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lunedì 3 aprile 2017

FEDERER DOUBLE SUNSHINE, HA PRESO IL TORO NADAL PER LE CORNA





Ok, faccio luce citando qualche numero con certosina perizia:
Roger Federer. Non so a quanti titoli è arrivato, slam, 1000, burraco, inizio stagione sfolgorante, sale a non so che posizione nella classifica, numero uno nel mirino.
Può bastare coi numeri, madre di tutte le scienze. Soffermiamoci invece sul vincente mix di leggerezza e incanto espresso dal Divino in questi primi mesi dell'anno di grazia 2017. Alla soglia dei 36 anni.
Dopo il trionfo a Melbourne, il nuovo-vecchio-immortale Roger Federer azzanna anche il "Double Sunshine", ed è lecito domandarsi fin dove possa arrivare. Dopo Indian Wells, ancor più straordinario il trionfo a Miami. Le riserve sono al lumicino ma tira fuori dal taschino magico la consueta classe contro le bombe (dementi) di Berdych e (selvagge) del riottoso scolaretto Kyrgios, ancora rimandato. 
Più complesse queste vittorie della finale in cui verga ancora Nadal, come la settimana prima nel deserto. 
L'impressione netta, tagliente, è che Roger abbia ormai preso le misure all'arrotatore iberico, trasformando quella che una volta era sfida quasi senza via d'uscita in una sadica rivincita punitiva.
Ci è voluto tanto, dieci anni più o meno. Com'è potuto accadere?

Si potrebbe disquisire a lungo su come si sia arrivati a questo punto. Se il braccio di ferro rovescio elvetico-dritto d'Iberia, dopo anni da incubo, ora sia appannaggio di Roger perchè Rafa è meno Rafa o perché Roger è più Roger. O ancora, se Roger è più Roger grazie al lavoro degli ultimi anni (la nuova bacchetta magica, sabrici di Edberg prima, il rovescio made in Ljubicic poi) o se il miglioramento sia più dovuto alla serenità mentale raggiunta. Se è nato prima l'uovo o la gallina. Vacue domande esistenziali, cui non si può che rispondere à la Cirino Pomicino: la verità sta nel mezzo.
Se vogliamo, si è portata a completamento una magia sovrannaturale che ristabilisce l'ordine naturale delle cose.
Preferisco vederla come un'avvincente corrida descritta da Hemingway, in cui si sublima tutta la tragedia della vita e della morte. Roger ha ormai afferrato l'orgoglioso toro sfinito per le corna.

Il resto, di fronte al dominante spettacolo di leggerezza elvetica, è contorno. Nadal, sufficiente, ci prova, sbuffa, urla ancora più forte come a voler spingere una palla che non viaggia, abbassa il capo e dichiara che deve lavorare sodo per cambiare le cose. Amen. Nole e Murray sono a fare il tagliando in qualche officina. Wawrinka buono a Indian Wells, ma niente più. i giovani crescono ma non abbastanza per la consacrazione.
Posto che la "Next Gen Race" sembra un'altra, inutile, cazzata dell'Atp. Lo sanno da anni anche gli orbi (e forse pure i grillini): in rampa ci sono Kyrgios e Zverev, col primo che a Miami la spunta di misura in un bel quarto. Il primo più solido e (in prospettiva) continuo, il secondo più selvaggio e carismatico, enormemente più divertente da vedere (e spesso ingiustamente demonizzato). Per ora, avendo due anni in più, prevale l'aussie. Una cosa però, colpisce per la sua paradossalità: rispetto a due anni fa, quando Nick il truzzo batteva Federer a Madrid, l'ultratrentenne svizzero si è migliorato, il giovanotto sembra ancora al palo, mostrando più o meno gli stessi pregi/difetti.

Due parole sulle donne? Anche no. Titoli a Vesnina e Konta. Basterebbe questo. Senza Serena e in attesa che Masha risorga dalle sue ceneri (di Meldonium), la Wta è ad un livello di quasi non ritorno: würstel Kerber alla sagra del crauto, Radwanska fantasma impalpabile, Pliskova zombie senz'anima, Halep a pedali.

Capitolo italiani. Al palo tutti, sarà l'aria di Miami fra trucidi e Bobi Vieri sboccianti unita a tabellone da Pasqua epifania, spunta un ottimo Fognini che afferra la semifinale in California. Tabellone facile, ok. Sushi Nishikori a tocchi, ok. Ma spesso queste partite le perdeva, quindi bravo a sfruttare l'occasione. Ridicoli solo i trionfali commenti nella banana republic italiana. "Storia", "Miracolo", "Leggenda". Cristopietà. Per non parlare della provinciale ridicolaggine nello specificare "prima semifinale di un italiano in un mille sul veloce". Mai vista tanta enfasi da quando l'uomo è sbarcato sulla luna.
Peggio tra le donne. Vinci presa a sberloni da Taribo Townsend, qualche spasmo vitale di Errani pronta a tornare nei posti che le competono (top 100, forse 80). Giorgi ai box, ma Lele Mora è fiducioso: il fidanzato, presto o tardi, arriverà.

6 commenti:

  1. Ottimo articolo.Ma non potresti commentare le partite su Sky o Eurosport? O scrivere di più? Io con te una partita me la vedrei con piacere, piuttosto che sentire tutte quelle circonvoluzioni statistiche o quei continui tecnicismi da ex giocatore sfigato.Hai ragione ci vuole lo sguardo di Hemingway per ritrovare nelle battaglie sul campo le vere battaglie esistenziali.Oppure quello di Miguel de Cervantes per cogliere il tragicomico che c' è in tanti giocatori. Invece tutta la massa al festival dell'ovvio. Io comunque nell'ultimo anno dei tuoi scritti uno non l'ho perso e anche quelli in archivio sono veramente gustosi.Resto tra i tuoi sostenitori. Claudio

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    1. Ciao Claudio, grazie mille per il sostegno.
      Sky o Eurosport? Vedremo, appena si libera un posto. Anche se, a dire il vero, punto a Supertennis. Che meraviglia infiammarsi per Errani e Fognini per contratto. A presto :)

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    2. Caro Claudio, aveccene di ex tennisti sfigati alla Bertolucci..
      che poi facci caso, caso mai Federer faticasse a portarsi a casa un set, allora avrà un percentuale di prime palle in campo inferiore del 50%.
      Certo é uno scontro di volontà che si effondono in forme multiformi, e c'è gioa rabbia paura grazia sublime, ma per carità di dio, roger, abassa un poco la velocità di palla, mira al rovescio, e caccia sta dannata prima!
      Marco.

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    3. Confermo quel che dici su Bertolucci. L'unico commentatore che riesco ad ascoltare.
      Sarebbe bello ristabilire la coppia Bertolucci-Panatta anche ai microfoni. Già immagino perle da viveur, come sulla terrazza del Principato.
      Salut

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  2. Che spasso,complimenti per stile e tutto il resto.

    Solo, occhio che digitandoti su google risulta che l'ultimo articolo é stato scritto a febbraio,
    qualcuno potrebbe perdersi le tue ultime.
    Un abbraccio. Marco.

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    1. Grazie anche a te, Marco.
      Non ho idea, comunque credo basti entrare nel sito.
      Ciao, alla prossima

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.