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domenica 30 marzo 2014

ATP/WTA MIAMI. SERENA E DJOKOVIC SENZA RIVALI. (LE PAGELLE DEL DIVINO)






A Indian Wells c'è il deserto, a Miami spiagge pullulanti fighe bionde da Baywatch e nostrane starlettes dai culi marmorei. Quello che una volta era il reale quinto slam (compresi incontri al meglio dei cinque set) vede finali in cui incrociano le racchette i primi due giocatori al mondo Atp/Wta. Deludenti. Trarre le proprie, personali, conclusioni. O fottersene. E' lo stesso.


Nadal/Djokovic. «Per gli amanti del genere», come si dice di solito, con un filo d'imbarazzo sul volto terreo, per nascondere un film tremebondo. Federer vorrebbe una finale al meglio dei cinque anche nei Masters 1000 (con l'obiettivo che questi schiattino prima, credo). Arrivano in finale senza giocare le semifinali. Cosa c'è dietro? Sponsor? Massoneria? Bielderberg? Rettiliani? Chiedere a Giulietto Chiesa. Un must, ma in tono minore, come un film di Dario Argento che ha perso ispirazione. Stavolta mancano agonismo, equilibrio e sfibranti cruenze. Solito confronto a specchio, con Djokovic più ficcante e centrato, Nadal corto e succube, scarico. Trionfa Nole e la cura Becker inizia a dare i suoi frutti. Bobele avvistato in un bar a Miami: alla diciannovesima birra credeva d'essere allenatore del Borussia Mönchengladbach (mi piace riproporre una foto di repertorio, anche se ormai è stata ripresa anche da Al Jazeera).

Thomas Berdych. Bloccato in semifinale da vomito e gastroenterite. Errore da pivello: mai riguardare i propri match.

Kei Nishikori. Leggo illuminate comparazioni con Michelino Chang, suo allenatore. E' come paragonare il sushi all'involtino primavera. il suo tennis è più brillante e meno utilitaristico rispetto al podista cino-americano, ma proprio per questo non vincerà mai uno slam (cataclismi a parte), malgrado non abbia nessun timore contro i big: batte Ferrer in lotta rusticana e approfitta degli svaghi primaverili di Federer. E si scianca.

Roger Federer. Sadico nel punire Gasquet («getta la spugna, cazzo», urlo due volte a Bruguera, coach del Mozart neuroleso), perde un match già vinto contro Nishikori. Smarrimento inatteso sul finire di queste idi di marzo, e due mesi in cui ha già migliorato il suo 2013. Campanellino d'allarme? Chi lo sa. Fossi mago non starei qui a scrivere cazzate.

Alexander Dolgopolov. La droppeggiante primavera botticelliana di Oleksandrovyč. Sostenuto dagli dei e dal magnifico culo di Sacchi nel tie-break finale contro Lajovic, fa impazzire Wawrinka (che vuole usarlo come nuova, miracolosa, cura per l'acne). In stato di sbilenca grazia, può smontare anche Berdych a suon di funambolismi magnificamente storpi, ma si astiene (con vibrante raccapriccio).

Fabio Fognini. Vince i match a sua portata (Bautista Agut), fa quattro giochi contro Nadal (senza malanno sarebbero stati 7/8, eroici). Che avesse ragione Rino Tommasi quando disse «E' uno che quando c'è da vincere una partita, la vince»? Sicuro, Rino ci azzeccava anche sbagliando. Maturato, non perché evita sceneggiate (anzi, se all'estero vi capita di leggere «no cani e italiani» nei ristoranti, pensate che ci vedono come lui), ma perché dopo i teatrini non si distrae come una volta.

Wawrinka/Murray. Li immagino a Miami, in un locale notturno sull'oceano, tra balli di gruppo e gare di limbo, assieme a Er Mutanda, Rossano Rubicondi, schedine della Ventura disoccupate e qualche ex componente dei Motley Crue coi neuroni bruciati che canta le canzoni di Jimmy Fontana.




