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venerdì 22 maggio 2015

ROLAND GARROS 2015. NADAL, SANGUINANTE E NON PIU' SANGUINARIO, PROVA LA DECIMA







"In un letto di fragole...” cantava un ispirato Checco dei Modà, in preda al furore creativo, ispirando struggente pugnetta in riva al mare a due brufolosi adolescenti di fronte in treno, mentre l'aria bassa in collina mi provoca palle gonfie e guardo un tipa che accavalla e scavalla, nervosa.
Togli le fragole, metti le spine, e vedi Rafael Nadal. L'immagine vivida del Nazareno che si avvicina a questo Roland Garros per la prima volta non da favorito. Ferito, claudicante, umanamente fragile. E' cambiato tutto, ma proprio tutto. Delle querule nenie su ginocchi e tendini provati cui seguivano tabelloni in discesa e titoli in serie, come un cannibale sapiente, solo il ricordo.
Nel giro di pochi mesi la situazione si è capovolta in modo inatteso:
Silenzio, piena fiducia, “buone prestazioni”, malgrado seriali sconfitte sull'argilla, così insolite per il padrone. Ha collezionato più k.o. quest'anno che in un decennio di trionfi su terra. E, come contrappasso dal sapore crudele, in quella che deve essere la storica edizione del Roland Garros numero dieci esposta in bacheca, eccogli confezionato dalla sorte un tabellone pieno di spine nei primi turni. Coltelli, spade, bombe a mano, dai quarti in poi.
E' meravigliosamente sadico, capirete. Dolgopolov in un eventuale secondo turno da leggenda antica (ammesso che il ramarro Almagro, inopportuno come non mai, non ci privi della gioia), con l'ucraino ispirato come un pazzo spadaccino che danza nudo ascoltando Beethoven, e infierisce sui suoi resti.
Un sogno.
Poi il crescendo rossiniano da incubo horror: Novak Djokovic versione monstre 2015 nei quarti, quindi il Murray scopertosi solido e in forma smagliante nella stagione su terra. O Ferrer, al limite. Mentre dall'altra parte si lecca i baffi, sornione, il Divino ReRoger Federer. Per lui, come per il maiorchino in passato, pochi patemi fino a una possibile finale da raggiungere dosando le energie. Nishikori, Wawrinka, Berdych (e forse lo spettro di Adelchi Virgili o Becuzzi) sono avversari solidi, ma da poter nerbare con la solita grazia sadica.
Muta ogni cosa, capirete.
Ora, la vittoria del decimo titolo per Nadal cambia poco. La doppia cifra impressiona, ma aggiunge nulla a quello che è e sarà per molto tempo il miglior tennista su terra della storia. Da qui all'eternità, temo. Anzi, lo spero, non anelando un suo clone. Il tentativo della “decima”, come quello del Real Madrid di cui è tifoso, è però reso letterariamente avvincente dal nuovo scenario. Che poi, di epico forse avrà solo questa sensazione di attesa, rivelandosi poi un'erezione abortita. Un pomposo lancio di un kolossal flop. Ben Hur senza bighe e cavalli. E pazienza. Nadal con riserve a lumicino, allo strenuo tentativo di un altro guizzo, però, fa notizia. Colora la vicenda di tragedia.
C'è anche l'ipotesi, di cui mi provavo a convincere prima di Roma, del bluff da giocatore di Poker. Perché conoscendo la sua macchina, potrebbe aver dosato le residue energie per l'impegno parigino. Obiettivo massimo. Ma è una tesi fragile come il cristallo: nelle ultime uscite è parso la sua versione ectoplasmatica.
Per uno ancora in grado di fare finali e semifinali nei Masters 1000, e parte tutt'ora sfavorito solo col Djokovic-monstre, è un discorso che dovrebbe far ridere. Ma va contestualizzato, stupisce rispetto alla versione invincibile del passato. Ora è corto, meno esplosivo, un muro arrotato dannatamente permeabile anche al primo peone nella giornata di grazia. La maschera pietosa del guerriero che fu, a tratti addirittura caricaturale. Un wrestler che prova a caricarsi con giravolte, pugni roteanti, malgrado Wawrinka lo stesse nerbando sadicamente, 6-3, 5-2.
Quasi, mi coglie un'idea sconcia. Desiderio mostruoso, parente prossimo del desiderio inconscio di morte: dovesse passare lo scoglio squilibrato dell'idolo delle masse instabili (Dolgopolov), sarei portato a tifare per lui, perorandone la sua causa sanguinante e non più sanguinaria. Per la prima e unica volta, in questa dimensione terrena, ululando “Vamossss”. Che poi, forse, questa sensazione di stordimento svanirà nella prossima mezz'ora. Il tempo di spegnere la canna.

