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martedì 4 giugno 2013

ROLAND GARROS 2013 – Gasquet “coeur de (tremblant) lion”






Giornata nove – E la saga continua...

E’ decisamente meglio assistere ad un incontro emozionante e combattuto tra due tennisti che giocano bene, che a uno combattuto tra due che giocano male. Grosso modo così il (compianto) filosofo dell’ovvietà Max Catalano avrebbe sentenziato alla fine dell’odierna battaglia tra Stan Wawrinka e l’enfant du pays Richard Gasquet. Al quotidiano travaglio (sostantivo, non becchino con pala) ogni tanto, febbrilmente impaziente, do furtiva occhiata al livescore e come in un “tutto il calcio minuto per minuto”, provo a immaginare cosa accada. Gasquet avanti due set e, sulle ali del tifo parigino, vola verso i quarti contro quel Nadal che in precedenza aveva festeggiato il suo ventisettesimo compleanno sventrando le resistenze del pokemon Nishikori.
Memore di un passato ancora fresco e ferite che tardano a rimarginare, la tentazione di puntare qualche copeco sulla rimonta svizzera è fortissima. Ma come me, anche i book conoscono il loro pollo e la quota è trascurabile. Rinuncio all’affronto e provo a crederci, con lo stato d’animo di chi già sa. Arrivo davanti allo schermo e la situazione, come da canovaccio scritto dallo sceneggiatore de “La signora in giallo”, è cambiata. Uno di quei delitti di cui capisci già assassino e vittima designata, dalla prima scena. O, se volete qualcosa di più comico, una puntata dei Jefferson (ve li ricordate? Credo di no, ma eccoli). Sai già come finirà, le risate sono finte, le battute già le conosci da anni, compresa la solita morale yankee finale, ma rimani ugualmente a vederli.
Richard è fermo, ciondola l’enorme testone, trascinandosi dolente. Francese mentalmente (ok, quei due, vaganti, neuroni che giocano a tresette con il morto, lui) e fisicamente in caduta libera. Riuscito nel solito miracolo da implicito desiderio di morte (per suicidio) a farsi recuperare due set. Sono alla quinta e decisiva partita. Stan tronfio, impettito e con l’espressione da gaggio. L’uomo tosto della situazione. Da quando ha cambiato allenatore è diventato roccioso e costante. I bene informati, e qualche highlights ammirato dopo, parleranno di vincenti a grappoli (150? 160? Roba che qualcuno rischia di vincere facendone meno, in tutto il torneo), coi due che si sfidano da tre metri dietro la riga, tagliando il campo grazie a colpi siderali, rovesci classici, sviolinati o schioppettanti, furiosi o devastanti.
E’ finita, insomma. Ancora una volta. Come mille altre volte. Piatti ora, sugli spalti, suscita umana tenerezza. Improvvisamente sembra Rupert Sciamenna. Negli ultimi anni il bravo coach italiano lo ha reso un solido (va beh, relativizzate tutto) top ten. Senza troppi picchi e ignominiose cadute. Costante Ferrer molto meno vincente e assai più divertente e dotato. Ma il dna è quello, come diceva nonna Peppa “chi nasce tondo può mica morire quadrato”. E riemerge l’antica indole perdente. Non è certo una caduta a picco, come pure potrebbe. Perché Richard è un virtuoso anche in quello, nell’imprevedibilità del prevedibile e finta resistenza eroica. Gioca punto a punto, con le solite scudisciate di rovescio che sono orgasmo puro. Macchiettistica essenza di tennista, cavallo basso, smorfie da pupazzo, passi corti e sofferti, ma quando parte con quel colpo, è spettacolo. Stan, con l’avversario fermo e semi infermo, è condizionato. Cerca di tenere lo scambio senza forzare troppo e rischia che quel testone, da fermo, non lo uccelli. Un pugile in vantaggio, che prova a far passere il tempo, mentre l'altro, disperato, mena colpi disperati. Dopo l'ennesimo vincente di fantascientifico rovescio, il gladiatore sciancato aizza la folla, chiede applausi. Crediamoci, certo. C’è tutta l’essenza di Gasquet, nei due punti che lo avrebbero incredibilmente portato a servire per il match: la grande occasione gettata via, l’indole pavida del passante a mezza altezza, e l’emotività nello sbagliare un dritto possibile, che in altre occasioni avrebbe chiuso nove volte su dieci. Finisce con la vittoria, meritata, dello svizzero. Un bell’abbraccio tra i due, l’ovazione del pubblico per “Richard coeur de tremblant lion” in lacrime, reduce dall’ennesima battaglia persa. Lo amano così com’è. E fanno anche bene.

