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lunedì 5 ottobre 2009

I tormenti della fragil serbiatta lagrimante



L'avevamo lasciata con gli occhi lucidi, al primo turno di New York. Sconfitta da Kateryna Bondarenko, dopo un tiebreak giocato da semi-lobotomizzata isterica. Seguirono strazianti dichiarazioni, proprio non riusciva a trovare un motivo alla disfatta. Con l'espressione piccata da decennale regina incontrastata del tennis, non si capacitava di una stagione orribile, proprio lei, Ana Ivanovic from Serbia, anni 22 da compiere. Mica Steffi Graf o Martina Navratilova a trent'anni. Si costerna, s'indigna con se stessa. E' convinta di essere la più forte di tutte. Sta lì l'inganno. Anche io pensavo di scrivere meglio di Hemingway e giocare meglio di Mecir. Poi qualcuno deve pur ricondurti alla realtà. A dire il vero, i chiari segni di un torpore psichico in fase di avanzata degenerazione, li avevo notati in un incontro dell'Australian Open. La reginetta spocchiosa, partorì 56 formidabili “ajde”, annesso gladiatorio gesto di guerra. Niente di trascendentale per i suoi standard, ma aveva fatto soltanto 52 punti. E lì, da profondo conoscitore del tennis, compresi che qualcosa non andava.
Ordunque, dopo gli US Open, triste e affranta, Ana decise per una soluzione drastica: Ritiro. Per due settimane. Della serie, tutti i giocatori si ritirano una ottantina di volte in carriera. Molti rimasero con lo champagne in mano, pronti a stappare. Poi Tokyo, altra allarmante sconfitta al primo turno, e nuova puntata de "le angoscie della giovin stellina del tennis mondiale". Ella, sul punto di lagrimare come nel leggendario confronto con Venus, dove un vile e gaglioffo malanno le impedì di lottare e morire schiantata contro un tir, ha partorito nuove folgoranti motivazioni, prospettive mica tanto serene. Grosso modo: Proprio non riesco a capire, non so darmi una spiegazione razionale. Scenerari strazianti, orizzonti funesti. Ritiro definitivo alle porte? No. Dolorosissima rinuncia al torneo di Beijing. La serba con gli occhi di cerbiatta, e le gote paffute, di indisponente livore, dichiara tremendi fastidi respiratori. Qualcuno (io) a mezza voce, le fa notare che, strepitare come una tarantola con pericolose turbe psichiche ad ogni punto, con più veemenza sui doppi falli altrui, magari non agevola la regal respirazione dalle sue gentili, delicate e graziosissime nari. Ma dubito qualcuno mi abbia ascoltato, dietro un lcd. Qualcuno del suo compostissimo entourage, mi avrebbe lapidato con pietre puntute.
Condisce la tremenda notizia, con considerazioni acutissime. In linea col suo tennis impotente (immaginate Alvaro Vitali che pretende di fare John Holmes. Eccolo il tennis di Ana), rilascia dichiarazioni importanti, parole che farebbero impallidire l'acume delle mie melanzane sott'olio, trinciate fine-fine. Si è allenata troppo, ammette a grandi linee. Poi, quando le lagrime salate sono sul punto di sgorgare, solcando il suo volto da madonnina creola, ecco che arriva al punto più annoso: la povera Ana, non ricorda nemmeno l'ultimo viaggio di piacere che ha fatto. Ed anche nella settimana di vacanza, non riesce a fare a meno del tennis. Povera stellina. Involontariamente (figuriamoci), ha svelato i chiari segni dei suoi insuccessi. Cosa si vuole pretendere da una ragazza cui un manipolo di maniscalchi con la faccia da bi-ergastolani, ha insegnato che il tennis è guerra, una partita ed un punto sono vita o morte? Che da quando aveva 4 anni, si sarà sentita dire che la sconfitta non esiste? Nulla. Cosa aggiungere? Niente.
