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lunedì 2 febbraio 2015

L'AUSTRALIAN OPEN DELLA NOIA: PAGELLE BARZOTTE









Si potrebbe scrivere un racconto o elegia dello sbadiglio compulsivo, su questo Australian Open. Unico picco d'estrosità lo regala l'istrionico funambolo Andreas Seppi. Sobrio e dalla schiena dritta come un nipotino di Mattarella. E questo dà la cifra del tutto.



Novak Djokovic 4,5. La paternità fa riaffiorare l'indole da scucchiato guitto vincitore delle cimice d'oro a Cannes. Teatrali scenette, interpretazione da malato immaginario credibile quanto una Arcuri senza tette, con gli occhi e la scucchia da Aigor. Inguardabile, intifabile. Però si conferma il più forte di tutti, se non c'è nessuno (o quasi). Lendl costruì il suo regno quando Borg smise, Connors era vecchio, Mac depresso e Becker/Edberg incompleti. Lui emerge con Federer e Nadal incapaci di esprimere i picchi tecnici o fisici del passato e gli altri sono immaturi. Neanche un'invasione accende la finale. Brutta anche quella. Almeno fosse una streaker sise al vento. Dopo tre ore d'indicibile noia, ancora su un set pari, Ricci Bitti gongola. Il suo tentativo di rendere il tennis più moderno e veloce sembra di colpo ottima idea, irrinunciabile: game a 4, punto decisivo, una prima di servizio, magari giocando senza pallina, racchetta, in un deserto o in un campo di esercitazioni militari.

Hingis/Paes 8. La cosa più bella, nel deboscio tennistico andato in scena a Melbourne. Lei va per i 35, lui 42. Insieme vincono il doppio misto. Martina vezzosa e smilza, disegna parabole folgoranti. Lui, indiano con una pancia abnorme da venditore di cocomero in spiaggia al settimo mese di gravidanza, ma dalla volée felpata. Tocchi magici, colpi imprevedibili, magheggi, in una bruciante alchimia vincente. Fa tutto molto tennis anni '90, senior tour, e vincono il titolo sorridendo.

Adriano Panatta 7.5. Ok, ok. Sarà invecchiato. Forse non vedeva una partita dal '93, perché certi stronzetti pompati gli stanno sulle aristocratiche balle e questo tennis macchinoso gliele fa cadere. Va bene, e non fa nulla per nasconderlo. Ma per un orfano dei vecchi commentatori è una mezza rinascita. Svogliate stilettate da dandy romano col braccio appoggiato al bancone, smargiassate in mezzo romanesco. Leggo in giro feroci polemiche: come osa questo supponente? Beh, si chiama Panatta, mica Ocleppo o Volandri. Un po' se lo potrà permettere. Ma è battaglia persa in partenza. Fuori tempo, Adrianone. Poco adatto a un tennis cambiato e isterici piccoli fans che non tollerano critiche e battute verso il proprio eroe intoccabile. Bimbiminkia ovunque. E tocca rassegnarsi. Se uno è abituato a Plant, normale inorridisca e sia spiazzato da Bieber. Altrettanto inevitabile che i Beliebers non sappiano chi è Plant, e si incazzino per lesa maestà di Bieber.

Fognini/Bolelli 10 (fratelli della Italia). «Abbiamo vinto uno slam, chicco?». Gesù Cristo. Li proporrei per uno scambio coi due Marò (a proposito: non dimentichiamoli). Però dai, sono stati bravi, bravissimi. Il successo è storico. Qualcuno cita il Panatta '76 al Roland Garros. Ah, Basaglia! criminale di guerra. In una specialità dominata dal 43enni Nosferatu Nestor o da 42enni panciuti kebabbari come Paes, se due ottimi singolaristi da primi 50 trovano affidamento, stravincono. Lo spettacolo però è di mortale strazio. Botte dal fondo e pallonettoni su cui il mitico Herbert si produce in smash raccapriccianti. Al quarto di fila sbagliato, manco fosse il 62enne Ragionier Contini la domenica al circolo, decido di masturbarmi guardando lo scrutinio e l'elezione al Colle di un democristianone da Prima Repubblica.

Andy Murray 7+. Finalmente ritrovato, dopo l'intervento e la foto sotto l'albero con maglioncino natalizio e sguardo perso nel vuoto che faceva temere un sequestro dell'Isis. Invece no, era solo mamma Judy. Fisicamente al top, ma per vincere il braccio di ferro col muro serbo, serviva Silver Surfer più che Hulk.

Stan Wawrinka 6,5. Un boxeur picchiatore che cade da solo, stremato, dopo dodici riprese di cazzotti contro il muro. Stavolta cede a Djokovic.

Federer/Nadal 5. Djokovic fa venire una nostalgia canaglia dei due. Gli anni pesano, gli impegni incombono. Se dopo il muro di pietra Nadal o muraglia di gomma Djokovic, ora Roger inizia a soffrire anche il muretto in tufo caldarense di Seppi, uno inizia a preoccuparsi. L'iberico è cinque anni più giovane, ma più dello svizzero patisce il logorio degli anni, acciacchi, giunture usurate. Poiché il vero sapiente non dà risposte, ma butta lì interrogativi solenni, mi chiedo: Riuscirà Nadal a difendere il feudo terricolo anche quest'anno? Federer metterà a segno un altro colpo sul veloce? La risposta è: non lo so.

