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giovedì 4 luglio 2013

WIMBLEDON 2013 – Bartoli e Lisicki: wurstel, salsiccia e finale

      

                                
Day 10 – Stasera wurstel e crauti. Nella convinzione che l’orrore ci inghiottirà

“L’orrore! l’orrore dice Kurtz alla fine cuore di tenebra. L'orrore. (e beato lui non ha visto le due finaliste di Wimbledon 2013)", sembra di sentire quel gran genio zoppo e misantropo di Boris Yelnikoff nella sua più ispirata visione dell’umanità, di cui siamo rassegnate vittime. Vorrei lanciarmi in estatiche elegie da salamelecco rutilante, ma è l’orrore invece il sentimento che maggiormente mi pervade commentando ciò che oggi è successo sul centrale di Wimbledon. E allora accontentatevi di questa fiumana di luoghi comuni e cliché spaventosi. Tutto dev'essere in linea.
La finale più clamorosa, inattesa, misera tecnicamente e per classifica, dell’intera storia dei Championships. Senza dati alla mano, da quando vedo questo strano e imprevedibile sport. Da ignaro fanciullino di fine anni ‘80, fino ai giorni di odierna decadenza fisica: Marion Bartoli e Sabine Lisicki, due diversamente spaventevoli visioni suine di tennis femminile, di medio livello. Quella transalpina, e quella ariano/teutonica. Incredibile. E sì che ci eravamo liberati di Masha e Vika e i loro livori dell’est. “Dalla padella alla brace”, “chi lascia la strada vecchia sa cosa lascia, ma non sa cosa trova”, e “non ci sono più le mezze stagioni”.
Il botolo francese si era presentato a Londra ancor più inquartato, unto e tarantolato, ma nuovamente seguito dal sadico scienziato babbo. Una specie di fiaba a lieto e raccapricciante fine. Separazione, ritorno all’ovile della grassa figlia prodiga. Il tutto coronato dal grande risultato. Ci vorrebbe anche una colonna sonora. Un “Ne me quitte pas” con Verdone al piano. Arriva in finale grazie a un miracoloso tabellone da Pasqua, Epifania e Sant’Oronzo con le campane che suonano a festa (Karin Knapp, Camila Giorgi, l’acerba Stephens e i resti della povera Kirsten Flipkens in semifinale). Eccola lì, esibire il solito campionario del sudato show: danze tribali, colpi quadrumani privi della più elementare spiegazione fisico-razionale, ragliati “ahhhrrrlllezzz” con la “erre” moscia, sguardi allucinati e killer con occhi sporgenti da lemure nella stagione degli accoppiamenti. Poco ha potuto, si diceva, la belga Flipkens, vittima sacrificale del rituale kitch. Meno abituata a giocare simili match, già appagata e alla fine pure rotta. Amen.
All’orrore di Francia si appaia, garrulo e deflagrante, quello di Crucconia. Sabine Lisicki deve essere stata concepita dai genitori che mangiavano wurstel e crauti, guardando le partite di Boris Becker a fine anni ‘80. Perché il biondo donnone con le gambe che traboccano cellulite, su erba ci sa fare. E’ efficacissima. Bim-bum-bam-badabum-spatapummete. Servizi e badili di risposta, arrembaggio sempre e comunque.
Riesco a trovare su youtube solo alcuni filmati. E Boris Yellnikoff, con la sua visionaria saggezza, ritorna: l’orrore, vero. Inarrestabile. Madida di sudore, tutta piegata su se stessa, sempre pugno in alto, urla d’incitamento (che dirà, poi? generico “Ahèèè” belluino, “Aleeez” francofono  o, temo seriamente, “Heil”, in una sognante rievocazione d’invasioni polacche? Non si capisce). Uno che ignora il tennis si aspetterebbe un secco 2-0. Ma è ancora tennis (mica boxe) e quella soffre, si blocca goffamente quando si tratta di servire per il match, poi prende a vergare e invadere la passiva Polonia con violenza inusitata. 
In lei rivedo Barbara, giunonica ragazzona tedesca in vacanza dalle mie parti, anni fa. Dal sorriso timido e cellulitici coscioni budinosi che ballavano mentre giuliva correva sulla spiaggia, come obesa tortorella al tramonto. Bionda, pallida e imponente. Mi smarriva, così dolce, brutta ma a tratti piacevole, malgrado parlasse con accento duro, simile a quegli strani tizi visti nei documentari sul processo di Norimberga. Era ghiotta di cornetti gelato, snack al cioccolato e patatine "crick crock", che rosicchiava in modo rivoltante. Cercava il ragazzo italico, tutto pizza, pummarola, baffi da sparviero e virtuoso mandolino, per un’avventura focosa. Un mio amico, si sacrificò. E ne porta ancora i segni.
Bene, Sabine le somiglia. E in più ha anche dei denti di vampira a impreziosire il quadro. Una specie di mix tra la "Sellerona" televisiva di Bonolis e la figlia dell’Ispettore Derrick (versione parodia di Max Tortora). Anche lei divora le sue barrette, sgranocchia avida e va a servire, ancora masticando. Si pulisce le gengive dai residui, tra un colpo e l’altro. Un po’ come zio Roccuccio, quando, dopo il luculliano pranzo domenicale in campagna, ebbro di vino, si puliva i denti. Talvolta con le unghie, spesso solo col risucchio emettendo fischi agghiaccianti, altre volte usando lo stuzzichino. Lisicki continua nel suo spettacolo. Quasi giochi negli intermezzi di un pranzo in cui si sta scofanando un pollo allo spiedo con contorno di patate al forno, bagnato da un boccalone da due litri di birra. Ci manca solo che rutti e scorreggi come un cavallo da tiro bengalese. Potrebbe farlo in finale. Non perdiamo la speranza.
Ma io sono un tecnico. E allora parliamo di finissima tecnica. Due settimane fa vidi Lisicki, versione cassa mortuaria con le rotelle, in quel di Burmingham, faticare le pene degli inferi per venire a capo della guercia Miriana Lucic (mica Chris Evert) e perdere contro Alison Riske (non proprio Steffi Graf). Potere dell’attuale Wta, di un tennis così elementare che se una imbrocca (casualmente) la settimana in cui avvista il campo, prende fiducia e tutto muta. Oppure sarà merito quegli snack miracolosi che trangugia con bulimica voracità, Dio solo lo sa. Si appaia a Marion, in una finale surreale. Annesso ennesimo rotolo sull’erba ad esibire i bianchicci chiapponi, pianti a dirotto, pugni al cielo (ma basta). Una volta, va bene. Due, è troppo. Tre, scoccia. Quattro, ti porta a sperare non ne abbia più modo.
Panzer favorito. La degna e coerente conclusione sarebbe però un trionfo delle piccola fiammiferaia obesa di Francia, ma chi può dirlo. Potrebbero anche, per decenza, lasciare vacante il titolo.


