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lunedì 4 aprile 2016

IL RITORNO DEI GUN'S N'ROSES. ROBA DA 90's









Ok, il piatto tennis langue. Djokovic e Azarenka, tremendamente simili (tranne una maggiore sobrietà e femminilità del serbo) procedono spediti e meccanici come locomotive. A Miami bissano entrambi il successo di Indian Wells senza colpo ferire e concessione allo spettacolo, complici avvesari alla deriva. Murray neo papà imbraccia la racchetta come fosse un pannolino, Federer ancora ai box, Wawrinka tornato brufoloso torello svogliato di qualche anno fa. E gli altri? Bravo Nishikori, ma ancora di una cilindrata inferiore. Cresce Kyrgios, ma non abbastanza. Tra le donne è un assolo della petomane bielorussa, nel deserto subsahariana di avversarie credibili. Radwanska eterna incompiuta, Serena smoccolante si fa sorprendere da una rediviva (un paio di volte l'anno sfodera prestazioni da cinghiale -maschio- in calore) Kuznetsova.
Quanto ai provinciali fatti di casa nostra, al solito assordante concerto afono maschile si appaia anche quello (meno consueto) femminile. Vinci claudicante, Giorgi sparacchiante (a vuoto), Pennetta intenta a scegliere il vestito da sposa (malgrado Malagò e Binaghi provino a bruciarlo notte tempo), Errani torna dalla tournè americana con una decina di giochi vinti, schiacciata come un mosquitos dalla Osaka (se non succederà qualcosa di imponderabile, questa ragazzona nippo haitiana entro tre anni vincerà uno Slam). A chi timidamente
glielo fa notare, lei risponde sui social qualcosa tipo: "tu quanti ne hai vinti?
#zzovuoidametu". Roba da far impallidire dodicenni bimbiminchia problematici con ego spropositato in relazione alla realtà.
Tiene però banco l'annosissima questione Giorgi-Fit. Roba da non dormirci la notte. Leggo di una rottura definitiva della nostra orba cacciatrice di quaglie morte e la Federazione, annessi retroscena (fino ad ora secretati) di passate liti e stracci volanti. E, per una volta, non so chi faccia più ridere, prevalendo una sinistra sensazione di profonda pena. Come Pilato, me ne lavo le mani e butto tutti dalla torre.

Fortuna che c'è la musica. Notizia da pesce d'aprile mancato, il concerto a sorpresa dei Guns (fuckin') Roses al Troubadour di Los Angeles, laddove tutto ebbe inizio trent'anni prima. Suggestivo e di notevole impatto. Roba da anni novanta ruggenti, ricordi indelebili e flash di anni ruggenti. Una band che, bene o male, ha segnato un tempo. Cosa possono saperne i directioners. Irruppero come un lampo nella scena hard rock surclassando le band del tempo, perché capaci di un miscuglio clamorosamente vincente. Rock duro, chitarra fumante, slanci melodici e carisma debordante dei due leader, amici-nemici, bizzose prime donne (Axl -soprattutto- e Slash). Il biondo efebico dalla voce alla varechina e il ricciolone col cappello, sigaretta tra le labbra e Gibson Les Paul da violentare. 
Un lampo, meteora di qualche anno, l'impatto bestialmente rude di "Appetite for distruction", prima di addolcimenti e pacchianerie da neomelodici, polpettoni stile romanze ottocentesche con struggenti tappeti di piano. Dal vorace appetito distruttore all'occhiolino languido e derive di onnipotenza. Sbronze, rock, donne e droga, poi l'inevitabile scissione a causa di rancori, bizze e interessi dei due leader. Ventitrè anni di veleni e carriere soliste, diritti e carte bollate, prima del ritorno dell'altro giorno. Lancio per un tour estivo. 
Cos'avranno ancora da dire questi cinquantenni ex ragazzacci del rock? Poco, temo. Sperando di sbagliarmi. Tranne una barca di soldi che pioverà sulle loro teste e nostalgia dei fan (per loro e anche per quegli anni di giovinezza) ancora senza soldi. Slash pare sempre lo stesso, la sua verve creativa non si è interrotta nei vari progetti solisti. Duff McKagan al basso sembra addirittura migliorato rispetto a quando da giovane era solito ruzzolare sul palco, portato via a braccia. Axl è la caricatura bolsa e afona dell'animale da palcoscenico che fu. E gli altri? In questa reunion dimezzata mancherà Izzy Stradlin, sottovalutata chitarra ritmica e anima creativa. Non ci sarà Steven Adler, primo batterista già allontanato negli anni novanta a causa dell'eroina, ma nemmeno il suo sostituto di allora (Matt Sorum).
Cosa sarà questa reunion, chi può dirlo. Il pericolo diventi solo materiale per nostalgici rincoglioniti ex capelloni (non parlo solo di me), è forte. Le rockstar dovrebbero morire giovani, altrimenti il loro ricordo viene sporcato, diceva un saggio. Tranne che per gli Stones, arzilli settantenni che suonano "Sympathy for the devil" davanti a 500 mila spettatori a Cuba, mentre Fidel Castro dorme di un sonno misterioso.

