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venerdì 3 giugno 2016

ROLAND GARROS 2016 - Pioggia, l'arca di Noè, pagelle bagnate





La pioggia incessante trasforma il Roland Garros in un evento biblico, epico. Epicamente rompi cazzo. Pioggia mai vista, scrosci improvvisi, poi acqua a secchiate e ancora pioggia senza fine. Si teme l'inondazione, straripamento della Senna con la Gioconda che galleggia sulle acque del fiume nero pece e una zattera di patrioti italiani che la riporta in Italia esposta ad Amici di Maria De Filippi. Ritornano alla mente immagini di ciclisti coperti di terra e fango dopo la Parigi-Roubaix. In quest'atmosfera da tregenda e imminente fine del mondo, quale finale più giusto di un Gasquet che alza la coppa (e la fa cadere a terra, svenendo)? Inzaccherato dopo una furibonda lotta di sei ore e mezza sotto l'acqua, per  11-9 al quinto con Djokovic che si suicida sbattendosi la racchetta sulla carotide.
Niente di tutto questo, peccato.
Veniamo allora ad una carrellata finale, con fluttuanti pagelle umide e fulminati giudizi.

Uomini

Murray/Djokovic. (La Corazzata Potempkin versione Scarie movie). Li metto insieme, per risparmiare spazio. Non nella stessa gabbia, però, perché tra macaco col ciclo mestruale e murena visibilmente affetta da esaurimento nervoso, non c'è spazio in nessun manicomio zoofilo. Capirete come debba soffermarmi su insopportabili dati caratteriali, perché sull'insostenibile noia tecnica già si è detto e rischierei di concludere che mi manca Nadal (consegnandomi poi alle autorità competenti per un pronto ricovero nel manicomio criminale di Aversa). 
Gemelli autentitici, sin dall'esordio. Arrivano in finale tra urlacci, smorfie, frasi insensate, occhi appallati, stucchevoli piagnistei, bocche atrocemente aperte, racchette maldestramente sbattute in terra (macchinosi e innaturali anche in quello) col rischio di centrare giudici di linea ed essere squalificati (no, anzi, quello avviene solo se ti chiami Koellerer, stai fuori dai cento e sei l'anticristo). 
A un certo punto anche basta.
Li guardi e ti viene in mente un perverso parallelo con le finali tra Connors e McEnroe, forse i due più irascibili e maleducati dell'era open, nel quasi Mesozoico. Cosa manca a Murray e Djokovic? L'autenticità. C'è la stessa differenza che corre tra l'andare nel Bronx di notte o in un pub per fighetta finti teppisti chiamato "bronx". Nessuna sfuriata dettata dal momento, ma stucchevoli, compulsivi, piagnistei. Djokovic passa anche per simpatico, perché a finte scenate irose abbina patetiche scenette ilari, altrettanto plastificate. Murray almeno ce le risparmia.
Ovvio, la posta era altissima, il traguardo ormai un tarlo maniacale, il tutto ingigantito da condizioni al limite dell'Isola dei famosi durante un uragano, ma il serbo davvero è parso sopra le righe. Anche in considerazione di un tabellone da atp 250 fino alla finale. Murray si è salvato fortunosamente da primi turni trappola e, se ne hai viste abbastanza di questo sport, la conseguenza naturale è che alla fine possa vincerlo, o almeno andarci vicinissimo. Ma veniamo al dato tecnico in senso stretto: tra i due che giocano quasi a specchio, vince chi è più in palla fisicamente, quindi Djokovic. È facile da decifrare il tennis attuale. Djokovic vince meritando, alzando il livello nel torneo che più gli interessava. È il più forte di tutti. Forse completerà il Grande Slam, magari diventerà il goat (qualsiasi cosa questa minchiata significhi).
