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martedì 9 febbraio 2010

BOLELLI, CRISI INFINITA



Mentre Berrer, tedesco preso in cura da Pistolesi raggiunge la finale di Zagabria, il tennista di Budrio inanella l'ennesima sconcertante sconfitta. 
Al peggio non c'è mai fine. Per conferme, chiedere a Simone Bolelli, sprofondato al 110.mo posto nel ranking Atp.
Tra l'America, Rotterdam e Ponte di legno. Era in tabellone a San Josè. No, poi ha preferito evitarsi una assai faticosa trasferta transoceanica, iscrivendosi a Rotterdam. Vuoi mettere gli americani? Anche a lui darà fastidio quella loro insopportabile mania di strafogarsi hot-dog sugli spalti e friggere le persone sulla sedia elettrica. Meglio la vecchia Europa ed un viaggio meno stressante. Ma in Olanda Bolelli non aveva la classifica per entrare. Bel problema, per l'ispettore Clusoe. A Bergamo si gioca un importante torneo challenger. Gli organizzatori tendono una mano nel momento del bisogno, offrendogli una wild card per il tabellone principale. Marcos Baghdatis, cipriota che pure ha giocato una finale di slam, per un anno si è messo di buzzo buono, trascorrendo quasi l'intero 2009 nelle paludose steppe dei challenger. Alla fine s'è ricostruito una classifica dignitosa ed è rinato a nuova vita. Persino Xavier Malisse, belga pigro ed incostante, ma con le stimmate di un talento riottoso che sgorgano nel braccio, ha provato a ritrovare la confidenza e l'attitudine alle partite, nei tanto vituperati tornei minori. Sciagurato finché si vuole, Xavier ha in bacheca qualche successo ed una semifinale a Wimbledon, e non brilla certo per modestia.
Giammai challenger, meglio lottare in Olanda. Simone, ostinato e forse convinto che le sue platee non possano essere di siffatto infimo lignaggio, rifiuta categoricamente. Meglio giocarsi le qualificazioni a Rotterdam. Più dignitoso, per uno dal suo cristallino talento. E nel primo turno di qualificazione gli danno in pasto Sluiter. 32Enne ex tennista di casa, che passava di lì. Non è mica una boutade da buontempone. Invitato a giocare, perché ne mancava uno per completare il tabellone di qualificazioni. Non avesse accettato lui, toccava mettere in campo un panettiere artritico o una cicoria selvatica. E Bolelli riesce nella titanica impresa di perderci. Anzi, fa meglio. Infortunato, si ritira sul 6-4 4-1. E pur non conoscendo bene l'entità della menomazione sofferta, abbandonare a due games dalla fine non è mai indice di grossa serenità mentale.
Oltre i numeri di un declino. Undici, dodici, tredici sconfitte di fila. Non sono solo i numeri ad allarmare. Quanto l'atteggiamento di un ragazzo che pare oramai disperso e senza più l'insana voglia di lottare. Perché per vincere le partite occorre fare i punti su un rettangolo di gioco, dicono. Non basta ancora auto nominarsi virtuosi. Altrimenti Petzschner avrebbe già vinto un par di dozzine di slam. Tra coloro che consideravano Simone come sicuro top ten e chi lo ritiene troppo limitato per stare tra i top 100, deve per forza esserci una via di mezzo. Ha certamente più talento naturale degli altri italiani che trottano maldestramente in giro per il mondo. Malgrado gli evidenti limiti nel rovescio e negli spostamenti, quel gran dritto e l'ottimo servizio, basterebbero per un agevole galleggiamento tra i primi 40/50. Ma ciò che fa la differenza nel tennis moderno è il carattere e la voglia di soffrire. Il problema del nostro eroe è nella testa, e quella è più difficile da curare rispetto ad un crociato rotto o a particolari tecnici da aggiustare o limare. Risolvesse quello, chissà. Non è mai troppo tardi nella vita. Anche per una giovane promessa di quasi 25 anni.
E intanto Berrer e Pistolesi vanno a gonfie vele. Si era pensato che il divorzio da Pistolesi potesse dare nuova linfa alla carriera del ragazzo di Budrio. Non per le capacità taumaturgiche del nuovo coach Piatti, che non poteva d'improvviso trasformarsi in stregone capace di creare vite dal nulla. Se non altro, servivano nuovi stimoli. Qualcuno si era spinto più in là, guardando al divorzio come la salvezza di Simone. Che il tecnico romano rischiava di affossare irrimediabilmente. Chissà a cosa lo costringeva, fors'anche allenarsi. Pistolesi ha incassato bene. S'è messo a seguire un tedesco delle retrovie e snobbato da molti: Michael Berrer. Trentenne mancino da challenger e poco altro. E quello, proprio questa settimana, attaccando all'arma bianca raggiunge una finale a Zagabria, lottata quasi alla pari con Marin Cilic. Pistolesi in tribuna è eccitato. Oramai pingue come un bombolo gongolante, si coccola il suo nuovo pupillo.
Che la colpa poi, non fosse di Pistolesi? Ok, che sarà mai una finale a Zagabria. Anche i nostri farebbero fuori quelli che ha battuto Berrer. L'ho sempre detto io, quello che ci frega è il tempismo. Da oltre trent'anni non siamo mai nel posto giusto al momento giusto.
Meglio le foche monache svitate, dei talenti dormienti. Uno che vuole realmente divertirsi coi talenti gettati al vento va al circo o al limite guarda le evoluzioni di Philipp Petzschner. Il pittore naif dall'agonismo di un cincillà castrato, trova una discreta settimana a Zagabria. E una bella semifinale contro lo stesso Berrer.
Il nostro eroe dei fumetti sbuffa, torce il viso orrendo in smorfie incomprensibili. Pare una raccoglitrice di violette di campo. Dipinge improvvisamente il rettangolo con deliziose pennellate ispirate da divinità pazze. Si produce in un contro-smash da saettante virgulto della racchetta. Due secondi dopo sgozza tre pallate a metà rete, neanche fosse un imbianchino con la gotta. Mima il gesto nell'aria, in modo surreale. Lentamente, dieci secondi di recita improvvisata. Sembra urlare pietà verso chi lo ha gettato lì, in quel campo. Ride, o piange. E perde. Chi potrà mai capire cosa gli ronza nella scatola cranica.
Si rifà vincendo il doppio, assieme a Jurgen Melzer. Il circo Medrano sta già pensando di scritturarli nel numero delle due foche squilibrate.

