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martedì 11 luglio 2017

WIMBLEDON 2017 DAY 8 - VENUS E L'ONORE DEI WILLIAMS



* Scusate mi ero fatto tanta deoga ieri, assieme a Giovanardi. Rave spettacolare, annesso cruising notturno in spiaggia nudista gay. Le semifinali sono Venus-Konta e Rybarikova-Muguruza.
Il sugo del discorso resta comunque valido. Venus perderà in finale contro Muguruza (se non con l'inglese, colta da malore dopo l'ennesimo servizio della Konta da frattura delle meningi). È scritto nelle stelle di Paolo Fox.

Semifinali femminili quasi delineate:
Venus vs Konta vs e Muguruza vincente tra Rybarikova e Vandeweghe, match tutt'altro che finito, col giraffino slovacco ispirato che prima dell'interruzione stava leziosamente disinnescando l'americanona.
Faccio una confessione incresciosa. Mesi addietro, appena appresa da Alberto Angela in persona la notizia di Serena partoriente, tra le mille cose, ne ho pensata una: quest'anno Venus vincerà almeno uno slam. A Wimbledon o a New York. Basavo questa convinzione su una considerazione banale, non priva di dati scientifici e leggendo le scie chimich volteggianti nel cielo. Fuori la più forte, vincerà la sorella della più forte. Perché, con la Serena gravida, l'unica fuoriclasse rimasta nel guano impervio insipiente della Wta è Venus.
Bene, ora posso dirlo, ci siamo vicini, ma, stante la mia proverbiale, rinomata in tutto il regno, capacità di portare sfiga peggio di un gatto nero investito da un carro funebre guidato dal becchino Travaglio intento a scrivere un certosino articolo assai garantista sulla Raggi che manco Emilio Fede d'annata, il torneo non lo vincerà. Purtroppo. O sarà molto difficile che accada. Probabilmente cederà alla giovenca iberica in una eventuale finale.
Intendiamoci, Venus vale tre Muguruze. Dalla sua parte differente caratura tecnica, dna di fuoriclasse, orgoglio, zavorrati da età e malanni. Ma la spagnola è giovane, non ha problemi fisici e ha trovato una di quelle (due o tre l'anno) in cui le riesce tutto. È carica a pallettoni.
Chiaro che a noi romantici, vagamente rincoglioniti, non resta che sperare nella vittoria dell'eleganza e della classe, capaci di prendersi beffe del tempo che scorre inesorabile.


4 commenti:

  1. Caro Picasso la vecchia Inghilterra ai piedi di Jo ,prova a guardare i titoli dei giornali inglesi oggi,la amano e non faccio fatica a capire il perché:innanzitutto è molto molto British in tutto,poi viene onestamente da vittorie pazzesche ultima delle quali con Halep ,ma a te proprio non piace?non sei severo?innanzitutto è una grande atleta poi mi pare abbia un pizzico di qualità in più nel braccio rispetto ad altre ,mi sbaglio?a me non dispiace ed in semifinale non sarà facile per la meravigliosa Venus,che piacere ho provato nel vederla dominare la Ostapenko spocchiosa come non mai che pensava di affrontare una Giorgi qualsiasi,io ti confesso temo non la spunti Venus (magari così dicendo porto aJo la stessa sfiga che ho portato a Rafa dandolo favorito),temo sarà tutto facile per la Muguruza con la Rybarikova ed anche in finale la vedo vincitrice ,come dici tu pare essere nella settimana modalità ingiocabile...bah...comunque se Venus non ce la fa preferisco a pelle Jo all'iberica
    Ti abbraccio caramente
    Stefano

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    1. La trovo piuttosto inguardabile, ma è un mio problema. Tra lei e Venus c'è la stessa differenza che corre tra una Fiat Stilo e una Ferrari. Tutto dipende da come si alza Venus.
      Ciao a te carissimo, a presto

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  2. La Johanna Konta è inguardabile ! Concordo con te, Picasso. Venus è eleganza, classe. In somma, fa onore al suo nome. E poi, che grinta, a 37 anni ! Si "alzerà" bene, vedrai.

    Un saluto cordiale
    Anna Marie
    (Leggo tutto quanto scrivi. Mi rallegra la giornata.)

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    1. Certo, altra cilindrata. Ma è sempre un'incognita e l'età e il resto appiattiscono ogni cosa. Vedremo, disse il saggio.
      Ciao Anne Marie, grazie e ben riletta.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.