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venerdì 7 luglio 2017

WIMBLEDON DAY 4 - ERNESTO GULBIS, ZAR DI TUTTI I NIGHT



Dal vostro inviato, ancora scosso per la notizia del flirt Ambra-Allegri. Pare che lei gli abbia regalato il nastro d'argento, il coach ha risposto con un paio di medaglie. D'argento.

Nessun dubbio sul match di cartello odierno: Gulbis-Del Potro. Da un lato il gigante argentino da anni ospite del centro traumatologico di Tandil, dall'altra il lettone, temporaneamente evaso dal frenocomio di Riga "la mente latente mente", centro per ricchi snob scansafatiche, ove soggiorna giocando a ping pong in vestalgia di seta con le sue iniziali.
Confronto imperdibile.
I due avrebbero potuto essere top 5 per almeno un decennio, ma paiono lodevoli rottami.
Match che si presenta bruttino, giocato su poche, poderose, roncole. A pagare maggiormente per gli handicap sembra Del Potro, ormai costretto a giocare solo slice di rovescio come un Petzschner senza averne mano e aria. Ernesto il lazzarone versione barbudos invece sembra addirittura favorito dalla celeberrima infermità mentale. Ben centrato, cioè, non avendo più nessun obiettivo, ambizioni pseudosportive, se non scolarsi una birra ghiacciata al punto giusto, gioca a briglia sciolta. Inizia forte e mette alle corde l'argentino claudicante (a sto giro saranno le vene varicose o la gotta, non saprei). Botta di servizio, rovescio lungolinea, martellata di dritto all'angolo opposto e melliflua smorzata di rovescio in controtempo che lascia l'altro bocconi, faccia in avanti. Basta quel punto a descrivere il Gulbis essere. Violenza e geniali tocchi beffardi, per azzannare il primo set con sbuffo di sufficienza.
E il canovaccio non cambia nemmeno nel secondo set. Due infermieri somministrano al cavallo ferito argentino tre pillone.
"Tre?", chiede allibito lui. Come a dire, me ne servirebbero tremila.
Vien quasi da tifare per il buono di Tandil, avversato dalla sorte, contro il cattivo lettone, che la sorte si è divertito a fumarsela a bordo piscina.
Lascio il lettone avanti di due set, col linguaggio del corpo del gigante Juan Martin che grida "pietà", convinto che qualcosa di irrazionale, un epico suicidio lettone, possa accadere ancora. Invece il lazzarone barbuto la chiude in tre. Ora per lui ci sarà Djokovic, cui avrà una gran voglia di insegnargli la vera non violenza.
Per il resto, poche sorprese, tranne il solito tonfo tra le donne: in un match tra esangui vampire, Rybarikova (una che su erba sa come si gioca) fa fuori Karolina Pliskova.

2 commenti:

  1. Il rovescio in back di Del Potro non si può vedere, troppo spesso rimbalza alto e pulito come una pallina da Ping Pong che cade sul pavimento di tech della clinica privata di Gulbis, per cui era infatti un invito troppo chiaro. E del resto sono in molti ad attaccarlo con successo.

    Ho preferito salvarmi il cuore e guardare il match con Dimitrov, cambiando ogni tanto stream (BBC in chiaro!) sul campo 6 per cogliere 1) qualche schema di doppio dei nostri gloriosi erbivori Seppi e il Fogna (immoti, giocavano da fermi); 2) lo stato di forma del Fogna, sperando di trovarlo in versione berserker.

    Se tu facessi una diretta rigorosamente testuale di una qualsiasi partita, sia Twitter, Whatsapp o qualsiasi altro mezzo, sarebbe fantastico.

    A presto!

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    Risposte
    1. Delpo merita applausi e ammirazione per l'impegno che ci sta mettendo. Quanto ai risultati, beh...comunque è competitivo, ma lontanissimo da quello che è stato. Deve migliorare molto se vuole giocare così. Antitesi in ogni senso di Gulbis.
      Ciao Lorenzo, grazie a presto

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.