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sabato 2 novembre 2013

FINALE DI FED CUP: EROICA ITALIA, IMPRESA VICINA







Mi sveglio mentre la campana rintocca il funereo mezzogiorno del 2 Novembre. Giorno dei defunti, col cielo plumbeo e paesaggio spettrale dalla finestra. Devo assolutamente trovare qualcosa che mi faccia ridere. E accendo Supertennis.
Il commentante furoreggia: «Il pubblico non poteva chiedere di meglio» (beh, oddio, magari almeno una top 100 tra le russe). «In Feeed Cup il Ranking non conta», puntualizza. Non si ferma, è un fiume in piena il pelato barbuto. Ne spara una dietro l'altra come una bombetta trick-track. Picco di genialità: «Possiamo dire di un'Italia sfavorita dalle defezioni? Magari fosse venuta una Sharapova che in Feeeed Cup non ha mai brillato...» (e l'altra in studio annuisce). Stolti che non siete altro.
Imbarazzanti. Inquietanti. Irreali. Di una comicità lunare.
Quasi vien voglia di ascoltare il più sobrio Fabretti, addetto al commento su Raisport, che parte con uno spunto ardito: «Chiunque scenderà in campo tirerà dritto e rovescio», taglia la testa al toro da par suo. Magnifico. La classe non è acqua.
C'è un pallido sole a Cagliari e in un clima da sagra paesana si assiste al rutilante spettacolo di premi e targhe commemorative. «Premio Pecorino Sardo a...», «Premio a quella bella volée mancina giocata in Davis nel '93» all'indimenticato Diegone Nargiso. La fa da padrone assoluto il Divino Re Imperatore (forse Santo) Presidente Federale Luminoso e Intergalattico Angelo Binaghi, ovviamente cagliaritano doc e portatore della finale a Cagliari (ma non fate sciocche associazioni). Nel suo sultanato, adeguatamente descritto con avvincenti cartoline turistiche, vince una dozzina di premi consegnandosi da solo le statuette. Sorride come una rock star e saluta il suo pubblico, ma si vorrebbe applaudire da solo. Mostrano le immagini degli operai Alcoa che manifestano, ferocemente, fuori. Ma il Fabretti stempera con prontezza: «Manifestazione pacifica». Manca poco che li descriva come supporter un po' eccentrici.
Poi arrivano le squadre. «Squadra russa in costume!» sento il trillo del vate. Mi scapicollo dalla cucina, ma ho capito male. E' una escort-portabandiera smutandata a rischio violenza carnale ad opera di pastori sardi in crisi d'astinenza dal '57. Il Fabretti versione esegeta russo è incontenibile: «La Russia ha scoperto il tennis con Anna Kournikova, per quanto era bella!» (ah, tutti sognanti). Inni nazionali e Karin Knapp (ispiratissima) parte di «Tutte kuante ziamo morte tafanthi alla morte, lthalia chiamò, ja!», inquadrano Binaghi che canta l'inno a squarciagola e le si perdona la piccola licenza.
