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lunedì 2 novembre 2015

AGA LA MAGA MAESTRA. Agnieszka Radwanska trionfa a Singapore







Ci sono momenti, situazioni, eventi, che proprio non puoi fare a meno di commentare. Ecco, che ne so: Petzschner che vince Wimbledon nudo. Adelchi Virgili trionfatore a Kuala Lumpur in tutù, Romina Oprandi capace di schiantare dopo sei ore e venti Sara Errani. Ormai rischiava di entrare tra queste chimere pseudo surreal patetiche anche Agnieszka Radwanska. Tennista sublime, dal variopinto tennis, leggero e brioso. Intelligente architetta della racchetta, con guizzi di magia da lasciarti di stucco.
Sette o otto anni fa la vidi giocare un game e pensai: ecco una pallettara insulsa, asfittica. Dove vuole andare questa? Mi bastò vedere un match intero per comprendere la finissima arte delle sue trame. La più grande tennista d'attacco esistente, sempre se non si consideri “l'attacco” ad esclusivo appannaggio di automatiche generatrici di sedie, comodini alla cazzo di quadrupede che non miagola. Perché si sa, nel comune sentire dell'anno di disgrazia 25 D.M. (Dopo Mandlikova): E' attaccante Ana “neurone morto” Ivanovic o Camila Giorgi che tira pallettoni a quaglie immaginarie, difensiva Agnese. Oppure, spesso, non ci si vuole arrendere all'evidenza e ammettere d'essersi sbagliati nel considerare la polacca (solo) una tennista di contenimento. 
Tagli, smorzate, improvvisi magheggi e conigli invisibili tirati dal cilindro, difese prodigiose trasformate in attacchi contro tempo, splendide volée giocate con mano vellutata, fanno invece della dolce Agnese dal puntuto ginocchio, una tennista unica. Almeno in questi tempi di baldracca e abominevole deriva trash-bump-crash (vetrata al sesto piano). Resta però leggera e mentalmente fragile nelle occasioni clou, per vincere uno slam (si diceva, non senza scaramanzia). Occasioni scappate via per poco. Finali giocate bene ma perse con Serena, inciampo col wurstel Lisicki nell'annus horribilis del trionfo di Bartoli a Wimbledon.
Tutto vero, le è sempre mancato qualcosa. Anche un briciolo di fortuna, quella che invece l'ha baciata (alla francese) a Singapore. Che non sarà uno slam, ma ne è parente prossimo. Complice la serata di Halloween, ambiente macabro e kitsch che si mescolano orrendamente, zucche illuminate e streghe fattucchiere ispirate, Agnese rinasce dopo due sconfitte e, ormai sull'orlo del baratro, artiglia la semifinale. Situazione discutibile, ma è la bellezza della formula dei gironi all'italiana, con buona pace di chi con una vittoria torna a casa a mangiar crauti. Da lì, disinnesca in battaglia l'iberica orca Muguruza ed è magnifica in finale a svelare la demenza tennistica di Petra Kvitova, che a sua volta aveva irriso la demenza ancor più lacerante e urlata (e senza la stessa mano) della siberiana Maria Sharapova. Che al mercato mio padre comprò.
Dolcetto o scherzetto? Vince la non attaccante Agnieska Radwanska, più intelligente e offensiva delle attaccanti con due neuroni miopi e urlanti nella zucca. Non di Halloween. Voto: 9.

Petra Kvitova. Anche lei in finale malgrado due sconfitte nel girone è salvata dalla connazionale Safarova. Lei e Serena hanno potenza e mano per non consentire a Sharapova di pestare da ferma, e la abbatte in semifinale. Poi Aga fa lo stesso con lei, in modo lezioso. Voto: 7

Maria Sharapova. Urlante furia cieca nel girone. Afona e goffa in semifinale, con le corde vocali avvilite e lesionate. Voto: sciò

Garbine Muguruza. Mi piace ripetere (all'infinito) le parole di un seccato papà Giorgi, nel maggio 2015. Scolpite nella pietra, come le Tavole di Hammurabi: “Cosa penso di Giorgi-Muguruza? Camila è mooooolto più forte”. Qualcuno continua a crederci, sbraitando in un manicomio navale. Voto: 6,5

Flavia Pennetta. Onora al meglio la (possibile, ormai è una telenovelas e Binaghi continua nell'attività di quasi stalker) finale passerella di una carriera splendida. Toppa solo l'incontro iniziale con Halep, altrimenti la semifinale l'avrebbe raggiunta. Voto: 8 (alla carriera)

Angelique Kerber. Rinoceronte molle. Voto 4,5.

