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martedì 16 agosto 2016

RIO 2016, TENNIS E FIASCHETTE SOTTO L'OMBRELLONE







Lagrime inconsolabili di Novak Djokovic sbattuto come un polpo sullo scoglio da un monumentale Del Potro. Il pistolero argentino, diventato eroe a cinque cerchi abbattendo a suon di fucilate di dritto anche Nadal e il resto della ciurma. Niente può, stremato, in finale contro Murray (sempre più macchina Lendl style) malgrado il ribollente centrale brasiliano diventato "La bombonera". Bis storico dello scozzese, argento al gigante di Tandil (vien da chiedere, candidamente retorici, cosa sarebbe di lui senza tre anni di infortuni che tuttora lo costringono a giocare "senza rovescio"). Bronzo a Nishikori che beffa Nadal versione acchiappo tutto io (singolo, doppio, misto e due senza), ma stringe solo l'oro in doppio con Marc Lopez.
La proverbiale imprevedibilità Wta, unita al torneo olimpico sui generis, genera un risultato che va oltre la sorpresa, con sprazzi di patriottica fiaba da Cenerentola: Serena perde in poco più di un'ora singolo e doppio e va a farsi un bagno a Copagabana, mentre monta il tornado Puigoro malgrado avesse vinto un solo torneo in carriera (ma miss chiappa tumida 2015), dopo aver triturato tutte. Argento a Kerber (comunque ritrovata, non si vedeva così in forma dalla finale dei 200 a Mosca con la maglia della Ddr), bronzo a Kvitova.
Basterebbe così. Invece, a fronte di tali immagini di lacrime, sangue e incredulità, tocca leggere il primo campionario di vaccate da fiaschetta sotto l'ombrellone #1: "Così ai tennisti non interessavano le olimpiadi, eh?". Chiaro, a 5 su 10 della top 10 (cin-que su die-ci) non fregava nulla e sono rimasti a casa, o in spiaggia. Gli altri cinque, e chi ci è andato, ci tenevano come indemoniati, per prestigio personale o ardore patriottico. Ciò non toglie che il campo partecipanti fosse da Atp 500 o Masters 1000 monco, quindi: ai tennisti (mediamente) delle olimpiadi interessa poco. Non ci vuole Aristotele per capire. E nemmeno Archimede pitagorico. Altrimenti invito tal Cencetti, 4.4, al torneo nel giardino di casa mia come testa di serie numero uno e, siccome si impegna allo spasimo, piange e si dispera, lo spaccio come torneo più importante e sentito di uno slam.

Ma non vorrei trascurare mamma Rai. Certo, la tv di stato predisponeva una (difettosa) applicazione con cui seguire in streaming tutte le discipline, ma se uno sventurato perde la connessione o ha un Nokia 3330, e volesse vedere le olimpioniche gesta di Del Potro e Nadal che si stanno scannando come Ettore e Achille? S'attacca. Perché nelle tre reti sportive la rai preferisce entusiasmarci con le qualifiche (!) di Kayak, Sciabola e tiro con l'arco. Poi per fortuna torna la connessione e si può godere lo streaming, con un commentatore strappato alle bocce che spara nomi a vanvera di gente sugli spalti (Lendl? Jamie Murray? Beyoncè magari?), snocciola vaccate da fiaschetta sotto l'ombrellone #2 tra cui Errani che batte Marchenko (oddio, parrebbe più femmineo l'ucraino della nostra, ma non ci sono prove di un caso Semenya bis) e Lorenzi che doma il virgulto Bartens, straparla come invasato durante gli scambi, manco stesse commentando il calcio. Ci salva lo streaming internazionale. O una fetta di anguria.

