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domenica 4 ottobre 2015

DOVE ERAVAMO RIMASTI...








Ah sì, certo. Al pre apocalisse.
Prima dello Us Open, seguito con lo stesso afflato con cui assisto alla sagra della porchetta Miss Italia presentato da una delirante Simona Ventura non presente a se stessa.
Se non all'abusata “fiaba”, si può ricorrere ad altri termini per descrivere quanto è avvenuto nella grande mela. Qualcosa cui nemmeno un pescatore di Mazara colto da visioni mistiche causa sete nel deserto del Sahara e successiva cassa di Peroni gelate sbevazzata, avrebbe potuto credere.
Vince Flavia Pennetta, a 33 anni, nel torneo, il suo preferito, già scelto come teatro delle sue ultime gesta racchettare. Magari da onorare arrivando alla seconda settimana. E invece riesce addirittura a vincere ottenendo un risultato cui non era mai andata nemmeno vicina nella sua lunga carriera, cui minimamente credeva, volando con la leggerezza di chi non ha più niente da chiedere.
C'è da gridare al miracolo a New York, o a una congiuntura astrale irripetibile. In realtà Flavia ha vinto giocando straordinariamente bene, battendo avversarie pronosticate per la vittoria finale (Azarenka e Halep), siappur in un quadro generale Wta di pochezza lacerante. Per assurdo un successo meno casuale dell'ultimo italiano, quello parigino di Francesca Schiavone, maturato grazie a un tabellone in discesa. Il resto lo fa corregionale e amica di tante battaglie Roberta Vinci, levandole di torno l'ingombrante sagoma di una Serena scricchiolante.
Quel che segue è passerella, anche fastidiosa, degli altri. Politici pavoneggianti e dirigenti gonfi come mongolfiere a far da contraltare alla normalità con cui la brindisina ha accolto e commentato il trionfo, in linea perfetta con l'atteggiamento leggero e incredulo mostrato sul campo. Consapevole di quanto una ulteriore stagione non potrebbe essere all'altezza di un simile exploit. Chi meglio di lei può saperlo?
Parrucconi clamorosi, Dotto-ing-Dirig-Gran-Figl-Di-Putt, provano a tirare Flavia per il gonnellino e convincerla a tirare avanti fino al 2016 per arraffare una (molto ipotetica) medaglietta patriottica alle Olimpiadi. Altre, come Schiavone o Kimiko Date, continuano a misurare il corpo con l'usura degli anni, forti di una grande motivazione. E ogni tanto forniscono lampi assai piacevoli della loro classe antica. Quella di Pennetta è una scelta opposta, ma altrettanto fascinosa. Ormai scarica mentalmente, vuole fare altro della sua vita, magari sfornare un Fognino urlante e tracotante come i bimbetti che ci fanno inneggiare a Erode su spiagge affollate.
Proprio ieri vedo Flavia iscritta al torneo di Pechino, nel tentativo di arraffare una (visto quanto dichiarato da lei stessa) inutile partecipazione al Master di Singapore. E boh, proprio non capisco perché macchiare la romantica chiusura al tramonto nuovayorkese con una sconfitta contro una cinese numero 200, o una Arruambarena qualsiasi.
Pennetta più forte tennista italiana di sempre? Numeri e vittorie alla mano, direi proprio di sì. Spodesta Francesca Schiavone, il cui tennis vario e fenomenale braccio, restano comunque ineguagliabili. La leonessa non potrà più vagare per piazze, tornei e mercati rionali come santona Indù, predicando alle umane genti l'ontofenomenologico senso mistico di una vittoria trascendente di slam per una italiana, sentendosi rispondere liberatorio “esticazzi?”.
Un'altra italiana da Slam. La prossima potrebbe essere Sara Errani a Parigi, ma lì, malgrado il vuoto di potere tremebondo della Wta, più che congiunture favorevoli, urge un miracolo di San Gennaro e San Tommaso che si ingroppano sulle rive dell'Aniene infestato da zanzare e pesci ratto.
E che dire, in questo quadro di surreal-tennìs, di Roberta Vinci? vincitrice morale del torneo. Autrice della più grande sorpresa tennistica che io ricordi negli ultimi dieci anni, abbattendo Serena Williams in corsa per il Grande Slam, sul centrale di casa. Dopo la crisi matrimoniale seguente al divorzio delle chichis (wawa) e l'utilizzo della clava per motivi di sponsor (excalaba, excansala, exchinsibu, excalibur imbecille!), col nuovo strumento riesce a controllare meglio i leggiadri colpi vintage esprimendo il suo miglior tennis di sempre. E fa il botto clamoroso. Manca la finale dove, contro l'amica di sempre, le manca la giusta cattiveria. Spiacevoli solo alcune cadute di stile, da provinciale tennista di circolo, sia nel post semifinale con Serena che in Cina durante la semifinale con Venus. Reazioni di dubbio gusto che poco si sposano con la bellezza raffinata del suo tennis.
Due parole le merita anche Serena Williams. La più forte di tutte, forse di sempre, reduce da una stagione trionfale malgrado gli acciacchi di una carriera ventennale, a NY aveva addosso l'ulteriore peso psicologico dello storico, forse irripetibile, Grande Slam a un passo. Nemmeno lei ha retto, cedendo di schianto in semifinale, come un Dorando Pietri accasciatosi prima del traguardo. Non sorprende certo la sua scelta di chiudere la stagione in anticipo, psicologicamente svuotata per ragioni opposte a quella della Pennetta. E nutro forti dubbi che riesca ritrovare nuovi stimoli per ripartire 2016, lasciandosi l'accaduto e gli acciacchi del suo fisico imponente alle spalle. Vuoto di potere e caos dietro l'angolo.