Partono Vinci e Panova. La giraffa russa sbadila in modo piatto la pallina, ma bastano due scambi per capire come la nostrana marpiona la cucina, se la mangia e se la beve come e quando vuole. Troppa differenza tra le due. «Roberta deve far giocare male l'altra», sentenzia al commento tecnico Rita Grande. Ah-beh, ah-sì. Le basterebbe rimettere la pallina di là a dire il vero. Il problema è che è in versione mozzarella sfatta. Perde il primo, va sotto nel secondo, ma l'eroismo italico la spinge alla rimonta. Un'impresa capace di far vibrare allo unisono i nostri animi patriottici. Per l'onnipotente. E chi li tiene. La questione assume contorni sordidi: «Corrado le è sopra», si sente. La sofferenza diviene epica quando dagli altoparlanti (alla consolle ci sarà DJ Aniceto drogato di latte e Nesquik, temo) parte «No poto reposare» nella commovente versione di Andrea Parodi. 
Torcicollo e crampi e la bistecca poco cotta del giorno prima, Roberta soffre di tutto, manca che azzardino una rarissima forma emorroidale alle meningi. Ma è la tensione a paralizzarla più di tutto. Sulle tribune le attempate velonze Schiavone e Pennetta furoreggiano. Panova ha tre match point, forse quattro, ma le si rattrappisce il braccio al momento di servire per l'incontro (ben tre volte), perché vale la posizione in classifica (#136). E' la nostra che non gioca da #13, ma la chiude ugualmente 5-7 7-5 8-6: IM-PRE-SA. Da rimarcare il leonino coraggio del nostro Capitano ipertricotico: contro un'avversaria battibile anche da un babbuino vestito da tennista, non arrischia (ah, lo azzardo) Knapp o Pennetta, ma butta dentro una Vinci menomata (se davvero lo era), rischiando di farla incappare in una figuraccia e di vincere solo 4-1 invece che 5-0. Torcicollo e chiacchiere, per domani la conferma.
Tarpischev ha il cipiglio di chi ancora sta digerendo «fascioli e cotiche» ma serba ancora genio masochista visionario, e nel secondo match rinuncia alla più forte in squadra (Kleybanova), perché se proprio voleva fare un punto tanto valeva mettere in campo le ex al seguito Myskina e Dementieva. Perso per perso, meglio far fare esperienza alla telentuosissima bimba Irina Khromacheva, mancina dal buon tocco, rovescio delizioso e smorzata compulsiva, ma davvero troppo leggera. Peso piuma, in balia degli arrotoni ripugnanti Errani-style. Vedo dieci minuti, ma è uno dei rari casi in cui pur perdendo 6-0 6-2 o 6-1 6-3, avrà comunque stravinto. La irride di smorzate. Una ventina in tre giochi. Questo funambolino potrebbe farmi innamorare. La ricordo nitidamente al Bonfiglio e a Wimbledon jr ma secondo il Fabretti ha colto di sorpresa i nostri, che non sapevano come giocasse «questa qua». Stento a crederlo, ma se io e un pizzaiolo di Cinisello sappiamo che sul 6-6 al terzo non c'è tie-break e il nostro Capitano no, tutto è possibile. Dovessi scommettere su una futura vincitrice di slam (fuori dalla terra), prenderei la piccola russa invasata e non Errani. Anche se rischia di non entrare nemmeno tra le cento. Paradosso lineare, mi sembra. 2-0 e domani si chiude.