Articolo scritto per Tennis.it

5 commenti:

  1. Ciao Picasso!
    Ah Simone Simone...mah...a me a pelle non è mai piaciuto in tutti i sensi (compreso quello estetico andando terra terra, è un tarro dai) e, aspetto a parte che è bello ciò che piace a ciascuno, difficilmente sbaglio, purtroppo. Che le nostre foche monache siano più piacevoli da gustare si sapeva, almeno non gridano ai 4 venti il loro talento, quale non si sa, forse ben nascosto nei capelli ingellati!
    Certo come mai un nuovo Panatta tarda ad arrivare (ma quanto mi piace quell'uomo!!!!) richiede un'analisi generale dell'intero sistema tennis italiano in cui è difficile addentrarsi senza rischiare di sembrare i soliti cinici disfattisti antitalioti. E' difficile non constatare nel complesso la mentalità provinciale che pervade il sistema e che contagia i nostri tennisti...basta vedere l'anno scorso a quali tornei si sono iscritti, e a quali tornei erano iscritte invece le ragazze, ricordo bene un tuo interessante articolo al riguardo.
    Certo ammirevole il tentativo di Simone di cercare di partecipare al tennis che conta, ma a sto punto, meglio giocarsela a Bergamo e abbassare la crestina laccata.
    Tra l'altro ho scoperto che Bolelli è molto amico di Del Potro... a parte che mi chiedo come possa Martino frequentare gente di tal tarraggine, spero la frequentazione dall'alto del suo 5 posto di sia diradata, ma... imparare qualcosa dagli amichetti no eh? :p
    Ah c'era un articolo molto bello di Clerici in merito su Repubblica circa un anno fa, su Del Potro e tennis italiano!
    Sigh sigh non ho trovato nulla delle pennellate di Picasso in rete!! Mi immaginerò il controsmash fatato...
    Stakhovsy stasera mi gioca contro °___° noooo non la guarderò non posso per il bene del mio equilibrio psicofisico che domani ho un esame.
    Ciao a presto!

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  2. Ehhh...Silvietta, non vorrei sbagliare, ma a proposito di Del Potro, non ricordo chi, ma qualcuno disse che il confronto col nostro talentuosissimo ragazzo, non reggeva. Anzi era quasi offensivo per il nostro. Si sono visti i risultati di quella profezia.
    Su Picasso si, ho visto su youtbe, c'è solo la finale vinta a Vienna e la memorabile rimonta da 2-6 3-5 -persa 7-6 al terzo, ovvio- contro Hewitt. C'è discriminazione delle foche. =)
    Quanto a Stakhovsky-Djokovic, che iddio ce la mandi buona. Ciao.

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  3. e non é che Marsiglia sará il torneo per tirare fuori la testa dalla sabbia. Si becca Stakhovsky al primo turno per incontrare eventualmente il fresco vincitore di Rotterdam..bella fortuna. Consiglierei anche io una bella remata tra i challenger..quanto meno per riacquistare un po´di fiducia. detto ció, forza Marcos :)))

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  4. Ciao,
    si, non sarebbe male un sano bagno d'umiltà...
    Quanto a marsiglia, in condizioni normali, certo. Non vedrebbe biglia contro l'ucraino. Ma purtroppo Stakhovsky ha un ginocchio a pezzi. Quindi, se Bolelli non vince con uno ridotto a quel modo, la vedo dura...=) Ciao.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.