Poco più che una gita in camporella per Nadal, fino alla semifinale (o forse la finale). Insidie maggiori per Federer e Murray. Nella semifinale del maiorchino capita Soderling (o Murray). In quella di Federer, ancora Djokovic.
Analisi degli ipotetici accoppiamenti dei quarti di finale:
Rafael Nadal (1) – David Ferrer (7). Un manipolo di ectoplasmi sciancati, ad accompagnare l’ingresso del numero uno al mondo nello slam australiano. Alla ricerca del secondo successo a Melbourne e del quarto major consecutivo. Difficile credere che un Nadal con una gamba e mezzo braccio possa patire l’inoffensivo brasileiro Marco Daniel all’esordio. Ancor meno l’increscioso connazionale Gimeno Traver al secondo turno. Insidie maggiori potrebbe recargli un qualificato (al momento mi vengono in mente solo Raonic, Dimitrov o Mahut. Di Dancevic non si sa ancora nulla. Forse lo avranno tumulato notte tempo). Terzo turno in linea, dove l’inutilmente gradevole serve&volley del fotomodello Feliciano Lopez sarà presumibilmente divelto con punitiva ferocia (non siamo certo al Queens Club di Londra). Sempre che Feliciano riesca a venir fuori dal suo spot (non è mica detto) superando “caffè mokambo” Falla ed uno tra il francese impalpabile Chardy o l’insipiente spocchia viziata del giovane australiano Tomic, quanto di peggio il tennis giovanile possa esprimere. Per Nadal i pericoli (esercizio di raffinato eufemismo rotolante) inizieranno dagli ottavi. Il seeding direbbe Marin Cilic. Il croato che proprio a Melbourne dodici mesi fa sembrava rampante outsider al vertice, è però reduce da mesi di pietosa agonia moviolistica. Non escludo che da quella parte possa prevalere il bucaniere strappato al basket John Isner. Che sarà anche inguardabile come un trattore grippato, vale attorno al numero 30 al mondo, non è in gran forma, ma ha dalla sua il servizio. Più il pivot affetto da gigantismo che Santiago Giraldo, pure in ottima forma o Radek Stepanek, immarcescibile e godibilissimo eroe vintage, ma che pochi giorni fa le ha prese di santa ragione da Chela, mica Borg.
Nei quarti per l’arrotatore folle di Manacor ci sarebbe in pasto David Ferrer. “O zappatore” è tipo che il suo sporco mestiere lo fa sempre, destando inquieta intolleranza ammirata. Testimonianza ultima, il buon torneo di Auckland. A lui è però stato riservato un trattamento impietoso. Tralasciando Nieminen all’esordio, subito grandi perigli a ripetizione. Uno tra David Nalbandian e Lleyton Hewitt (uno dei tre match di primo turno da seguire con attenzione). Il talentuoso argentino “di panza” è in un momento di grande splendore. Avrà perso due/tre etti sudando come un bufalo del Kentuki nel torneo di Auckland, oltre a sciorinare colpi di gran magniloquenza racchettara. Hewitt è ormai un ex unumero uno ed ex tennista in attesa di abbattimento, da tre anni buoni. Ma davanti ai suoi tifosi qualche antica baldanza e “c’mon” meno patetici, può ancora offrire. Dovesse passare indenne da questo muro antico, per David Ferrer si prospetterebbe l’ottavo contro Youzhny. Ennesima grande chance per il russo con una ruota per criceti nel cervello, che continua a girare a vuoto. Dalle sue parti, difficile sperare in un grande torneo per il sontuoso cardellino volleante di Francia Michael Llodra. Grasso che cola riuscisse ad estirpare l’orrida gramigna argentina Chela al primo turno. Trionfo vero, passasse anche il secondo turno.