E gli uomini? Paradossalmente, meno emozioni e panorama cristallizzato sui soliti noti. Federer stellare nulla può contro il robot Djokovic. Il Divino attaccante cede ancora contro la macchina difensiva. Ormai stucchevole il richiamo alla “Sabr” dell'elvetico, quelle risposte in avanzamento fino a rispondere al servizio coi piedi quasi sulla linea di servizio. Una trovata clownesca e nulla più, da utilizzare solo con tennisti penosamente inferiori (fino a sconfinare con l'irrisione) come chi ha fretta di chiuderla alla svelta e deve prendere un aereo.
Più che questa pagliacciata per esegeti del nulla, il Federer estivo aveva entusiasmato, acceso speranze e piaceri quasi erotici (in me per primo) per un magnifico tennis d'attacco asfissiante e risposte aggressive, anticipate, che nulla hanno a che fare con grottesche sabr. Che, se proprio vogliamo dirla tutta, questo strumento veniva già usato in modo folle e rapace da un certo John McEnroe all'ultima fiammata della sua carriera. Nell'ultima stagione prima del ritiro, sul centrale di Melbourne, contro Boris Becker, non contro Darcis o un peone qualsiasi per il sol piacere dell'irrisione. Via, lustratevi gli occhi cisposi:
Federer così rischia di mostrarsi forte e sbeffeggiante coi deboli e smarrito pulcino bagnato col cannibale serbo, cui al limite riesce a strappare finali a Cincinnati (mica poco, però...).
Dietro questo duopolio/monopolio, il solido Murray di nuova generazione, un Wawrinka da slam alle prese con sboccati teenager che lo irridono e poco altro, con l'ectoplasma arrotato di Nadal incapace d'inventarsi Sabr o salti carpiati, ma solo smutandamenti più anticipati per evitare il time violation.


12 commenti:

  1. Picasso, sei bravissimo, come sempre. Articolo delizioso.
    Unica cosa su cui non concordo le "spiacevoli cadute di stile". Non sono un esperto ma una Williams (Venus) che ti perde due minuti, prima di battere, in un momento di grande fibrillazione e nervosismo, è veramente una provocazione. Ci stava bene il "E allora? Vuoi un te, un caffe?" della Vinci. Il minimo. Li hai visti gli sguardi che si sono scambiati le due, in Cina, a fine match? Vendetta, rancore, odio, rabbia. Una cosa stupenda. :-) ciao!