(Oh, spero non si sia notato che di questa finale ho visto 10 minuti di zappeggio furente, mentre vedevo Federer-Djokovic).

11 commenti:

  1. Ho letto che il comune (o forse la regione, non ricordo) hanno sborsato 600.000€ per ospitare l' 'evento' :D

    Paolo

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    1. Letto anch'io, ma ne so poco. Rischierei di dire (altre) cose inesatte. L'imperatore è di lì. Con quei 600mila si potrebbe organizzare un bel torneone Wta o Atp. Di quelli che aiuterebbero tanto il tennis italiano sul serio. Questa finale io l'avrei giocata pure in una palestra dello ardimento stile Gruppo Tnt, a porte chiuse. Ciao Paolo.

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  2. Il Fabretti ringrazia. Con lui l'effetto comico è garantito.

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  3. Fantastico Picasso. A questo punto considerato che sempre al 3 Novembre siamo e che il tempo se possibile è peggio di ieri, oggi mi guarderò un pezzetto di Fabretti & Co. per la giornata finale e vittoriosa, chissà cosa ci regalerà il Caro Leader Angelo Binagh-Il-Sung. Divertimento assicurato.

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    1. Certo, quello è lo spirito con si guarda la Fed Cup: puro, assoluto umorismo. Involontario, e questo impreziosisce la cosa.
      Non ho visto il momento del trionfo, stamattina sono a mare (29°). Ma azzardo un Binaghi vestito da Imperatore Romano fare il giro del campo su una biga, trasportato da due schiavi, con musica de "Il Gladiatore". :)
      Ciao

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  4. Attendevo impaziente un tuo commento alla giornata tennistica sarda che ha ipotecato il passaggio nella storia della mitologica squadra italiana :-)
    Ho visto solo qualche sprazzo in replica del finale della Vinci, incuriosito dall'inaspettato combattimento che impreziosisce l'impresa delle azzurre, alla faccia di chi sosteneva che le russe erano le seconde linee delle seconde linee delle raccattapalle.
    Raccapricciante il commento tecnico e paradossale il clima d'ansia figlio di patriottica ispirazione che i telecronisti trasmettevano al povero telespettatore, come se il risultato finale della competizione potesse realmente essere messo in discussione anche in caso di sconfitta nel primo incontro.
    Benché appagato della giornata di tennis televisivo dopo Djokovic - Federer, siccome sono recidivo, ho voluto assistere anche all'esordio del match di Sara.
    Non nego il mio compiacimento nel vedere la nostra arrotina subire dalla liceale russa raffiche di risposte vincenti, rovesci al salto bestiali alternati a delicatissime smorzate, e costretta a giocare una ventina di punti nel terzo game del match (e salvare svariate palle break) prima di salire 3 a 0. Compiacimento alimentato dal sottofondo tragicomico offerto dai commentatori, i quali, tirato un sospiro di sollievo dopo lo scampato pericolo, schernivano il talento della giovanissima ed immatura avversaria (a me assolutamente sconosciuta), come se i vincenti della stessa fossero casuali, quasi offensivi della superiorità dell'italica donna.
    Ilarità a parte, trovo inspiegabile come la Errani sia riuscita, nonostante i limiti del suo tennis e, in particolare, con un servizio che è poco più di una rimessa in gioco, ad arrivare dove è. Ciò la rende senz'altro ammirevole, ma al contempo lascia parecchi dubbi sulla qualità del tennis femminile delle top players.
    Parlando di cose serie, a mio avviso si è rivisto un Federer competitivo e finalmente a posto dal punto di vista fisico: si prospetta un master divertente.
    Saluti, Luca

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    1. Sì, comunque sì, più o meno quello. Alla faccia di chi sosteneva che fossero le seconde delle seconde linee, invece si sono dimostrate pure LE TERZE (forse quarte). A rendere equilibrato il confronto non sono state certo loro ma la penosa prestazione di Vinci.
      Sì, un Federer migliore rispetto a quello che per mesi s'è trascinato a zonzo, come globetrotter.
      Saluti a te Luca.

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  5. Minchia, pronosticavo nel post precedente "del trattorino italico che esulta come un'invasata dopo aver battuto la millequaranta del mondo...." ho sbagliato solo il soggetto... povera Robertina.
    Babba Bia.... rabbrividiamo.
    Vabbè tuffiamoci nel Master che è meglio.
    Saluti Pic

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    1. Visto solo la prima giornata. Le esultanze me le sono perse. Insomma, roba per stomaci forti. Se Alisona torna in forma 2010, sul veloce non le fa veder biglia a Errani. Vinci in stato pietoso. Spiegato forse perché non è andata a Sofia.
      Saluti e te Simone

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  6. Ciao Picasso, te le sei beccate Robertina e Sarita a Che tempo che fa? Fazio chiede a Roberta di descrivere la compagna e lei: "è una persona testarda e tecnicamente... è rognosa". Quando poi viene interrogata sul colpo che invidia a Sara, esibisce un'espressione perplessa e fa scena muta... mitica! Un saluto

    Carlo

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    1. No, non ho visto. Ho letto solo di raffinate e femminili risposte sulle nottate passate al gabicesso dalla tizia. Er Monnezza in versione femminile (va beh...).
      Cosa mai potrebbe invidiare tecnicamente Vinci ad Errani? Ad arrotolare gli spaghetti, credo.
      La corse e la tigna, sicuramente. Ma non sono tecnica. Anche se per qualcuno (illuminato) è "talento" anche quello. E amen.
      Ciao Carlo un saluto a te

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.