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giovedì 27 giugno 2013

WIMBLEDON 2013 – LA PIOGGIA (E LA NOIA) DOPO LA TEMPESTA




Diario di strabordo supercazzolaro 4 – Dal vostro inviato con l’ombrello


E’ successo tutto ieri. E oggi è tornata la calma apparente, con una specie di arcobaleno che precede l’acquazzone serale. Perché va tutto all’incontrario, in questa folle edizione di Wimbledon. Programma ritardato e un solo incontro in atto, sul centrale coperto dal tetto. Si destreggia Djokovic, con l’attenzione di chi sta camminando su uno strato di uova appena covate dalla chioccia. Tale e tanto il margine di sicurezza con l’avversario, che può permetterselo. Più dei colpi dell’americano Reynolds, una specie di Kevin Spacey nella peggiore interpretazione di un tennista anchilosato e in là con gli anni, mira a salvare le giunture e resistere a quella serra in cui pare debba esserci un’umidità al 98%, come nelle risaie di Singapore.
Nole chiude in tre rapidi set. Persiste la pioggia, e uno si attende che spostino qualche match sul centrale. Tanto per assistere a qualche incontro serale al coperto, sul campo illuminato. Invece, niente. Pare che la regina abbia imposto un ferreo risparmio energetico. C’è crisi ovunque.
Non rimane che fare un sobrio (ed elegante come certe cene a base di crodino) bilancio di giornata. Nessuna sorpresa, dopo la sbornia dei giorni scorsi. Facile vittoria di Berdych sul Frankenstein tedesco Brands e altri due ritiri, ma minori, quelli dei francesi Mathieu e Llodra. Il primo lascia strada a un Feliciano sempre munito di languido cesello mancino, il secondo manda avanti Seppi. Andreas, terrore di ogni prato del Regno Unito. Il nostro erbivoro d’assalto è quanto mai a suo agio sui prati veloci, come un Tim Mayotte d’annata che sciabola fendendo la rete. Crediamoci. Solito inizio da catalessi, roba che il cloroformio al confronto sembra un eccitante, e poi di slancio sulle macerie del francese. Llodra perde il primo, raccoglie le sue cose e se ne va. Benedetto uomo. Ora per il nostro combattente dei monti c’è Nishikori. Quindi Del Potro ed eventualmente Ferrer. Capirete come l’ipotesi semifinale (e perché no finale, ma un passo alla volta) sia tutt’altro che remota. Giapponese e argentino avanzano agevolmente, come anche i testoni Gasquet e Dodig. Sorpresa, relativa, l’uscita di scena di Raonic per mano di Sijsling, buon olandese dal tennis vintage tornato di moda. Più a suo agio sul green quindi di un Milos impacciato e goffo. Uno stambecco neonato sul lastrone di ghiaccio. Il canadese è ormai caso clinico: l’involuzione dell’uomo. Esplose due anni fa in modo deflagrante, ora pare abbia paura anche della sua stessa ombra. Spaurito, incerto, confuso. Ljubicic, neo coach, ne ha di lavoro da fare.
Più consistente il protagonista che rischia di saltare su un altro campo: niente meno che Grigor Dimitrov. Il predestinato toy boy conteso dalle dive racchettare. Match sospeso sul 9-8 Zemljia al quinto set. E uno, scrutando l’orizzonte, prova a domandarsi come abbia potuto tanto lo spelacchiato sloveno figlioccio putativo dell’indimenticato “Arberiter” Schuettler (separati alla nascita, annessa calvizie incipiente e chierica scapigliata). Pure Dimitrov, narrano, con qualche problema fisico. Lo assiste premurosamente una contrita Maria Sharapova, a suon di urla anche sugli spalti (un sinistro vuoto si crea attorno a lei, infatti). Per liberarcene, mio malgrado, mi toccherà tifare per l’Arbeiter 2 – la vendetta. In modo che la coppia (reale come quelle messe in piedi da Koronaviev una specie di galeotto russo iper tatuato accusato di estorcere soldi ai vip e fare foto finte tra gli ex gieffini), possa godersi le meritate vacanze alla Laguna Blu.
Tra le donne, passerella in sicurezza per Serena e Agnese, destinate a trovarsi in semifinale (finale anticipata). Fanno in tempo a vincere le loro partite anche la libellula croata Martic, la falena flaca Vinci (9-7 al terzo, e sempre in difficoltà contro tenniste geometriche e poco potenti) e il capriolo erbivoro Pironkova. Non finisce di stupire Kimiko Date. Dopo la picchiatrice tedesca, sistemata di giustezza in due set anche la coriacea rumena Cadantu. Ora per l’indomita samurai 43enne impegno con la storia. Il centrale di Wimbledon, a 43 anni, contro una delle più forti e terrificanti campionesse di sempre, Serena Williams. Obiettivo: evitare una lapide alla memoria in prezioso marmo di Murano, dietro il Centre Court. Tutto il resto, sarà un trionfo vero.


6 commenti:

  1. Complimenti, Picasso, per il diario Day 4, giornata tennistica di una noia mostruosa. Djoker-Reynolds, ping-pong, ping-pong. Il Djoker lasciava qualche punto all'americano perché, e si vedeva, non voleva prendersi il rischio di correre e cadere. Dopo il primo set ho spento la tele.
    Un doppio complimento per l'ultima parte sulla piccola Kimiko. Ma vedrai, qualche grattacapo alla Serena lo darà, la piccola samurai tutta da ammirare.
    Raonic ormai deve aver capito che con i soli aces e i diritti cannonball non si vincono le partite e il suo superego si è afflosciato come un soufflé sapendo che i furbi avversari hanno capito da tempo che basta fargli un po' di tergicristallo e il Milos si trova al palo. Buon lavoro, Ljubicic.
    Ciao Picasso, grazie al tuo diario il Day 4 appare sotto una luce meno desolante.
    Ti saluto cordialmente
    Anna Marie

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    1. Djokovic, figuriamoci...deve fare attenzione agli ottavi con Haas (o Feliciano), mica al Bobby.
      Raonic è esplosivo ed ha potenziale anche in altri colpi, oltre a dritto servizio. Forse paga mentalmente il fatto di non riuscire a progredire, come si aspettava (lui e chi gli sta attorno), a livello di top ten. Sembra smarrito.
      Kimiko, bah. Credo che esserci e uscirne viva sia l'obiettivo (come anche altre di vent'anni meno e tra le prime dieci/venti). E' lì il miracolo. (-16,5 games nel match e stiamo tranquilli).
      Grazie e un saluto a te

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  2. Finale seppi?mmm dovrebbe battere djoko in semi,sarebbe un miracolo o quasi.marco

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    1. Ciao Marco. Su Seppi ero piuttosto ironico. Anzi, senza piuttosto. Anche se è torneo pazzo e se ne vedono di tutti i colori, c'è un limite a Seppi.

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  3. ah ah ah ah e se dopo la dua dritta ironica ci avessi puntato sopra lo stipendio?marco

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    1. Ma guarda, visto l'andazzo, potrebbe vincere anche lui. O Manderino. O Kubot.
      Lo stipendio no, ma qualche euro non sarebbe stato male. Era a 501,00 ieri.
      Pregare che andasse in finale, e poi da lì coprirsi giocando sugli altri tre.
      Io, ho giocato un tizio a 81,00 (mai dirò chi è). Se arriva in semifinale, coperture sontuose e vincita sicura.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.