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    1. Vero quello che dici, e vero anche il clima di "odio" che si leggeva nei loro occhi.
      Mi riferivo solo a una reazione, istintiva, ruspante, che poco ha a che vedere con l'immagine che ho io di Roberta. È una mia sensazione.. E anche quelle invocazioni di tifo al pubblico, quando giochi contro un'americana, che prova il Grand Slam. Sul centrale di NY. Ve la vedete una Serena (o chi per lei) che sul Pietrangeli durante una lotta da Colosseo contro un'italiana chiede tifo?
      In Cina Venus era zoppa, dopo un paio di scambi lunghi ha preso tempo consapevole di potersi beccare il warning. Poteva chiedere il MTO durante il terzo set, ma non lo ha fatto (Muguruza lo ha chiesto sul 3-3 del tiebreak con Kerber). Sulla correttezza di Venus nessuno può dire niente. Non è lei colpevole, ma l'arbitro che non ha sanzionato. E con lei Roberta doveva lamentarsi.
      Ciao Bruno, grazie e alla prossima

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  2. Per rispondere alla discussione di sola dico che anch'io avrei reagito come Roby,il cui errore è stato farlo in italiano.
    Non c'entra molto ma solo io ho visto una Venus ingrassata da far paura? A tratti sembrava Di vedere Serena...un saluto, Marco

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    1. Già, anche quello. Se devo insultare/provocare un bergamasco, non lo faccio in dialetto barese. Ma via, è stata una cosa istintiva, ma (per me) di dubbio gusto.
      Venus inquartata, sì. Non è colpa del tuo televisore. Ma questa, abbufacchiata, con la malattia che ha, a 35 anni, gioca ancora da top ten.
      La butto lì, senza affari di famiglia superiori, per me a New York avrebbe vinto lei.
      Un saluto a te Marco

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  3. Sai Picasso io ho avuto la tua stessa sensazione che a Ny Venus potesse battere Serena e non lo ha volutamente fatto, peccato perché come sono andate poi le cose forse vinceva pure il torneo, in finale mi ha molto stranito ritiro Muguruza ...non pareva star troppo male....tennis minore hai visto Ferru' come è tornato con le pile belle cariche? rischia di essere il più fresco nel finale stagione e far lui da valletto a Novak..bell'articolo come sempre...speriamo che i boiardi italici non riescano a convincere Flavia, merita di finire cosi
    ti abbraccio Stefano

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  4. Venus che impedisce il Grand Slam alla sorella...non ci avrei creduto nemmeno vedendolo. Non è scorretto o antisportivo, ma umano. Non ho seguito le quote, ma ci avrei messo sopra casa, macchina e gatto.
    Ferrer rigenerato. Ma anche Muguruza e
    Suarez. Ormai il tennis, per alcuni, è così. Quattro mesi al massimo, pausa rinfrancante, e ancora ossessi.
    Pennetta. Spero anch'io che lo spirito di Olimpia (a molti zeri), non la convinca. Già la sua presenza a Pechino mi sembra inutile.
    Ciao a te Ste, alla prossima

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  5. Smutandamenti... povero Rafael. Ma hai ragione, Nadal non è mai riuscito a reinventare il suo tennis. Qualcosina, forse.
    In quanto al Sabr, il Rotschi ha tirato fuori dalla naftalina quello che già anni fa facevano lui e altri prima di lui (come dici tu Mc Enroe). Con i robot-picchiatori come Djokovic magari non funziona perché si sà che Roger non si trova molto a suo agio con questo tipo di gioco, troppo consumo di energia. Magari il Djoker un giorno o l'altro sarà costretto anche lui a ridimensionare la sua furia robotica. E' umano lui, no ? E poi...... ritorna il TENNIS. Che bel sogno.
    Roberta Vinci domani a Beijing se la vedrà con Mattek Sands. Ci prova gusto dopo l'US Open.
    Ma c'è pure il buon David Ferrer che zappa di nuovo alla grande (vs Rosol) come pure la sua gemella Sara Errani. Oggi ha estromesso la Petkovic e per poco vinceva con Pennetta anche il doppio contro Hingis/Mirza. Cattivella quella Mirza.
    Ciao Picasso, felice del tuo ritorno nel blog, ti mando un cordiale saluto.
    Anna Marie

