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giovedì 22 settembre 2016

Gli hacker e la guerra frigida del diping Usa-Russia, Cia e Kgb







In molti (due squilibrati in detenzione al manicomio criminale di Aversa) mi hanno chiesto di fare luce sull'incresciosa vicenda doping esplosa negli ultimi giorni.
Non mi sottraggo, premettendo di non sapere un cazzo di niente. O almeno, ne so per quanto si legge dai giornali, che non sanno un cazzo di niente.
L'antefatto. Molti atleti russi (tra cui la Divina urlante Sharapova) risultano positivi a sostanze illecite, tra cui il Meldonium o Spermonium che dir si voglia. Ovvia squalifica per l'urlatrice e le altre. Una specie di doping di stato che si ripropone ciclicamente come la peperonata, con tanto di tarantelle sull'esclusione di tutti gli altleti russi dall'olimpiade di Rio, di Tokio e forse di Roma (Raggi permettendo, altrimenti si disputeranno a Grumo di Puglia e a Vico Equense: il governatore della Puglia Emiliano e il sindaco di Napoli De Magistris sono fiduciosi). 

I fatti recenti. Ne nasce una scontata battaglia diplomatica (anche) sullo sport, tra le due superpotenze Usa-Russia. Se non è guerra fredda, è almeno frigida. Si sa. Sti cazz' e russ stann' chin' e sord' e cattiverij (cit.). Putin, dopo la caccia all'orso mattutina, è imbufalito e va giù pesante, di Polonio. Via a spy story, cia, kgb, servizi deviati, simpatici hacker mascherati pronti a diffondere dati riservati dell'antidoping mondiale da cui risulta che anche gli yankee tanto santi non sono. Nomi di prim'ordine come la plurimedagliata ginnasta Simone Biles, le sorelle Williams nel tennis e la cestista Elena Delle Donne, avevano ricevuto autorizzazione a usare talune sostanze proibite: oppiacei, antinfiammatori e supposte per la febbre. 
Pronte reazioni dei colleghi, tra cui spicca quella di uno sconcertato Rafa Nadal. Nemmeno 24 ore e sbucano fuori due esenzioni mediche anche per il buon Rafito. Doppiamente sbigottito e spernacchiato.
Sostanzialmente, mi pare maleodorante aria fritta. 
Le atlete americane hanno agito nel rispetto delle regole, magari di dubbio gusto ma null'altro. Le russe no, e sono state giustamente squalificate. E anzi, le rivelazioni ad orologeria dei sedicenti hacker, li rende anche un po' sprovveduti, oltre che bari.
In sintesi. Siete andati tutti a scuola, no? (Almeno quelle dell'obbligo, grillini in parlamento a parte). Bene. Le Williams non avevano studiato e si sono giustificate (con successo) con la maestra, come fanno le raccomandate. La Sharapova non aveva studiato e, convinta di non essere interrogata, lo è stata a sorpresa e ha preso 2. Nadal è il secchione ridicolo, che si lamenta per le giustificazioni, quando lui ne aveva usufruito ben due volte.

Considerazioni. In tutto questo, non sono nessuno per emettere sentenze o proporre inesistenti soluzioni. Mi limito solo a ricordare alcuni dati di fatto:
1- Il Doping esiste. In ogni sport. Chiunque prova a migliorare scientificamente le prestazioni del proprio corpo. Se ne facciano una ragione i candidi sbigottiti dell'ultima mezz'ora. Esiste da quando esiste l'uomo, il mondo, lo sport e la voglia di prevalere sull'altro ad ogni costo. Ed esisterà sempre, come la corruzione, la guerra, la violenza e la fame nel mondo. A meno che non si voglia cambiare l'uomo.
2 - Esiste il doping personale e quello di stato.
3 - C'è il doping vero e proprio e l'utilizzo smodato di farmaci leciti. Che non li rende illeciti, ma almeno eticamente sbagliati.
4 - C'è il doping mascherato da prescrizioni per combattere talune malattie (spesso inesistenti) e che migliorano le prestazioni o mascherano il doping.
5 - Ci sono atleti squalificati, spesso peones.
6 - Sembrava leggenda metropolitana, ma ora è evidente: con molti atleti dal nome altisonante, l'antidoping chiude un occhio. Tutto nella legalità. Basta una richiesta scritta di esenzione.
7 - C'è nel tennis (di cui tratto) il simpatico fenomeno del "silent ban". La squalifica pietosamente silenziosa. Un tennista è trovato positivo? Lo si ferma per tre, sei mesi o un anno, ma in silenzio, evitandogli la pubblica ignominia. Problemino all'adduttore o al tricipite femorale, e via. Se dichiarano che nel 2017 la pratica verrà abolita, è l'ammissione implicita che si è sempre usata. Quindi, anche questo, altro che leggenda metropolitana.