Sforzandomi di scrivere due righe serie, la strepitante puledrina bruna, è diventata numero uno al mondo non ancora ventenne, per tutta una serie di motivi, che trascendono l'umana comprensione. Bisognerebbe guardare le stelle, e le loro paturnie. Ma il suo, era ed è un tennis arrangiato, improvvistato. Una urticante regolarità fallosa ed incostante (si, non sono diventato pazzo) e l'incapacità tecnica di cambiare schemi. A causa di quella manina olivastra, e quel braccio così bellino, quanto privo di un qualsivoglia tocco artigianale. Ma anche per l'evidente scarsa attitudine ad interpretare le partite, tentando qualcosa di differente. Uno assai cinico la chiamerebbe idiozia tennistica, ma io no. Sto esercitandomi a non essere crudele. Ma le questioni tecniche sono solo un contorno, le ragioni della crisi di Ana vanno ricercate nell'incapacità di concepire il tennis in modo leggero, come sport e senza l'assurdo tarlo ossessivo della vittoria, che inevitabilmente la porta alla sconfitta, ma soprattutto a mostrarsi grottesca e anacronistica su un campo. Perchè tra la mania ossessiva-compulsiva da goffa guerrigliera, e l'indolenza nell'affrontare un match, c'è anche una via di mezzo, che si chiama sport. Partite, tennis.
E allora, la soluzione? Che ne so, io. Dedicarsi alla moda o alla fiction d'amor struggente. Ma questo lo direbbe sempre quel cinico malvagio. Al limite, io consiglierei di liberarsi di chi la circonda, ma è mica affare semplice. Farsi una passeggiata sulla riviera romagnola, lasciarsi abbordare da un vitellone in agguato, con le gote rubiconde e il testosterone che esonda dal bulbo pilifero. Uno di quelli che “ci danno, che ci danno, Dio bono...” (citazione di un film intellettuale). Non farebbe molta fatica, perchè tocca ammetterlo, se ci si sforza di vederla solo in foto o quando non ha una racchetta in mano, Ana è assai attraente. E lì, nella quiete della Mauritius, dove il vitellone la porterebbe (a spese della serbiatta, ovvio), tra palme e noci di cocco, scoprirebbe che la vita ha un'infinità di altre sfumature, multicolori e piacevoli. Che non esistono solo palline e tie-break. Probabilmente tornerebbe, dopo tre mesi, con maggiore tranquillità interiore. Magari da numero 80 al mondo, ma chi se ne frega.
Invece, non credo di sbagliare, la manderanno un paio di mattine a fare shopping da Tiffany, e tornerà già tra una decina di giorni, più esaltata e convinta che mai. Come una bella puledrina strepitante ed invasata. Ammireremo i suoi ricercati balzelli esultanti, da anitra selvatica. La vedremo agitare il pugno ad ogni piè sospinto, alzando la deliziosa gambetta in sincrono (la foto è esemplificativa), con le regali chiappette serrate come a stringere un uovo di storione. Strillando le solite frasi d'odio cieco. Per poi frignare inconsolabile, dopo una sconfitta. Che peccato. Vitellone sfaccendato per Anina, cercasi.
Ok, perchè parlare di Ivanovic? Si potrebbe accennare ad una previsione sul primo turno di Tokyo tra Gasquet e Petzschner (oramai è chiaro, i sorteggi li fa il Moggi della psicoanalisi), alla goduriosa vittoria della farfalletta volleatrice Martinez Sanchez sulla Wozniacki. Scrivere dei successi di Davydenko e Simon, eccitanti ed invitanti quanto un brodino di cavolfiore. Ma persino del ritorno alla vittoria di Masha Sharapova a Tokyo, in una finale cui anche Gesù si è ribellato, inducendo al ritiro Jelena Jankovic per un infortunio allo zoccolo destro. Tutto si potrebbe, anche non scrivere niente. Ma oramai è tardi.