25 commenti:

  1. Quando ho visto loro due in finale la mia espressione era più o meno quella dell'urlo di Munch. Mi dispiace per Agnese, anche perché dubito avrà altre possibilità di aggiudicarsi uno Slam, era veramente l'occasione della vita.

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    1. Sì, grande occasione. Paga molti limiti, Agnese. Può battere quelle più potenti e cretine, usando altre armi. Per me vale la posizione che ha, numero 4 o 5, sotto le più forti. E come tale dovrebbe sfruttare simili occasioni per vincere uno slam. Altrimenti è durissima. Una Lisicki (sebbene abbia trovato la settimana della vita) in semifinale, e Bartoli in finale, non le troverà più. Questo è certo.
      Non so se l'ultimo treno, comunque ha 24 anni, non 30.
      Ciao Ray. Una finale da horror vacui.

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  2. dopo il tuo post non ho sensi di colpa nel postare un link sulle gambette di marion:
    http://www.wimbledon.com/images/pics/large/b_10_bartoli_128_aeltc_m_hangst.jpg
    viene anche dal sito ufficiale!
    A volte mi chiedo come mai nel tennis femminile ci siano top player come la kvitova coi lardelli e marion con le gambe cellulitiche. E altre che adesso non ho voglia di cercare/citare.
    Come fanno ste qua con allenamenti massacranti e alimentazione regolata al millesimo ad avere fisici cosí? non credo che una cosa simile si veda in altri sport seri, forse tra i wrestler, ma neanche.
    Cmq post eccezionale, delirio di risate tra noi lettori, credo.
    lucas

