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sabato 1 giugno 2013

ROLAND GARROS 2013 – Nadal e vecchi lamenti







Giornata sei – Un domani, che inesorabile si avvicina, alla mia morte vorrei che  uno dei 35 followers scriva un pezzo su di me. Dicendo di quanto fossi bello e competente, quando gli dicevo che lui era bravo, prezioso e formidabile (se volete, chiedete a Travaglio come si fa, massimo esponente di coccodrilli autoincensanti)



Verso sera posso godermi un po’ tennis, come salvifica cura alle notizie di mitraglietta Mentana. E sono fortunato. Stanno sciabolando come eroine d’altri tempi proiettate su un moderno campo rosso, Roberta Vinci e Petra Cetkovska. Deliziose, compite ed eleganti farfalle di campo, nel tramonto parigino. Sembra davvero un incontro del 1967. Rimango talmente estasiato, che levo il colore allo schermo e guardo in un avvincente bianco e nero. L’italiana, pesante nella sua leggerezza quasi irreale, ha dominato il primo set. La vezzosa Petra Cetkovska, aggraziato ninnolo di Cechia, ha dominato il secondo. Davvero gradevole questa ragazza ormai esperta, la cui carriera è stata orrendamente minata da gravi infortuni. Il match prosegue, tra slice sinuosi, smorzate, contro smorzate, schermaglie di fioretto a rete, pallonetti, disegni del campo. Leggerissime e anacronistiche, per il tennis moderno. Le guardi e ti domandi, con un filo di fatalismo: “Si stanno producendo in questa sfida così bella, per guadagnarsi un ferocissimo squartamento contro Serena, nel turno successivo?”. Il premio dell'esecuzione lo vince, coraggiosamente, Roberta.
Serena l’attende, dopo aver sbocconcellato la rumena Cirstea. Faccio in tempo a vedere l’ultimo incontro di serata, e anche qui mi assiste la ventura. Agnese Radwanska (e ancora non mi capacito di quel biondo agghiacciante) mescola le carte e confonde le idee alla giovane Pfizenmaier (che, ignorante come sono, non avevo mai visto), tedescona avvezza tirar bombe a tutto campo che pare la sorella bimane di Brands. Più completa rispetto alla precedente generazione di crucche picchiatrici, anche se ancora progetto di tennista. Nel pomeriggio, in altro match che non si fa fatica a immaginare brioso, la vecchia Francesca Schiavone aveva battuto in tre set la gradevole belga Flipkens, più giovane ma con un fisico (ammissione del suo medico) da sessantenne, dopo mille traversie. Vincono Jankovic, Kerber, Kuznetsova ed Errani contro una Lisicki che si produce in quattro gratuiti a game (media stellare). Almeno fino alle semifinali, l’italico trattore in gonnellino non dovrebbe avere problemi.
Gulbis, già a casa e ad allenarsi duramente per la stagione su erba (in qualche bordello moscovita) aveva sollevato il problema della noia imperante nelle dichiarazioni dei fab four. Ci pensa Nadal a mettere pepe a questo Roland Garros. Tocca dargliene atto. Dice qualcosa sui colleghi? No, si lagna di come i sadici (e un po’ cospiratori) organizzatori lo costringeranno domani a giocare a distanza di 24 ore dal suo odierno match (facile successo sullo slovacco Klizan, con iniziali balbettii), mentre l’avversario Fognini se ne sta beato a guardare la tv (“uomini e donne” credo, ma non lo specifica). Non è che accusi direttamente gli organizzatori di aver gettato ieri secchiate d’acqua dal cielo, ma quegli incompetenti avrebbero dovuto prevedere la pioggia. Si chiede come mai abbiano fatto giocare prima Fognini e non lui. Tradotto: in una situazione di meteo incerto, meglio mettere al sicuro il top player, e lasciare questi rischi sul suo peone avversario e vittima sacrificale, no? Perché se a dover giocare due match in due giorni fosse stato l’italiano, e chissenefrega. Che comunisti invece, questi francesi. Capito il personaggio? Fantastico. Sublime. Il tutto però, con grande modestia, profondo rispetto e umile timore verso l’avversario. Ci sarà chi, con voli pindarici, la vedrà così, questa grottesca piazzata del più forte tennista di sempre su terra battuta. Niente di nuovo, sotto questo cielo di marzapane avariato. E’ la perenne sindrome da accerchiamento, una compulsiva ricerca di fantasmi e avversari inesistenti in salsa “mouriniana”. Si aprono speranze e spiragli per il ligure, quindi. Tiene paura, quello. Deve solo giocare tre set di tennis fantascientifico, Fabio, e ci si può provare. Poi leggerò tutti gli articoli di Becchi sul blog di Grillo, e dopo aver assunto sostanze stupefacenti mi getterò dal quinto piano. Felice.
Detto di queste spiacevoli quisquilie, era la grande giornata dei francesi. Avanti due set a zero, e con cinque match point a favore, finisce improvvisamente la benzina di Gael Monfils. Aumenta (per inspiegabile magia, quasi fiabesca) quella di Robredo. L’ultratrentenne iberico, alla seconda rimonta da due set a zero, mentre gli altri annaspano, inizia a zompare come un grillo e la spunta. Potere di questa magnifica terra di lavoratori, e professionalità indiscutibile. Le sacche di resistenza iberiche. Sarà, ma io davvero questo match lo rivedo in un’immagine ciclistica: una salita del Tour de France, con Ullrich (senza più benzina) piantatosi inesorabilmente e Riis, bava alla bocca, che s’invola. Basta così. Simon, altro maratoneta, batte Querrey, Tsonga continua il suo percorso netto facendo suo il derby col francesone triste Chardy. Niente può il povero Benneteau, tennista generoso come Ciccio Graziani, prevedibilmente punito da Federer. Ferrer fa suo facilmente il derby con Feliciano, solita rutilante sconfitta da iper agonista perdente e scenografico di Verdasco nel suo match con Tipsarevic. Con tanto di rimonta, match point annullati e (ovviamente) sconfitta. Isner rimonta due set ad Harrison, Janowicz batte Haase.

