Avrei
dovuto postare questa classifica dopo quella femminile ma poi, travolto dagli
eventi, m’è passato di mente. Ne ho approfittato per inserire anche dei video tutorial, come una fascion blogger qualsiasi.
Passati
ormai secoli dalla prima classifica dei miei rampolli (pare ieri, ma alcuni di
essi hanno appeso la racchetta al chiodo e argentati come Formigoni paiono
pronti al trono «anziani» di Uomini e Donne), mi pare doveroso mettere un punto
e a capo anche per la classifica maschile. Chiarire i fatti.
Regole
base, le stesse. Scordatevi ordunque compulsivi arrotatori muggenti, americani
scappati dalla casa base del terzo inning, perfettini e impostati colpitori
senza scintilla, italiani noiosi come tedeschi che giocano a carte in un
ospizio di Buchenwald, o campioni di slam vittime dello strano morbo vittorioso
che tutto svilisce. E’ la follia, a dominare questa classifica. Genio pazzo,
surreale, che può sfociare nel ridicolo, tragico o splendido. A seconda, è lì
l’imprevedibile. Allora allacciate le cinture, vomitate prima, e si parte.
E’ lungo,
ce lo so, ma avevo tre possibilità: postarlo intiero, dividerlo in due o non
pubblicarlo proprio. Opto per il trincio, ma se continuo con questo stucchevole
preambolo, diviene troppo lungo anche diviso in due.
Classifica da leggere rigorosamente al contrario (partendo da sotto), non per scovarne significati demoniaci come i dischi dei Beatles, ma perché io così facevo con la Hit-Parade di «Sorrisi & Canzoni».
Classifica da leggere rigorosamente al contrario (partendo da sotto), non per scovarne significati demoniaci come i dischi dei Beatles, ma perché io così facevo con la Hit-Parade di «Sorrisi & Canzoni».
6. Radek
Štěpánek. Alias «mazza e panella» o
«castigatope». Tennista dal talento proporzionale alla virtù «tra tutte la più
indecente». Dicono. Tra tennis barocco e faccia da Pop Art. Antipatico naturale
(se la simpatia è Djokovic, hasta l’antipatia siempre) col volto solcato del
cattivo da «spaghetti western». Ma che colpi, il vecchio satrapo classe ‘78.
Tocchi e virtuosismi da spadaccino imprestato al tennis, smorzate, coguarerschi graffi a rete e ancora volée cremose, spesso volutamente non definitive, in beffardo controtempo. Col sadico dileggio di ritardarle e vedere l’altro affannarsi con
la lingua penzoloni per agguantarla. Invano. Son piccole, grandi,
soddisfazioni. Perché, nell’ormai lunga carriera, questo 35enne ceco che a
guardarlo in faccia pare lo sbocco di un pittore impressionista (o
impressionato) strafatto di morfina, ha raccolto poco. Quello che tempi ormai
poco propizi all’arte di cesello gli consentivano: top ten appena accarezzata,
numero di tornei vinti (cinque) inferiore alle sue tennistiche conquiste (un
debole quasi psico patologico, aggravato dal sadismo nell’avviarle al mesto
ritiro). Ultima impalmata, in ordine di tempo: Petronia Kvitova, dopo Vaidisova
e Hinghis. L’ultima, meritata, chicca di un’intera carriera tennistica invece:
la Davis Cup 2012 portata a casa da protagonista. Annessa volée con zompo, di struggente valenza quasi filosofica. Agevolo il contributo.
7. Frank
Dancevic. Il mio sbaglio migliore.
Qualche ispirato regista italiano potrebbe farne il titolo di un melenso film
(di non successo). Perché l’abbaglio fu clamoroso, in linea con le sue
potenzialità da «top venti, anche bendato» come sentenziai con sorrisetto di
chi la sa lunghissima. E se anche a distanza di anni, in un pubblico consesso
(su palchetto improvvisato da novello Rabbì al bar del «Dar Mignottaro»),
riveli agli astanti come il numero centottantatré Dancevic abbia più talento naturale
del numero quattro Ferrer, qualcuno ride. Altri chiamano un bravo medico della
mente in tuo soccorso. Eppure continuo a pensarla a quel modo. Questo
canadese di origine croata è l’emblema di come nell'anno 2013 di nostro Signore col solo talento (pur straripante),
poco assistito da fortuna e tenuta atletica, resti ad annaspare nel limbo. Braccio
fenomenale, di quelli che fanno filar via la pallina con facilità disarmante, a
velocità siderali, e schiena di cristallo, cedevole come stracchino filante.
