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lunedì 7 ottobre 2013

L’ESTRO CHE SFIORISCE, NALBANDIAN E MALISSE SI RITIRANO







«Perché siamo due, destini che si uniscono», cantava quel gran genio all’acme dell’ispirazione creativa (vagamente ironico, fui) che risponde al nome di Zampaglione, pregnanti parole che la fidanzatina dell’epoca mi dedicò per farsi perdonare un fugace flirt col buttafuori trinidegno in discoteca. Divagazioni a parte, hanno molto in comune Xavier Malisse e David Nalbandian, e non è solo per la scelta di smettere col tennis agonistico, comunicata a pochi giorni di distanza. Talento, atletismo da molluschi letargici e squilibri mentali degni di un internamento d’urgenza. Anni di lampi, cadute, colpi geniali, infortuni e brandelli di gloria. Quanto basta, il necessario per entrambi. A trentuno anni «El Maestro» (o «O Rey» o «El Gordo», punti limite della parabola) David Nalbandian dice basta, logorato da un problema all’anca. Xavier lagrimante chiude a Mons, con Sergiy Stakhovsky come ultimo spietato sicario, ulteriore beffa, a spegnerne il fuoco sacro (con la Tennent’s super).
Punti in comune, «affinità elettive», si diceva. Mi viene in mente quella incredibile semifinale a Wimbledon 2002, con l’argentino a spuntarla in rimonta al quinto set sul belga codato, versione morticello colto da palpitizio accelerato. Grottesca scena, simbolica, e un’intera carriera segnata. Nalbandian perderà la finale da Hewitt e per lui, come per Xavier, rimarrà il picco massimo nei major.
«E’ una crudeltà far giocare Marat alle 10,00 di mattina, appena tornato dal night», disse una volta Nalbandian a Montecarlo, ironizzando sull’attitudine da perdigiorno imprestato alla racchetta del lazzarone russo. Picco d’ironia fenomenale perché nemmeno lui, pur senza le «physique du rôle» e stuolo di strepitanti «safinettes» al seguito, fece della professionalità un volgare vanto. L’atteggiamento di chi vuol tirare tre colpi al circolo, tra una partita di polo e una grigliata tra amici in cui strafogarsi di carne e birroni gelati a garganella. Bulimico talento e indolenza. «Pain doesen’t kill me, i kill the pain» si tatuò Sveta Kuznetsova. Malisse avrebbe dovuto optare per «Bed doesn’t kill me, and drink a lot of beer». Meno fagioli-western del Nalba, ma pigro quanto un messicano (casualmente nato in Belgio) ubriaco di tequila col verme, in un afoso pomeriggio a Toluca col ventilatore al soffitto che gira lentamente, e cigola. In attesa di due smandrappate e di tirare due colpi al vicino campo da tennis.
La panza è l’altro evidente punto di contatto. Sbalorditiva. Il Saverio ultimo sciorina colpi come opera d’arte in (semi) movimento malgrado una panza da Vito Catozzo e «Panzaldian» per cui basta la parola. Paonazzo, ipersudato e unto come una porchetta al vapore, da farti pensare a cinque ore di battaglia e invece erano 30-30 nel primo gioco. Arighe Sacchi da Fusignano a proposito di Valderrama, lentissimo centrocampista del Nacional di Medellin con un casco di platani in testa, diceva: «conta più essere veloci col cervello che non con le gambe». Ma quando hai una mente intimamente votata al martirio suicida, trovano un senso (nell’insensatezza di fondo) i risultati dei due. Più nello schizoide Xavier, con latente scintilla da «Strangolatore di Boston», simile per lampi di fulgida misantropia al Maestro Johnny Mac. Qui, una scenata divenuta storia, ma anche altre, contro il fato, le stelle e la casta protetta da arbitri pusillanimi («Just like every match. We got 20 seconds, Nadal gets 45 seconds» sul time violation). Meno estremo (relativamente) l’argentino. Già, poi lo scorso anno il «fattaccio» al Queens: calcione da puledro imbizzarrito (sovrappeso) alla sedia del giudice di linea, ruzzolone e squalifica. Molto fantozziano e cafonal. Ma questo è, istintivo e rude, el genio flaco.
Felicità a momenti, risultati incerti, migliori per Nalbandian: in bacheca una Master Cup e quel folgorante autunno 2007, con i trionfi a Madrid e Parigi e vezzo di mettere in fila i primi tre. La maglia nazionale cucita addosso e l’inseguimento quasi patologico alla Coppa Davis, sempre sfuggito, a volte d’un soffio, il vero cruccio. Niente insalatiera, molta carne al barbecue. Xavier uno slam lo vince (ma in doppio), tre tornei Atp in singolare, la top 20. Ma il picco rimarrà sempre la semifinale londinese.
Balzano alla mente flash di un Foro Italico di qualche stagione fa: Nalbandian, che mai ho amato a pelle (unta di sugna), con la coda dell’occhio guarda il ronzino iberico sgroppare dall’altro lato, uccellandolo con sublime rovescio deposto in controbalzo, contro tempo, contro tutto, all’angolino opposto. E Malisse, vergato dal giovanissimo Berdych, senza privarci della gioia di una languida carezza in demivolée. L’essenza del torneo, riassunta lì. E la sensazione attuale di come, sommersi e annaspanti nel mare di un tennis sempre più orientato a un fisicismo esasperato, malgrado salvagenti di un braccio sbalorditivo, tennisti come loro siano destinati a scomparire.
Ultimo malinconicamente goliardico parallelo tra i «due intestini che si uniscono», è la fine: stesso periodo per annunciare l’abbandono,  tra effluvi di mosto e vino pigiato dei primi giorni d’autunno. Foglie morte e vividi colori di un bel quadro.

