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giovedì 12 maggio 2016

GLADIATORI ITALIANI AL FORO ITALICO - Ma quanto è bello il Foro, eh?Rewind -







Ha tutti i torti quel vecchio genio di Woody Allen che nel raccapricciante “To Rome with love” dipinge l’Italia come un paese meravigliosamente bello, ma popolato da grottesche macchiette?
Niente Foro Italico per me quest’anno, e nisba spumeggianti (non meno che impeccabili) resoconti dal campo. Mi sono però divertito seguendo il torneo sulla Tv Federale. Mezz'ora al giorno, non di più, come metadone. Uno spettacolo a metà tra la D’Urso che sottolinea i dati auditel e la buon’anima (pare sia ancora vivo, ma dovrei controllare su wikipedia e mi scoccia) Emilio Fede nel divinare le gesta politiche e amatorie di Silvio Berlusconi.
Il Pontefice Binaghi gonfia il petto e volge l’altero sguardo alle tribune gremite, mentre si concede un giro nella suburra del Ground a bordo della Papa mobile guidata da Galimberti (e Nargiso navigatore assopito). Gridolini e sudditi genuflessi che gli baciano l’anello pontificio. 
Su Supertennis è il trionfo della pomposa autocelebrazione. “Ecco alle nostre spalle, ammirate la cornice di pubblico...record di spettatori...ma poi, chi ce l’ha uno stadio come il Pietrangeli?...eh, i tennisti amano questo campo, circondato dalle statue...pagherebbero per giocarci...ma certo, a qualcuno incute timore...ma guardate la bellezza, è magia pura...”, prima di snocciolare dati e numeri strepitosi sull’affluenza. Alla quarta volta in mezz’ora che ci viene ricordato con afflato servilmente languido, anche chi ha respirato per anni quella splendida atmosfera rischia di essere colto da raptus, inconsulta voglia di diventare foreign fighters e lasciarsi esplodere sul Pietrangeli (il magnifico Pietrangeli, pieno in ogni ordine di posti da gente estasiata che...e via dicendo).
Nello studiolo ospitano la leggenda Stan Smith. Il bravo presentatore annaspa con salivazione azzerata, potrebbe chiedergli mille cose, aneddoti sulla sua carriera. Invece parte a testa bassa, dopo un compiaciuto sguardo allo stadio alle spalle: "Che spettacolo Stan, eh? 26 mila oggi. Piccolo Slam, eh?". Gelo. L'ex campione vorrebbe gettarsi giù a volo di gabbiano. Fortunatamente poi, passano a discernere di questioni tecniche. Federer, Djokovic? Un suo incontro con Laver? No. Gli chiedono cosa ne pensi del nostro numero 333 atp, tale Sonego. Quello, pensando fosse un pizzaiolo di Trastevere, ordina una quattro formaggi e se ne va. Scena meravigliosa. Nel mio personale tabellino delle storiche perle supertennis, appena dietro l’intervista a Connors quando, al cospetto del grande Jimbo, un proditorio gerarca Fit squittì: “Ma quella palla contestata nel match con Barazzutti nel ’77...”. Jimbo lo guardò come fosse un escremento di topo, domandandosi se quel curioso esemplare provenisse dalla repubblica di Bananas. Resiste sul podio invece la storica domanda a Novak Djokovic, appena laureatosi campione del Foro: “Ehilà Nole, che ne pensi di Fognini? Ti sei allenato insieme...diventerà top 10?”.
La mantrica autofellazione sulle italiche bellezze del Foro, che sconfina nel provincialismo più penoso, provoca un effetto comico notevole. Ma sarebbe nulla se non abbinata all'epica esaltazione degli eroi tricolori che “accenderanno di tifo” gli spalti del museo a cielo aperto. Il tragicomico è completo.