Esplode elegante tennis d’arrembaggio a tutto campo e il giorno dopo sarà in
attesa del suo turno alla mutua, col numerino in mano, per farsi riattaccare le
ossa. In bacheca due finali Atp e qualche fiammata da challengers, nei rari
momenti in cui spancia splendidi rovesci classici a tutto braccio e
pieni polmoni, evitando cruenti infortuni talvolta fantozziani (un paio d'anni fa andò
a schiantarsi contro un tabellone luminoso, quand’era lanciatissimo - in tutti
i sensi -). La sua carriera si riassume in quello: scintille e bagliori sinuosi come le sue volée, buoni a ricordarci ciò che poteva essere e non è stato. Un assaggio.
8. Ernests Gulbis. I jet, i
miliardi. E le cazzate. Ricco, viziato e
“ribelle” come il figlio di Carolina di Monaco con petulante Borromeo e nano da
giardino a seguito. Ci sta. L’alcol, le sigarette, la marjuana (purtroppo
proibita), le escort, una notte in guardina in una prigione di Stoccolma («Esperienza che chiunque dovrebbe provare»
fa sapere, con una certa fierezza), anche. I crismi per il tennista-bohemienne ci sono tutti. E’ sul tennista, che si nutrono atroci dubbi. «Ernesto mano
lesta» è (a tutt’oggi) il più pazzesco talento inespresso del tennis mondiale,
ma la scarsa fame è solo un banale alibi per osservatori distratti. Il tennis è
pieno di arci-miliardari che sputano sangue alla cannibale ricerca di gloria, malgrado titoli in bacheca e acciacchi.
Federer non è triliardario? E Murray? E Nole? Rafa? Lui ha voglia
di soffrire e allenarsi pari ad un pappa messicano ubriaco di tequila all'ora della siesta. Sa, o meglio, pensa di essere il più forte e poco gli frega di dimostrarlo a umane genti che
detesta in modo sprezzante. Assieme al tennis. Volto da «bambascione» michelangiolesco,
incattivito da piratesca barba rossiccia, tracotante guascone dall'ego più
vasto dell’Oceania. «Spiacere
è il mio piacere, io amo essere odiato» sembra il suo motto. O meglio, odiato
dai politically correct. Bombe di
servizio, splendido rovescio bimane a rinverdire i fasti di Marat e devastante drittone
arrangiato imbracciando la racchetta come un piccone. Uno così dovrebbe lottare per vincere gli slam, sconsacrare chiese imbiancate al
vertice, dandole fuoco. Invece si limita a rare dimostrazioni, esemplificative:
Batte Murray, Federer o Berdych, lotta due volte alla pari con Nadal (a larghi tratti schiantato, su
terra), poco dopo perde da un carpentiere polacco con la gotta o un muratore armeno sciancato. Ernesto è
quello, inutile affannarsi. Ipotetico fenomeno, in balia d’imprevedibili
lune e sbornie. Ricco o meno, è un dettaglio. Agevoliamo il filmato.
9.
Benoit Paire. «Sior-siori, ecco a voi…i bulgariii». E
via di musichetta da circo Medrano. Tennista circense, se ce n’è uno, questo
allampanato ragazzone di Avignon d’indole naif. Fattezze da trampoliere, mezzo
trapezista, l’altra metà irridente giocoliere alle prese con funambolismi a tre palle. Ridonda spesso
iraconde inutilità tennistiche, Benoit. Gran servizio, rovescio bimane letale, dritto
arrangiato, palla corta come credo religioso e un’ossessionante ricerca del
tocco. Anche, soprattutto, quando non serve. Perché per lui, testuale, «conta fare un bel punto, non il punto fine a se stesso» per
vincere (banalmente) le partite. Avercene. Quasi tennista da esibizione, divertente boccolo impazzito in un
circuito dominato da professionismi esagerati, buono
per godersi una partita divertente o placare il bisogno d’imprevedibilità.