Il resto, inutili highlights. Detto di Nadal-Wawrinka, l’altro quarto di finale sarà tra Djokovic e Haas. Il serbo batte il teutonico Kohlschreiber, splendido, elegante e dagli schemi geometrici, ma troppo discontinuo per battere il serbo. Ora per Nole ci sarà Tommy Haas (eroe autentico del torneo) che ha steso in modo imprevedibilmente agevole Misha Youzhny, con tanto di scenate isteriche russe da prossimo all’internamento coatto in un manicomio navale. E Tommy potrà giocarla libero di mente. Vincerla, è altro conto.
Tra le donne, niente da fare per la vecchia leonessa Schiavone, scotennata senza pietà da Azarenka. Contro di lei, nei quarti, ci sarà la vezzosa Kirilenko (temo violenza corporale). Altro quarto tra la figlia illegittima di Tony Dallara Sharapova, e la sgroppante sorella di Varenne Jankovic, che regolano nettamente le due ragazzone americane, Stephens e Hampton.


6 commenti:

  1. complimenti, blog divertente, scoperto per caso cercando gasquet e cocaina....ieri gasquet e wawrinka hanno detto spettacolo, tennis d'altri tempi, il rovescio bimane dovrebbero vietarlo!

    a q

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    1. Ciao Antonio, ben arrivato. Grazie mille.
      Ci vorrebbe una legge certo. Anche se quelche bel rovescio bimane nella storia c'è stato. Bellissimi quelli di Mecir e Jimbo Connors. ma chiaro che quello classico accende più la fantasia.

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  2. Una partita incredibile, quella tra Richard Gasquet e Stan Wawrinka. A un certo punto cominciavano a piovere i vincenti sensazionali che lasciavano presagire una maratona del tipo Isner-Mahut. Ma poi, povero Gasquet, ha dovuto cedere ai dolori e/o al fisico più resistente del figlio di contadini romandi, Wawrinka. (I francesi parlano di match sublime.) Ora Nadal si starà strofinando le manine per la preda facile. Vedremo il ricupero di Stan e non sottovalutiamolo a priori.
    Ho visto anche Kohlschreiber e il Djoker. Un po' di filo da torcere glielo ha dato, il Kohli. Riuscirà Tommy Haas nell'impresa di mettere al muro il Djokovic, almeno un pochino, ino, ino ? L'idea mi piace.
    Su Francia 4 è in corso un doppio tra vecchie glorie +35: Sergi Bruguera/Richard Krajicek vs. Michael Chang/Andrei Medvedev. In forma, i ragazzi. Buffa la coppia Chang Medvedev (alto ca. 2 m).
    Ciao Picasso, anche oggi ti esprimo la mia incondizionata soddisfazione per il tuo diario sulla giornata di ieri. (Sei contento? Hihihi )
    Ti saluto cordialmente
    Anna Marie
    P.S. Dovrebbe giocare ora la tua amica Radwanska vs. Errani.

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    1. Non so, nel torneo leggende chi ci sia. Lo scorso anno c'erano i fratelli McEnroe. ma tra gli over 45. Medvedev e Chang sono ancora giovanotti under 45.
      Haas e Wawrinka per me hanno il 5/10% di possibilità. Ma la pallina, vivaiddio, è rotonda.
      Oh, sì. Soy molto con-ten-to, con la tipica pronucia di Rafito. letto le sue dichiarazioni su Wawrinka-Gasquet. "tennisti fantastici...giocato benissimo...partita formidabile...io domani se voglio avere UNA CHANCE di arrivare in semifinale, dovrò giocare allla grande. CI PROVERO'". Per dire.

      Ciao, Agnese perde netto (forse 6-1 6-2), troppo più talentuosa, potente ed elegante Sarita.

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  3. Guarda Picasso, ho visto questo su Eurosport.fr.
    Vero, Fognini ha perso contro Nadal. Però le sue mutande ! Buontempone o scemotto, scegli tu.
    (Fognini, sexy avec Tic & Tac – le BUZZ Eurosport.webarchive).

    Ciao per oggi è veramente tutto
    Saluti
    Anna Marie

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    1. Se non metti un link, non posso vedere. Mi avevano detto di una foto in mutande, nel caso sia quella: un primo piano intenso. Ognuno ha la faccia che merita. :)
      Ciao, saluti a te

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.