22 commenti:

  1. Ciao Picasso. Stamattina ho pensato di scriverti due righe, giusto per farti un saluto. Aprendo poi il tuo blog ho visto la tua ultima composizione "L'estro che sfiorisce". Sai, leggendo il quadretto che hai dipinto di questi due mostri sacri (a modo loro) mi è venuto quasi un magone, un po' di malinconia. L'esito delle loro partite era sempre cosa incerta perché quando risvegliavano il genio, che senz'altro avevano dentro, certi loro avversari dovevano ricorrere al "fisicismo esasperato" per avere la meglio. Ed ecco altri due che lasciano un vuoto, ci lasciano orfani del tennis divertente.
    Ieri ho guardato il doppio con Ze Zhang/Federer vs Tursunov/Anderson. Bell'impegno da parte del giovane cinese (Nr. 247). Mi è piaciuto il suo modo gioioso e concentrato di giocare, fermamente intenzionato a far bene. Domani questo ragazzo imprevedibile giocherà contro Verdasco e ho idea che il buon Ferdi potrebbe anche avere qualche sorpresa.
    Il buon Dimitrov, con la testa chissà dove, ha appena perso miseramente contro Nishikori. Tenace, il piccolo esile giapponese.
    Ciao Picasso, hai scritto una bella dedica a Nalbi e Malisse. Chissà cosa direbbero se riuscissero a leggerla.
    Ti saluto cordialmente
    Anna Marie

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    1. Sì, non è male il cinese, visto altre volte. Sempre relativamente al livello nazionale. Stanotte la PROVA DEL FUOCO per Federer, contro il nostro funambolo montanaro, Andreas. Pronto come un satrapo a cogliere il successo e la gloria. Una belva. Occhio.
      Grazie, cosa direbbero? E boh. Non mi pare d'aver incensato troppo, anzi è abbastanza realistico: Gran talento, poca voglia di soffrire, panza, squilibri caratteriali e risultati altalenanti.
      Ciao Anna Marie, un saluto a te
      Mi pare