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    1. Avevo evitato di mettere questa, ed altre più sconce...perché all'horror si unisce un sadismo da bollino rosso porpora. Santo cielo che cosa è. Terìbbbile.
      Non lo so, "sarà il metabolismo", diceva la mamma a Giuliano Ferrara.
      La citazione del wrestling la trovo pertinente. Perché questo sport è sempre più indirizzato su quella via.
      Presto costui vincerà Wimbledon: Kamala di Uganda. :)

      http://4.bp.blogspot.com/-QpmGg4xbzug/UPRhISC1OiI/AAAAAAAAA-o/GZactd0hP20/s1600/19kamala.jpg

      Ciao Lucas, grazie

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    2. Devo riequilibrare
      http://25.media.tumblr.com/tumblr_lq3na5wXvo1qbnzxko1_500.jpg

      Altri tempi (e altre gambe)

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  3. Ciao Picasso. Incredibile il più orrido degli incubi si avvera. L'unto troll è in finale e spero solo che vinca il torneo perché ci ho scommesso. Ma se nel tabellone maschile tre dei primi 10 sono in semi e Janovicz rappresenta un possibile campione futuro che ha l'occasione di spiccare il volo verso traguardi da campione ,il tabellone femminile è da squallore di torneo 250. Nessuna delle due è una promessa in boccio ; sono due che giocatrici senza alcuna scintille da fuoriclasse che hanno avuto comunque la bravura di sfruttare il corridoio fino alla finale. Le occasioni bisogna comunque essere bravi a coglierle al volo.
    Leggo oggi che la promessina Giorgi con il padre hanno trovato un accordo per allenarsi sotto l'ala della federazione. Le auguro buona fortuna visto che la Fit in decenni non ha partorito , non parliamo di campioni , un benché minimo decente top 100. Tutti i risultati avuti specie in campo femminile sono stati frutto di iniziative personali e fuori dall' Italia ( in Spagna)
    Finale Nole vs o animalo? Sarebbe intrigante. Ho già scommesso Jano vincitore Champoinship.
    Buona serata
    Amedeo

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    1. Sì, sono due medie tenniste, di quelle che sostano tra la decima e ventesima posizione. Nulla più. Entrambe si trovano bene sull'erba. Bartoli ha sfruttato bene il corridoio, Lisicki ha fatto bingo contro Serena e da lì ha preso fiducia. E vincerà, ma ne può fregar di meno.
      Giorgi. Se è così, è una buona notizia. Non che stimi molto la federtennis, ma (sebbene a 22 anni), per la Giorgi è comunque positivo. Veramente uno spreco folle starsene col padre, a vegetare e giocare come una junior, senza un minimo di tattica. Non aveva senso. Per me può migliorare moltissimo.
      Letto anche di Adelchi Virgili, ventitrè anni, fenomeno assoluto e talento pazzesco che a 12 anni batteva quelli di 5 anni più grandi e cui attuali top 30 legavano le scarpe. Poi gli infortuni, e quasi aveva smesso. Da una settimana, dopo tanto tempo a giocare come un dilettante, lo segue Fanucci e il suo staff: beh, ha passato le qualificazioni battendo due top 250/300 a Todi e ha perso 7-6 al terzo in tabellone con Granollers (ok, l'altro). In una sola settimana, mentre prima perdeva anche dagli over 1000. Per dire come anche il talento più brillante necessiti una guida esperta.
      Quanto agli uomini, quella di Jano è una speranza, ma la vedo molto, molto dura. Se impazzisce e gioca in trance, chi lo sa.
      Ciao Amedeo, a presto.

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  4. Le note di "Ne me quitte pas" ci stanno molto bene :-), ma in realtà la Bartoli si è ri-separata dal padre dopo il Roland Garros: ora non ha coach, è seguita come sparring da Thomas Drouet (con tanto di naso spatasciato da papà-Tomic) e dalla Mauresmo in quanto capitano della FedCup. Avevo letto a proposito che papà Walter era solito dare in premio a baby Marion delle caramelle quando vinceva le partite... si vede che crescendo son diventati tranci di bue... Io comunque tifo per lei, mi sembra adorabile nel suo delirio tarantolante... Ciao Pic!

