.

.

martedì 12 novembre 2013

MASTERS CUP LONDRA – TRIONFA DJOKOVIC, MALEDIZIONE NADAL. PAGELLE







Sapido pagellone di un osservatore distratto


Campo da gioco Vinavil. Collosa trappola di topi cosparsa di vinavil o spianata di pizza alla mozzarella filante su cui spiaggianti mutandati con racchette missilistiche e palline-volano da mare provano (invano) a fare il punto. Il risultato è che la biglia non cade mai, quasi ci sia la stessa forza di gravità lunare. Pare di vedere Homer Simpson (gli occhi pallati rimandano a Nole, chiaramente) astronauta che mangia patatine sospese nell'aere, prima che cadano. Spettacolo per spettacolo, perché non organizzare uno slam sulla Luna? Qualcuno ha proposto di giocare su terra il Masters. Per velocizzare un po' il gioco, presumo.
Voto 0

Novak Djokovic. Arriva a fine stagione ancora con benzina in corpo. Robotico, marziale, tracotante e con la proverbiale regolarità da metronomo, sempre più vicino al tennis radiocomandato da che nel 2050 si giocherà alla Wii. Chiude la stagione come l'aveva iniziata, dopo aver patito nel mezzo i picchi forsennati di Nadal. Finale impeccabile, dominata dall'inizio alla fine, pur modesta e senza nemmeno la feroce lotta dei precedenti a renderla interessante.
Voto 8

Rafael Nadal. La maledizione del Masters di Rafa. Da farne un film, ovviamente dell'orrore, ove un ratto gigante vagamente stempiato imbraccia una mazza ferrata e fracassa la O2 Arena al quindicesimo tentativo fallito. Da sempre impegno difficile, cui arriva con gambe molli e lingua penzoloni dopo una stagione massacrante. Paradossalmente sembrava proprio questa (quella del comeback) la stagione buona. Frustrato in finale da un Nole al limite della perfezione.
Voto 7,5

Roger Federer. Troppa grazia vista la versione piombata primavera-estate, ancora poco ricordando quella fluttuante degli anni aurei. Rimangono sue (mica un caso) le due partite tecnicamente ed emotivamente più interessanti del torneo contro Djokovic e Del Potro: una battaglia persa e l'altra vinta. Malgrado l'orgoglioso ritorno di fiamma cede a Nadal anche nel suo fortino indoor di fine anno, perché se al maiorchino lasci due spiragli quello uno di sicuro l'afferra (l'arrota e lo stira). La voglia di provarci il prossimo anno c'è ancora. Una sola preghiera: Mirka, e basta dai. Altro da fare a casa, no? Faccende domestiche, balocchi con le gemelle, pulire le cicoriette selvatiche, lavare bandane e calzini RF...ma finiamola di trepidare in tribuna. Da mano sui maroni a ogni inquadratura.
Voto 7

Stan Wawrinka. «Brufolo Bill» alla riscossa al suono di fanfara, ma stavolta non riesce ad accendere la semifinale con Djokovic. Come antagonista per i primi tre/quattro risulta però decisamente meno succube (e più credibile e divertente e...a scelta) dei vari Berdych, Ferrer e co..
Voto 7

David Ferrer. Liberto per un giorno a suon di ammorbanti «eeehhh», a Bercy, quando Nadal gli concesse (magnanimo) un giorno di libera uscita. A Londra torna tutto in ordine, col carnefice a vergare di giustezza il paggio storto. Cosa più brutta su un campo da tennis debbo ancora vederla. Sogno un suo doppio assieme a Granollers (col sublime rovescio da rumore d'unghie sullo specchio) e poi posso morire.
Voto 3,5

Thomas Berdych. Nadal e Wawrinka uccellano il palo della luce fulminato come un pivello, cantando «Che te la pongo, che te la pongo, uh» a passo di cha-cha-cha. Tacchino surgelato autentico, che si ripropone.
Voto 4,5