Meningi che paiono ingabbiare uno sciame di frinenti cicale pazze, urla, monologhi col suo io fulminato durante un temporale
estivo in Provenza. Se in giornata è show, durante le lune storte diviene insopportabile, urticante. Talentuoso e
squilibrato, tennisticamente e caratterialmente, quest’anno trova però una
certa continuità e avvicina i primi venti. Di più, difficile pensare.
Altrimenti sarebbe Djokovic e divertirebbe di meno. Ecco il circo.
10. Nicolas Mahut. Traviati dal polpettone kolossal «IsnerMahut», si rischia di dimenticare gli splendidi cortometraggi da nicchia partoriti in oltre due lustri di carriera. Promessa giovanile al pari di Federer e carriera da pro al di sotto delle aspettative, sempre in bilico, come montagne russe, a pelo d'acqua tra i primi cento. Il fenicottero transalpino è uno dei pochi ancora a giocare servizio e volée, con l’utopica noncuranza di tempi mutati e missili in risposta che rischiano di bruciargli le stringhe prima ancora che arrivi alla riga del servizio. Un tennis delizioso che vent’anni prima gli avrebbe forse consentito di giocare per la vittoria degli slam (a Wimbledon certamente, come uno Stich d’annata). Il cine polpettone con Isner, si diceva, non gli rende onore. Poi altre volleate eleganti, infortuni, il ritorno e la storica vittoria del Roland Garros (in doppio, con Llodra) mancata di un soffio. Fino al capolavoro erbivoro: doppietta ‘S-Hertoghembosh-Newport, con immagini da nostalgico tuffo negli anni ‘90 e il picco eroico d'essere partito dalle qualificazioni. Due vittorie nel giro di un mese, passati i trenta, quando ormai il primo sigillo sembrava una chimera. Bella fiaba vintage, da romantiche retrovie. Una testimonianza (non come quelle di Brosio, eh)
10. Nicolas Mahut. Traviati dal polpettone kolossal «IsnerMahut», si rischia di dimenticare gli splendidi cortometraggi da nicchia partoriti in oltre due lustri di carriera. Promessa giovanile al pari di Federer e carriera da pro al di sotto delle aspettative, sempre in bilico, come montagne russe, a pelo d'acqua tra i primi cento. Il fenicottero transalpino è uno dei pochi ancora a giocare servizio e volée, con l’utopica noncuranza di tempi mutati e missili in risposta che rischiano di bruciargli le stringhe prima ancora che arrivi alla riga del servizio. Un tennis delizioso che vent’anni prima gli avrebbe forse consentito di giocare per la vittoria degli slam (a Wimbledon certamente, come uno Stich d’annata). Il cine polpettone con Isner, si diceva, non gli rende onore. Poi altre volleate eleganti, infortuni, il ritorno e la storica vittoria del Roland Garros (in doppio, con Llodra) mancata di un soffio. Fino al capolavoro erbivoro: doppietta ‘S-Hertoghembosh-Newport, con immagini da nostalgico tuffo negli anni ‘90 e il picco eroico d'essere partito dalle qualificazioni. Due vittorie nel giro di un mese, passati i trenta, quando ormai il primo sigillo sembrava una chimera. Bella fiaba vintage, da romantiche retrovie. Una testimonianza (non come quelle di Brosio, eh)
Prossimamente la seconda parte. I primi cinque. Altro concorso a premi, dopo il primo (ampiamente snobbato). Per chi azzeccherà, in rigoroso ordine, i primi cinque, metto in palio un week end a Cozze. Chi li indovina solo in ordine sparso, vincerà la mia tessera per la mensa dei poveri.
Non mi ricordo in quale occasione, probabilmente nella classifica femminile, mi sembra che ti avevo proposto la mia lista, o forse no: comunque per i 5 direi
RispondiEliminaGasquet
Haas
Janowicz
Youzhny
Kohlschreiber
Escludendo il buon vecchio Tsonga che però ultimamente si è un pò perso e Picasso che ormai è un ex
Comunque l'articolo che aspettavo con ansia, fantastico!