10 commenti:

  1. Bello arrogantino, il Rafael con le sue pretese e i suoi rimproveri e parlavo pure sul serio. Quasi quasi raddoppio il tifo per Fognini! Dai che ce la fa, o no ?
    Tommy Robredo a momenti appariva un po' sconsolato in questo stadio che urlava Gael, Gael. Ma poi a quello si sono esaurite le batterie. (Non usa Duracell che tu sappia ?) Ora a Robredo toccherà Almagro.
    Benoit Paire ha appena perso contro il pulcino Nishikori. Finita la benzina anche per il gigante.
    Francesca Schiavone vince il primo set contro la Bartoli (6:2). Ne vedremo delle belle ora perché il Dr. Mengele si sta agitando nel box.
    Ah, a proposito del segreto di cliccare sul testo in rosso (Pino Danieli) ti dico anch'io un segreto e sei pure autorizzato a ridere. Ho in effetti cliccato sul testo per fare copia incolla. E per mia grande sorpresa è apparso subito il sito. Come dire, una gallina cieca ha trovato un granello.
    Ciao Picasso, ti saluto e ti auguro una buona domenica.
    Anna Marie

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    1. E cosa poteva inventarsi il Dr. Mengele? Schiavone che a Parigi ritrova sempre il suo tennis migliore (è in fase di esaltazione), buzzurra improponibile. Imbarazzante. Sarà anche ingrassata di 15 kg.
      Certo che ce la fa, Fognini. Come no. Ma poi ci si sveglia dal sonnellino, tutti sudati.
      Tra Paire e Nishi non era questione di benzina o batterie, come gli altri ciclisti imprestati al tennis (Robredo, Monfa, etc...). Semplicemente, il giapponese è più solido mentalmente, completo e centrato rispetto al francese. Troppo nervoso, non ha retto alla pressione.
      Ciao, buona domenica a te

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  2. Mah. Fognini è davvero un giocatore senza logica: concentrazione ridicola, colpi vincenti senza sforzo, errori gratutiti senza senso; nell'epoca in cui tutti corrono come forsennati lui gioca da fermo con le gambe dritte come un palo. Guadagna qualche punto di stima per il suo random (non fosse che il suo atteggiamento, a differenza di molti altri "nostri" beniamini, mi ricorda tanto quello del fenomeno al campetto di calcio che in mezzo ai più scarsi ti dice "vuoi vedè?" e quando deve dimostrare qualcosa "eh ma non c'avevo voglia" "quelli c'hanno avuto solo culo" - ma magari è solo una mia impressione- ) ma oggi con un Nadal versione 0.5 si poteva vedere qualcosa di più.

    Comunque sia, per me Nadal rimane l'orrore più grande che un campo da tennis possa produrre. Orrore estetico, sportivo, etico e morale.