Juan Martin Del Potro. La classe di Federer scopre il nervo, sempre quello: verga e mazzuola, mazzuola e verga. E solo quello sa/vuole fare. In un campo simile da collosa trappola per topi, dovrebbe sfruttare più la rete per chiudere i punti. Urge ausilio tecnico: due inservienti alle spalle che lo gettino di peso a rete.
Voto 5-

Richard Gasquet. Fa tenerezza con quell'aria da pulcino bagnato nella tormenta di colpi di Del Potro e Djokovic, e consueto finto ardimento da smemorato prossimo al suicidio. Ora anche «Senza Faiglia» come dolce Remì dopo l'abbandono di coach Piatti. Evento che per l'estrema lucidità confinante al cinismo del Maestro italiano può voler dire una sola cosa: ha cavato dal genietto della lampada, eterno Peter Pan della sconfitta, il massimo possibile. Lo sapevamo, spiace però sentirselo dire sul grugno. Rumors: Federer dietro come sfida irrinunciabile o Raonic, meno talento (solo gli orbi però possono non rinvenirne), ma con grandi margini per sfondare ad altissimi livelli.
Voto 6+

Marrero/Verdasco. Dovevamo vedere anche questa, prima di morire: Nando Verdasco Maestro, sia pure in comproprietà col compare di doppio Marrero (che una volta vidi allenarsi con Seppi e dissi: «Questa scamorza chi è, un inserviente del circolo con problemi di deambulazione?»), complici i Bryan's sempre più versione «Scemo + Molto Scemo» onoris causa, paladini della sconfitta acrobatica. L'espressione da tronfio pirla (affettuosamente, eh) di Nando sul 9-7 al terzo, vale il prezzo di un biglietto (per il treno bianco di Lourdes).
Voto 7


10 commenti:

  1. Quando Nole risponde ogni volta negli ultimi 5 centimetri di campo come ha fatto ieri diventa semplicemente ingiocabile per chiunque... Mettiamoci poi una superficie - il cemento - che lo favorisce (seppur questa molto più lenta) e il risultato era più che pronosticabile.... Ad ogni modo il serbo è sempre più fenomeno.... E non avesse buttato la finale degli US Open su quello 0-40 nel terzo set, sarebbe ancora numero 1...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Insomma, ieri non ha sbagliato niente. E in tutta la stagione è stato il più costante, amministrandosi bene. Lui sempre uguale e Nadal ha avuto picco animaleschi a Parigi e NY, dove comunque il serbo ha avuto le sue possibilità (a Parigi per me ancor più incredibili). Ma non è che si può vincere tutto.

      Elimina
  2. Hola Picasso,
    Prima di tutto volevo farti i complimenti per l'articolo sulla Fed Cup...

    Sulle Atp Finals - chiamiamole così: il Masters era quello del Madison o della Festhalle - ho la solita opinione.
    Il tennis giocato dai cyborg affascina come la Formula Uno.
    Tutti guardano la partenza, per vedere se si verifica qualche schianto, e poi si addormentano sul divano...

    Curioso (..) l'abbinamento palle e superficie.
    Shanghai - medio-veloce.. - a confronto pareva il primo anno di Hannover.
    Mai visto le palline, nella dimensione indoor, saltare così alte.
    Il tappeto, ruvido, neutralizzava i colpi piatti.
    Avanti di questo passo, la prossima mossa sarà il calcestruzzo umido.

    Ho il terrore che uno dei due, nel 2014, realizzi il Grande Slam annuale.