Nadal 80% (Isner 10%, Cilic 5%, Giraldo 3%, Lopez 2%) – Ferrer 30% (Nalbandian 30%, Youzhny 30%, Hewitt 10%).Robin Soderling (4) – Andy Murray (4). Il disboscatore disturbato svedese non pare aver beneficiato troppo della quarta testa di serie. Anzi. Nei quarti si ritrovebbe Murray, ed arrivarci non sarà certo una tranquilla passeggiata in boschi pullulanti di farfallette tubanti, roselline e fiori di lillà. Tranquillo il primo turno contro Potito Starace, in quelle che è stato il grande rimpianto del recente spareggio di Davis. “Ah, se avesse giocato Potitone nostro…”, qualche pretoriano orbo col fez, disse. Il napoletano, pur combattivo come una mosca tsè-tsè a Sydney, avrà la sua chance. Obiettivo massimo, fare più di dieci games. Vincere un set, qualora lo scandinavo si metta a danzare su musiche gitane in mezzo al campo, travestito da danzatrice di pizzica salentina. Per Robin ancora avversari da affrontare in sourplace: uno tra l’inutile tennis-samba (alticcio) di Thomaz Bellocci, o il fantasma deambulante dell’uzbeko Istomin (uno che vince un game contro Seppi, o è morto o in uno slam non dovrebbe nemmeno presentarsi). Vero banco di prova per la testa di serie numero 4 saranno gli ottavi di finale. Potrebbe ritrovarsi di fronte la sagoma poco rassicurante di Jo Tsonga in un match che sarebbe gradevole, nella sua violenza ottundente. Il sopravvalutato bufalo francese pare in ripresa, ed in Australia qualche magia la regala sempre. Sfortunato però nel ritrovare nel suo spot avversari perigliosi assai. Un pietoso velo lo stendiamo sul suo avversario di primo turno, Philipp Petzschner (probabilmente al suo ultimo slam. Negli altri farà presumibilmente le qualificazioni, dedicandosi al doppio, dove appoggiarsi ad un compagno con mezzo cervello). Poi per Jo ci sarà l’impavido eroe caldarense Seppi (ammesso che riesca a non perdere dall’ottuagenario gnomo Clement), ed uno tra Gulbis (ma quello può lasciarsi morire anche con Benjamin Becker. E continuare a credere nel lettone, configura la demenza senile) o il fenomenale fromboliere dalla chioma svolazzante e volto da adolescente in piena fase di dipendenza dai filmini della Fenech, alias Dolgopolov jr.
Nei quarti ci sarebbe Murray. Primi tre turni al cloroformio per lui. L’emergente ucraino Marchenko (buono a tratti) o Garcia-Lopez, non dovrebbero impensierirlo o strappargli un set. Il banco di prova per lo scozzese sarà in ottavi. I numeri e la classifica dicono Jurgen Melzer, sempre pericoloso quando spegne quel che rimane di un cervello minato dalle mosche cavalline e tira qualsiasi cosa gli capiti a portata di racchetta. Per il mancino austriaco il cammino verso gli ottavi non però agevole. Al terzo turno potrebbe misurarsi con quel che rimane di Juan Martin Del Potro, tristemente rientrato in condizioni rabberciate. Sempre che riesca a spuntarla di puro orgoglio sul piacevole israelita Dudi Sela, per il fumigante pistolero di Tandil possibile capolinea rappresentato da Marcos Baghdatis, uno che a Melbourne balla spesso il sirtaki e vaga per la città ebbro come una spugna.
Soderling 50% (Tsonga 30%, Dolgopolov jr. 10%, Gulbis 10%) – Murray 60% (Melzer 25%, Baghdatis 10%, Del Potro 5%).
