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lunedì 25 maggio 2015

ROLAND GARROS 2015 – YOUZHNY SALUTA ALLA SUA MANIERA






Non è che poi avessi un cazzo da dire, prima di scoprire il misfatto, ma tant'è. Inizio in grande stile per gli internazionali di Francia. Sua Divinità Federer sullo Chatrier, in una mise da far storcere il labbro anche a Malgioglio, verga con consueta dolcezza il povero Alejandro Falla. Uno che pure anni fa fu sul punto da commettere lesa maestà sul centrale di Wimbledon. Così tranquillo, all'ora di pranzo, che l'elvetico è sul punto di chiedere al colombiano d'inossare la tenuta da sguattero e servirgli un caffè, bello fumante e ristretto.
Ma la giornata emoziona per altri motivi. Il Kohli, proditorio, lascia le briciole a Soeda. Da non credersi. E cosa dire di un Mahut tornato a volleare come solo lui (e pochi altri) sa fare? vince contro pronostico col giovanotto Coppejean, in tre set. Infine il lazzarone Gulbis, con all'attivo ben due (dicansi due) vittorie nel 2015, tra bastonate e colpi di fluetto, si disfa di Sijsling. In tre set e senza distrazioni. Solido, Ernests, solido. Io che lo davo a Parigi quasi esclusivamente per la consueta visita a Les Folies de Pigalle, debbo ricredermi.
Il contributo più corposo a questa giornata pervasa da un'aria magica, elettrizzante, lo dà però l'immenso Mischa Youzhny. Una scossa. Il russo in caduta libera, riesce a fornire il guizzo del campione, artista e poeta unico nel suo genere melanconicamente squilibrato. Vate del decadentismo pulp del racchetta. Ammetto di aver snobbato l'incontro, leggendo solo sul livescore 6-1 6-2 Rit., e vittoria al peone Dzuhmur. Non sapevo, me tapino, dei retroscena di quella che sembrava una semplice, anonima, sconfitta di un tennista ai titoli di coda di una decorosa carriera.
Misha ci ricasca, come qualche anno fa a Miami: a fine del secondo set urla come un pericoloso evaso da un manicomio criminale moscovita e si percuote violentemente il testone con la racchetta, fino a sanguinare. Poi osserva attorno lui, col suo sguardo rassicurante. Solo che questa volta decide di non continuare, ritirandosi.
Rifletto: quale migliore uscita di scena, col suo marchio di fabbrica, invece di un mesto 6-1 6-2 6-4? Federer chiuderà forse con un'altra vittoria leggendaria, Nadal con un'epica battaglia lacera malleoli. Mischa ha voluto andarsene a suo modo. Una trovata da perfetto istrione, per quello che mi sembra proprio essere un addio definitivo, venato di triste pazzia.

6 commenti:

  1. E dopo Mahut, Kohli e Gulbis, oggi passano Stakhovsky, Paire e Stepanek... Qualche buona notizia, ogni tanto.
    Ciao Picasso.

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    1. Piccole, significative, gioie. Il vecchio Radek negli slam è sempre leonino. E il gladiatorio Paire da tre su cinque. Ciao a te Andrea.

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  2. Che tristezza vedere Aga così. ...mentalmente è sicuramente devastata ma anche fisicamente più che magra mi pare emaciata..mah..temo che non si riprenderà tanto facilmente, mi è dispiaciuto pure x Venus ma ha perso cimtro la Sloane che per me avesse altra testa sarebbe stabile tra le top ten, mi pare più talentuosa delle semplici picchiatrici urlanti, avrei voluto vedere la folle Barbora contro la Pironkova ma non ne ho avuto possibilità,
    Ciao Picasso, Stefano

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    1. Non l'ho vista, ma magra lo è sempre stata. Non credo sia un problema di testa, psicologico o psichiatrico. Il tennis e la mano ce l'ha, un certo carattere anche, per stare nelle prime cinque. Semplicemente tornava da un infortunio. Sulla folle e Sloane, non un so una ceppa. Ciao.

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  3. Attendo con ansia un tuo intervento celebrativo delle eroiche gesta italiote (femminili, anche se Bolelli oggi stava riuscendo nel miracolo): il breve, ma acuto, ruggito della leonessa, il trattorino Errani che si prende la rivincita sulla teutonica Petkovic, e la bella prova della Pennetta contro la Suarez Navarro. Convincente il match di Flavia, che peraltro è dalla parte giusta del tabellone, cioè quella senza Serena: potrebbe anche levarsi qualche altra soddisfazione.
    Breve notazione. Ho visto la Suarez in allenamento e poi in semifinale a Roma contro la Halep: idee chiare in campo, rovescio da cineteca e, soprattutto, una varietà di colpi insolita per il tennis femminile. Sarà che a seguire, dopo Djokovic, ho assistito al match della Sharapova, debitamente munito di protezioni acustiche... Mi domando come sia possibile, a quei livelli, non arricchire il repertorio di soluzioni diverse: un back (decentemente eseguito) per spezzare il ritmo all’avversaria oppure, eresia, prendere ogni tanto la rete. Capisco che sia difficile e/o pericoloso alterare gli automatismi di una professionista, ma in certi casi è tatticamente suicida, per esempio, non seguire a rete un buon attacco: la Halep a Roma ha perso 4 o 5 punti in una partita tiratissima commettendo il medesimo errore, vale a dire tornando indietro dalla linea del servizio dopo aver messo in difficoltà la spagnola. Alla quinta volta ha tentanto un’estemporanea ma doverosa discesa a rete, affossando un’elementare voleè di rovescio: ho capito, allora, perché preferisse rimanere dietro. Emblematico di una lacuna tecnica o, almeno, di un grave difetto di dimestichezza, che però può costare la partita. Ed è arrivata al n. 2 del ranking.
    Saluti

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    1. In tutta franchezza: ma chi se ne frega delle gesta italiane. Insomma, Bolelli a 30 anni ha capito che deve cercare la rete. Evvai.
      Errani e Pennetta hanno possibilità di vincere i loro ottavi.
      Halep-Suarez. Beh, l'ho visto anch'io quell'allenamento a Roma. Forse ci saremo anche incrociati.
      Halep certo, ha lacune notevoli. Per non parlare delle discese fughe all'indietro da rete, stile Ridolini (o Jankovic, una che è anche diventata numero 1).
      Ma non è che sia l'unica, eh. Sharapova non gioca un back dal 1997. Una volée dal '72. Serena stessa, certe volte combina macelli obbrobriosi. Il problema è che loro non ne hanno bisogno, mentre una tennista non potente come la rumena, sì. Pena diventare prevedibile e facile vittima di tenniste potenti, o più complete come la spagnola.
      Saluti a te

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.