Donne

Serena Williams. Sempre piacevole il modo in cui gioca alla panterona col topo gigante siberiano. Lascia andare Masha, poi la riacciuffa e se la pappa, leccando i baffoni. Annoiata. Diesel anche in finale contro la cinese, e vince il settimo titolo. Inizierà a sentire il peso delle 33 primavere, il fisico scricchiola, ma per queste avversarie basta e avanza.

Li Na. Rintronata a Indian Wells, credo distratta dagli occhiali simpatici del Fogna e dai suoi giochetti da Giamburrasca col laser. Sfarfallante anche a Miami, ma le basta per regolare d'esperienza Cibulkova. Dà tutto nella prima mezz'ora, poi è fatta a brandelli da Serena. La devastazione. Ma dopo l'americana a mezzo servizio, c'è lei.

Maria Sharapova. Immagino la meraviglia degli allenamenti con Jimbo Connors: con una mela in bocca per evitare le urla lancinanti, colpi difensivi (eresia) e Wilson T2000 tra capo e collo ad ogni doppio fallo con piatta e smidollata seconda. E poi insulti, sublimi e ispirati. Lei l'ha licenziato dopo 20 giorni, preferendo i miglioramenti delle caramelline lassative. Nessuno può insegnarle nulla, perché è ottusa diva sul bocciuolo di pisello, mica l'operaia Na Li che a 32 anni ha l'umiltà di volersi migliorare. Lei vince perché tira forte e dritto per dritto, ma se trova chi usa un minimo la testa, si muove in modo decente, varia potenza, colpi e angoli, ci perde in modo scientifico. Serena è e rimarrà il suo incubo, sovrastandola sia tecnicamente che come personalità. Non c'è rimedio. Il suo allenamento più intenso è l'accorata preghiera: «Quando si ritira Serena?».

Dominika Cibulkova. Annusa palline come un pit-bull fa coi calzini sporchi. Ebbra di quelle sniffate e quasi in trance, avanza fino alla semifinale. Tra latrati e minacciosi ohhh-lèèè da bovara nana. Ancora castigata da Li Na (match tra maestra con l'esaurimento nervoso e scolara indisciplinata). Meritata top ten.

Errani/Vinci. Stante una Pennetta in prevedibile rilassamento mentale, Italia in tono minore. Caduta libera dall'Empire State Building per le due, senza paracadute. Anche in doppio. Più che definirle bidoni con le ruote ora, come fanno i soliti patrioti (buoni, eroici e trionfanti quando si vince, più cattivi del vile disertore Picasso - ancora conservo la mail di un esponente-bertuccia Fit, cui risposi con righe degne del Pulitzer dell'insulto carpiato - quando si perde), ci sarebbe da apprezzare l'imprevedibile scalata a quel palazzo, andando oltre a limiti evidenti. Questa è classe, coglionazzo. (cit. Duca Conte Catellani).

Romina Oprandi. Asciutta e in discreta forma, riappare dopo l'ennesimo quasi-ritiro, dieci mesi dopo. Batte Jovanovski, regala sprazzi di classe cristallina sul finale contro Radwanska. Non si scopre niente: braccio da top 5, su cui si sono accaniti sfiga e infortuni da Bi-Grande Slam.

Martina Hingis. Torna in doppio. Gioca, perde, si annoia, dice basta per la quarta volta. Durante una sbornia natalizia dichiara di voler riprendere anche in singolo. Ma rinuncia pure in doppio. Poi allena Lisicki. Ritorna in doppio con la tedesca e vince a Miami. Bella storia. Viva Martina, mentalmente stabile quanto Sgarbi senza camicia di forza. Aspetto conferenza stampa: «Potrei tornare anche in singolo». Eternamente in balia tra dentro, fuori, singolo, doppio. Ditelo al suo ex, che volendo farle una sorpresa la trovò a letto. In compagnia. Anche qui: singola o doppia? La leggenda narra: tripla.

Sloane Stephens. In crisi esistenziale, vince un gioco con Caroline Wozniacki. «Mi ha preso a calci». O, se fai 50 errori gratuiti su 80 punti, vince l'altra. Nel tennis. Nel volano, è altra roba.