Ma benone, il bilancio semiserio per gli italiani può essere stilato già al mercoledì: 11-1. 10 eliminazioni al primo turno, una (1) vittoria, del sibaritico Seppi.
Flavia Pennetta. Ok, su una cosa hanno ragione: l'impianto, specie il Pietrangeli, è sempre gremito, anche per vedere Pio e Amedeo in zoccoli che giocano a calcio tennis con Totti. Gli organizzatori, luciferini, trovano l’unico momento in cui ci sono pochi avventori sugli spalti, per celebrare l'addio ufficiale di Flavia organizzato dalla Wta. Molto triste. Lacrimucce, Fognini coi fiori e dalle deserte tribune l’eco di un pazzo che grida “Gioca le olimpiadi di Rioooo!!!”. Prontamente allontanato dalla security, si scoprirà essere Malagò in uno dei suoi migliori travestimenti, con baffi da Groucho Marx.
Ma vediamo i gladiatori italiani in campo al Foro.
Sara Errani. Heater Watson si qualifica dopo due maratone e l'improvvido telecronista (prontamente impiccato all'alba) si sbilancia "Gli organizzatori non la manderanno certo in campo lunedì, dandole un giorno di riposo...". L'altro, scafato: "beh, dovesse trovare Errani la vorrei in campo lunedì mattina...". Detto, fatto. Errani-Watson, lunedì all'alba. Caso. Ma la nostra eroina padellara cede alla distanza contro la stremata inglesina. Non sono meglio di Zalone? A onor del vero però, Sarita accusa dolori al costato-carenza di ferro-stipsi. Fateci caso: non ha mai perso quando sta bene. In perfetta forma avrebbe vinto più di Serena e Billie Jean King.
Karin Knapp.  È sorteggiata contro la ceca Strycova, un folletto talentuoso che gioca a tutto campo con mano vellutata. In cabina però fanno sapere alla massaia di Mendrisio quanto la nostra semovente cassapanca coi piedi che spara roncole dritto per dritto, abbia più talento della ceca: "Non c'è paragone!". Questi sarebbero riusciti a dirci anche che Mussolini aveva i boccoli. Ovviamente la Strycova domina, quasi irride l'italiana con un duplice 6-2. Ma Knapp era ancora menomata. Ginocchio-caviglia-piede, oh-oh (citando Don Lurio).
Francesca Schiavone. Prevedibilmente maltrattata dalla Safarova, si lagna dei "tre gatti sugli spalti" (prontamente bippata. Anzi, non un monosillabo sulla sua conferenza stampa). E, figuriamoci, anche la leonessa lamenta dolori fisici. Non era al meglio. Polpaccio-cavo popliteo-unghie usurate.
Roberta Vinci. Le chiedono che tempo fa, e quella risponde: "quando ho battuto Sereeeena a Neve Yorke...". Fuori di testa, ormai. Schiantata 6-0 6-4 dall'inglese Konta, e tramontane di fischi. Ma (poteva mancare solo lei?) non stava bene per i problemi al tendine d'achille. Ingenui.
Claudia Giovine. 26enne poco gradita rispetto ad altre protette fit e ben più giovani promesse (24enni) che ha battuto meritatamente nel baraccone prequali, entra in tabellone. Perde onorevolmente in tre set contro la McHale.
Insomma, Caporetto, mattanza, disfatta, ancor più pietosa se si pensa alle attese annunziate marzialmente in stile Istituto Luce. Ma, tutte quante avevano problemi fisici. A proposito, ci sarebbe anche la predestinata Camila Giorgi che, per un infortunio (presumibilmente diplomatico) non è venuta a Roma. Ma come, le altre pur gravemente menomate hanno difeso l'onore della patria e lei si tira fuori? Diserzione, fucilata nel petto. Come darle torto, dopo la burrascosa rottura con la Fit, notoriamente gente poco rancorosa, l'avrebbero mandata ad allenarsi su un campo di Tor Bella Monaca e pranzare alla porchetteria da Pietro er sudicione al Quartaccio.

Fortuna che ci sono gli uomini, valorosi e indomiti.
Fabio Fognini. Mattatore nell'esibizione con Totti, perde seccamente da Garcia Lopez. Si lamenta dei campi veloci e di non essere stato programmato sul Pietrangeli. Fischiato anche quest'anno. Ma (c'erano dubbi?) pure lui reduce da un infortunio e quindi gravemente menomato. In cabina però, ci vedono del buono. Molto buono. "Dopo aver perso nettamente il primo set, molti altri avrebbero sciolto. FABIO NO! Ha lottato, arrivando al tie-break del secondo...". Segnali molto incoraggianti, quindi, e bicchiere (di grappa) mezzo pieno. Il problema è che si sono scolati la bottiglia, di grappa.
Paolo Lorenzi raccatta le briciole contro  Bautista Agut.
Andreas Seppi. Unico, miracoloso, a passare un turno contro Pospisil. Poi Gasquet lo fa a fettine come una trota salmonata. Eppure, a sentire Nargiso che parlava di match 50 e 50, un disperato che non aveva mai visto i due, guardando Seppi quotato a 7,00, ci avrà puntato lo stipendio. E poi si sarà impiccato sotto il Tevere.
Pippo Volandri. Coi suoi limiti, a 35 anni, ormai part-time, non partecipa al circo delle prequali, quindi niente wild card malgrado tutt'ora si metta nel taschino tutti i giovanotti italiani. Senza parlare del passato. Entra all'ultimo momento e passa le qualificazioni, prima di giocarsela con Ferrer.
Lorenzo Sonego. Lotta alla pari con Sousa, facendo vedere belle cose. Volto e fisico da adolescente che pesa 12 kg, buoni fondamentali su cui lavorare, ma lascia ben sperare il carattere.

