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venerdì 17 gennaio 2014

AUSTRALIAN OPEN 2014 - FRANANO I GIGANTI, DEL POTRO E JANOWICZ








Day 5 - Dal vostro inviato, che ha appena chiesto un favore a Renzi, via mail: «Mettew, se veramente conti qualcosa, e fammelo sto cazzo di caffè, che oggi non ci ho voglia». Cinque minuti, e nessuna risposta. Fuffa. Solo immagine e nessun contenuto. E' di destra. Troppi contenuti, cazzo, vuole fare troppo. Diritti civili? ma dai, abbiamo tanti di quei problemi, un po' più di destra, Matt, via.


La notizia più importante della giornata, di rilevanza internazionale oserei, è che al quinto tentativo ho vinto una stracazzo di scommessa. Rutilante (2-0 Pennetta, Kerber, Bouchard, Makarova e vittorie di Ferrer, Dellacqua e Mayer).  
Punto indietro. Ieri ci abbandonava miseramente Juan Martin Del Potro, estromesso dopo battaglia rusticana per mano dell'iberico Bautista Agut. Intendiamoci, stante le condizioni incerte di Murray e Federer, tutti (io compreso) reputavamo il pistolero argentino il terzo favorito del torneo. Minaccia seria per Nadal nei quarti di finale. Invece, ennesima caduta mostrando i limiti di un tennis devastante, ma troppo prevedibile. Fosse italiano uscirebbero scusanti: il caldo, questo avversario fortissimo, la luna piena, un fastidioso brufoletto, in un crescendo fantasioso. La realtà è che contro Bautista, normale impiegato della racchetta, volenteroso, in forma (okkey), che sa giocare ovunque e fare dignitosamente tutto (va bene), chi ambisce a vincere uno slam non può perderci. Un allampanato bombardiere da top ten e niente più, sì. Lì il dilemma. Forse risolto.
Cede in nottata anche Jerzy Janowicz, potenziale mina vagante dalla parte di Ferrer. Si sapeva dei problemi fisici  (veri e non i gossip di molti altri che giocavano a nascondino) in seguito all'operazione al piede. Miracolosi i primi due turni. Contro il lezioso fiondatore Florian Mayer ci lascia le penne. Fermo e semovente gioca sui due colpi: servizio e bomba (o smorzata). In altre condizioni, e senza il commovente tifo di un drappello di polacchi, forse si sarebbe ritirato dopo il primo set. Il Seppi talentuoso lo infilza come il sapido pescatore fa con un tonno gigante in una tonnara siciliana.
Funambolico random (alla cazzo): Ferrer inizia a carburare (stroncato il dormiente Chardy), Berdych passeggia (vestito da fantino della contrada dell'allocco). «Higlander» Robredo (gramigna assoluta. Basta. Pietà. Help. Sos) fa fuori in quattro set Gasquet. Risultato che è quasi parabola biblica, la materializzazione del maligno (sadico) che prevale sul bene. Ottavi agguantati da Fabio Fognini (pare stia bene), scaltro nell'uccellare il pennellone Querrey. Ora Djokovic, per la consacrazione mondiale. Ajde. Crediamoci tutti all'inebriante grido: «viva la fogna».
Nel tabellone femminile, tutto senza grandi sorprese (altrimenti col cazzo avrei preso la scheda di scommesse). Flavia Pennetta continua a illuminare le scene, stroncando la dimessa tedesca Barthel. Giovane butterata dal buon talento, ma ancora immatura. Determinata, concreta e con l'arma di un servizio mai così ficcante, la brindisina si prende gli ottavi di finale contro Kerber. E non partirebbe battuta. Si salva Li Na contro Safarova, continua la favola della padrona di casa Dellacqua, mentre cede goffamente Stosur alla mentalmente più solida (e ho detto tutto) Ivanovic. Santo cielo.

6 commenti:

  1. Che Fognini parli con Mouratoglou che, pare, abbia la ricetta per vincere contro il Djoker. In pratica sarebbe cambiare sempre velocità e lunghezza dei shots. Glielo dici tu a Fognini ?
    Dispiace per Del Potro. Ma è vero che è ancora in giro con il rimasuglio delle racchette dei tempi del Masters di Londra ?

    Ciao Picasso, buon pomeriggio
    Anna Marie

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    1. Leggevo Mouratoglu su Twitter durante il Masters di Londra. Sa tutto e di come vincere con tutti. Incredibile.
      Lui, ma anche Sant'Eustachio. E molti altri, dovrebbero averla. La ricetta. Le racchette di Del Potro, sì. A quanto diceva prima dell'Australian Open affrontava il torneo con due telai (Gulbis o Janowicz sarebbero durati mezza partita). Una vicenda fantozziana, se non è trovata pubblicitaria.
      Ciao Anna Marie

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  2. Fognini per vincere contro Djoko ha bisogno di parlare con San Gennaro e che questi gli conceda il miracolo...eh eh scherzo,saluti a Picasso e a tutti i lettori,carlo

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    1. Mettici pure Sani Gesualdi. Ovvio che scherzo. Non è che si sta parlando del numero uno contro il 250. Fognini è numero 16. Ciao

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  3. Ciao Pic, è bello leggerti ogni giorno, tra i 5 minuti più piacevoli della giornata.

    Oggi ho visto tipo 10 minuti di Ivanovic Stosur, esilaranti entrambi sotto ogni punto di vista, al limite del ridicolo.

    Che dire, dopo l'uscita di Gasquet (dopo il primo set pensavo, ma tu guarda Richard che fenomeno ora è solido anche mentalmente, attacca, bla bla bla) la scuderia dei buoni è ridotta all'osso e con una probabilità su 1000 di arrivare avanti.
    Visto qualcosa di Kyrgios-Paire e ho pensato: massì c'è speranza; devono solo decedere, sportivamente parlando, Nadal e Djokovic. Io li darei a Malisse per un pò, così magari si rilassano e se la spassano e smettono di essere così. Poi andando avanti a random, non so se hai letto l'ultima di Federer che a quanto pare si diverte ancora e cito testuali parole: "Giocare a tennis mi diverte e poterlo fare con la famiglia che mi segue mi rende felice. Tutto funziona, ci piace spostarci continuamente e vedere posti diversi. Siamo come un circo itinerante che mette le tende in un posto e poco dopo si sposta. Ma abbiamo il tempo di capire la cultura dei posti che vediamo, le abitudini delle persone. Il bello dell’essere giocatore per me, adesso, è capire lo spirito dei posti che visito".
    Per la serie, faccio il turista e nel frattempo gioco a tennis!

    Ciao ciao
    Klimt

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    1. Su un Ivanovic-Stosur credo si possano scrivere trattati di neuropsichiatria.
      Questa della famiglia Federer circense e itinerante, come i Togni, mi mancava. Per continuare a quasi 33 anni, avendo vinto tutto e con un conto in banca più grande del Pil italiano, deve avere per forza delle motivazioni. Questo mondo e circo (che molti logora) forse lo diverte. Oppure ha la motivazione di voler vincere qualcosa di importante. O tutte e due le cose.
      Magari il fatto di ridimensionarsi e non avere più l'ossessione della vittoria, potrebbe aiutarlo.
      Ciao Klimt, grazie e a presto.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.