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    2. PROVA DEL FUOCO: un occhio l'ho rischiato. Graziosi i saltelli da Nurejev dell'Andreas. Comunque, mi aspettavo qualcosa di più vivace, anche dal Roger. Che il turbo lo metterà più avanti ? Speriamo.
      A proposito la conosci la storiella del prete un po' trasandato che era solito tenere delle prediche focose. Sicché un giorno scendendo dal pulpito gli si è impigliata la sottana e così tutta la comunità ha visto che non portava le mutande. Lui, disperato, grida: chi guarda diventa cieco. E, in prima fila, una vecchietta: un occhio lo voglio rischiare.
      Non c'entra col tennis, lo so. Semmai con "Una belva. Occhio".
      Ciao Picasso, buon pomeriggio
      Anna Marie

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    3. Sì, un raro mix di funambolismo e spietatezza sa sicario, il nostro Andreas. Fuori forma o meno lo svizzero, perderebbe anche con un Federer 50enne. Proprio riesce a scherzarlo senza problemi, e il tennis piatto e prevedibile del nostro, sempre uguale, non gli da fastidio. Sono altri i test probanti per lo svizzero.
      Riguardo alla parabola, ma pensavi davvero avessi scritto che Federer rischiava con Seppi? beh, se mi leggi da un po' saprai che col caldarense scherzo in questo modo da sempre.
      Ciao Anna Marie, a presto

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    4. Ma no, Picasso. Ti assicuro che capto bene i tuoi scherzi, eccezion fatta naturalmente per quella sola volta che ci sono cascata in pieno. E, pensa te, mi sono pure vergognata.... per un attimo. Comunque, è la parola Occhio che ha provocato il link nel mio cervellino. (Assoziation !) Una stupidata al giorno, specie quando il tempo è uggioso, la devo sparare.
      Ho visto che l'altro bersaglio dei tuoi scherzi, Fognini, se la deve vedere oggi con Djokovic. Un po' di fastidio potrebbe anche dare al Djoker, visto che non ha dovuto faticare contro Robredo. Farò il tifo per lui, dai.
      Mi dispiace che Haas abbia gettato la spugna. Avrei preferito vedere lui al posto di Del Potro.
      Ora guardo il Roger Federer contro il giocoliere Gael Monfils che si è già preso il primo servizio del Roger. Il Rotschi ha la faccia del chi non sa che santo pigliare. Dovrò proprio chiamare l'assistenza degli eserciti celesti !
      E quindi buona giornata, Picasso e un cordiale saluto
      Anna Marie

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    5. Non sto seguendo molto. Anzi, quasi niente. Fognini è on fire. Ora (live 2-5 lo danno a 101,00). Un euro ce lo metterei. Anzi no, mi compro un cheesburger.
      Il giocoliere Monfils lo scorso anno per il grave problema al ginocchio era indeciso se smettere o meno. Ora è tornato a fare numeri da trapezista. Viva la medicina.
      Letto poco fa di Federer, non ho ben chiara la situazione Master, ma dovrebbe essere a rischio. E comunque, in queste condizioni, non avrebbe nemmeno molto senso andarci.
      Ciao Anna Marie, saluto a te

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    6. Gli eserciti dei cieli erano impegnati altrove ! Si è fatto fregare dal giocolieri (lo abbiamo battezzato Tonton Macoute) che si teneva le caviglie e le ginocchia. Ho idea che la federeriana performance non sia sufficiente per andare a Londra. E non ci andrà nemmeno Murray, ho letto oggi.
      Ciao Picasso, i cheesburger non fanno bene, investi un po' di più per un bel piatto di spaghetti.
      Buon pomeriggio.
      Anna Marie

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    7. Sì, tipico. Sembra debba spirare ad ogni scambio e poi corre un invasato a molle. Insopportabile.
      Non ho visto la partita, ma sembra continui la crisi nera di Ruggero. vediamo se smentisce tutti entro fine anno, con un guizzo. Ciao Anna Marie.