Ciao Pic,
Klimt
Eccola:
RispondiEliminaKlimt08 agosto 2013 12:56
Ah, il salvagente a paperella, ci proviamo allora..
Benoit Paire
Tommy Haas
Jerzy Janowicz
Misha Youzhny
Ernest Gulbis
Richard Gasquet
Radek Stepanek
Michel Llodra
Picasso Petzschner
Frank Dancevic
Ci possono stare? In alternativa ti propongo:
Carlos Berloq
Tomas Bellucci
Kevin Anderson
Juan Monaco
Gilles Simon
Jeremy Chardy
Andreas Seppi
Gael Monfils
David Ferrer
Tomas Berdych
Ciao Pic, buone vacanze,
Klimt
Picasso08 agosto 2013 19:35
Beh, buona media. Ottima direi. Ma non svelo nulla. Anche nelle "alternative", siamo lì. forse salverei Chardy il comatoso. E magari il palo della luce Anderson, che mi è piuttosto indifferente.
Ciao Klimt, anche a te
Per il momento a gonfie vele, non so perchè abbia messo Picasso, ormai è un ex vero e proprio!!!
Già, vero. Tu li avevi dati. Non posso anticipare nulla. Ma mi sembri in corsa. Ce n'erano ameno 16/17 da poter inserire. Ma ovviamente qualcuno ho dovuto lasciar fuori. Grazie. ciao Kimt.
EliminaProviamoci!
RispondiElimina1-Gasquet
2-Malisse
3-Youzhny
4-Llodra
5-Filippo Kohli
Non anticipo nulla. Ribadisco solo che il week end a Cozze (casolare, due stanze, senza luce) non prevede spese per le vettovaglie. :)
EliminaMeraviglie del genere tennistico (parafrasando Eutropio)
RispondiEliminaConcordo, a prescindere.
Eliminami azzardo
RispondiEliminatsonga
misha youzhny
gasquet
haas
picasso
l'ordine lascio fare a te...io metterei le roi al primo posto, ma solo per simpatica ammirazione/rammarico/odio/amore
zarlingo
ps un amico col quale condivido l'amore per il fritto misto all'ascolana tennistico mi ha giustamente fatto notare che tsonga non fa una mezza partita decente da anni (come se picasso vincesse da lustri) quindi:
RispondiEliminabomber janowicz al posto di tsonga...
zarlingo
Ma sì, visti i personaggi che ho inserito, non è che dia tutta questa importanza ai risultati. Tsonga mi piace, ma non anticipo niente. Vedremo. Ciao Zarlingo. :)
EliminaBeh, valeva la pena di portare pazienza. L'ho stampato e stassera lo leggerò con più calma.
RispondiEliminaNicolas Mahut, lui è speciale, è uno dei miei preferiti, perché quando gioca osservo in lui una dedizione totale. Che vinca o perde, è divertente e, a momenti, geniale, non molla mai. Il tifo per lui lo faccio sempre.
Di Stepanek (-Kvitova) ho letto qualche settimana fa su Ubitennis un titolo:"L'amore è ceco". Del resto, la foto è splendida (diabolica, l'espressione) e mi ricorda un quadro di Francisco Goya (Tio Paquete).
E infine, non partecipo al concorso, a meno che metti in palio ancora la paperella.
Ciao Picasso, sei forte.
Anna Marie
Già, Mahut è un tennista delizioso, fuori dal tempo. Oggi ha battuto il nostro metronomo smunto Seppi, Nicolas. Così come (ancora di più, forse) Radek. Affascinante anche il contrasto tra mostruosità fisica e bellezza del suo tennis.
EliminaCiao Anna Marie, grazie.
Direi:
EliminaMalisse
Gasquet
Kohli
Youzhni
Dimitrov
Saulti,
Francesco
Non male, non male.
EliminaCiao Francesco. Sarai contattato dalla redazione in caso di vittoria.
Non avevo Mai visto dancevic. Sono impressionato. Credo di non aver mai visto qualcosa di simile. Grazie picasso
RispondiEliminaTalento pazzesco. E copi spaventosi.
EliminaLo scorso anno (un challenger, non ricordo quale) uno di quelli pagati per scrivere cazzate di tennis, diceva più o meno: «Bolelli affronterà il modesto Dancevic. Speriamo sia in giornata Simone, perché come talento il nostro è di altro livello».