    Un saluto,
    Simone Basso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Altro sport i tornei indoor ai tempi. Basta girare su YT e vedere i funambolismi di allora (visto un Mecir-Lendl), per fare tre/quattro scambi su quei tappeti.
      Oggi osannano gli estenuanti 30/40 colpi tra Nadal e Djokovic. Con la pallina che non cade mai, graziarcazzo. E' quasi solo corsa e mattonate. Vedere invece questo scambio tra Becker e Lendl proprio al Madison (già tennisti moderni, potente uno, maniacalmente preparato fisicamente l'altro): 40 colpi. Unico ed irripetibile vista la superficie iper veloce dove giocavano. Quindi cento volte più difficile e raro.

      http://www.youtube.com/watch?v=N3rGPOde5Ss

      Situazione odierna irreversibile, tranne cambi radicali. Il tennis è questo e amen. Per eliminare gli scambi troppo brevi del tennis bum-bum post nuove racchette hanno rallentato campi e palline-pallettoni. Il risultato è questa mostruosità. Ivanisevic non sarebbe esistito ai tempi nostri. O quasi. Ora si può solo giocare così, grande resistenza, ed esaltazione di tennis difensivo e muscolare.
      Quanto al Grand Slam 2014...chi può dirlo. Vedo equilibrio estremo tra i due. E poi chissà Murray, Federer. O Del Potro. O che qualcuno (vedi Seppi) raggiunga la maturità. :)
      Ciao Simone, a presto

      Elimina
  3. Ciao Picasso. La finale di Londra mi ha dato questa impressione: Superman/Nadal a digiuno di Kryptonite in lotta contro la Piovra con 12 tentacoli/Djokovic. Un po' di angoscia mi è venuta: Nadal, vederlo sputare l'anima senza ottenere un granché. I suoi colpi (top spin) oramai non hanno più la performance di una volta, il che, con tutti i suoi accacchi, al limite è comprensibile. Ma sembra che lui ignori questo piccolo particolare.
    In quanto al Roger Federer, non penso proprio che Mirka potrebbe stare a casa, lei deve accompagnarlo. Lui esige la sua presenza, lui sta bene quando c'è lei (e il papà e la mamma). Comunque a Londra la signora Mirka si è lasciata andare più volte in gesti di delusione, sbuffi. Una tiratina di orecchie l'avrà ricevuta, il Roger. (Quando decidi di giocare così, non farmi fare questi viaggi.......)
    Berdych da 10 anni offre la stessa salsa. Finché gli riescono i suoi diritti e servizi da paura è gongolante. Poi, il nulla o quasi.
    In fine, un po' di bel tennis umano l'abbiamo potuto vedere grazie a Gasquet, Federer, Wawrinka, al limite anche Del Potro.
    Grazie del bel resoconto (quante verità) e un saluto cordiale
    Anna Marie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Insomma, ma su Nadal claudicante e vittima del ginocchio instabile, spero tu stia facendo dell'ironia. Altrimenti, in condizioni di salute normale, invece di dominare la stagione tornando numero uno avrebbe anche volato e moltiplicatlo pani e pesci. Oltre a vincere 5 slam su 4. :)
      Per me è arrivato un po' stanco all'ultimo appuntamento (come sempre, anzi un po' meno di sempre) e ha perso contro un Djokovic che non ha sbagliato nulla.
      Su Mirka ovvio che scherzo, un po' m'infastidice, come tutti i genitori/compagni apprensivi e troooppo inquadrati dai registi.
      Ciao, grazie e un saluto a te

      Elimina
    2. Ciao Picasso. Non faccio ironia su Rafael Nadal. In un'intervista (dopo il Shanghai Masters) dice, riassumendo che, dopo le iniezioni PRP al ginocchio, il feeling non è perfetto, ma che, pur avendo dolori, almeno non è limitato nei movimenti e che questo è la cosa più importante. Dice anche che adesso è capace di controllare il dolore.
      Un giorno mi sono rotta il polso e, nel giro di poco tempo, la mia maglia, i miei capelli erano completamente bagnati di sudore. La reazione al dolore. Non credo quindi che sia dovuto alla stanchezza quando perde sudando come una fontana. E' il suo fisico che si ribella, si indebolisce e lui non gli dà ascolto.
      Sono un animo sensibile e per Rafael Nadal provo sinceramente pena, tanta pena. Non prendermi in giro, ti pregooooo.
      Ciao Picasso, ti auguro una buona domenica.
      Anna Marie

      P.S. Alcuni effetti del PRP sono stati pubblicati quest'estate sul American Journal of Sports Medicine. Un po' inquietante.