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    1. Sapevo come fosse seguita da Amelie e le altre dello staff di Fed Cup ma, almeno fino a Parigi, il babbo scienziate l’ho visto al suo angolo. Comunque Frankenstein è sempre lì, anche se non si occupa della sua “creatura” in modo esclusivo, no? Ora mi fai stare in apprensione.
      Scherzi a parte, tu che (mi par di capire) la segui, io esagero ovviamente nel dipingerla ingrassata, ma non ti pare levitata in modo increscioso? Oddio, mai stata una silfide, ma ora è una botte. E i risultati arrivano. Surreale in tutto. :) Ciao Alberto

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    2. Con il padre pare si sentano quotidianamente ma che non interferisca più di tanto con il metodo, proprio dopo Parigi si sono separati... infatti a Wimbledon non c'è mai stato, verrà a vedere la finale... Orrore orrore, pare che sia stato contattato da giovani ragazzine d'oltralpe come coach -.-'....
      Sì, effettivamente è veramente ciccia... e mentre per Petronia per esempio c'è solo la pancia da bevitore di birra ma il resto pare normale, lei è un po' ovunque morbida come la panna cotta della Coop...

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    3. Ah, quindi non è nemmeno a Londra. E ci andrà per la finale. Scaramanzia, sto tipo, no eh? Il destino del botolo, è segnato.
      Si rischia che crei altri cloni (metodi d'allenamento da circo sadico). Ma credo marion sia un caso isolato. Una specie di miracolo, unico nel suo genere.

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  5. Pur nel solco comune del peggior film horror d'annata, trovo che non vi sia paragone tra le due finaliste.
    Sia sotto il profilo estetico che tecnico-sportivo.
    Basta confrontarne la tecnica del servizio e del diritto. Imparagonabili.
    Colgo l'urgenza letteraria di unirle nell'intento perfettamente riuscito di "dipingere" la peggiore finale femminile di Wimbledon degli ultimi conquant'anni, ma senza crisi di panico (Pennetta a 31 anni docet) la Lisicki ieri avrebbe asfaltato la polacca. E questo dopo aver vinto contro la Williams.
    Due partite di fila così la Bartoli se le sogna per il resto della sua vita.
    La Polacca non ha fatto un bel niente per vincere la partita se non provare ad aspettare che l'avversaria decidesse di perderla.
    Se questo lo chiamate tennis.
    Al sottoscritto il servizio della polacca ricorda in termini di efficacia quello della Errani. Soprattutto la seconda. La Wta dovrebbe impedire di salire tra le prime dieci a tenniste con servizi del genere.

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    1. Nessuna esigenza. Letteraria o culinaria. Scrivo quel che mi aggrada. E trovo la suina Lisicki, manducante e ipersudata, esteticamente ripugnante. Tennisticamente è (ovviamente) più ortodossa della francese e interpreta benissimo il tennis da erba, ma mi pare superfluo anche ricordarlo. Lo capisce anche mia prozia Cuncettina di 93 anni.
      Col servizio di Errani ieri, avresti visto le scene splatter sul campo. Come efficacia (almeno per non farsi attaccare sulla prima) e fluidità, intercorrono anni luce. Addirittura, chi ha servizio debole impediresti di stare tra le 10? E all’ex top 10 Pennetta di stare nel circuito? Per legge nazista o cosa? E alle roscie o alle mancine che facciamo? Infliggeresti qualche pena medievale? :)
      E’ un tuo desiderio, come il mio sarebbe di non vedere più in campo quelle che sparano missili terra aria a occhi chiusi o le agricole arrotine podiste, ma il mondo è bello perché vario. Devono esistere. E almeno quelle che tirano "piano" come la sottiletta di Polacchia non sono il frutto di evoluzioni nei materiali che consento spari orrendi come quelli del panzer teutonico, o di fisicismi (sospetti per i malfidati) esasperati ed esasperanti come altre. Basta vedere il fisico naturale di Agnese, con quello della panzer e quello dell'aratro Errani. Richiama naturalezza e (a me) pare boccata di salvezza.
      Senza crisi di panico e giocando come contro Serena, l’avrebbe spazzata via in due set. Concordo. E se Radwanska avesse il servizio di Lisicki e Lisicki quello di Radwanska, ieri finiva 6-0 6-1 per la polacca. Con le racchette di trent'anni fa 6-2 6-0 per la polacca sempre. E, azzardo, se mio nonno avesse le ruote sarebbe ‘na cariola. Aggiungo che se Sabine giocasse sempre come contro Serena sarebbe numero uno al mondo. Da sei anni almeno. Purtroppo fino ad ora, tranne questa settimana di foga, ha solo sbadilato a vanvera, in modo insensato e intermittente, meritandosi il numero 23. L'altra è il numero 4.
      Radwanska non ha fatto nulla per vincere. E ha perso 9-7 al terzo. Meno male allora. Ringraziatela tutti. Avesse fatto solo qualcosina, per sbaglio, vinceva 6-2 periodico?