Spedizione italica, nessuna medaglia. C'erano fondate speranze di acciuffare una medaglia dal tennis. Lo stato maggiore al gran completo ci credeva, arrivando a cavallo ai campi di battaglia in cui i nostri si battevano con ardimento. Dopo anni di trionfi slam, separazione e riunione per amor di bandiera, toccava a Errani/Vinci portarla a casa quella benedetta medaglia. Le due però, dopo un incoraggiante inizio, affondano nei quarti contro le malconce ceche Strycova/Safarova (dopo essere state avanti 6/4 3/0 pesante): una notoriamente squilibrata, l'altra antologica perdente e azzoppata. Cosa sia successo da metà secondo set è avvolto da fitto mistero, visto che l'epico match si svolgeva lontano dalle telecamere (bastava un bollino rosso): vecchie ruggini riaffiorate? Una mefitica puzzetta di Malagò (iper eccitato per l'esito trionfale fino ad allora, mentre pregustava la medaglia) che ha provocato svenimenti a Roberta, o semplicemente non erano in condizione? In singolo, meglio la romagnola di una Vinci in imbarazzante condizione fisica (scene da racchettoni in spiaggia nel misto, con l'incolpevole, per una volta, Fognini, già eroico a tenere lo scambio con Venus).
Poche speranze al maschile. Fa il suo dovere Fognini battendo Estrella e neuro Paire, poi cede a Murray in un match balordo. Voglio dire, quale disamina puntigliosa o analisi tecnica puoi dare a una partita con parziali 8-2 0-8 6-0? Nessuna. Evvai invece con le vaccate da fiaschetta sotto l'ombrellone #3 ad opera di stimati addetti ai lavori (forzati): "Top 5 Fabbbio, se solo la testa...ah, la testa...". "Pochi possono dare un 8-0 a questo Murray, Fognini è uno di questi...". Sbagliato, a "questo" Murray che credendo di aver vinto si addormenta e fa il regolarista falloso sparando pallette fuori misura, moltissimi. A "quello" mostruosamente centrato della finale, sarebbero capaci in pochi (tra i marziani). La differenza è sottile, se le partite si guardano. Al più ci si potrebbe domandare: quanti sarebbero capaci di perdere da quel Murray, 3-0 avanti al terzo? Persi tra le solite banalità e luoghi comuni sulla testa matta dell'italico alfiere, mai che qualcuno si chieda qualcosa di concreto. Tipo: quanti top 100 servono peggio di Fognini?

Peggio ancora dell'Italia, la Francia, arrivata a Rio con ben altre ambizioni delle nostre. Se non in singolo (dove pure contavano su gente in grado di guardare a una medaglia), nel doppio, maschile, femminile, misto, dovevano fare man bassa: Mahut, Herbert, Mladenovic, Garcia, Benneteau. Invece, flop assoluto. E con chi se la prendono? Con lo sminchiato Paire (la cui ridicolaggine cresce esponenzialmente grazie al barbone hipster), allontanandolo (a match in corso) per condotta irrispettosa. Avesse battuto Fognini (ma non gli andava molto), sarebbe stato squalificato dalla sua federazione. Voglio dire, da Paire, sì, da quell'allampanato figuro che pare evaso da un centro d'igiene mentale bretone che non passerebbe nemmeno la visita di leva, davvero ti aspetti un comportamento da disciplinato atleta olimpico? Ah, questi francesi.


2 commenti:

  1. Stavo per sfasciare una camera d'albergo, chiedere il divorzio e restituire la mia tessera FIT in favore di quella degli apolidi della demenza insieme a Neuro Paire, quando ho aperto il laptop, mi sono obbligato a leggere il tuo post lasciato aperto la sera prima, e in qualche maniera ho salvato tutto.

    Non è un commento tennistico - in queste settimane sono stato nella giungla per lavoro, sapevo qualcosa solo da UBI (T&P nella giungla cinese non funziona), al peggio dell'anno -, ma negli ultimi mesi ti trovo in gran forma, ed è davvero un piacere ritrovarti ogni volta. Ci vediamo alle elezioni di Miss Chiappa Tumida 2016.

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    1. Grazie Lorenzo. Non so, sarà merito dell'anguria al meldonium...:)
      Un saluto alla Cina che ancora ti consente di aprire queste pagine.
      Per Miss Chiappa Tumida 2016 è già iniziato uno sprint elettrizzante. Leggo dispacci circa un ritorno alle gare di Alona Bondarenko (detentrice del titolo due anni di fila nel 2009 e 2010) a Tarvisio (!). Lotta apertissima.
      Ciao, alla prossima

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.