10 commenti:

  1. Pensa. Io aspetto sempre che un giorno torni l'altra Anna. La prima. Anna Kournikova.

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  2. Ciao Ottanta/Cento
    La vedo dura. Vero o meno, dichiarò che risolvesse i problemi fisici, tornerebbe a giocare. Lei comunque era l'esatto contrario della lagrimante, che non può fare a meno della racchetta.

    Di certo, so che sgambetta e giochicchia doppi misti, come contorno nel circuito veterani. Ciao.

    http://www.championsseriestennis.com/imagesBOS09.php

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  3. Se la maria jose giocasse sempre contro la wozniacki netrerebbe nella top ten nel giro di sei mesi.....comunque un bel balzo in classifica lo ha fatto vedrai errivera nella top 20 e io e te saremmo stati più che lungimiranti

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  4. Ben ritrovato Marco,
    ora ha anche passato il secondo turno.
    Certo che ci arriva (pare abbia mollato l'inutile doppio, credo). Maria Josè vale le prime venti abbondantemente. Ma anche come numero 45, è sembre bellissima da vedere. Un fiorellino di maggio. =) Ciao.

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  5. Tra queste notizie ce n'è una falsa: pare che i due Safin stiano investendo i soldini guadagnati in un fast food in Siberia. Maria Sharapova ha subito dichiarato la sua indisponibilità a partecipare all'operazione, considerata la minaccia della Wta: "o torni a vincere o la sfilata dei completini vedo-non vedo la facciamo fare alla Kuznetsova". La serba Ivanovic, dal canto suo, ha dichiarato di voler diffidare l'Associazione dei residenti italiani in Egitto per appropriazione indebita di sigla: "AIDE" è marchio registrato Ivanovic. La serba ha anche diffidato Justine Henin e Kim Clisters perchè l'idea di tornare a giocare dopo una lunga pausa era originariamente sua. Altra notizia: visto il livello attuale in cui versa la Wta, oltre a Mary Jo Fernandez, anche Billie Jean King ha annunciato il suo ritorno sui campi. Dottor Sholl's e Linidor i suoi sponsor. Elena Dementieva ha annunciato altresì di aver acquistato i diritti della "numero 5 in classifica Wta"; la jankovic, infuriata, ha dichiarato di essere lei lo zoccolo duro di media classifica e che provvederà ad acquistare i diritti della "numero 4" dopo la consueta ferratura del weekend.
    Naturalmente la notizia falsa riguardava la Kutznetsova, attualmente in trattative col circo Medrano.
    Ciao Picasso e perdonami le cretinate, ma all'ora di pranzo è così. A presto!!

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  6. Ma figurati...anzi, appare tutto in linea con la realtà. Già me la vedo Dinara, triste e affranta, dietro al bancone del chiosco, e Marat col sigaro in bocca che osserva l'andamento. In realtà, pare anche Kleybanova, Kanepi e (ahimè!) Dokic, si stiano giocando all'ultimo sangue il posto come testimonial per le pancere contenitive bodyslim. =)
    Ciao.

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  7. fantastici entrambi grazie mille per le grasse risate

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  8. Ma ciao Alce,
    grazie a te per la visita,
    alla prossima sgambettata trottante...=)

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  9. Il problema della "Serbiatta" non è la mancanza di talento tennistico, ma la poca voglia di usarlo.
    Preferisce infatti tirare martellate fino a sbagliare...
    Nel 2005 al ROland Garros, fece impazzire la Mauresmo a palle corte lob e stop volley, ora pare che sia solo interessata a scavare buchi sul campo con il servizio e il dritto...
    Comunque è davvero bellina!

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  10. Ciao Anonimo (il nome no, eh?)
    La tua disamina tecnica non fa una grinza.
    Ci metto dentro anche la Masha. Ma possibile che un mniscalco allenatore non insegni loro a tirare un servizio lavorato, a tre quarti? O sono così ottuse loro? Invece si asseite a smidollate esibizioni e caterve di errori e doppi falli da record.
    Il fatto che "provi a fare il buco a terra" e non ci riesca, è sinonimo del fatto che la serbiatta si senta la più forte al mondo. E la cosa, a sua volta sta ad indicare mancanza di umiltà e supponenza che non ha eguali. Il modo in cui si è giocata il match point a NY è un esempio lampante di demenza tennistica. Io su di lei ci scherzo, e a volte esagero, ma è chiaramente assai bellina, però vederla su un campo da tennis strillare ed strepitare tutta dal primo (!) punto all'ultimo, è una cosa che rasenta il ridicolo. Però bellina, rimane. =) Ciao.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.