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  2. Molto apprezzato "l'articolo" sui due gordi; fautori di un tennis e un modo di interpretare il tennis destinato ad estinguersi.
    La loro, seppur prevedibile e simultanea, dipartita in quel di un Autunno alle porte rappresenta il simbolo stesso del tennis in declino. E quanto era comunque bello, bellissimo vederli entrambi, anche solo per pochi games: paonazzi dopo due scambi, panza orgogliosamente portata sotto quella maglia troppo stretta e colpi spaziali che spiazzavano tutti(tranne loro) ma effimeri ai fini meramenti statistici come neve al sole. Talento enorme e sfrontato per i due, che ancora si divertivano a canzonare quei giovani aitanti armati di clave. Come fossili di un'era passata altri due sonatori di violino ci lasciano. Con il già ritiro di Safin, prevedendo a breve anche quello del Roger nazionale (quello a cui è spettata la parte di torta più grande) allora sì potremmo dire che si è chiusa un'epoca...
    Grazie e un saluto, ste

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    1. Sì, però senza fazzoletti, cortei funerbri lagrimanti e altro. Il post era abbastanza goliardico e (nelle intenzioni) divertito, con una punta di malinconia. Un po' lo spirito di chi si appassiona a certi tennisti (io non ho mai seguito troppo Nalba, Xavier sì). Roger, bah...caso a parte e diverso. Lui ha aggiunto al fenomenale talento la perfezione in quasi tutto, compresi comportamenti esemplari e allenamenti precisi (da svizzero). Se gli altri sono goderecci sonetti sconci, lui è la bibbia.
      Ciao a te, grazie

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    2. Safin vicino a suonatori di violino ci sta poco... non che il russo non lo potesse suonare il violino (tennistico), e l'avrebbe potuto anche fare alla grande, ma pensando a lui viene in mente più una grancassa, date le mazzate che faceva partire :)
      Fede

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    3. O frantumarlo in testa a qualcuno, o mangiarselo. Non di meno anche suonarlo. Tennista di violenza spaventosa, ma che a rete si lasciava andare anche a ricami notevoli. Spesso inutili, e per lo spettacolo.
      In un'ottica generazionale di tennisti che smette però ci sta bene. E credo che a questo si riferisse il commento sopra (mettici pure Gonzalez - che il violino te lo poneva in altri anfratti -, Santoro, Blake, Ljubicic). Ciao Fede

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    4. Tipo questo?
      http://www.youtube.com/watch?v=QBcTHaRF8TQ
      Fantastico anche il gesto che fa dopo, come a dire: nah, niente di speciale.
      Fede

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    5. Si, fenomenale. Non è nella categoria di tricotatori, ma rimane comunque un istrione. In trovate simili e in altre, spesso per il solo gusto dello spettacolo. Ciao Fede

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  3. Io vedrei il russo insieme ai due panzuti come buon compagno di sbronze, ma se si guardano i risultati Safin é andato ben piú in alto. Aveva piú talento? Forse la natura gli aveva regalato un fisico piú tosto?
    Un´altra cosa che li accomuna é il fregarsene della gloria eterna nell´olimpo del tennis.
    Si sono divertiti, hanno goduto, almeno in parte, della loro giovinezza e credo che a 50 anni saranno felici della loro vita, di quello che hanno fatto.
    Non che Federer non lo sará, ma sono tantissimi, quasi tutti direi, i tennisti diventati in qualche modo famosi, anche solo in patria, che hanno passato adolescenza e giovinezza quasi incarcerati nel campo da tennis.
    Per questo trovo Nalbandian e soci cosí simpatici: sono umani.
    E forse piú equilibrati di quello che si pensi.
    Picasso, tanti saluti da Wurstelandia.
    Lucas