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  6. Ciao Picasso. Il tuo diario Day 10 è spassoso e disegna un quadretto perfetto della situazione. (Se fossi dotata in pittura mi ispirerei al Hieronymus Bosch e alla sua opera "La cura della follia" e mi metterei subito al lavoro.)
    I slam sono detti "Open" e quindi aperti a tutti, basta qualificarsi. Una faccia anche questa della democrazia, no ?
    Lisicki vs. Radwanska, se quello è tennis da campioni ! E' anche vero che il peggio deve ancora venire. La Sabine e la Marion !
    A titolo d'informazione, la Lisicki "Heil" non penso che lo direbbe essendo la sua famiglia, anche lei, originaria della Polonia (pronuncia Lisitski, ma lei preferisce Lisicki. Così disse.)
    Sono alquanto sconcertata dalla realtà di questo tennis che dicono moderno. Lo stile "la va o la spacca" sembra diffondersi a macchia d'olio. Ieri su BBC two sono stata incuriosita da una partita della categoria Boys (Kyle Edmund vs. Stefan Kozlov). I ragazzini mingherlini sono già instradati. Ping-pong a tutta forza. Tra l'altro, il britannico Edmund se la vedrà oggi nelle semifinali con l'italiano Quinzi.
    Ora vediamo come andranno a finire le semifinali dei maschioni oggi.
    Intanto, ti auguro una bella giornata e ti saluti cordialmente.
    Anna Marie

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    1. Ovvio che non dica quello, era tanto per entrare nel clima di ameni luoghi comuni, minchiate e cliché di cui ho volontariamente (ed esageratamente) intriso il pezzo.
      Edmund mai visto, ma ha già giocato nel torneo senior. Kozlov invece sì. Già a 13 anni giocava con quelli più grandi, malgrado fosse un bambino alto 1,50. Anche ora, nel torneo junior ha 15 anni contro gente più grande di lui di tre anni. Un piccolo fenomeno, se non si perderà con gli anni, e con lo sviluppo fisico.
      Io peggio deve sempre venire. Sempre. Ventata d'ottimismo in questa mattinata di cazzeggio.
      Ciao Anna Marie, anche a te

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  7. Ciao, certo non era quello che ci si aspettava, hai già dato tu tutte le descrizioni egregiamente, quelle sul pianeta terra e tutte le altre possibili in altri pianeti, alla fine Radwaska era la più meritevole. Sono quello che sono ma se lo sono guadagnate. Però almeno una cosa ce l'abbiamo, qualcosa di diverso che io apprezzo e ancora incertezza su chi vincerà. La tedesca è in settimana ma l'altra ha più esperienza...
    Tornando a Radwaska, dici sta sotto le più, per curiosità dopo la ovvia Serena quale ci metteresti?
    Non mi riferisco a te, perchè tu riesci ad essere cattivo con affetto (difficile da comprendere ma ha un senso), ti leggo da abbastanza tempo e mi sono fatta molte risate per la tua ironia, forse sei stato anche crudele a volte, ma in fondo c'è sempre rispetto quando scrivi, narri quel che vedi dal tuo punto di vista.
    Quando la definisci "unta" ne cogli l'essenza vera, :) cosa che non riesce ai giornalisti.
    Ma tali signori dei commenti sopra, vorrei proprio sapere quanto pesano, se hanno tutti i capelli e le unghie limate, che lavoro fanno e quanto guadagnano. Invidiosi eh... Intano due signorine mezze incapaci, sudate e in sovrappeso vanno a giocarsi la finale di Wimbledon con un montepremi da paura
    ciao
    Jess