    Klimt

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    1. Visto il primo set e mezzo, i numeri ci sono, per carità, ma troppe pause. Troppa spocchia per un talento buono, ma non eccezionale. Ogni tanto s'impigrisce in modo immotivato, e nel tennis moderno non pupi permettertelo. Perché quando vuole è Speedy Gonzalez. Per battere Nadal avrebbe dovuto giocare tre set (meglio) di come ha giocato il primo. Distante anni luce dalla possibilità di farlo

      Lutto e silenzio stampa per l'ORRORE e MORTE CIVILE cui ho appena assistito, in Isner-Haas. e il tennis muore ancora un po'.

      ciao Klimt

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    2. Terribile, sto soffrendo come un cane con il povero Tommy che però è riuscito a riafferrarla con le unghie ancora una volta.. certo che 14 match point...

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    3. Durissima, veramente durissima. Ma sul 4-2 non avrei giocato nemmeno una lira su di lui. 14 match point. Ace, seconde che rimbalzavano sei metri...ma soprattutto quel match point che ha buttato via col doppio fallo...
      Comunque vada, torneo andato...

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    4. Non ha un giorno di riposo o dovrebbe giocare domani con misha? Eccolo il break! Intanto mandiamolo avanti, anche zoppo vedergli tirare un paio di rovesci è già soddisfazione pura. Ah, bell'ottavo Wawrinka-Gasquet! Djokovic invece sta mangiando Dimitrov.

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    5. Immenso Tommy, immenso. L'ha quasi vinta, poi quasi gettata via, quasi persa, persa e l'ha vinta. Ripeto, io, miscredente, sullo 0-3 del quinto nion me la sono sentita di metterci nemmeno un euro.
      Non so, dovrebbe giocare lunedì (non ne sono sicuro), ma con questo tabellone, l'avesse chiusa subito poteva fare quarti tranquillamente.

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  3. Picasso al solito scrivi tanto per scrivere,ma,al solito,nemmeno sai le cose di cui scrivi
    Nadal non voleva giocare prima di Fognini,si è lamentato perchè,viste le previsioni del tempo,che davano pioggia sicura al 100%,le 2 coppie di partite,la sua e quella Rosol-Fognini,potevano essere programmate in contemporanea,in modo da mettere i 2 avversari del turno successivo nelle stesse condizioni, e non rischiare,come poi è successo,di dare a uno il giorno di riposo e all'altro no
    capisco che per te è un concetto difficile da capire,ma con uno sforzo,e se serve con l'aiuto di un disegno,puoi farcela perfino tu

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    1. Ok, vada per il disegnino, mandamelo. Capisco la situazione, e come per i submentali (quale tu dimostri di essere, in modo impietoso), sia più facile esprimersi con i disegni. Anche a gesti. O, se vuoi, con qualche verso appartenente alla tua famiglia animale. Vai, che proviamo a decifrarlo con l'ausilio di qualche studioso del mondo animale.

      E quindi, povero il mio avanzo di streptococco rincitrullito, secondo il tuo ragionamento da minus habens, se oggi dopo il match di Tsonga ci fosse stato il diluvio, e Federer-Simon rinviata a domani, i due avrebbero dovuto lagnarsi come femminucce?
      Idem Radwanska, perché forse costretta a giocare domani, rispetto ad Errani?
      E, sempre nel tuo mondo infarcito si demenza allo stato primordiale e becero tifo pallonaro, gli organizzatori, per mettere tutti sullo stesso piano dovrebbero far giocare 32 partite in contemporanea su 32 (inesistenti) campi?
      Ragazzo, prima di produrti in questi commenti che dipingono il tuo stato di essere svantaggiato, conta fino a tre.
      Un consiglio paterno:
      Evita di leggermi
      Evita di commentare
      Evita di farlo scrivendo SOMME IDIOZIE
      Evita di farlo insultando, perché ricevi il trattamento che meritano le nullità come te.
      A me diverte farti capire ciò che sei, ma lo faccio per te. Evita.
      Aspetto comunque con ansia il disegno. Ciao anonimo (continua a curarti e salutami Briatore).

      P.s.: Il tuo (povero) strizzacervelli non è riuscito a trovarti dell'altro da fare, un qualsiasi impiego, che non leggere questo blog, procurandoti del male fisico? Situazione gravissima, allora.
      Vai, prova a scopare il mare, dopo esserti spippettato in riva (sempre se ce la fai, almeno in quello).

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.