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sabato 29 giugno 2013

WIMBLEDON 2013 – DUSTIN BROWN E STAKHOVSKY, FIABA FINITA. BLUFF DIMITROV, Mr SHARAPOVA






Day 5 – Dal vostro inviato in camporella, nel bosco di notte, con Petra Cetkovska (magàra)


Le fiabe finiscono in piovosi tramonti londinesi. La scoppiettante e imprevedibile estemporaneità attaccante di Dustin Brown è forse simbolo dell’erba allucinogena che sta scombinando i piani, in modo quasi sadico. Dalle qualificazioni, fino al terzo turno. Per giunta contro un francese mite, tale Mannarino, mancino, talento fulminante e temperamento di una ballerina con l’esaurimento nervoso prima di un saggio con Garrison Rochelle. Bel braccio, ma di meglio Dustin non poteva trovare per giocarsi l’accesso agli ottavi di Wimbledon. Confronto da challenger di Orbetello (primo turno, da non teste di serie). E Dustin perde il suo Jammin’ tennis delirante e spesso involontario, come il sorriso incosciente durante una serata fumogena. Nessun servizio, stop volley folli e show sparsi. Oggi proprio niente di niente, magia finita. Solo mal di testa, dopo il party. Lemme lemme, il francesino surreale, con un nido di tordi scosso dal libeccio in testa, passa agevolmente.
In pomeriggio s’era chiusa anche l’avventura di Sergiy Stakhovsky, giustiziere di Federer. Eliminato dall’esperto Jurgen Melzer, sempre con l’aria da vecchio gaggio al bancone del bar, che insegna la vita al suo giovine interlocutore. Jurgen è grande doppista, uno dei migliori ribattitori del circuito, e fa valere quell’arma (smarrita ieri da Roger) infilzando il leggiadro airone volleante. Vince in quattro set, sostenuto dalla moglie, quella Iveta Benesova, tennista fino a un anno fa, e ora casalinga fashion. Confermata la “Regola Tommasi”, ma in generale regola di vita, che vuole il protagonista di scalpi eccellenti incapace di confermarsi al turno successivo, contro avversari ben più abbordabili. Darcis a pezzi fisicamente e mentalmente, Jamaica Brown dimesso e tristemente sobrio, Sergyi vittima del cruento austriaco: fine dei balocchi.
Bastano pochi giochi ad “Arbeiter Shuettler 2 – la vendetta” Zemlja per completare il suo vittorioso match con Dimitrov, e svelare al mondo il bluff Dimitrov, bruno quasi tronista della De Filippi "con quel sapor mediorientale”. Più che il nuovo Federer (come i Tokyo Hotel nuovi Cure, più o meno), sembra una versione ridotta di Cristiano Ronaldo applicata al tennis. Roger a 22 anni su quei campi giù vinceva, lui non riesce a trovare rimedi contro un normale metronomo sloveno che (esagero) su erba vale il numero 50. Questo ha talento da vendere. Spaziale. Non si può negare, pena internamento e consegna volontaria agli infermieri. Ma di gente simile, incapace di sfruttarlo, senza lo stesso appeal mediatico e sponsor (anche stucchevoli) ce ne sono stati a decine. A iosa. In attesa della consacrazione (sospesi tra bluff e rampa di lancio), conteggiando quelli di Serena e Masha, Grigor ha vinto più slam di Federer. A letto. Per ora, accontentiamoci di quello.
Sotto la pioggia e al riparo del tetto, passerella per Murray contro Robredo. Janowicz “o animalo” in tre agevoli set schianta l’adone di Murcia Almagro, da oggi “Randolfo” Valentino, dopo la ridicola acconciatura anni ’50 con le tacche al ciuffo e riga di lato. Soffre ancora Ferrer (contro Batista Agut, non Sampras e nemmeno Kudla). E pian pianino, arando d’esperienza, la semifinale se la prenderà.
Tra le donne, la sezione di tabellone arricchita dall’assenza di Vika e Masha, rischia di perdere anche Petra Kvitova, il cui match è rinviato sul set pari e sotto di un break contro Makarova. Interrotto anche il confronto tra Stephens e Cetkovska. Il mio cuore è esteticamente diviso tra bellezza esotica della pantera e sinuose curve di Boemia. Tennisticamente, prediligo quest’ultima. Domani vedremo. Oggi anche il gran giorno delle italiane. Quelle che sanno giocare su erba. Bravissima Pennetta vittoriosa in rimonta su Alizé Cornet (francesina senza colpi), recuperando lo 0-6, annessa crisi di panico. Seconda settimana meritata per l’italiana, sempre elegante, femminile e con l’indubbio merito d’esser riuscita negli anni ad arricchire il suo lineare repertorio. Prossimo turno possibile contro altro bersaglio della malasorte, la talentuosa tracagnotta belga Flipkens. 
Karin Knapp, picchiatrice dei monti, è brava a suonare come un tamburo la portoghese Lacher de Brito, killer di Masha (e la “regola Tommasi” che ritorna). Niente da fare per Camila Giorgi. Troppo esperto il botolo unto di sugna Bartoli, ed eccessivo il suo tennis da kamikaze senza elmetto. Confronto anche di padri-domatori. Continuo a credere che seguita da qualcuno, un allenatore o ciabattino, oltre allo scapigliato padre (una specie di Keith Richards esagitato), sarebbe stabile nelle 20. Trovatele un allenatore, uno staff e uno sponsor. Già, perché pare (così mi dicono) che la timida ragazza italo argentina dallo sguardo triste, non sia nemmeno sponsorizzata. C’è tempo, e se vogliono la futura numero uno dei prossimi 15 anni debbono pagarla a peso d’oro, così mi sembra di sentire la voce di qualcuno. Mentre due infermieri se lo portavano via…