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    1. Ma guarda che non sono proprio entrato in galassie di meritevoli e non. Per me più meritevole è stata la crucca cellulitica, che alla fine non ha tremato (come nel secondo set ed altre volte tragicomiche) e l'ha vinta. Per mio gusto personale (e per motivi economici) preferivo la polacca. Ma nel merito della vittoria, mai entrato. Né per una, né per l'altra semifinale.
      Si scannino pure in finale. Magari anche rimanendoci.
      Chi c'è prima della polacca? Ovvio che c'è Serena, Masha, e Linda Blair. Dietro di loro per me ci sono tre/quattro/cinque che se la giocano. Diverse tra loro, alcune costanti, altre con più potenziale ma incostanti, altre arrotine: Li, Agnese, Errani, Kvitova.
      Che sia unta Marion, è oggettivo.
      Quanto ai "signori sopra", mah, penso di poterti rispondere io per primo. Essendo quello che ha scritto il pezzo ed è stato più cattivo di tutti messi assieme. Non sono Randolfo Lavandino e nemmeno Cabriel Carke o Nole scucchia volitiva, ma se una è basculante, sovrappeso, con la panza da birra, nana, coi denti da vampira, lo dico. Lo faccio con gli uomini, non vedo perché non dovrei dirlo delle donne. Il femminismo al contrario, diventa razzismo. Si può scrivere che Malisse ha la panza da birra, mentre d Kvitova si deve (per rispetto) dire che "non ha un girovita propriamente da silfide"? Fossi famoso e giocassi sul centrale io, ci sarebbe un pirla a scrivere i miei difetti. E me li prenderei facendoci una risata.
      Dico e scrivo anche che Volandri ha un servizio penoso e Petzschner un rovescio in top di merda. Ma io me lo sogno quel rovescio e il servizio di Volandri. Così come sono stonato come una campana, ma sbandiero ai quattro venti da oggi fino ai prossimi vent'anni che le canzoni di Marco Carta mi fanno cagare.
      Non scrivo in un sito o giornale per cui devo no essere tutti bravi, meritevoli e snelli.
      Ciao Jess

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  8. Io non mi riferivo a te, o hai capito che dicevo a te, o hai deciso così per presa posizione. Ma certo che lo dici, lo dicono tutti, il tuo è un blog anche e non ti paga nessuno, è come fosse casa tua.
    Mi riferivo ai commenti davvero dispregiativi, io stessa sono una criticona, ma c'è modo e modo. Dunque o non hai capito cosa volevo dire o non mi sono spiegata
    ciao

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    1. Lo dico io, lo dicono tutti che è un blog? Strano, pensavo fosse un frigorifero.
      Non sono nato ieri, e so capire l'italiano. Sei tu che, tra un pianeta e l'altro, non capisci le galassie e cianci di "merito" nelle semifinale. Quando in quei discorsi non ci sono mai entrato.
      E di certo capisco che, riferendoti ai commenti, lo fai a me. Perché nei commenti non ci ho visto niente di "dispregiativo" o più pesante di quanto avessi fatto io. Anzi.
      Quindi, tanto vale che ti riferissi a me senza pantomime e giri di parole.
      Non si tratta di essere criticoni, ma considero submentale di dice: "critichi Simon perché è noioso, ma arrivaci tu alla top ten". Oppure, "vendili tu i dischi della Pausini e poi ne puoi parlare male". Lo stesso il tuo "arrivate voi in finale di Wimbledon.". Che senso ha? Solo Dio o chi gioca meglio di lui (nessuno) potrebbe criticare Federer?
      Allo stesso modo i discorsi sui difetti fisici. Se dico che una è obesa, è perché lo è in modo oggettivo. E perché io non lo sono. E quando, lo scorso anno ho preso diversi chili arrivando ad avere un fisico alla Nalbandian, non ho esitato a ridere io stesso di me. Idem per i discorsi sulla bellezza. Se ti dico che Almegro è un mostro fattosi carne, credo di non esserlo io. Anzi, non lo sono, oggettivamente.
      E in definitiva, per dire che l'inguardabile crucca è cellulitica o Malisse ha la panza, non credo uno debba, preventivamente, esibire una sua foto.
      Almeno, credo.