Conclusioni. Il doping non verrà mai sconfitto. Perché nessun atleta professionista può andare a pane e salame e perché si troverà sempre lo strumento, medicinale o artifizio medico-burocratico, per aggirarlo. Così come non si sconfiggerà la fame nel mondo, la violenza, le guerre, la corruzione (degli altri), tranne che nei comizi di Di Battista.
Quindi, santonsubito lo spernacchiato Zeman, che anni fa denunciava l'utilizzo mostruosamente spropositato di medicinali nello sport. E santosubito Rino Tommasi, che in una situazione così complessa e senza utopiche vie d'uscita ma che sempre porterà squilibri tra le forze in campo, aveva parlato di legalizzazione del doping. Triste, ma non meno di quanto siamo costretti a vedere quotidianamente.




4 commenti:

  1. Concordo al 101% con la Tua analisi e credo che la soluzione proposta da Tommasi sia l'unica reale decisione da prendere senza ipocrisia. Tanto, ceteris paribus (ossia, a parità di "bumba"), vince sempre il più forte. E se un atleta, pur di vincere, è disposto a rovinarsi la salute, c***i suoi.
    Ma, si sa, l'ipocrisia è ancora più antica del doping e della fame nel mondo.
    Per quanto riguarda il tennis, però, una regola la imporrei da domani: il ritorno alla racchetta di legno (nel baseball hanno imposto alcuni materiali per le mazze, se non sbaglio).
    Un saluto e complimenti per il blog, che leggo sempre con sommo gaudio.
    Zappa

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    1. Chiaro che può sembrare una provocazione di chi lo dice. E qualcosa di eticamente mostruoso. Ma tra doping, esenzioni, silent ban di qualcuno, squalifiche di altri, mi sembra la malattia minore. Ormai è un marasma tale che non si capisce nulla, tra sostanze lecite, illecite, lecite che diventano illecite in certi casi, doping vero e proprio e medicinali per alleviare dolori e malanni che dopo vent'anni di carriera non pupi non avere. Caos totale, e le federazioni antidoping con queste manovre nascoste creano ancora più disparità e caos.
      Ciao, grazie mille e alla prossima

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  2. Fuori tema: la Croazia ha convinto Ivone a giocare la finale di Davis e sul veloce indoor di Zagabria il vecchietto può essere molto molto pericoloso per qualsiasi dei singolaristi albicelesti.....io felice per il grande ritorno della bella Caroline ma se la Osaka nei prossimi 5anni non vince uno slam prometto di ritirarmi a vivere sul Pico Turquiño(magari)...complimenti per l'articolo sul doping e sulla citazione gomorriana....ti abbraccio caramente...sono appena tornato da Cuba e leggerti mi allevia un po' nostalgia e tristezza..
    ciao Picasso
    Stefano

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    1. E si, Ivo se (come pare) si giocherà su ghiaccio indoor e con tifo infuocato, dà molte speranze ai croati. Sicuramente più che con robottino Coric (magari ringrazieranno l'infortunio). A questo punto, coi due punti croati sul secondo singolarista argentino, e i due ipotetici di Delpo, decisivo il doppio. A meno di una vittoria di Cilic su Delpo.
      Sulla Osaka, pensai la stessa coaa l'anno scorso. Mezzi tecnici e fisici spaventosi.
      Ciao a te, grazie e a presto

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.