Richard Gasquet 7. "L'allocco dalle piume dorate" (dal titolo del mio imminente romanzo in lingua francese, sicuro caposaldo del nuovo esistenzialismo demenziale post-pop d'oltralpe) che fluttua e danza, magnificamente storto, a fil di pioggia ai bordi della Senna che si ribella ed esonda. Uno Charlot nel mezzo del film "armageddon". Tutto portava ad un suo auccesso finale, eroico, commovente. E infatti pareva ispirato, con l'occhio furbo da mariuolo. Per due set dà lezioni di dritto, rovescio e punto croce anche a Murray nei quarti, poi saluta, con passo da Charlot sotto la pioggia.
Stan Wawrinka 6. L'unico a poterci risparmiare l'atrocità di un Murray-Djokovic. Stavolta però gli manca il sublime piglio da canaro della Magliana, giustiziere di tutti i vessati dalla prepotente noia serbo-scizzese.
Dominic Thiem 7. Volto nuovo nei quartieri nobili, da oggi "sberla" Thiem. L'austriaco tira infatti sberloni da ogni lato che è un piacere. Ormai top ten a tutti gli effetti. Peccato solo per la resa/stesa in semifinale con Djokovic.
Ernests Gulbis 6+. A leggerlo negli ottavi, dopo aver battuto due alla sua portata e sfruttando l'infortunio di Tsonga, uno pensa che dal cielo più che acqua piova vodka. Poi dopo un set da lotta nel fango si lascia irretire come un cefalo dal nano Goffin, e tutto torna nella normalità. Prima o poi esploderà. Se non in questa, in una delle prossime due o tre vite.
David Goffin 6,5. Piglio da spocchioso collegiale inglese con gilet a quadri e riga di lato durante il funerale del suo cane, però ha mano, tennis e carattere per stare nei quartieri nobili. Per impensierire quelli lassù avrebbe bisogno di un po' di fisico. Per divertirmi, di un po' di brio e follia. Perché gioca bene, ma mi provoca letali botte di sonno. 
Tomas Berdych 5,5. Più inutile di Fassina candidato sindaco di Roma.
Ciurma italica. I soliti disertori e detrattori della patria non credevano al verbo di chi, dalle pagine di siti specializzati (in cazzate) strombazzava: Fognini su terra è inferiore solo a Djokovic e Nadal. Forse. Nadal l'ha già battuto, Con Djokovic s'è fatto un selfie e pare brutto batterlo. Quindi, cosa volete ancora? Perde da Young, che su terra non è buono nemmeno a mangiare un sandwich. Per il resto, ecatombe senza eguali. Mai disfatta simile dai tempi di Narducci e Pistolesi. Ma il movimento è in salute. I traditori della patria di cui sopra si saranno commossi un po' vedendo il reietto Adriano Panatta, trionfatore quarant'anni fa a Parigi, premiare il vincitore. Finalmente uno che rende orgogliosi (i disertori). Non a caso, è stato epurato. Da quel 1976 nessun italiano ha vinto su quei campi, ma nemmeno si è lontanamente avvicinato all'idea di poterci provare. Tranne Fognini, che sempre secondo quei siti specializzati in cazzate è inferiore solo...(risata).