Ciao Pic,
RispondiEliminanon ho mai commentato più di tanto, ma ti seguo assiduamente (poi dimmi tu se son messo bene o no :( ).
Io la butto lì:
1-Malisse
2-Stakhovsky
3-Gasquet
4-Blake
5-Murray
Buon tutto. Leo
Ciao, benvenuto. Ci stanno. Insolita presenza di Murray. Mi è piaciuta qualche sua uscita ultima (poco politically correct) e a tratti il suo tennis, ma è fuori dai giochi (anche) per una delle regole base: esclusione categorica di chi ha vinto slam. E lui li ne ha vinti.
EliminaTi do la possibilità di cambiare.
Ciao Leo, a presto.
Ok !
Eliminaal posto di Murray ti butto lì un'altro "galletto"
5-Mannarino
Cià. Leo
Okkey, ciao.
EliminaStamattina ho guardato i filmati. Bellissima scelta. Una spiegazione perché giocatori come Dancevic, Stepanek, Mahut, Llodra e altri come loro non riescono a "sfondare" potrebbe essere che hanno una sensibilità che i bombaroli di fondo campo non hanno. Il talento (vero) e il piacere del gioco contro il dover e voler vincere a tutti costi. E allora nel loro subconscio si insidia un ragionamento del tipo "cedi alla violenza" e il meccanismo si blocca. Non posso dar torto a questi ragazzi perché la macchina perfetta che è il nostro corpo manda sempre i segnali giusti.
RispondiEliminaComunque, grazie Picasso e un cordiale saluto
Anna Marie
La vedo molto meno psicologica. Nel tennis (specie negli ultimi anni) contano fisico, e colpi sempre più potenti. e soprattutto costanza e carattere. In loro è mancata una di queste componenti. La determinazione è fondamentale in ogni ambito, compreso il lavoro.
EliminaSe il tennis si giudicasse solo sulla base di un solo punto, un set (il 6-1 su terra di Gulbis a Nadal) o un game (come quello fenomenale nel filmato, di Dancevic), beh Frank sarebbe un numero uno o quasi. Come un pittore che spennella qualcosa di geniale, immortale e poi il nulla. E vive di rendita, ma resta comunque un genio. Nel tennis non si giudica quello. Forse lo faccio io e, a pensarci bene, è lo spirito di questa classifica. :)
Ciao Anna Marie, a presto.
Divertimento assoluto Mahut in quel di Metz. Che gioia per gli occhi, sta facendo impazzire Becker
RispondiEliminaSuperNico.
EliminaMolto divertente questa classifica. Per il seguito azzardo Gasquet-Haas-Youzhny-Maslisse-Kolshreiber. Visti i canoni ci starebbe benissimo tra i 10 Fognini, mia croce e delizia, però ho come l'impressione non ci sarà mai per motivi di nascita... ;)
RispondiEliminaCiao Picasso, Riccardo
«E’ il genio tennistico e la follia» a dominare in questa classifica. Ho premesso così, no? Bene, per me (e continuo a ribadire per me) Fognini come talento e piacevolezza estetica ne ha almeno 35/40 d’avanti. E non è nemmeno folle, per niente. Le sue reazioni non sono rabbia naturale, come per Youzhny, Janowicz o altri. Ci gioca, è fine a se stesso. Ormai ha quel personaggio e lo porta avanti, pensando sia figo.
EliminaIl fallo di piede (quasi, dai lasciamo il dubbio) volontario sul match point contro Stepanek, il ritiro di ieri sotto 6-3 5-3 30-0. Dovrebbe divertirmi una roba simile? Trovarla interessante? Ma per carità, è qualcosa di penoso. Il bambino viziato che non vuol perdere e va via, senza finire la partita.
A Roma, Saigon, New York. Ciao Riccardo, ciao.
Ho visto per un set e mezzo Gulbis prendere letteralemente a pallate Nadal su terra rossa a Roma quest'anno. Ma proprio a pallate, senza mezzi termini. Ovviamente Rafa stava solo aspettando sornione.. però è stato un set impressionante..