7 commenti:

  1. "tremendamente simili (tranne una maggiore sobrietà e femminilità del serbo)". Oddio, Picasso, cosa dici mai. Se il Djoker venisse a saperlo si strapperebbe la maglietta dal petto, giusto per dimostrarti che lui mascolo è.
    Non so se lo hai visto contro David Goffin. Era isterico e si è calmato solo dopo il tiebreak. Per il povero Goffin, bianco come il latte, nel secondo set più nulla c'era da fare. Il sole lo aveva reso rosso come un peperone e quindi praticamente innocuo.
    Dei Gun's N'Roses posso, francamente, fare a meno come anche del Djoker e della Vika.
    Ciao Picasso, ti mando un caro saluto da South Switzerland primaverile.
    Anna Marie

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    1. E lo so, ma sarebbe più femminile di Vika anche Radek Stepanek o l'abominevole uomo delle nevi.
      Ciao Anna Marie, un saluto a te e al tepore primaverile della South Switzerland

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  2. Ciao Picasso,certe volte penso che la Giorgi,senza lo scienziato pazzo,potrebbe...Lisicki ando'in finale,sparando palline,a Wimbledon.Ma in quella "indimenticabile"finale mi perde da una con un padre pazzo,e allora penso che un padre pazzo e'addirittura un valore aggiunto e torno alla casella di partenza.Radwanska gioca a tennis,ha un cervello e non vince,Serena non completa uno slam.McEnroe perde a parigi da Lendl(non mi sono ancora ripreso),Materazzi alza la champions e Ibra no.Il bello dello sport?No,gli Dei sono ingiusti.Ti prego,dammi una risposta condita da perfido sarcasmo per confortare una mente malata.che papa' Giorgi mi fa' un baffo.D'altronde ti leggo per quello,mica perche'sai di tennis(e assai).Ciao.Paolo P.

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    1. Mi viene in mente anche Mertesacker campione del mondo e Van Basten (o Baresi) no. Inutile arrovellarsi sulle componenti necessarie per vincere...fato, talento, forza di volontà, fortuna, caso. A volte è necessaria una combinazione tra loro. E, soprattutto, trovarsi nel posto giusto al momento giusto, avendo comunque qualcuna delle basi di cui sopra. Penso a Pennetta, Cilic, Bartoli o Schiavone. In ogni ambito conta anche quello.
      Quanto all'annoso caso Giorgi...alt. Lisicki spara tutto, ma ha un servizio straordinario, la "capacità" (che avrebbe anche un fagiolo borlotto) di giocare ogni tanto palle difensive, per non parlare dei drop shot che la creatura nostrana non contempla nel suo bagagli(ai)o tecnico. Lei, anzi il suo padre creatore, è convinto di poter andare oltre la fisica/balistica. Se ci riescono, fanno
      13. Ma per farlo devono cambiare il tennis, e non mi pare cosa agevole.
      Discorso difficile quello dei padri/padroni schiavisti nel tennis. Alcune sono creature dipendenti. Perso il padre/madre domatore non hanno ragione di esistere, si smarriscono. Altre sono capaci di reinventarsi e crescere. Per me Camila senza padre, ormai a 24 anni, sarebbe persa. Mentalmente e tecnicamente, quasi impossibile cambiarle il software.
      Il padre è pazzo, ma ha le idee chiare (nella sua pazzia). Somiglia a quelli che per anni giocano scommesse per centrare il Superenalotto o vincere un miliardo grazie a un metodo infallibile (inesistente) invece che tante schedine vincenti da mille euro. Alla fine, o rimane in mutande (immagine fortissima) o sbanca tutto. Ma le possibilità sono esigue.
      Ciao Paolo, alla prossima

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  3. Ciao Picasso , oggi ha vinto nella vecchia e fascinosa Charleston una delle mie preferite la Sloane Stephens, giocando davvero bene , non so come la pensi non ti sei mai troppo sbilanciato su di lei ma io la trovo talentuosa..secondo me ha molto di più delle ottuse picchiatrici fatte con lo stampino che si vedono in giro...picchia forte pure lei ovvio ma se ha voglia sa anche difendersi ed ha una manina superiore alla media (anche a rete sa giocarci quando ci va)...il fatto che sia solo 21al mondo attualmente e che non abbia mai vinto uno slam (o che non ci sia andata vicina)me lo spiego solo col fatto che abbia credo poca testa..perché ripeto mezzi fisici e tecnici ne ha a iosa ....non ho visto la Giorgi ma leggevo qua è la' di arbitraggio scandaloso, nastri contrari alla nostra etc etc....certo vedi punteggio e Dominika (torna minimo top 20a fine anno per me) le ha rifilato un 6 0.....
    P.s.:io la Sloane la trovo bellissima e mi piaceva pure la governatrice del South Carolina che la ha premiata....ti abbraccio caro Picasso da una Milano in fiore..quasi estiva
    stefano

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    1. Insomma, torneo comunque minore. Deve fare il grande salto negli Slam o comunque tornei più importanti.
      Mi era sfuggito il post Cibulkova-Casta Diva stile processo di Biscardi, pali, fuorigioco e struggente invocazione della moviola in camBo. Cose patetiche e un po' ridicole, già sentite in Schiavone-Li a Parigi. Ma almeno lì una palla dubbia era in un match acceso e punto delicato. Qui su una partita finita 6-4 6-0 si rasenta la malattia mentale.
      Ciao Stefano, un saluto a te

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  4. E intanto Nadal, quatto quatto mogio mogio....

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.