Donne

Garbine Muguruza 8. Mentre riceve la coppa del Roland Garros con occhio lucido, la mia mente (malata) vola ad un uomo dai capelli argentati ed elettrizzati, che in una grigia stanza, al riparo dal resto della popolazione, ripete: "Chi, Muguruza?...via, basta con queste domande, Camila è mooooolto più forte". E ora continua a ripeterselo, con un imbuto in testa, occhio sbarrato a palla, mentre emette strani versi e prende a schiaffi il muro per quella domanda impertinente. La sua creatura, tre anni più grande di Garbine, stenta a restare nelle 50. Ma non diteglielo, o entreranno gli infermieri per un'iniezione e camicia di forza.
Puttanate a parte, questa cavallona iberica gioca un torneo perfetto, condito da finale super. Picchia e rintuzza i colpi di Serena a volto scoperto. Se riuscirà a tenere questi ritmi (difficile), abbiamo trovato una numero uno.
Serena Williams 7. Più che la finale, persa contro una Muguruza che le è stata semplicemente superiore, mi colpisce un'altra cosa. In semifinale arranca contro la pestifera Putintseva, sotto la pioggia e in un clima autunnale. Lei ha 35 anni, vinto 21 slam, 70 tornei, oro alle olimpiadi, non so quanti doppi, quasi 300 o 3000 settimane da numero uno e 100 milioni in premi (sponsor esclusi), eppure sta lì, soffre, cerca soluzioni mai viste, alza palle difensive, s'inventa smorzate inedite, rudimentali non meno che brutte, ma alla fine la spunta. Ecco la differenza tra una campionessa e l'autismo tennistico di chi, dall'alto del numero 50, dice candidamente: "il mio gioco è questo, non ho piani b. L'avversaria? Non mi interessa". Ma questa è un'altra, triste, storia.
Kiki Bartens 7. Vista anni fa, catalogata come una delle tante picchiatrici sovrappeso, simili a turiste nordiche che giocano a tamburello sulle spiagge della riviera. Smagrita e maturata tecnicamente, pronta a unirsi alla ciurma di 20/30 possibili vincitrici di uno slam.
Julia Putintseva 7. "Somiglia alla nostra Errani", ho letto. Concordo. Certo, l'ucraina con la faccia da rana pescatrice però ha un servizio molto buono, fondamentali equilibrati e capacità di disegnare tutto il campo che la nostra si sogna, ma per il resto sembrano separate alla nascita: Stesse gote rosse e contagiosa simpatia che trabocca in ogni loro gesto, simile a una colica renale
Sara Errani (senzavoto). Finita benzina agricola, sorteggi fortunati e fiducia. Stese a ripetizione anche su terra. Malgrado la propaganda Istituto Luce che ne ha fatto una Martina Navrtilova destra, è chiaro ai più: Errani è solo corsa, grinta e due smorzate in croce. Senza corsa, diventa poca cosa. Perde quindi partite e fiducia, e viene meno la grinta. Amen.
Agnieszka Radwanska 5,5. Buona per una settimana, come non mai su terra, poi affonda nelle sabbie mobili post nubifragio.
Angelique Kerber 3. Quattro mesi dopo il trionfo a Melbourne, resta un tetro e asciutto messaggio letto a "Chi l'ha visto": "Scomparsa in Baviera una ragazzona tedesca. L'ultimo avvistamento in una birreria, poi le ultime parole: vado a farmi un doppio hot-dog coi crauti. Fate presto, la ragazzona non ha con sé le medicine e ha finito le scorte di plutonio".
Camila Giorgi (senzavotobis). Perde nettamente dalla Bartens, dandole (bontà sua) via libera per la semifinale. Ma solo perché la nostra bambola suicida ha altre mire: la vittoria a Wimbledon (Buckingham Palace ha già adottato scudi antimissile) e all'Olimpiade. Secondo alcune indiscrezioni potrebbe giocare per il Nicaragua.
Karin Knapp 6. Migliore italiana (fatevi due conti), arriva al terzo turno, dopo aver rischiato di perdere da una Azarenka senza l'uso di due gambe, una spalla, un braccio e tre falangi.
Roberta Vinci (senzavoto tris). "Allora Roberta, brutta sconfitta al primo turno. Cosa è mancato?". "E insomma, quando ho battuto Sereeeena...". Ciao Roby, è stato bello.

21 commenti:

  1. Mi dispiace ma non sono d'accordo, sul fatto che si imputa sempre a Djokovic la noia del tennis moderno, quando il 99,99999 per cento dei giocatori degli ultimi 10 anni giocano come (peggio) di lui! Non è colpa sua se è talmente il più forte da annoiare, o da far sembrare i rivali degli scarsoni, lui è l'unico capace di raggiungere un livello di tennis pazzescamente alto (e lo ha dimostrato nelle ultime 2 finali di Wimbledon)!!
    Poi negli ultimi 3 slam gli avversari si sentono talmente inferiori che lui vince solo scendendo in campo! Ma anche questo è un merito ....scusa ma siccome leggo i commenti su vari siti e social sul tennis, sembra che siamo difronte a uno dei tanti...salvo poi tra 10 anni fare i nostalgici e magari imputare al thiem n.1 della situazione , che non sarà mai come djokovic

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  2. P.s. Sulla vinci mi hai fatto morire 😂😂😂😂

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    1. Eh, ma infatti. Il mio non è un parere assoluto, ma personale. Molto personale. Non si tratta di giocare bene o male. È chiaro che Nole gioca benissimo, meglio di tutti in questo momemento. Perché il suo gioco è perfetto per il tennis moderno.
      Che quindi questo giocare bene non mi piaccia, diverta, entusiasmi, è solo un mio problema. Lui come 90 dei primi cento. Senza tornare sul comportento che trasuda finzione sia quando fa il simpatico che quando vuol far ridere. Parlo per me.
      Il fatto che annoi perché vince troppo, almeno per me, non c'entra nulla. Il McEnroe 1984 avrebbe potuto continuare a vinere sessantadue anni di fila, senza annoiarmi. Come Edberg o Federer. Magari sarebbe diventato più antipatico di quello che era, per la massa. Ma è vicenda abbastanza differente dalla noia di cui scrivevo.
      Ciao Fabio, alla prossima
      (E sì, Robertina ormai l'abbiamo persa)

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  3. ma come, e io che mi aspettavo un 8 a ramos vinolas..scherzi a parte bell'articolo...a presto, per i prati inglesi.
    In vino veritas, in ramos vinolas.