RispondiEliminaSì, un set e mezzo impressionante. Mai visto Nadal maltrattato così, su terra. Qualcosa provò lo spagnolo, ma del tutto inutile.
EliminaPiù che aspettare, Rafinho poteva fare poco altro. Forse metterci dentro un rosario e pregare che l'altro avesse un calo. Puntualmente arrivato.
Ogni volta che vedo quei quattro punti di Dancevic mi scende una lacrimuccia. Poi il boato del pubblico che nemmeno il pubblico in una finale del campionato mondiale di calcio. Ora dovrebbe fare un tour dei challengers europei indoor per poter rientrare almeno nei 100.
RispondiEliminaSto vedendo Gulbis-Przysiezny, bel match. Conosciamo il lettone (si è appena schiantato addosso ai cartelloni pubblicitari, ma nulla di preoccupante, giusto un buchetto sul ginocchio), ma anche il polacco può ambire ad entrare in questa classifica. Palle corte millimetriche, discese a rete, bel dritto. Manca, ovviamente, di continuità.
Dimitrov
Malisse
Dolgopolov
Haas
Petzschner
Sì, c'è un bel numero di challenger europei di fine anno, in cui prendere punti, per Dancevic.
EliminaL'ultima volta, Pretzel, volta l'avevo visto annaspare contro il bambino Kozlov a Newport. (neuroni devastati a parte) mi pare avesse battuto Gulbis quest'o al challenger di Bergamo (col lettone ubriaco di vodka, ovviamente).
In finale con Garcia, vecchia volpe. Ma tutto, come sempre, dipende da lui.
Non posso perdere!
RispondiElimina1. Petzschner
2. Malisse
3. Haas
4. Gasquet
5. Youzhny
Ciao,
Fede
Vedremo, vedremo. Ciao.
EliminaSalve, ecco la mia cinquina:
RispondiEliminaGasquet, Youzhny e malisse SICURI!
Petzschner anche, se vogliamo continuare a deifnirlo "tennista" nel senso stretto del termine.
Infne azzardo Dolgopolov, che potrebbe essere in nuovo Mecir ma in realtà è Dolgopolov.
Ah, complimenti per la trasmissione! ;-) Leggo sempre con grande piacere.
Zappa
Bravo. Bel nick, complimenti.
Eliminaeheh, non è un nick... comunque tennisticamente in effetti zappo...
EliminaE che ne so io. Se dopo il commento leggo Zappa, penso sia uno pseudonimo o firma che dir si voglia.
EliminaP.s. Dolgopolov e Mecir li trovo diversissimi. Poco in comune, se non un gran talento naturale e mano dolce. E un servizio arrangiato (Mecir per problemi alla schiena aveva servizio lentissimo, una rimessa in gioco. Dolgo invece ce l'ha atipico, ma inspiegabilmente efficace e veloce):
Per il resto è come paragonare un gatto a uno scoiattolo. Mecir era sornione, felpato. A tratti dormiente e assente, e all'improvviso rifilava la zampata straordinaria. Dolgopolov lo vedo in modo diverso: estroso, imprevedibile, anarchico, tutto drop e accelerazioni improvvise.
Se proprio devo rivedere Mecir in qualche contemporaneo, direi Florian Mayer (assai godibile, ma 106 volte meno divertente e talentuoso).
Dolgopolov mi ricorda Mecir in qualche maniera per via delle angolazioni, soprattutto d rovescio, e la voglia dicercare quasi sempre il colpo "bello". L'ho visto anche applaudire punti degli avversari...Ecco, li accomuno per l'attitudine verso il tennis, poi tecnicamente in effetti hai ragione.
EliminaCurioso tra l'altro come di questi 5, il dritto migliore ce l'abbia probabilmente Dancevic, mentre gli altri siano tra i peggiori top 100 per questo fondamentale.
RispondiEliminaFede
Anche in Federer il miglior colpo è il dritto. Ma il rovescio buttalo via. Il drittone di Gulbis è macchinoso e bruttissimo a vedere, specie se paragonato agli altri (splendidi anche esteticamente) fondamentali. Ma, se è in giornata, è funzionale allo scopo. In pochi sono capaci do lasciare di sasso Nadal su terra. Ciao Fede
Elimina