Insomma, questo è. Per i bilanci seri sul tennis vero, c'è tempo. Ma poi, l'avete visto il Pietrangeli pieno? Numeri da record in uno scenario che trasuda storia e...


6 commenti:

  1. Spero che la tua mezz'ora di oggi tu la abbia dedicata a Barbora che contro Eugenie ha fatto capire la differenza tra chi ha talento e chi no...anche Carlita Timea gran match,molto molto divertente...sai Picasso mi sto convincendo che se Serena dovesse abusare ancora di cibo per cani a Roma potrebbe essere turno finalmente della Keys o della Muguruza,domani Rafito Novak...mi sbaglierò ma il monacello di Manacor(come tu lo definisti una volta)non parte battuto e se perde si farà prima tumulare in campo,anche Goffin può dare noia a Murray...ciao un caro abbraccio
    stefano

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    1. Non ho visto, ma non avevo dubbi. Nemmeno quando Strycova era 173 al mondo, che abbia più talento e completezza tennistica della belieber canadese. Oltre al talento naturale, ora la ceca si è messa in testa anche di allenarsi come si deve, è smagrita e in forma.
      Che Nadal prima di perdere si farebbe tumulare, non ci piove. Djokovic balbetta, e può dargli qualche speranza, ma se alza un po' il ritmo come a inizio anno, la vedo segnata.
      Ciao Stefano, alla prossima

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  2. D'accordo su tutto. Mi rendo conto anche di una cosa. Il pubblico è assurdo!! Gente che mangia le noccioline, bambini col cornetto in mano, neonati, ottantacinquenni con badante, la Pericoli con le amiche in prima fila che commenta i gonnellini. Insomma un'atmosfera che l'open di Rio è il massimo della compostezza. Si respira aria di sagra della Porchetta. Ma va bene così. La serata d'addio alla Pennetta credo che sia stata una delle cose più trash e tristi a cui abbia assistito da anni. Al culmine del pathos c'erano pure due gemelle non altissime (ma chi erano?) che, non so, ho ricordi sfumati, hanno srotolato uno striscione e si son fatte fotografare in campo con la campionessa. Ma forse era un sogno. Tennisticamente parlando, mi pare una gita di gruppo, questo torneo. Ciao pic, a presto

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    1. Sì, hai ragione. Ci sono stato più volte e l'atmosfera è quella. Un appening, occasione di passeggio, pic-nic, shopping. È un po' ovunque così, ma qui di più. Testato come su 10, uno o due sapranno le regole del tennis, qualcuno si chiede se esista il calcio d'angolo. La percentuale scende se chiedi chi è Gasquet, o Raonic.
      Quanto a Pennetta, l'ho trovato molto triste. All'imbrunire, senza vertici federali e del Coni, programmata a match finiti con tre gatti sugli spalti e pochissime colleghe (lei che era molto amata). Costava molto metterla prima di un match, quando lo stadio era pieno? mistero. Forse ci sono rimasti male per il "niet" alle Olimpiadi.
      Ciao Bruno, alla prossima

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  3. Spassoso e amaro come sempre. Un triste cupio dissolvi per il tennis italiano, specie quello in gonnella che dopo il quartetto ormai in via di dissolvimento non ha ricambi passabili in vista. Mi sa che per rivedere qualche giocatore italiano dalle parti della Top 20, sia al maschile che al femminile, dovremo aspettare minimo un decennio (minimo). Poi vabbè, solito provincialismo misto tra demenziale e grottesco, gli Internazionali di Roma son sempre così, un po' perché l'Italia è questa in ogni campo, un po' perché il 99% delle notizie sportive è "calcio" e basta per cui il pubblico conosce al massimo Federer, Nadal, Djokovic, Serena e la Sharapova. Già Murray o la Azarenka per dire li conoscono pochi di quelli che affollano le tribune del Foro

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    1. Sì, sono fisiologicamente agli sgoccioli le 4. Forse Vinci ha la possibilità di qualche lampo. Knapp e Errani possono stare nelle 50 per qualche stagione. Per il resto, largo alle gggiovani Burnett e Caregaro (che le buscano pure da nonna Brianti).
      Quanto al resto, sì. Anche normale, ma si sentono cose agghiaccianti...

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.