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venerdì 14 luglio 2017

WIMBLEDON 2017 DAY 11 - FEDERER DAVANTI ALLA STORIA

Centre Court preso d'assalto. Sparuti drappelli di massimi esperti mondiali in mostrocismo, frotte di torvi lombrosiani e ignari spettatori a rischio suicidio dopo venti minuti, pronti a studiare Cilic e Querrey che si sfidano a singolar tenzone per un posto in finale. Due che, causando imprecazioni di organizzatori smadonnanti, al massimo potevi vederli in finale in un Atp 250. Agghiacciante. Lo spettacolo rasenta l'eccidio tennistico premeditato. Grazie a tennisti come loro, gran battitori e spudorati randellatori, e per scongiurare partite zeppe di ace e senza scambi, gli organizzatori pensarono a un'erba meno veloce. I risultati sono stati sbalorditivi: A Wimbledon i mostri battitori imperversano ancora e in più storti arrotomani (Errani esclusa) riescono liftare impunemente come faine. E le volée sono rarità, come violette nel deserto.
La spunta, come da pronostico, Cilic in quattro set, dopo violenta battaglia.
Poi i luminari escono, barcollando, ed entrano gli ansiosi sudditi di Federer. Tra Sua Divinità Santissima e la finale, Berdych. Il ceco ha la faccia convinta. Come
ostacolo all'elvetico pare appena meno convincente di Di Maio in missione in Europa, per cantargliene quattro ai signori della Comunità Europea (che, grazie a loro, ci considera subumani) "Lorzignori della Europa, noi sarebbi...sarettimo...stato stanghi di accogliervi i bambini che respingiete voi del bienderberghem massonico, che sareste stass...stabb...vabbè e il Pd? Noi fummo stati per l'euro ma anti euro in Europa o fuori dipende dal referendum di ruzzle sul blog. Che decide Beppe. Io preferiressi il sistema venezuelano". Quelli, considerandolo un nano ripetente in seconda media, lo rimpatriano.
Pinzellacchere a parte, Berdych sembrava vittima sacrificale sulla via di un Roger in spolvero marziano. Nei precedenti, ogni tanto Thomas aveva dato dispiaceri allo svizzero, ma quando Federer è in forma (e quest'anno lo è come non mai), coi picchiatori ci va a nozze. Sicuro, preciso, in fiducia assoluta. Volteggia su nuvole di marzapane imbevuto nella melassa. Trova la palla con velocità imbarazzante e con altrettanta, inquietante, facilità scocca vincenti, saette in controbalzo, risposte d'incontro spaziali.
Dopo un inizio in scioltezza, prova a complicarsi la vita facendo rientrare il ceco. Non sembra il miglior Federer del
torneo. Ne vien fuori un incontro tirato, che è straordinario a chiudere in due tie-break quasi perfetti e prendendo il largo nel terzo.
Finale raggiunta in modo immacolato, senza lasciare nemmeno un set per strada e sudare la candida maglia. Resta solo Frankenstein Cilic sulla sua strada. Ogni partita fa storia a se, Cilic in giornata è cliente difficile, ma non credo potesse sperare meglio.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.