5 commenti:

  1. Stakhovsky (parla un inglese perfetto) nelle sue numerose interviste lasciava intendere che oramai si sente un tennista "arrivato" (ora è tutto cambiato, devo rivedere il mio futuro...), tutto gongolante per poi perdere contro il prossimo "vecchietto". Che le sue energie siano rimaste sul campo contro Roger Federer? (Ma, santo cielo, visto l'andazzo, cosa impediva al Roger di cambiare il suo gioco ?) Peccato solo che non si sia potuto vedere la partita con Jürgen Melzer, sicuramente più interessante di Ferrer-Bautista Agut.
    "Tennis is a crazy game" ebbe a dire Roger Federer dopo quella finale di Wimbledon vs. Andy Roddick. Ne siamo testimoni in questa edizione del torneo.
    Grazie per il diario Day 5. Ottima scelta per la "notte nel bosco". (Sei proprio un fenomeno.)
    Ciao Picasso, ti saluto cordialmente.
    Anna Marie

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  2. P.S. I "Slam" con Serena e Masha sembrano esaurire il povero Grigor, è pallidino. Può essere che non gli interessi tanto essere un "futuro Roger Federer", ma piuttosto "Romeo er mejo der collosseo"?
    Ciao di nuovo, Picasso
    Anna Marie

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    1. Più che normale, umano e sacrosanto, che quando batti i mostri sacri, Federer o Nadal, paghi il contraccolpo psicologico nel match successivo. Se non sei un fenomeno, ma tennista che da anni è nel limbo. Accade a Stakhovsky, a Rosol o chi per loro. Altrimenti sarebbero top ten anche loro.
      Non credo siano dichiarazioni da "arrivato". Ho visto solo una mezza un'intervista in cui dice che sta pensando al futuro. E che dopo anni di mestieranza, affermava di camparci appena col tennis. Il suo obiettivo è mettere soldi da parte o per stare tranquillo quando a 32 anni smetterà. Lesa maestà a parte, mi pare sia stato umile nel rivelare i suoi (umili) obiettivi. Il tennis non è solo miliardi dei primi, ma anche queste storie che, per un giorno, sovvertono gerarchie.
      Gli slam di Dimitrov, intendevo che messi assieme quelli di Masha+Serena, arriva a quelli di Federer. Penso che il paragone con Federer lo stronchi in partenza. vediamo in futuro, ma anche diventare un top ten (cosa difficile), per molti sarà visto come insuccesso.
      Ciao Anna Marie, un saluto a te

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  3. Dimitrov mi sembra sulla buona strada per diventare la versione maschile della Kournikova, più noto per le sue prodezze fuori dal campo che non per le sue "vittorie", pur avendo tutti i mezzi per una buona carriera. Spero mi smentisca ma l'impressione è quella.

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    1. Non so. Ma queste storie tra tennisti mi sanno più di marketing e altro, come le montature Mora, Corona etc.
      La soglia d'età in cui si raggiunge la maturità nel tennis è molto più alta rispetto al passato. Trent'anni fa Becker e Chang a 17 vincevano Slam e McEnroe o Ivanisevic a 29/30 erano da rottamare. Solo il 40enne Connors faceva i miracoli. Oggi invece si assiste a trentenni e ultratrentenni più competitivi che quando avevano vent'anni. Ma a 22 il bulgaro non può più essere considerato "promessa". O esplode o ame. Talento, pazzesco c'è. Per me di testa e fisicamente deve ancora lavorare. Con le parole è facile parlare di nuovo Federer

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.