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    1. Già, l'effetto salvifico dei prati. Forse. Grazie, a presto

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  4. Come al solito,da applausi.Questa arriva,sulla Muguruza,l'ho detto anni fa,agli amici,pero' l'ho detto anche sulla Suarez Navarro,e lei mi sta'deludendo.Troppo leggera anche per i donnini?E'quasi inquietante,su Goffin,pensare di lui esattamente come te.Per il resto io continuo ad amare Serena,sopratutto perche' e' l'unica che,in tutto il circo,non controlla le palline.Fosse di spugna,batterebbe con quella.E dopo aver vinto tutto,ha ancora il terrore di perdere e l'emotivita'di una esordiente.P.S.Ma davvero papa' Sergio disse cosi'?Alzo le mani,lo avra' detto sicuramente.Ciao,a presto.Paolo.

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  5. Non so, gioca bene Carlita...ma spesso va in affanno di fisico, e spesso non ha la trovata briosa a sorpresa.
    Babbo Giorgi lo disse, testuale, a un giornalista di supertennis, un anno fa. Era visibilmente seccato anche per la domanda e, ardito, accostamento della predestinata Camila alla spagnola.
    Ciao Paolo, a presto

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  6. Kiki Mladenovic(di una strepitosa bellezza a mio avviso)vince il doppio con la Garcia....due bei prospetti potenzialmente anche in singolare essendo ancora abbastanza giovani(di testa non so..specie la Garcia..),hai letto delle polemiche di Halep e Agnese per averle fatte giocare su campi pesanti e sotto la pioggia?non so giudicare ma certo è che hanno perso due partite con Stosur e Pironkova che il giorno prima parevano già incanalate verso la vittoria,qualcosa però non torna specie su Agnese:la Pironkova è in realtà piuttosto simile a lei,leggerina,non certo una picchiatrice agevolata dalla situazione...torna l'erba e meno male...oggi ho visto il redivivo Mayer mazzuolare Troicki,sarà pure attaccato con i cerotti ma se si regge in piedi il tedesco ha una mano da paura..ciao caro un abbraccio..oh ti ricordi di quando Robertina ha battuto Serena?ah ah ah...ciao Pic..estremo piacere leggerti
    Stefano

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    1. Mladenovic ha anche vinto diversi slam in misto. Gran doppista e buona singolarista. Tempo fa, in un sito che va per la maggiore, leggevo piccoli fans lamentarsi di come la nostra Giorgi dall'alto del suo nulla fosse relegata in campi secondari dai francesi (sciovinisti) e l'inutile francese plurivincitrice di slam sul centrale. Forse con tali tifosi, meritiamo questi risultati.
      Halep, Radwanska. Alla fine le condizioni hanno finito per portare a un risultato che senza interruzione e campi pesanti sarebbe stato diverso, ma se sei numero 2 o 3, devi essere brava ad adattarti a tutto. Ciao Stefano, alla prossima

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    2. Kiki -Camila?tu si pazz' o' Picasso ....Camila è moltoooooooooo più forte!!!,ah ah ah
      ciao caro
      stefano

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    3. Umiliante per la nostra anche un accostamento.

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  7. Ciao Pic,

    L'unico che ci può "liberare dal male" a Wimbledon è il cinghiale-tamarro-iconoclasta, Nick Kyrgios.
    È l'unico che con il suo servizio devastante, le accelerazioni di dritto, la sfrontatezza e il carattere che si ritrova può fare a pezzi l'automa serbo. La superficie veloce (?) potrebbe fare il resto.
    Del resto dopo Donald Budge e Rod Laver il nome di Djokovic stonerebbe un po', no?
    Va bene il tennis moderno, il tennis percentuale e di pressione, passi anche l'arte moderna con i tagli di Fontana e gli squali in formalina ma si può o non si può dire che le finali Djokovic Murray sono inguardabili?? Non so se ne reggerei un'altra...

    Il problema è se il Maudit australiano, fortissimo ma discontinuo, ci arriva ad affrontare Nole: in un match del genere potrebbe davvero esaltarsi ed esaltarci.
    Sperem...