Thomas Berdych (6) - Novak Djokovic (3). Sulla carta il quarto più interessante, ed ipoteticamente combattuto. Oltre che il più inguardabile, a mente lucida. Dopo la settima vodka invece, vi risulterà un confronto stellare. Il varano ceco dal cervello simile ad una mandorla arsa dal sole, è da mesi in condizioni di forma approssimativa. Difficilmente basterà il ceco delle ultime apparizioni, versione “smidollato con cautela e gambe pesanti” per venir fuori da uno spot di tabellone infestato da piranas sdentati e che pare congegnato da una mente sadica. Subito al secondo turno uno tra lo scamosciato ermellino Kohlschreiber e l’estremizzante Kamke in un abbinamento di primo turno che ben dipinge la magnifica fantasia teutonica (ossimoro chiaramente palese, quantunque involontario). Poi al terzo ci sarebbe Gasquet. Ah sì, Gasquet, che a Melbourne ha dipinto alcune delle sue inimitabili e leggendarie tele dense di un masochismo ansiogenamente mortale. Può passare un turno (sempre che becchi un qualificato “morbido”). Forse anche il secondo contro il connazionale Mannarino, in un confronto degno del peggior esistenzialismo filosofico applicato alla psicologia caprina. Sempre che il bel cardellino mancino, non abbia esaurito le sue (poche) riserve nei due (miracolosi) match vinti ad Auckland. Possibile che Thomas giunga agli ottavi, dove lo attenderebbe l’highlander di una tonnara inestricabile. Ce la può fare “Nosferatu” Davydenko, sempre tignoso come una vecchietta in fila alle poste. Per lui al primo turno ci sarà il magnifico Mecir monco, Florian Mayer, poi uno tra Nishikori e Fognini. Possibilità per il ligure, qualora il “nippo” da cartone animato (tennista vero) incappi in una giornata negativa. O potrebbe prevalere addirittura il funambolico perdente Nando Verdasco. Ma con quella cresta da iguana delle Galapagos a nascondere misconosciuti pensieri di arrembaggio morto, può perdere senza colpo ferire financo dal vecchio Schuettler, sempre presente malgrado l’età e le evidenti crudeltà di un tennis che è sevizia dei sensi. Qualche chance la lascerei anche al serbo Tipsarevic, ammesso che invece dei libri sulla filosofia che lo hanno convinto della vacuità dell’uomo, in settimana si legga “topolino” o al limite l’ultimo numero de “il giornale”, per farsi due risate e prendersi meno sul serio capendo che c’è gente più patetica di lui.
Dovrebbe approdare senza grandi problemi ai quarti invece, Novak Djokovic. Per lui solo qualche insidia rappresentata dal rientrante Ivo Karlovic. L’attempato croato sembra guarito e se in giornata di “cannon ball” al servizio, è sempre da prendere con le molle. Poi il re-match con la sua giovane controfigura Troicki, in gran spolvero da mesi. Prima degli ottavi in cui, seeding alla mano, troverebbe il saettante Nicolas Almagro. Tipetto dal rovescio impunito, bizzoso e periglioso. In primis per i suoi specchi. Ma potrebbe dire ala sua anche Ivan Ljubicic, croato alle ultime malinconiche apparizioni, ma ancora in grado, nella partita secca, di dare fastidio a molti. Pronto a cogliere passi falsi dei due c’è Benoit Paire. Francese che potrebbe rivelarsi la gran sorpresa del torneo (credeteci pure). Il giovane transalpino, mezzo Safin e mezzo Gasquet, si esalta negli slam (annotatelo con cura). Da quelle parti anche Filippo Volandri. Coraggioso, il livornese, a prendere l’aereo per intascare l’assegno di presenza e farsi una vacanza, malgrado le petulanti mosche australiane. Un po’ fortunato nel trovare Andreev (che pure sembra tornato tennista e non solo mister Kirilenko) e non un tipo stile Tsonga o Melzer. Evitato dunque l’effetto suv che travolge una lambretta, ma più di quello è ardimentoso ipotizzare altro.