16 commenti:

  1. Eh, caro Picasso, deludente da vero, questo show di Miami. Anzi, se mi permetti, palloso. Rafael Nadal mi da l'impressione che, pur avendo aumentato le ore di allenamento a 26/giorno e malgrado tutta la buona volontà di vincere se stesso, è arrivato o sta arrivando alla frutta. Il suo macchinario è in ribellione.
    Federer e Wawrinka sono tornati al paesello. Nessun interesse di affrontare massacri nelle semifinali. Coppa Davis oblige !
    Complimenti per la foto mostruosa del Bobele. L'hai scattata al Fasching (carnevale) di Mainz ?
    Ciao Picasso, sei uno spasso (e fa pure rima).
    Una felice settimana e un cordiale saluto
    Anna Marie

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    1. Insomma, poi Rafinho rivede l'argilla e si ricarica come uno strano incrocio tra montone e toro da monta delle Asturie. A Miami mai ci ha vinto, forse perché sempre imballato e già in preparazione per la terra. Vedremo se il macchinario tiene.
      Coppa Davis, contro Kukuzza e Golubev, e si va verso una semifinale Italia-Svizzera da fuochi d'artificio.
      La foto, credo un reality austriaco dove faceva il pagliaccio.
      Ciao Anna Marie, alla prossima

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    2. Vedo e prevedo: Kukuzze (Кукушкин) e Golubev li prendiamo, diciamo, prima di colazione. E l'Italia vincerà contro "l'Inglaterra" perché Murray ha divorziato da Lendl ed è senza uno straccio di coach, quindi fö di strasc. E fuochi d'artificio siano con Fabio Fognini in testa che dice too many bad words in italian (Mohamed Lahyani). Che cinema.
      Intanto Federer torna tra i Fab Four (letto così su oktennis) e morde le chiappette a Wawrinka. Ne deduco che il Rotschi pratica la Politica dei Piccoli Passi.
      Ciao Picasso, ti saluto cordialmente
      Anna Marie

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    3. Kukuzza e Golubev, quando lottano per la patria (kazaki dop. Ah, sì), si esaltano. E nella Davis emergono gli istinti patriottici. Del rublo o del tenge.
      Lendl o non Lendl (per me Murray dovrebbe prendere McEnroe: fuori dai 50 entro fine anno), i due singolari Murray può vincerli. Potrebbe decidere il doppio, con Italia favorita. In tutta franchezza, scontro che non mi interessa molto.
      Essere 6, 7 o 23, credo conti relativamente per Federer. Sarebbe comunque un gran risultato vincere un altro slam, da numero 43 o 9. E penso punti a quello.
      Ciao a te Anna Marie, a presto

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    4. Ho leggermente sbagliato le mie previsioni: per battere i kasakhi (russi naturalizzati) c'è voluto un po' di più. Da bravi patriotti hanno lottato come i leoni, in particolare Golubev. Avversari tosti e coraggiosi, direi. E' piaciuta questa squadra.
      Per l'Italia invece... hai visto ? Fognini che batte Murray ! Proponilo per una medaglia, una qualsiasi.
      Vi aspettiamo quindi a settembre, o a Ginevra o a Berna.
      Ciao Picasso, ti saluto cordialmente
      Anna Marie

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    5. Naturalizzati a suon di Tenge kazaki. Cambia poco. Golubev, tra quelli che ho visto da vicino, in tanti anni, è uno di quelli che tirano più forte. In giornata (sobria) è pazzesco. Poi è 3/4 italiano, altro che russo o kazako.
      Bene così, sfida interessante. Nessuna medaglia. Bravissimo, ma questo Murray oggi era poca cosa comunque.
      Iniziate a tremare.
      Ciao Anna Marie, a presto.