8 commenti:

  1. No ti prego! Picasso nadalista non lo posso accettare! questo era un posto di purificazione. Salvati finché sei in tempo. ;-)
    Scherzi a parte, sei così sicuro che Roger abbia questo tabellone facile? Senza parlare di Berdych e Nishikori, occhio a Monfils. Mi fa male solo a pensare agli ultimi precedenti. Tre su cinque sul rosso poi...

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    1. Ma è stato solo un fuggevole momento di smarrimento. Poi sono guarito.
      Monfils osso duro, certo. Uno che si esalta sempre a Parigi, specie sulla lunga distanza. Ma è più perdente di Gasquet.
      Io farei molta attenzione a Nishikori, da quella parte potrebbe spuntarla. Vincente/Finalista val bene una puntata.

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    2. D'accordo su Nishikori. Per me il finalista esce tra lui e Roger. Sopra a meno di cataclismi Djoker e 5% per Nadal e Murray

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    3. allora vai con Dio e metti un euro su:
      Nishikori v/p 13,00
      Kvitova v/p 10,00 (o Halep 6,00).
      Anche se sarebbe più saggio fare Serena e Djokovic vincitori di RG, Wimbledon e UO. Per un 2015 storico (o tirargli i piedi),

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  2. Io non ho resistito a Rafito a 4....grave errore perché lo scontro ai quarti è troppo prematuro per sperare in un Djokovic un po' cotto e in un Rafa in progresso...posso farti domanda Picasso? Ma tu non trovi che Rafa sia come il cartoon in Roger Rabbit che dice ' sono stata disegnata così? '...io trovo che come braccio lui sia secondo solo a Roger e ben superiore al robot serbo..semplicemente zio Tony lo ha costruito così. ..tra le donne ho preso Halep e a stake più basso Petra...primo turno per ora no sorprese tranne Camila che finalmente vince...ho giocato sconfitte Pennetta e vittoria Mauth che a 3 mi pareva esagerata..buona domenica e....vamos toro di Manacor
    Stefano

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    1. Insomma. Con "Secondo come braccio a Federer" sei passibile di scomunica papale e ban da questo blog. :)
      Trovo che sia spesso sottovalutato da quel punto di vista e anche quando va a rete, l'essenziale lo fa. Ma ci sono decine di tennisti dal "puro braccio" più dotato del suo. Senza però la resistenza, il fisico e altro che ha lo spagnolo.
      Tranne cose impreviste, con Djokovic lo vedo spacciato.
      Halep in fondo dovrebbe arrivarci. E se Serena e Masha sono sotto tono, può vincere anche.
      Mahut preso anch'io. Purtroppo per una vincita millenaria mi ha fregato Rybarikova. Come si fa a prendere un bagle dalla Rogowska?
      Ciao Stefano (vamos quella roba lì, no però)

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  3. Ciao Pic,
    prova ad immaginare una sfida con entrambi al top tra Guga Kuerten e Nadal: secondo me non sarebbe così scontato l'esito. Al di là del fatto che Guga era una gioia per gli occhi e invece il Nostro uno strazio, secondo me il brasiliano aveva tutte le carte in regola per metterlo in difficoltà: bel servizio, grandi capacità di accelerazione, dritto pazzesco, rovescio da eiaculazione (per intenderci, non inferiore a quello di Wawrinka...) e anche una bella mano sotto rete.
    Ah, a proposito di tabelloni difficili, Guga vinse il Roland Garros del 1997 da numero 66 (!!!) del mondo battendo uno sull'altro Muster, Medvedev, Kafelnikov e Bruguera, giocando 3 partite consecutive al 5° set; nel 2000 ha vinto battendo al 5° set nei quarti e in semi rispettivamente Kafelnikov e Ferrero, dimostrando una qualità agonistica e una resistenza non inferiori al talento: il Nostro sono anni che dopo una partita al 5° è cotto...
    Certo, non aveva la continuità di Rafa, ma questo perché aveva la tipica cazzonaggine brasiliana che lo rendeva discontinuo ma anche estrosissimo.
    Non fosse stato per quell'anca maledetta che ha iniziato a tormentarlo nel 2001 forse faremmo considerazione diverse.
    Ciao

    Ste

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    1. Kuerten fa parte di quel periodo in cui mi disamorai del tennis. Ero più per Rafter o Ivanisevic, comunque. Periodi diversi, quasi ere zoologiche. Rafter che per quattro set faceva partita (pazzesca) pari con Bruguera su terra, era un miracolo. E sull'erba un confronto inesistente.
      Il brasiliano era gradevole, divertente. Ma tennista quasi esclusivamente mono superficie. Senza problemi fisici avrebbe vinto di più, (ma senza avvicinarsi a Nadal come vittorie), se pensi che il quasi coetaneo Stepanek ancora dà battaglia. Esteticamente non di discute.
      Ciao Ste

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.