Berdych 30% (Davydenko 30%, Verdasco 20%, Gasquet 10%, Tipsarevic 5%, Nishikori 5%) – Djokovic 70% ( Al magro 15%, Ljubicic 5%, Karlovic 5%, Paire 5%).Andy Roddick (8) – Roger Federer (2). Quarto dal sapore storico. Roddick dopo il tribolato 2010 pare essersi messo di buzzo buono, e voler sparare le ultime cartucce (a salve). Mine vaganti dalle parti del goffo americano ne vedo poche, forse nessuna. Wawrinka, fresco trionfatore a Chennai può essere una. Da tenere d’occhio il primo turno tra lo svizzero infestato dall’ecne e Teymuraz Gabashvili, “er canaro” imprestato alla racchetta, ma sempre imprevedibile nei suoi cannibaleschi sbalzi d’umore schizoide. Monfils, può rivelarsi un’altra minaccia per A-Rod. I due, tra l’altro, si detestano non poco. Arduo pensare a Golubev, malgrado abbia imparato a giocare a tennis nel belpaese di Seppi e Vagnozzi. Gil e Cuevas saranno lì, a fare da orridi animaletti di compagnia protetti dalla “protezione animali troppo brutti per essere veri”.
L’esperto yankee può giungere ai quarti, dove ad attenderlo ci sarebbe Roger Federer. Svizzero in gran spolvero a Doha, e sempre in fondo da quando è sotto le accurate cure di Paul Annacone. Sulla strada dell’ex monarca, qualche minaccia concreta. Non certo l’esordio con l’implume Lucas Lacko, incapace di vincere anche ad Ortisei. Già al secondo turno ha però trovato il tennista forse più in forma del momento: il redivivo Gilles Simon, che recuperata la salute è tornato degno dei top 15/20. Di più, non se ne parla. Terzo turno fascinoso sarebbe quello dell’elvetico con Xavier Malisse. Incontro dei rimpianti per il belga, che qualcuno dei dieci anni passati a bighellonare da un letto all’altro, da un night ad una branda d’ospedale, poteva passarli a combattere con lo svizzero per vincere slam. Certamente con più carte in regola di un Roddick o Hewitt. Bisogna solo pregare che Xavier ci arrivi, a quel benedetto terzo turno. Solo per vedere un bellissimo match. Poche e fatue speranze residuali mi sento di lasciarle al lezioso airone ucraino (ma quanti bei giocatori ha l’Ucraina?) Sergiy Stakhovsky, che può arrivare agli ottavi (credeteci pure). Magari sfruttando i momenti difficili di Fish, Querrey, Hanescu e Robredo che pascoleranno dalle sue parti, in stato di forma imbarazzante alla umana visuale di chi è sensibile verso le sconce ineleganze.
Roddick 50% (Wawrinka 30%, Monfils 20%) – Federer 75% (Simon 15%, Malisse 5%, Fish 5%).
Analisi degli ipotetici accoppiamenti dei quarti di finale:
Rafael Nadal (1) – David Ferrer (7). Un manipolo di ectoplasmi sciancati, ad accompagnare l’ingresso del numero uno al mondo nello slam australiano. Alla ricerca del secondo successo a Melbourne e del quarto major consecutivo. Difficile credere che un Nadal con una gamba e mezzo braccio possa patire l’inoffensivo brasileiro Marco Daniel all’esordio. Ancor meno l’increscioso connazionale Gimeno Traver al secondo turno. Insidie maggiori potrebbe recargli un qualificato (al momento mi vengono in mente solo Raonic, Dimitrov o Mahut. Di Dancevic non si sa ancora nulla. Forse lo avranno tumulato notte tempo). Terzo turno in linea, dove l’inutilmente gradevole serve&volley del fotomodello Feliciano Lopez sarà presumibilmente divelto con punitiva ferocia (non siamo certo al Queens Club di Londra). Sempre che Feliciano riesca a venir fuori dal suo spot (non è mica detto) superando “caffè mokambo” Falla ed uno tra il francese impalpabile Chardy o l’insipiente spocchia viziata del giovane australiano Tomic, quanto di peggio il tennis giovanile possa esprimere. Per Nadal i pericoli (esercizio di raffinato eufemismo rotolante) inizieranno dagli ottavi. Il seeding direbbe Marin Cilic. Il croato che proprio a Melbourne dodici mesi fa sembrava rampante outsider al vertice, è però reduce da mesi di pietosa agonia moviolistica. Non escludo che da quella parte possa prevalere il bucaniere strappato al basket John Isner. Che sarà anche inguardabile come un trattore grippato, vale attorno al numero 30 al mondo, non è in gran forma, ma ha dalla sua il servizio. Più il pivot affetto da gigantismo che Santiago Giraldo, pure in ottima forma o Radek Stepanek, immarcescibile e godibilissimo eroe vintage, ma che pochi giorni fa le ha prese di santa ragione da Chela, mica Borg.