Nick Kyrgios 6+. Unica possibile novità in un panorama di noia atroce. Colpi, agonismo e personalità. Forse anche troppa. Dubbio strisciante: la testa è forte, ma riuscirà il fisico di questa iguana aussie a sopportare i ritmi della moderna società (cit.)? 'zzo ne so.

Andreas Seppi 7. Eroe australiano, in tipici abiti aborigeni. Indomabile e graffiante felino, ma con sangue freddo del boa. Il mix del fenomeno. Stronca Federer, poi contro Kyrgios torna il magnifico perdente, tecnicamente stitico e agonisticamente asfittico, dei giorni migliori.

Serena Williams 8. Sembra sciroccata, svampita, sgomenta per la visione di uno spaventoso fantasma con le sembianze di La Russa nudo col fez che la occhieggia, linguato. E' però una goduria vederla ridicolizzare Masha. Ancora, sempre, nei secoli. La devasta psicologicamente prima di entrare in campo. Poi nel rettangolo, tecnicamente. Perché solo i tennisticamente cretini possono defecare commenti tipo: Serena solo potenza. Il modo in cui trova angoli e sposta la statua di sale con sadico piacere, è da manuale della mistress. Insomma, un po' come l'elezione di Mattarella. C'è poco da esultare, ma vedere come l'han presa nder cù in modo brutale Berlusconi, Grillo e tutta la ricotta del nazarenismo complottista da «Renzi resuscita abbelluscone», fa piacere. O meno male.

Maria Sharapova 1. Solenne, contrita, come costipata reginetta sul pisello o nodosa verga nelle smunte chiappe regali. Badilate, urla selvagge, estenuante lentezza da codice penale prima di servire. Pur in una finale di ripugnanza estrema, da sfida tra svitate partorienti in un centro d'igiene mentale d'emergenza nella Savana, il successo di Serena è una liberazione.

Agnieszka Radwanska 6. Sbattuta come un polpo sullo scoglio da Venus. Non prendiamoci in giro. Questa, pur deliziosa maghetta dal puntuto ginocchio, fisico leggiadro e manina preziosa, uno slam lo potrà vincere solo in casi straordinari, magnifici cataclismi e se l'infinita Navratilova, nuovo coach, riporterà il tennis nel 1992.

Sara Errani 5. Proverbiale tecnica e fantasia al potere. Completezza di colpi e genialità italiana, dicono all'Istituto Luce della Federazione. Ah, sì. Un set e mezzo a remare dal fondo, con la nerboruta Wickmayer a sparacchiare tutto fuori. Poi la svolta. La nostra è avanti 6-3 e palla per il 5-2 nel secondo. Ecco l'estro, tipico: smorzata pallonetto. Il donnone belga arriva e schiaccia. Sì, uno smash sulla palla corta. Poi un altro set e mezzo diverso: Sarita rema tre metri dietro la riga, l'altra sparacchia tutto, ma stavolta dentro al campo. E vince. Ah, ma la tecnica della nostra...

Camila Giorgi 3. Fuori campo, strike e corsa in casa base per chiudere l'inning. Vola Camila, novella Joe Di Maggio, ma con meno fianchi. Quelli molto bravi, preparati, inappuntabili, parlano di vistosi progressi. Di come Camila stia apprendendo i primi spartani erudimenti tattici. Tipo, che bisogna tirarla in campo, prima di tutto. Sarà, ma non capendo un cazzo, vedo solo un computer senza anima, figurarsi cervello, simile a Super Vicky che spara a vanvera qualsiasi straccio e comodino. Già nel completo da volley merlettato, tende a rimarcare come lei faccia un altro sport. E non le interessa nulla. E' una ventiquattrenne tennista professionista che non conosce Venus. Pietà. E infatti, avanti 6-4 4-2 40-0 cerca un demenziale vincente quando è tre metri fuori dal campo. Poi tramontane di roncole sparacchiate via, doppi falli e Venus braccia al cielo. No, ma sta migliorando.

Venus Williams 7. Trentacinque anni e non sentirli. Se sta bene, ha colpi e classe da campionessa purissima. Buona per smascherare la demenzialità sparacchiante di Giorgi e crivellare Agnese. 



