzo, ma giudica con gran perizia i culi delle tenniste. Qui fa un’eccezione (8,5 alle due, dice). Mi fa piacere vedere Melanie Oudin, simpaticissima, corta e buffa, brava a regolare la spettrale Scheepers.
Di fianco a me un vispissimo tizio sui 95 anni, si lascia andare: “Questa Dominguez Lino cammina come un uomo, me pare la Schiavone!”. Come la nostra Francy, l'iberica cammina infatti col passo da John Wayne vittima di attacco emorroidale. Ma in comune con lei anche l’età avanzata e una diabolica capacita da terricola vera di liftare, arrotare e dar di slice. Si complica un po’ la vita contro Mirjana Lucic, ma la spunta. Quelle della croata rimangono però le terga di giornata (e solo quello). Cencetti annuisce, e si spinge ad un 9 pieno.
Intanto un sole malato inizia a fare capolino, a intermittenza. M’imbatto in Xavier Malisse che si “allena” con flemma, assieme a Zimonijc. E se Xavier con quel ventre abnorme pare un impiegato del catasto, il serbo è invece un impiegato del catasto in pensione. Poco ci manca che il belga s’accenda una sigaretta, ma cura con perizia maniacale i suoi violini. Tengo a distanza di sicurezza la ressa subumana di gente accalcata per godersi i palleggi di Djokovic, Schiavone o Federer.  Passo di fianco ad un campetto in cui Melanie Oudin è alle prese con un palleggio defatigante, post match. Le sorrido, a due metri. Ricambia, forse a un tordo. Cencetti: “Chiedile un autografo quando esce!”. “Dovrebbe chiederlo lei a me, per quante volte ne ho scritto bene, senza ripagarmi.”, gli rispondo.
Mi reco alla missione vettovaglie, mentre sul “Pietrangeli”, incredibilmente, Cipolla vola: 6-0 a Rosol. Non male per il romano, ripescato all’ultimo minuto e che da mesi pare non averne più. Al mio ritorno il ceco ha iniziato a prendere il rettangolo e vola, 6-1 3-1 (chiuderà 6-1 6-2). Cencetti versione Vanni ha intanto rimorchiato due nordiche. O almeno così sembrano. Bianchissime, con la pelle arrossata anche da questo flebile sole. Penso siano danesi o islandesi. Invece parlano il dialetto di Tor bella Monaca. “Sti cazzi de Nadal, un culo quanto ‘na capanna. Ha beccato 'sto cesso de Andujar in semifinale a Madrid…”. Lascio l’allegra comitiva, anche perché, se l’impressione non mi inganna, siamo in età da processo Ruby.
Troppo leggero il fantino pugliese Fabbiano, per poter infastidire il mostro dal collo taurino Berlocq. L'argentino arrota e muggisce come stesse per espellere un polmone. Altro giro sul “Pietrangeli”, per godere di un Gulbis in gran palla, demolente, sui miseri resti del Dracula coatto dal rovescio schioppettante Ungur. Lì vicino m’imbatto in un allenamento di Granollers e Ramos. Due avventurieri li seguono con interesse. Poi li riporteranno in reparto.
Sullo stesso campo dove ha perso Fabbiano, Giannessi è ischerzato dal vecchio “rato” Montanes. Il ratto che gioca col gatto (senza uno straccio di rovescio). Altro giro, altra giostra. Stavolta è Gianluca Naso, su quel campo, impegnato ne possibile match con Dutra Silva (brasiliano che è la linea d’ombra tra l’orrore e il ribrezzo). Poco me ne cale, poi vincerà.
Mi assiepo al campo di fianco, dove già zompetta la leggiadra (e molto bella) Alexia Virgili, refrigerio per gli occhi. Cencetti si sbilancia per un 7+, ma io le darei l’oscar “topa” di giornata. Compito improbo, contro l’esperta Anabel Medina Garrigues. Lei, Alexia, una brillante, mite e vezzosa 26enne, ma dilettante a tutti gli effetti. Uscita vittoriosa dal torneo di pre-qualificazioni, sembra possedere buone doti naturali (questione di geni familiari, visto che è la sorella dell'ormai mitologico Adelchi), rimaste grezze. Mancina, con un rovescio bimane (anche lei) di pregevolissima fattura, naturale, e gradevole. I genitori devono aver concepito la prole guardando partite a ripetizione di Connors e Mecir. Dritto impresentabile, a livello pro, che spesso gioca in agricolo slice. Al mio fianco, scopro che una cougar tutta di fuxia vestita, sul cartellino ha scritto “Medina Garrigues”. Sarà la mamma. Assieme a lei altra gente. Uno, con valigetta placcata in oro, si chiama Aznar. Per dire.
Alexia parte fortissimo, a tutta smorzata compulsiva. Alcune splendide, altre sconclusionate. L’iberica (qualche giorno fa a un passo dal battere Serena) perde il primo set da una ragazza che gioca solo i campionati Open di Toscana. Impazzisce. Ci capisce poco, pare stanca. Chiama due volte il coach per farsi spiegare come fronteggiare il gioco dell’avversaria, tanto dilettantesco, quanto imprevedibile. L’entourage dell’iberica è sbigottito. Odo dei “pequena”, piccolina. Evidentemente credono l’italiana sia una quindicenne sconosciuta e in ascesa. Di quindicenne c'è solo l'esperienza. E a questi livelli, la paghi tutta. Rischia di scappare anche nel secondo, ma fallisce troppe occasioni, fa sempre la scelta tattica sbagliata e l’altra la spunta in rimonta. Due parole sulla bella Alexia, e sul fratello. L’italia ha due grandi talenti inespressi. Uno poteva essere, se non il nuovo Federer, un probabile Dolgopolov italiano, stroncato da infortuni e cattiva gestione. L’altra una tranquilla professionista da top 100/150 almeno, ma ha optato per lo studio. Entrambi hanno un atteggiamento in campo scriteriato, tipico di chi non ha erudimenti tattici, col carico di gran docilità caratteriale. Difficile pensare a qualcuno che metta sul banco, ora, centinaia di migliaia di euro per formare le carriere di tennisti già grandi. Rischiando di non guadagnarci nulla, se diventassero “solo” top 100. Il talento c’è ma rimarrà così, anarcoide e impresentabile, nel mondo dei pro.
Per il resto, mentre tramonta sugli imponenti pini del Foro, splendida impresa di Cecchinato, giovane italiano che s’impone sul russo tutto matto (oggi in coma) Donskoy. Veramente bravo l'italiano, la cui palla fila via che è una bellezza. Uno da top 100/150, giocasse sempre così centrato. Invece pare annaspi ancora nei futures. Sempre un piacere veder sciorinare colpi a Golubev, che in rimonta stende Levine. In coda, rimango rapito e risanato dalla visione catartica di Kim Clijsters, che malgrado il total black, non riesce a nascondere l’avanzata gravidanza. Scende in campo e tira qualche splendo colpo della casa (anche ad eccellente ritmo, visto il pancione),  lasciando cantare il braccio con la connazionale Flipkens, mentre sua figlia balla e giocherella ai bordi del campo.