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  2. Stanotte Pennetta-Date Krumm, un tuo pronostico? Grazie mille e complimenti per il blog. Dani

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    1. Serve anche un terno a lotto sulla ruota di Napoli? Una sestina del superenalotto?
      Non saprei (e manco so dove giocano). Sull'eroina Kimiko bisogna partire dal presupposto: dimenticare che ha 43 anni e vedere come gioca (ancora benissimo). Stante che lascerei perdere, con un possibile rilassamento della Penna, la sorpresa può pure starci (a quota buona e senza strafare, a 6,00/7,00). Fai come credi.
      Ciao Dani

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    2. Cose da fantascienza questa settimana. Nel mondo ci sarà uno che ha preso l'accoppiata Date-Cepalova? Io no purtroppo...:-)

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    3. Qualcosa come 100 volte la puntata. Qualche illuminato sì.
      Letto molte puttanate, random. Sorpresone sì, ma chiunque conosca un minimo le basi di questo sport sa come certe sorprese è più facile che avvengano in simili tornei minori, magari giocati solo per onor di firma (ingaggio). E per giunta dopo successi logoranti psicologicamente e mentalmente, come Miami e IW.

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  3. Nadal-Djokovic finale inguardabile, il serbo si è limitato a fare il compitino. Spero Roger non inizi a sbandare come lo scorso anno, perché contro Nishikori ha fatto harakiri.
    Tra le donne c'è poco da fare, Na Li ha dichiarato che vuole diventare numero uno ma fino a quando Serena ha voglia deve rassegnarsi.
    Hingis riprende per gioco e vince il doppio in un Premier Mandatory, stanotte Date a 44 anni batte Pennetta... A questo punto aspetto il ritorno di Graf e perché no Ivanisevic tra gli uomini.

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    1. Finale orripilante e senza storia, perché è mancato Nadal. Non è che Na Li possa spettare tanto, visto che è più giovane di Serena di appena un anno.
      Quando a 40 anni dipingevo Kimiko come fenomeno assoluto, mai avrei pensato si spingesse fino ai quasi 44 a questi livelli. L'età media si è allungata, e vedremo sempre più atleti "anziani" al vertice. Ma lei rimane un fenomeno assoluto. Graf ai tempi la dominava, ma in un ipotetico rientro, non credo farebbe gli stessi risultati della Date. A contare sono le motivazioni e la preparazione. Questa pochi mesi fa ha steso alla distanza (7-6 al terzo dopo 3 ore) Muguruza.
      Tra gli uomini la vedo più dura. Kimiko negli ultimi anni è stata fenomenale soprattutto a sfruttare tutte le arguzie, contro giovano che hanno poca tattica. Con giusti stimoli magari Ivanisevic starebbe tra i 100/150. Volandri e qualche altro, a Wimbledon lo batterebbe. Ma non lo sapremo mai.

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    2. se i cinesi si incazzano serena la pagano a peso d´oro o la azzoppano perché li na diventi la regina...
      intanto fabio er fenomeno sbaglia degli smash da mangiarsi il cappello e alla fine gli inglesi ce la faranno ad espugnare napoli con l´orgoglio italiano sotto terra (rossa).
      un saluto dall´austria che tre volte alla settimana esalta thiem come giá fosse muster... non ce ne hanno altri...
      ciao picasso
      lucas

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    3. Quella degli incentivi cinesi non l'avevo considerata. Ma mi pare plausibile. Un rapimento, servizi segreti, atomica e quant'altro. :)
      Fabio, mah...un doppio impresentabile. Non puoi giocare da fondo, sempre. mai un servizio e volée. E si sorprendevano, ai microfoni: Murray fa s&v! Gica addirittura di volo!
      Poi ha sistemato le cos. Bravo, niente da dire. Anche se era il fantasma morto di Murray.
      Thiem visto poco. ha buone qualità, vedremo. proprio contro Muster credo giocò (e vinse) a Vienna (lui aveva 17 anni, Muster 44).
      Ciao Luca, a presto.

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  4. A proposito dell'allegra coppia in vacanza Wawrinka-Murray, il primo sta provando - penso riesca ad affossare la Svizzera. Ma come si fa? Col Kazakistan? E' una coppa maledetta.
    Scusa lo sfogo, ciao Picasso

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    1. Sfogati pure. L'hanno portata a casa, poi. Frase fatta, ma la Davis è sport diverso. E Golubev ha trovato due giornate ispirate, mentre Wawrinka è in fase di rilassamento post Australia (chissà se mai ne uscirà).
      Ciao a te Dany, alla prossima

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.