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    1. Nel pezzo Marat l’ho citato solo per l’aneddoto di Nalbandian a Montecarlo. I punti di contatto ci sono: poca voglia di soffrire, carattere schizoide/masochista. Tecnicamente poco, anche se definire il russo “solo” rullatore di grancassa è assai spinta. Per comodità lo si definisce così, come con Gulbis, e amen.
      Verissimo, appaiono più umani e vicini alle nostre debolezze, rispetto ai quasi invulnerabili e perfetti dominatori.
      Marat forse ha vinto di più perché aveva più colpi devastanti e finali, rispetto agi altri due e pur allenandosi poco e male, non ha mai avuto problemi di sovrappeso. Due slam li ha vinti, e poteva vincerne altri due almeno (l'AO con mitologica nottalba in disco prima della finale, grida ancora vendetta), quand'era tirato a lucido. Nel primo, ventenne, aveva ancora una grande motivazione. Come se Nalba avesse vinto quel Wimbledon 2002. Poi non se n’è fregato più niente, accontentandosi.
      A fine carriera sarà felice dei suoi due slam vinti senza sacrificare dieci anni di gioventù al tennis. Si ripeterà “ah, se mi fosse allenato” o (credo) se ne sbatterà, perché non gli interessava. Altri saranno felici di aver vinto dieci slam allenandosi professionalmente. Rimpiangeranno night e safinettes o se ne sbatteranno, perché non gli interessava.
      Ognuno ha il suo carattere e sfrutta a suo modo quel poco o tanto talento che ha.
      Ciao a te Lucas, a presto

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  4. Ciao, Di Malisse ricordo in incontro del 1999 con un imberbe Federer per i Quarti di Davis uno spettacolo indimenticabile con il giovane promettente Belga che domò il nostro Federer in 4 set regalando la semifinale al Belgio ....

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    1. Sai che proprio non mi ricordavo quel precedente del 1999? Pensavo fosse un 10-0 secco negli head to head. Grazie per averlo ricordato. Tra l'altro, Roger diciottenne e Xavier diciannovenne. Poi le loro carriere hanno avuto sviluppi un po' diversi. Appena. :) Ciao

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  5. Ciao Picasso,ho visto foto presentazione
    delle 8finaliste di Istanbul,bene 6 Su 8 con abiti corti
    .....splendida la jankovic.......la kerber fasciata da aderente pantalone....
    guarda un po la vika....allucinante......abito tipo vestaglia
    Grosse taglie Usa....ma che le succede?facendo raffronto con anno scorso a Istanbul pare 20kg in piu'.....belle finali ieri....trionfi Dei rovesci a Una mano.....era raggiante e bellissima la woz peccato no vederla in turchia....un abbraccio da ste

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    1. Vado a cercare la foto, non l'o vista. Mi pare scontato come l'orrore debba farla da padrone. Di 8 non ne salverei mezza. Forse appena Agnesuccia (che tiene il fascino della bruttina insospettabile).
      Jankovic splendida? a Capannelle, forse. :) Su Azarenka, e boh. Credo sia in condizioni penose e mangi come una dannata, maiali interi imburrati. Woz, ma anche no. Ciao Ste, alla prossima

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  6. otelma dopo il lupo mannarino21 ottobre 2013 alle ore 20:12

    visto i diversi tiri in piccionaia alla ivanovic, e anche vari attacchi a rete un po´ troppo maldestri, c´é da chiedersi che fará il nostro ruggero di fronte a un dolgopolov/dimitrov/stepanek
    o anche solo a istomin, nel secondo turno di basilea.
    Vediamo se le quote saranno preveggenti....

    Ciao Picasso

    Lucas, sempre circondato da krauti austriaci
    ma con difesa affidata a conchiglie alle melanzane grigliate, pomodorini, pecorino e pepe, eh,eh.

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    1. Letto ora dell'intervista dove afferma che potrebbe continuare fino alle Olimpiadi 2016. Ma anche smettere prima. O continuare oltre il 2016. Manca solo che ci avverta di come, prima o poi, moriremo tutti, e siamo al completo.
      Non o idea in quali condizioni sia. C Federer. Certo è che non può scherzare più. Atroce essere beffato da Gasquet nella corsa al Master. :)
      In tutto questo, un peccato che i due posti se li giochino tennisti splendidi, come RF, Wawrinka, Gasquet, Haas, Tsonga. E dentro debbano esserci Ferrer e Berdicchio.
      Ciao Lucas, a presto

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.