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domenica 12 luglio 2009

Martinez Sanchez, meravigliosa farfalletta volleatrice



Era il 2003, ed a Galatina, torneo minore, si esibiva una delle attrazioni principali. Una ragazzona estone di 17anni. Biondissima e dal fisico corpulento, tale Kanepi mi dissero si chiamava. Una predestinata e prossima alle prime cinque dal mondo, profetizzò qualche altro intenditore, con la faccia seriosa di chi ne ha viste tante. Opposta a quel curioso donnone in erba e dalle guance grassocce, una già ventunenne ragazza mancina, Maria Jose Martinez Sanchez. Impiagai una manciata di scambi e pochi minuti per adottare quella spagnola atipica. Mi sembrava spaesata, indifesa, qualcosa da proteggere. Perché l'iberica giocava all'attacco, un gradevolissimo suicidio, persino consapevole. Servizi mancini, prime palle seguite a rete, voleé in tuffo, ghignetti di dolore opposti ad urla sovrumane, smorzate accarezzate per contrastare randellate pazze, attacchi da elegante farfalla che si esponevano alla virulenta brutalizzazione della ragazzona dell'est. Kanepi muggiva, e a testa bassa la investiva di roncolate violentissime ed impietose. Ma lei continuava a fluttuare indifferente, come una farfalletta volleatrice fragile e delicata, esposta al massacro dell'energumena amazzone. Leggera e vulnerabile nei colpi al rimbalzo, impresentabile nella seconda di servizio, ogni tanto lanciava sguardi di sfida da tigrotta, ma semplicemente per sottolineare all'avversaria la bellezza di una sua voleè di rovescio o una foglia morta in risposta, colpi che il braccione preistorico dell'altra poteva solo sognarsi. Dirittacci e rovescioni agricoli, tramortirono il leggerissimo, ma ammirevole tentativo di Maria José, di attaccare il nemico armato senza l'elmetto. La leggiadrìa kamikaze della graziosa volleatrice, si schiantò contro il cingolato disumano, raccogliendo cinque o sei games in tutto. Tutto prevedibile, messo in conto. L'ardimentoso progetto di Maria José, fallì.
Nella mia mente continuavano a balenare idee insane. Un giorno quella mancina spagnola avrebbe potuto battere Kanepi e le altre mostruose esponenti della sua specie, non ci sarebbero più state guerre e fame, tutti avremmo vissuto in pace, il Papa avrebbe girato il mondo benedendo l'uso del preservativo che salva milioni di vite, al governo sarebbero andati i buoni, avremmo scoperto che Berlusconi va a puttane di gran lusso, e tante altre cose...Ma al mio amico, un tipo che masticava pane e tennis di mestiere, non dissi niente, per pudore. Temevo di essere smascherato, che mi bollasse a vita come il più grande incompetente di tennis della storia. Che non mi offrisse più la cena. Mi limitai ad elargire qualche complimento:
“Però gioca bene questa mancina, eh?”.
“Ma si...però pensa, quell'altra ha 17 anni, la tua spagnola già 21. Se rigiocano tra un paio d'anni non porterà a casa nemmeno due games....”.
“Certo, io dicevo che gioca bene, mica che vincerà il Roland Garros...”.
“Però se vuoi fare Martina Navratilova e non ne hai i mezzi, rischi queste figuracce...”.