    Stefano

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    1. E forse sì, l'australiano ignorante, se sta bene, sull'erba inglese sarà una mina vagante. È l'unico ad avere il tennis per abbattere il muro serbo-scozzese e la noia. O un Federer rigenerato, e altre variabili imponderabili. Chiaro però che l'"ignorantezza" può essere un vantaggio, ma anche arma a doppio taglio.
      Ciao Stefano, ad maiora

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  8. E così, dopo tanti tentativi andati a vuoto, la camera iperbarica serba ha vinto il Roland Garros, mentre Murray ha confermato di essere un magnifico perdente. Perdere otto finali Slam su dieci è incredibile. Per quanto riguarda il torneo femminile, la Muguruza, battendo Serenona, ha conquistato il titolo di campionessa mondiale dei pesi massimi. A Wimbledon si attende (ma anche no) la rivincita tra l'armadio semovente spagnolo e la donna bionica americana. Nel tabellone femminile c'è da registrare l'ennesima occasione sprecata da parte di Agnieszka Radwanska, che contro la Pironkova ha subito una rimonta che neanche il Milan contro il Liverpool nella finale di Champions League del 2005. Sul piano mentale, la polacca è ancora più fragile di Jana Novotna. E' un peccato, perché a mio avviso La Maga ha più talento di tutte le sue colleghe messe assieme. Una che gioca così bene non può rimanere a quota zero alla voce Slam. Un'ultima cosa sulla Kerber: alcuni sostengono di averla vista in non so quale foresta mentre abbatteva alberi a mani nude. Non so quanto siano attendibili quelle fonti, ma non mi stupirei se fosse vero, dato che la tedescona ha dei muscoli che la fanno sembrare più una spaccalegna che una tennista. Il tennis, ormai, sta diventando sempre più simile alla boxe.

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    1. Concordo in parte con quanto dici di Radwanska. Non ci piove che non sia un cuor di leone, ma Novotna moriva letteralmente in campo. Lacrime, servizi che non raggiungevano la rete al momento di vincere slam. Più simili a lei, con infinito meno talento e a livelli più bassi, Lisicki o Stosur.
      Ad Agnese, per me, manca un mix di cose: un po' di cattiveria, potenza, carattere. Va da se che almeno uno slam almeno avrebbe dovuto vincerlo, visto chi ne è è stata capace e comunque è sempre lì. Più che la finale con Serena (dove fu l'americana colta da paura), la sua grande occasione l'ha persa contro Lisicki in semifinale a Wimbledon. Match combattuto, e in finale si sarebbe trovata Bartoli e, pur fragile mentalmente, l'avrebbe vinta quasi sicuramente. Di certo non sarebbe morta come la tedesca.
      Poi chi lo sa, ha 27 anni e può ancora vincerlo quello slam.

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  9. Picasso, sei un grande. Però vorrei vedere sul tuo blog un profilo di Dustin Brown. Ti prego.

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    1. Ciao Fausto, grazie mille. Vedremo. Attendo un exploit del rasta man.

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  10. Leggo con imperdonabile ritardo le tue pagelle, notevoli come al solito.
    La noia e' oramai la costante nei tornei che contano, che poi il fatto sia da attribuirsi più al merito di Djokovic o al demerito dei secondi arrivati e' un dettaglio: mi chiedo e ti chiedo su quale outsider puntare 5€ sulla vittoria di Wimbledon, anche solo per il gusto della novità...
    Raonic ispirato dal nume Mcnroe? Kyrgios sotto effetto di stupefacenti? Alla distanza dei 3 su 5 dovrebbero combaciare troppe variabili in loro favore, a discapito di un Djokovic o di un Murray. Federer ha giocato troppo poco per essere giudicabile, ma parte comunque sfavorito.
    Unica nota positiva del periodo, qualche match giocato da erbivori veri, come quel funambolo d'altri tempi di Dustin Brown, Stakovsky o il vecchio Mahut, e in campo femminile la Flipkens che regola la numero regina spagnola.
    E poi, la news che tutti gli italiani attendevano con spasmodica ansia: il riaccoppiamento Errani-Vinci alle imminenti olimpiadi. Mi aspetto un tuo articolo di giubilo al riguardo ;-)
    Saluti

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    1. Eh, qualche spiccio conviene buttarlo su un underdog pazzo che abbia quote notevoli, più che i favoriti. Così su due piedi ne vedo uno e mezzo, due: Kyrgios e Raonic (non per Mac, ma perché se trova la giornata al servizio può battere tutti). O il neosposo Fognini (siride).
      Quanto alle chichis, mi era venuto in mente di scrivere qualcosa sulla riappacificazione, ma non ho avuto nemmeno il tempo di aprire il blog in questo periodo.
      Ciao Luca, alla prossima

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  11. Gentile Picasso,
    Le ho scritto presso la sua casella di posta una proposta di collaborazione. Quando ha tempo, la invito a darvi un'occhiata.

    Grazie e saluti
    Michele

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    1. Uhllallà. Vedrò nella casella mail.
      Con Osservanza

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.