      Elimina
    3. Non so cosa sia questa PRP (acronimo che si presta a varie interpretazioni) se non quello letto ora da gogòl.
      Credo però sia la nota pratica di curare traumi mediante trasfusioni del proprio sangue (spero non di montoni andalusi) sui tessuti/muscoli lesi. Hanno poi deciso di usarla tanti oltre a Rafinho nostro.
      La "magnifica" evoluzione della medicina sportiva. Stretta parente delle trasfusioni di sangue e globuli rossi nei ciclismo. Qui si usa per curare i traumi e non è doping. Amen. Io la trovo una pratica ugualmente mostruosa e doping a tutti gli effetti (Zeman se n'è andato e non ritorna più...)
      PRP o meno, se mi si dice che Nadal soffre o si muove male, rido. Mica prendo in giro. Perché quello che fa sul campo è già oltre il concepibile.
      Senza patimenti lo vedremmo e non perdere nemmeno un set in una stagione intera?
      Se poi vuoi intendere che ha qualche dolorino, beh...per uno che si sottopone a certe pratiche e sul campo le articolazioni a certe torsioni violente sul duro mi pare normale averne (e non possono certo aiutarlo organizzando tornei sulla gommapiuma). E già miracoloso a per fare quello che fa, aiutato dalla medicina sportiva. E pazienza per la diradazione tricotica (letto ora digitando PRP su gogòl), un titolo agli UO val bene una messa o una chierica.
      Un altro normale, sarebbe al reparto traumatologico del Fatebenefratelli a fine partita. Massimo un anno di carriera. Lui con questi trattamenti riesce a stare ancora al top che magari saranno pure dolorosi, eh. Ma non facciamone un martire adesso. Vorrebbero stare in molti male come lui. So' scelte ponderate.
      Ciao Anna Marie, anche a te

      Elimina
  4. Ciao pic,non trovi che in Davis la rep. ceca stia facendo
    un clamoroso errore tattico?mi spiego....dato per certo che djoko
    vince i due singolari xche' mai non preservare stepanek per il doppio e ultima giornata?xche' domani schierare rosol/hajek e non berdych
    e il vecchio satrapo? Mah.....a proposito seppi ha trionfato ad Ortisei battendo tra gli altri un nostro vecchio pupillo.....continua trionfo di verdasco
    spagna ai suoi piedi....grande.....che interviste ho sentito 'questa vittoria riscatta ogni sconfitta' e via così....un abbraccio da ste

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Errore, dici? Per me proprio no. Hanno sempre fatto così. Berdych e Stepanek sono un doppio formidabile. Nei fatti, hanno perso una sola partita credo. Si completano, Stepanek sappiamo che doti naturali da doppista abbia. Il palo della luce deve servire forte e roncolare. Il suo ruolo è quello, ed pur sempre un top 10. Quindi si completano. Poi chiaro, contro i serbi è un in contro equilibrato. Quasi 50/50. Con Hajek o Rosol al posto del perticone avrebbero avute molte meno possibilità, diventand sfavoriti. E sotto 1-2 la coppa sarebbe già persa.
      Un po' mi ha sorpreso invece vedere Stepanek come primo singolarista. Contro Nole non vincerà mai più nella vita. Tanto valeva preservarlo per doppio e ultimo singolare, dando spazio a Rosol. Ma alla fine è così furbo e ne sa certamente più di noi lui, quindi ieri avrà voluto giocare per saggiare campo, atmosfera e farsi mettere in palla da uno come Nole.
      Ma, ripeto, senza vincere oggi in doppio, domani non servirà a nulla.
      Verdasco, ah beh. I festeggiamenti dureranno tutto il 2014? Grande, sì. Cosa, non lo dico, ma inizia con co...:)
      Cia Ste, a presto

      Elimina


Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.