Da quella volta, ogni tanto ricercavo con curiosità il nome della spagnola nei tabelloni dei vari tornei. Niente o quasi. Sporadiche apparizioni, sconfitte in serie nelle qualificazioni. Solo qualche turno superato nei tornei minori. Però riuscì a costruirsi una discreta carriera da doppista. Il doppio esaltava la sua attitudine naturale al gioco di volo, magari con una compagna che ne mascherasse le falle nei colpi al rimbalzo. Ma niente più.
Normale che quando l'ho vista opposta alla stessa Kanepi, nel primo turno del torneo di Bastad, fossi parecchio curioso. Intendiamoci, la deliziosa farfalletta volleatrice da almeno un anno si è costruita una carriera dignitosissima, sfiorando addirittura il numero 40 al mondo. E continua a volteggiare aggraziata, seguendo il servizio a rete. Unico esemplare, da difendere come patrimonio dell'umanità. Con costanza ed ostinazione, a 27 anni, quando le tenniste cominciano ad essere considerate vecchie, Martinez Sanchez ha raggiunto i suoi massimi risultati. A maggio, assieme ad una manciata di sventurati, ho assistito al suo quarto di finale, a Roma, contro Dinara Safina. Sfidai la morte col match che le precedeva: Azarenka-Kanepi (sempre lei, come un incubo ed un sottile filo che accompagna la carriera di Maria Josè), una delle cose peggiori mai viste su un campo da tennis, e forse su un campo sportivo in generale. Qualcuno voleva gettarsi a volo di gabbiano dagli spalti, imitando il verso del chiurlo in amore. Poi toccò alla mancina, che per un set e mezzo tramortì l'imponente numero uno, a suon di tagli, attacchi, variazioni improvvise, difese feline della rete, strepitose voleé in allungo o a chiudere, demivoleè, delicate smorzate. La pachidermica russa parlava con se stessa, quella folle iberica le impediva di esplodere le sue furenti badilate. Non ci capiva assolutamente nulla, guardava smarrita il suo allenatore e quello sembrava rimproverarla: “E tu tira più forte, no?”. Durò un set e mezzo, poi la gracile farfalletta volleatrice si eclissò, e perse nettamente al terzo. Anche a Parigi, encomiabile difesa d'attacco contro Tyson Serena. Ed i pensieri insani che ritornano. Magari un giorno riuscirà a batterle queste qui. Il mio amico non c'era, ma immaginai la sua risposta: “Ma cazzo, ha già 27anni, quando vuoi che le batta, a 33?”.
In realtà non mi interessa minimamente che diventi la numero uno, qualcosa ha già dimostrato. Un titolo non aggiungerebbe niente al mio piacere. Gli "orteghiani", come li chiama uno dei più divertenti giornalisti in cui mi sono imbattuto ultimamente, sono fatti così, (siamo) gente strana. Seguo Martinez Sanchez con sempre crescente ammirazione, che poi ogni tanto vinca, mi fa piacere. Assieme alla connazionale Carla Suarez Navarro, è una delle cose più gradevoli da vedere nel tennis femminile. La dimostrazione che si possono raggiungere buoni livelli anche giocando al tennis. Senza urlare, tirare bordate alla cieca, costruirsi fisici mascolini da minatori kazaki. Ma semplicemente esibendo un meraviglioso tennis d'attacco.
Ma torniamo a Bastad, terra di Svezia, ed al primo turno con la Kanepi. Come da pronostici giovanili, l'estone è arrivata anche al limite delle prime dieci, poi non ha fatto il salto di qualità, rimanendo comunque nel limbo delle prime trenta. L'opposto della carriera di Maria Josè, oltre che del gioco. A tratti sembra di rivedere la partita di sei anni prima. Ostinati attacchi all'ama bianca della spagnola, furenti randellate e grugniti dell'estone. Ma qualcosa è cambiato, con una decennale carriera alle spalle, Martinez Sanchez da l'impressione di essere maturata mentalmente, ha più fiducia, ha ridotto al minimo i passaggi a vuoto che la esponevano a truculente ed impietose esecuzioni, attacca più profondo, ha reso presentabili i colpi a rimbalzo. Abbinati a questi miglioramenti, il suo servizio e voleè non rimane fine a se stesso. Volteggiamenti farfalleschi, pirouette, allunghi e coperture della rete da coguarotta, possono anche farle vincere le partite. Malgrado uno sguardo vagamente strabico dietro la visierina, pare addirittura bellissima Maria José, luccicante ed elegantemente sospesa in aria. Con la sua bella farfalla tatuata sulla spalla, si esibisce in una manciata di deliziose smorzate che ricadono senza vita dall'altra parte, ricami che gonfiano gli spiriti dei miserabili esteti, fornendone ossigeno vitale. E tramortiscono le convinzioni della virgulta amazzone dell'est. L'inguardabile estone sbuffa, prova delle goffe corse in avanti, poi s'arrende alla bellezza antica della nostra deliziosa farfalletta, che le lascia la miseria di sette games. Capovolge il risultato di sei anni prima, con le stesse armi aggraziate e irriguardose. Preso dall'entusiasmo fanciullesco, e dalla conferma che un briciolo ne capisco di questo sport, azzardo che al mondo niente è impossibile, magari un giorno ci sarà addirittura un presidente nero negli Stati Uniti.
A mezza voce, provo a ricordare all'amico, quell'incontro nel Salento. Ma lui nicchia, si trincera dietro un “Non mi ricordo, ne ho viste tante, ha cambiato nome forse...?”. E ancora “Ma perché pensi possa vincere il torneo?”. Ancora una volta l'ho pensato, ma non l'ho detto. Maledetto pudore. Così accade che la svolazzante farfalletta volleatrice continua coi suoi attacchi, divenuti meno indifesi e mette in riga anche Kerber, Suarez Navarro (nel miglior abbinamento possibile per il tennis femminile attuale), Gisela Dulko (quella che a Wimbledon ha deriso gli ultimi spasmi vitali e recalcitranti di Maria Sharapova), ed in finale niente meno che Caroline Wozniacki, top ten e ragazza dalle grandi prospettive. La danese è una che a me piace, se non altro perché è carinamente composta e non ostenta isterica spocchia fine a se stessa. Ma il suo gioco regolare è letteralmente scombinato dall'aggressiva spagnola, dal tennis effervescente come spumantino agreste e leggiadro come svolazzi di farfalla. Martinez Sanchez vince e convince, e trionfa anche in doppio, assieme alla Llagostera Vives. E' un giorno di giubilo per i poveri smidollati come me. E quando tra due anni Picasso Petzschner vincerà gli Us Open (nella edizione che si giocherà su Marte), anche i poveri miscredenti capiranno che sono il più grande intenditore di tennis degli ultimi duemilaseicento anni. Mi apprezzeranno da postumo. Ai geni succede così.
Messaggino telefonico al solerte amico, sempre lui:
“Hai visto che ha vinto la farfalletta?”
“Si, ma adesso mi vuoi dire che vincerà gli Us Open?”
“Ma vaff...”.