9 commenti:

  1. L'ho vista, la finale del doppio misto. Una deliziosa lezione di tennis da due "vecchietti" alla gioventù. Praticamente l'unica partita che valeva la pena di seguire. Non certo la finale maschile con intermezzo teatrale del Djoker. Pare che Murray nell'intervista dopo la partita lo abbia accusato di avergli "rubato" la concentrazione. Ma Murray non ha perso per questo, ha perso perché non è e forse non sarà mai all'altezza di questa gente. La Amélie sta facendo un buon lavoro. Ma più di così non può. Il buon Andy pratica un gioco troppo prevedibile (e noioso).
    La Serena, per fortuna, l'ha battuta in due set, quella là. Atto di pietà per i timpani degli spettatori. Insopportabile 'sta Sharapova. Aumenta i decibel in proporzione alla consapevolezza di non farcela.
    Nick Kyrgios, e già. Il ragazzo è irruente, troppo. E' ancora un ragazzino, è vero. Ma dovrebbe forse trovare delle persone che possono essere delle vere guide per il suo futuro tennistico. Altrimenti lo vedo finire come Tomic.
    Grazie del tuo illuminante commento. Torneo della noia davvero, questo Australian Open.
    Un saluto cordiale
    Anna Marie

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    1. Non è che Murray in passato sia stato sempre impeccabile, ma Djokovic in questa arte da malato immaginario è maestro. In finali così equilibrate basta poco per cambiare l'inerzia. E lui è furbo.
      Serena-Masha sembrava tutto tranne che tennis, boxe, lotta nel fango della Savana, cose così...male minore almeno.
      E' incredibile come ci sia il quasi nulla tra i giovani. Kyrgios è esplosivo, dirompente. Se Tomic è stato tradito dalla testa, lui la capoccia ce l'ha. Temo per il fisico.
      Ciao Anna Marie, grazie e alla prossi,a

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  2. Qualcuno ha addirittura parlato di finale bellissima. Ma dove? Uno sconforto totale. Non parliamo nemmeno di quella femminile.
    Nadal per me quest'anno rischia di perdere lo scettro anche a Parigi e Federer difficilmente vincerà qualcosa di importante. Non è scaramanzia.
    Su Camila Giorgi "novella Joe Di Maggio con meno fianchi" sono rotolato dalla sedia ma non riesco a essere spietato come te , mi fa invece molta tenerezza. Il tentativo di cambiare c'è ma il suo gioco sarà sempre o la va o la spacca.

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    1. La finale è stata di una noia mortale quella maschile. Di orripilante cruenza quella femminile. Non so cosa faranno, se sapranno rigenerarsi (uno fisicamente, l'altro mentalmente).
      Giorgi, che noia. La morte del tennis. Noiosa e prevedibile bum bum, anagonismo, crolli caratteriali: ma che è? Poi sì, sarà pure tenera e chissenefrega. Ciao Paolo

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  3. Bella sorpresa ritrovare dopo mesi aperto questo spazio.
    Ho esmpre avuto un atteggiamento di curiosità/speranza verso Camila. Purtroppo la ragazza conferma doti straordinarie ma appena le cose si mettono male va nel pallone...può battere chiunque come uscire dal match in ogni momento spaurita come una quindicenne....davvero sconfortato per quanto visto ieri. Ero a Genova ed è stato tutto ridicolo. Dai campi a Errani ridicolizzata, Giorgi e il doppio numero uno umiliato così...
    Albe

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    1. Apparizione temporanea, grazie.
      Visto ieri la Fed Cup. Così te la riassumo, in un volante editoriale: brava Mouresmo a cambiare Cornet con la giovin biondona (questo significa avere un capitano coi capelli e le palle). E Mladenovic ridicolizza il trattorino orrido. Garcia, bella tennista acerba, prevale sul non tennis di Giorgi. Il doppio francese irride e schianta le nostre due fenomenali numere uno come due bacherozze.
      Infine, figura di merda della nostra federazione, che prepara un campo di patate per danneggiare le francesi, e invece inciampano le nostre. Ridicoli e provinciali, nei secoli.
      Ciao Albe.

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  4. Ciao Picasso come ti butta?spero benissimo...eri tornato a scrivere a seguito di un evento sconvolgente quale Seppi che batte Federer..io credo domani ve ne sia un altro..Martina che torna a giocare in singolare in fed e contro chi se non Agnese?prepariamoci a tennis vintage e magie...il nostro fenomenale e geniale capitano mette fuori la Flavia...un grande..cosa non so...ma grande..ti abbraccio dal cuore
    Stefano

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    1. Letto poco fa di Hingis-A.Radwanska. La polacca ha un tennis leggero e tecnico, come il suo, quindi per la Hingis sarà come giocare un mach del 1997.
      Penso però che non lo vedrò. Ho un biglietto (uno dei pochi non sottratti dalla Pennetta family) per la Fed Cup. Non è troppo lontano da qui, e ci farò un salto. Se mi sveglio in tempo. Forse ne scrivo un resoconto.
      Se qualcuno si trova lì, mi contatti via mail, che gli offro una Dreher fresca.
      Pennetta fuori. Insomma...Barazzutti ha fatto tante cazzate, ma questa volta mi sembra una scelta logica: il robot Giorgi, se trova la giornata giusta e se Serena è fiaccata dai panzerotti fritti, può tentare il colpo. Ed Errani contro quella cosina americana lì, è più affidabile di Pennetta. Per la brindisina credo ci sarà spazio domenica, specie nel doppio (decisivo, a meno di sorprese clamorose).
      Ciao Ste, a presto

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.