Simona Halep. Motorino senza benzina. Voto: 5

Lucie Safarova. Spiritata e non al meglio, serve solo a far passare Kvitova. Voto: 6


4 commenti:

  1. Però ! Sono contenta per "boccuccia di rose". Avrei piuttosto pensato a Flavia Pennetta come vincitrice. La vedevo molto motivata a aggiungere quest'ultima pietruzza alla corona della sua carriera. D'altra parte, è anche vero che, come qualcuno aveva detto, tennis is a strange game.
    Muguruza, Muguruza. E' una ragazza tutta miele e sorriso finché le cose vanno come crede lei, senno volano racchette. Forse dovrebbe porsi il problema di affinare un pochino la sua tecnica di gioco. Fino all'inizio dell'Australian Open rimangono parecchie settimane.
    Sharapova ha lasciato Dimitrov e ora tutti due sembrano in alto mare. (Dimitrov dice che ha congedato Roger Rasheed perché era troppo severo. A lui piace divertirsi !)
    Ciao Picasso, ora voglio vedere Mahut che gioca a Bercy.
    Un caro saluto
    Anna Marie

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    1. Insomma, determinata ma ha toppato clamorosamente la prima partita. Altrimenti poteva anche giocarsela, visto l'equilibrio che c'era.
      Muguruza non mi piace, prototipo di moderna tennista, in più simpatica come l'orchite.
      Dimitrovo, buh. Il ragazzo ha talento, non abbastanza per vincere slam senza avere un fisico all'altezza di chi domina. Se vuole divertirsi, lo farà fuori dai top 10.
      Un saluto a te, Anna Marie. Alla prossima

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  2. Sono sincero , non avrei mai detto che Agnese riuscisse a battere Petra, di solito la maga contro i pesi massimi come Muguruza e Kvitova soffre, la ceca oltretutto oltre alla potenza devastante ha(secondo me ) pure una mano molto educata, bah meglio cosi, giusto premio alla carriera oltretutto nel suo anno meno buono..Rafa /Roger ..beh..lo svizzero ha sconfitto il suo demone, l'uomo che pensava di non poter battere mai più, lo ha fatto al terzo set quando io mi dicevo 'ora vince il toro di Manacor', mi permetto però di dire che questo è comunque un discreto Rafa,in ripresa, forse già sufficiente al meglio dei 5set a portare a casa l'ennesimo Roland Garros, intanto non è detto che al master sia lui a porre fine al cannibbalismo di Djokovic che prima o poi perderà..ciao Picasso, ti abbraccio...p.s.:mi fa tristezza l'oblio in cui è caduta la Townsend, spero sia un momento così. ...
    stefano

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    1. Non credo soffra i pesi massimi e le picchiatrici. Ormai il 95% delle top 100 lo è. Quindi, le capita di perdere come di vincere. Anzi, per me va più in difficoltà con le pallettare difensive, stile Errani.
      Bah, tutta questa enfasi per una finale a Basilea? Le finali storiche della rivalità restano quelle di Wimbledon e degli slam. Federer buono, Nadal meno peggio dei mesi scorsi, ma il risultato (specie sul veloce indoor) era scontato. Se Federer perde pure da questo Nadal (che stava 1-6 3-5 col grande Roso), altro che demone. Fantasma formaggini, al limite.
      Se questo Djokovic perde da questo Nadal a Londra, mi taglio una palla e la uso come ciondolo. :)
      Ciao Stefano, alla prossima

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.