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    2. C'è modo e modo di dire le cose. Non hai capito, non ha importanza, non frega a te quanto non frega me, anche perchè una persona che risponde così non vuole confrontarsi vuole dire che cazzo vuole e che tutti siano d'accordo. Dovresti aggiungere una sezione "amiche weight watchers" avreste di che parlare più che del tennis. Questo modo non lo accetto, è ineducato infatti ho chiuso, non sto nemmeno a spiegarmi non ne vale la pena
      Jess

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    3. Hai chiuso, e ancora stai qui a commentare. Almeno continua a farlo versione troll. Ascolta, io non so nemmeno chi sei. E non mi interessa. Dopo vaga ponderazione di due minuti ho capito che sei la tipa che commentava tempo fa. Quella che dopo un mio accenno alla “mafia juve” acclarata giudiziariamente, è sparita. Perché accetti il dialogo, già.
      Io invece, non lo sopporto proprio. E sono ineducato. Faccio ciò che voglio. Qualcuno provoca? Si becca i meritati insulti. Altri scrivono una cazzata? Rispondo che per me è una cazzata. A chi, capendo il senso del blog, commenta con una battuta, rispondo con altra battuta. Se per caso qualcuno scrive di tennis, rispondo di tennis. Non ti piace la modalità? E chi ti obbliga a leggermi e commentarmi? La rete è libera, pare.
      Protestavi sul cattivo gusto nei commenti sull'obese Bartoli e il crauto smunto Lisicki? Ti ho risposto che avresti dovuto riferirti direttamente a me, e non a chi commentava. Niente da capire, o da spiegare. Ma solo da accettare. E a cui ribattere, al limite. Chiamasi dialogo, quello.
      Per te invece è dare ragione a prescindere a chi commenta? Ok, te la do, non mi costa niente. “Hai capito male” o “mi sono spiegato male”. Contenta ora?
      “Sezione ‘Amiche weight watchers?’, con le quali avrei di che discutere, invece che di tennis…”? perché no, ci penserò. Detta da una che lascia i suoi commenti (finti, ora ne ho certezza piena) da anni in questo posto, sembra richiesta quantomeno bizzara, o almeno non coerente. E allora, per il tuo bene, dedicati ad altro, trova posti in cui la gente ha diritto a discutere di tennis, perché lo hai deciso tu.

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  9. Non dico Chris Evert (di cui ho visto solo gli ultimi anni), ma almeno una Steffi Graf potrebbero ridarcela....

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    1. Nemmeno io l'ho vista Evert. Qualcosa in più di Martina, ma perché ha continuato a fino a 50 anni. Graf, innegabile che fosse di una spanna sopra le attuali. Ma non occorre andare così indietro, basterebbero Clijsters o Henin.
      Steffi Graf troppo vincente, gelida e incapace di trasmetter(mi) emozioni. Un rullo compressore, cingolato che passava su tutto. Preferivo, da ragazzino, la sua antagonista Sabatini. Più caliente, fragile, perdente, ma capace di regalar(mi) emozioni. Ci perdeva sempre con Steffi, ma quando vinse gli Us Open, la gioia fu dieci volte maggiore.

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    2. Sulla Sabatini mi trovi d'accordo (e infatti il link che ho postato sopra qualcosa significherà). La Steffi, nonostante fosse algida (è quasi più simpatica adesso che non gioca, deve essere la vicinanza agassiana), aveva un certo, come si può dire "stile"(qualsiasi cosa significhi questa parola). Non sono uno di quelli che "tutto qui una volta era bello", ma caspita, nemmeno questo sfacelo....

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    3. Concordo. Tra vent'anni rimpiangeremo Bartoli ed Errani? Può essere.

      Non avevo visto l'altro commento, e nemmeno il link. Sì, Gabriela piacevole anche esteticamente. Secondo il mio gusto, ancora di più ora, a 43 anni di quando ne aveva 20.
      http://www.fiveaa.com.au/lib/images/gallery/normal/gabriela-sabatini-copy-jpg-3215941327387459.jpg

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.