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    1. Io questa benedetta/maledetta/enfatizzata fino alla nausea sabr...ancora non ho capito cosa sia. Se risposta aggressiva, anticipata e d'attacco, va benissimo. È giustissima e un'arma in più nel campionario (infinito) di Federer. Meglio che accettare il braccio di ferro dal fondo con Djokovic, nel quale 9 su 10 soccombe. Aggredendo, le sue possibilità aumentano ma spesso non sono sufficienti. Specie (solo) col mostro della laguna
      E, comunque, se questa è la sabr, non ha inventato nulla (vedasi come usava quella tattica John McEnroe).
      Nel pezzo sopra mi riferivo al rispondere sulla riga del servizio uno straccetto e buttarsi avanti, contro gente molto in fondo in classifica (Darcis, Mayer...), oltre ad essere inutile, somiglia a irrisione.
      Vinci sì, è in fiducia. La racchetta nuova e lasciare il doppio è stato paadossalmente più favorevole per lei che non per la ex che diceva di volersi concentrare sul singolo.
      Mirza cattiva? Buh, lei è Hingis non hanno rivali.
      Ciao Annamarie, un saluto, a presto

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  6. Hanno davvero una bella intesa, Hingis e Mirza. Cattivella la Mirza, nel senso che l'ho vista piantare dei return imprendibili in mezzo ai piedi delle avversarie (l'altro giorno anche a Pennetta).
    Il Sabr ? L'esperto, tale Jason Goodall, analizza il colpo con tanto di frecce gialle. Se ho ben capito, il Roger parte a sorpresa verso metà campo mentre l'avversario sta alzando la pallina per battere il servizio. (E se poi l'avversario non rimane sorpreso da questa mossa, gli rimanda la pallina in fondo al campo e il Roger, ormai troppo vicino alla rete, è fregato.)
    Snake attack ! Novità ? Nun saccio. Di sicuro, il Roger deve ancora perfezionarlo, questo Sabr. Funziona infatti un po' meno con giocatori come il Djoker.
    Se non altro, ho imparato che Jason Goodall era un giocatore professionista UK (ritiratosi all'età di 21 anni) e più tardi coach di Arantxa Sanchez, Jennifer Capriati.
    Ciao Picasso, ti saluto di nuovo
    Anna Marie

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    1. Se non mi confondo con altri, Goodall riuscì a perdere a Wimbledon contro il leone della Trinacria Alessio Di Mauro che, spalmato come un geco sui tabelloni, tirava pallonettoni (su erba, eh). Quindi chi meglio di lui per spiegarci...:)
      Sabr, ma sì. Una cosa che fa Mansour Bahrami nelle esibizioni. Per me inutile e da fare solo con i peones, anche perchè spesso mette solo la racchetta e vengono fuori stracci su cui i forti tirano cannonate.
      Altro conto è la risposta aggressiva, anticipata, che ha mostrato in estate, e che in passato usava Supermac Coi piedi dentro
      Il campo e non sulla linea di servizio.
      Un ri-saluto a te

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  7. Novak mostruoso , non so se hai visto ma Rafa pur essendo lontano parente
    di ciò che era ha comunque giocato a discreto livello eppure ha preso asfaltata, davvero imbattibile.....Muguruza ha vinto primo 1000della carriera e per me non si fermerà qui, sono convinto possa essere in futuro la nr 1, colpi pesanti ma in relazione alla staffa una discreta mobilità, io la paragono alla Kivtova anche se la spagnola ha molto meno braccio della ceca, infine gran casino sta road to Singapore ma non era meglio prima quando il master lo facevano le prime 8 e stop?
    ti abbraccio Picasso
    Stefano

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    1. Massì, Nadal in ripresa...ma ancora poca roba. Davvero non riesce più a caricare i suoi colpi con le gambe come in passato. Non so, magari il prossimo anno su terra proverà una difficile rinascita.
      Singapore...mah. Tornei che non danno punti, masterino che potrebbe portare una numero 15 avanti alla numero 9 riserva al master A. Cose ridicole.
      Ciao Stefano, a presto

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.