13 commenti:

  1. Semplicemente farfallesco e coguarescioe guascone grazie mille....

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  2. Ciao. Perché dici grazie mille? Sei un farfalletto pure tu? Ammetto che stavo cestinando il commento, non intendevo il "coguaresco", pensavo fosse uno dei tanti "cog..." affettuosi. =) A Presto.

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  3. Semplicemente perchè per lo spasso che mi hai regalato nel leggere queste righe ariose e svolazzanti e geniali una ventata d'aria fresca...

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  4. ciao sono contento di aver trovato un estimatore come me di maria jose,io l ho scoperta solo quest'anno contro la mauresmo ma mi sono subito innamorato del suo gioco,cosi atipico per una donna e cosi diverso da quello tutto muscoli e poco cervello di questi tempi.Cosi ti puoi immaginare la soddisfazione provata sabato a bastad e l'ammirazione per quelle palle corte (addirittura in risposta) e per le sue voleè.
    alla prossima marco

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  5. @Lalcechecorre,
    ciao, ti ringrazio davvero. Suona come un bel complimento. Passa a trovarmi ancora, per altri svolazzi leggiadri. =)

    @Marco,
    E' bello che ci siano estimastori di Maria José. E del tennis giocato bene in generale. Veder giocare Martinezz Sanchez è puro godimnto, per chi intnde il tennis in un certo modo. Chi altri segui? Ora si spera faccia belle cose a Palermo, dove ha preso subito Alizee Cornet. A presto.

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  6. bè con la cornet di questi tempi potrebbe farcela,per quanto riguarda la tua domanda seguo un po tutti ma con un occhio di rigardo per la pennetta-schiavone(perchè italiane),mentre in campo maschile federer (scontato),verdasco,karlovic ma rimpiango il gioco e i giocatori di una volta: edberg,wilander,krajcek,noah,mecir,leconte,mcenroe
    marco

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  7. Si, infatti. La francese ultimamente non vince nemmeno in allenamento. Quanto ai tuoi preferiti, ci sono parecchi della mia scuderia. Ah, gattone Mecir...
    p.s. Krajcek pare abbia vinto un torneo veterani sull'erba di Notthingam, mettendo in fila tra gli altri, El Aynaoui e Rusedski (quello che voleva tornare nel circuito). Ciao.

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  8. doppio 6-2 alla Cornet,e se prima della fine dell'anno ci trovassimo tra le prime venti?

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  9. Ciao Marco, ieri non l'ho vista la partita perché non ho trovato uno streaming aggratis (e, ammetto l'umana debolezza: stavo seguendo lo scempio del Picasso-semprepiù-scasso a Stoccarda 3-6 4-6 contro Gilles Simon). Maria Josè tra le prime venti? Era scesa parecchio perché non ha difeso il terzo turno di Wimbledon 2008, ma è possibile. Ora viene il cemento. Lì giocherebbe al meglio. Ma stranamente (mica tanto), mi sto convincendo che la superficie più adatta alla farfalletta, sia la terra. Con la superficie lenta riesce ad imbrigliare meglio le avversarie. Sul veloce, spessissimo, le orchesse spara badilate, non le danno nemmeno il tempo di mettere in mostra il suo meraviglioso tennis di fioretto. Però, io azzardo un quarto di finale a Flushing Meadows (purtroppo negli slam, fino ad ora, ha sempre avuto sorteggi malvagi. L'ideale sarebbe che entrasse tra le teste di serie, tipo numero 26-27. In modo da trovare al terzo turno qualcuna d forte, ma non fortissima). Ciao.

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  10. Anche io ieri non sono riuscita a vederla ma stasera su supertennis ore 18.30 ci possiamo rifare.

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  11. La danno a Supertennis? Grazie davvero per l'informazione. Vedi, a volte giri per streaming improponibili arabeggianti, e la soluzione ce l'hi in casa. La vedrò sicuramente. Supertennis trasmette solo le italiane, ma ogni tanto fa anche il bene del tennis.

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  12. ieri è andata male,quasi irriconoscibile,anche se ritengo che si esprima al meglio contro giocatrici di livello più superiore,forse il caldo di palermo,dopo la brezza svedese ha un po' influito.alla prossima marco

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  13. Ciao Marco, visto-visto...poi ieri era anche sofferente fisicamente, ma non è una giustificazione. Speriamo la farfalletta faccia vedere belle cose nella stagione che comincia negli States. Ciao.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.