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venerdì 1 settembre 2017

US OPEN 2017 - FEDERER ARRANCA, POI DOMA IL SERGENTE FERITO YOUZHNY



Qui Nuova York. Bollettino di guerra delle 14 dall'accampamento medico. Abbandonano la pugna Ferrer coi reumi, Zverev incapace di reggere la pressione, Kyrgios (per demenza, malanni immaginari, visioni mistiche e aerofagia), Tsonga ormai ex, Berdych ridicolizzato da Dolgopolov che gli scrive "marameo" in faccia e scappa. Sfortunato il ceco, come Tsonga. Vessati dai fab four per anni, ora che i fab four sono decimati loro non sono neppure fab eight. Ieri cede anche Dimitrov, uccellato dal teenager russo Rublev. Dopo il successo a Cincinnati pensavo si fosse fatto uomo e, complici le defezioni, a New York potesse essere tra i favoriti. Niente di più sbagliato. Chi nasce tondo non può morire quadrato. Chi nasce pollo non può morire leone.
Una sequela terrificante che unita alle già note diserzioni fa di questo slam un assoluto terno al lotto: vince chi resta vivo, o almeno in piedi. Ma non è tutto. Sul fantasmagorico Armstrong si è sul punto della sorpresa del secolo: Federer opposto a Youzhny, quasi coetaneo sergente russo ormai in congedo (per squilibrio mentale conclamato) da quattro anni buoni. Un match che, visto anche l'inizio, lo svizzero sembrava capace di portarsi a casa in meno di un'ora. Invece le cose si complicano in modo imprevedibile. Federer è la controfigura di quello dei mesi scorsi. Falloso, lento, impacciato. Ne vien fuori un confronto che sembra un match su terra del 1973, con racchette di legno. Federer è così sottotono da far rientrare il sergente di piombo Youzhny, cedendo secondo e terzo set. La sorpresa è dietro l'angolo, il sergente con un colpo di stato armato a suon di rovesci rischia di abbattere il re anziano. Sul più bello viene in soccorso la Dea Bendata: i crampi del russo, che prova a restare a galla di solo orgoglio, esalando urla bestiali.
Voglio dire, Mischa anche da giovane era lentissimo, un testone semovente con gambe di piombo e mano fatata. Ora a 35 anni lo è ancora di più. Se poi ci mettete i crampi, anche un Federer a due allora riesce a spuntarla al quinto. Contro chiunque altro sano, forse anche Mannarino o Fognini, ci avrebbe lasciato le penne.
L'impressione lasciata da Federer è pessima. Grande cosa è averla portata a casa. I problemi alla schiena sembrano superati, quello che gli manca è la condizione, non essendosi allenato a dovere a causa della schiena scricchiolante. La notizia buona è che la può ritrovare strada facendo. Quella negativa è che se non fa in fretta rischia già con Feliciano Lopez.



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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.