6 commenti:

  1. grande Xav! Un turno lo possiamo anche superare a sto giro visto che toccherà un quali (dipende quale). Pare esserci un bel clima lì a Roma, soprattutto fuori dai courts.
    Ah, speriamo in Stanislas a Madrid.
    Scommetto che un obolo sullo svizzero2 a 5,50 ce lo hai messo....
    Un saluto da ste...

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    1. Ciao Ste. Ha preso Kuznetsov. Bene, visto gli altri...ma oggi ho visto il bekga spaccare racchette e buscarle nettamente da Kohli...vediamo domani.

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  2. ho azzeccato il vaticinio su madrid...mi han detto...lo spagnolo non al massimo ha lasciato 5 game al giocatore che ora pare quello più in forma sul rosso. Al RG non vedo chi possa impensierirlo, se Nole azzecca la partita della vita forse.(Nadal 90%, Dj 10%)
    Spiegami una cosa: xavier spacca racchette in allenamento???
    ste.

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    1. Visto per un'ora buona, sul campo 8, praticamente a contatto coi giocatiri. Simulazione di match con Kohli. Dopo aver perso 10 punti di fila (quasi tutti gratuiti), s'è spaccato la racchetta con violeanza sulla suola. E l'ha regalata a un ragazzino. quello vicino a me ha detto che ne aveva spaccata un'altra.
      Visto ora di Stan, ci stava provare il colpo.

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  3. Molto divertente, Picasso. Il tuo Cencetti mi ricorda una mia segretaria, un po' bruttina in cerca perenne di marito, che andava a qualsiasi manifestazione per "cuccare". Così diceva.
    A Madrid per Stan la finale era senza speranza dopo le due partite notturne vs. Dimitrov e Berdych. Comunque, venerdì persino il giudice di sedia si era entusiasmato per il gioco di Stan. "C'est génial ce que tu fais-là", gli diceva. Lui sorride lusingato, arrossisce e perde il secondo set !
    Ciao Picasso, vorrei esserci anch'io a Roma.
    Anna Marie

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    1. Wawrinka ha fatto già molto. In finale penso fosse normalmente scarico. E poi non giocava mica contro l'ultimo arrivato, ma contro il primo di sempre sulla terra. Non male quindi...certo è che con un Federer e Wawrinka da top 10, incredibile che in David non andiate mai lontano.
      Ciao Anna Marie, alla prossima.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.