Nei quarti per l’arrotatore folle di Manacor ci sarebbe in pasto David Ferrer. “O zappatore” è tipo che il suo sporco mestiere lo fa sempre, destando inquieta intolleranza ammirata. Testimonianza ultima, il buon torneo di Auckland. A lui è però stato riservato un trattamento impietoso. Tralasciando Nieminen all’esordio, subito grandi perigli a ripetizione. Uno tra David Nalbandian e Lleyton Hewitt (uno dei tre match di primo turno da seguire con attenzione). Il talentuoso argentino “di panza” è in un momento di grande splendore. Avrà perso due/tre etti sudando come un bufalo del Kentuki nel torneo di Auckland, oltre a sciorinare colpi di gran magniloquenza racchettara. Hewitt è ormai un ex unumero uno ed ex tennista in attesa di abbattimento, da tre anni buoni. Ma davanti ai suoi tifosi qualche antica baldanza e “c’mon” meno patetici, può ancora offrire. Dovesse passare indenne da questo muro antico, per David Ferrer si prospetterebbe l’ottavo contro Youzhny. Ennesima grande chance per il russo con una ruota per criceti nel cervello, che continua a girare a vuoto. Dalle sue parti, difficile sperare in un grande torneo per il sontuoso cardellino volleante di Francia Michael Llodra. Grasso che cola riuscisse ad estirpare l’orrida gramigna argentina Chela al primo turno. Trionfo vero, passasse anche il secondo turno.
Nadal 80% (Isner 10%, Cilic 5%, Giraldo 3%, Lopez 2%) – Ferrer 30% (Nalbandian 30%, Youzhny 30%, Hewitt 10%).Robin Soderling (4) – Andy Murray (4). Il disboscatore disturbato svedese non pare aver beneficiato troppo della quarta testa di serie. Anzi. Nei quarti si ritrovebbe Murray, ed arrivarci non sarà certo una tranquilla passeggiata in boschi pullulanti di farfallette tubanti, roselline e fiori di lillà. Tranquillo il primo turno contro Potito Starace, in quelle che è stato il grande rimpianto del recente spareggio di Davis. “Ah, se avesse giocato Potitone nostro…”, qualche pretoriano orbo col fez, disse. Il napoletano, pur combattivo come una mosca tsè-tsè a Sydney, avrà la sua chance. Obiettivo massimo, fare più di dieci games. Vincere un set, qualora lo scandinavo si metta a danzare su musiche gitane in mezzo al campo, travestito da danzatrice di pizzica salentina. Per Robin ancora avversari da affrontare in sourplace: uno tra l’inutile tennis-samba (alticcio) di Thomaz Bellocci, o il fantasma deambulante dell’uzbeko Istomin (uno che vince un game contro Seppi, o è morto o in uno slam non dovrebbe nemmeno presentarsi). Vero banco di prova per la testa di serie numero 4 saranno gli ottavi di finale. Potrebbe ritrovarsi di fronte la sagoma poco rassicurante di Jo Tsonga in un match che sarebbe gradevole, nella sua violenza ottundente. Il sopravvalutato bufalo francese pare in ripresa, ed in Australia qualche magia la regala sempre. Sfortunato però nel ritrovare nel suo spot avversari perigliosi assai. Un pietoso velo lo stendiamo sul suo avversario di primo turno, Philipp Petzschner (probabilmente al suo ultimo slam. Negli altri farà presumibilmente le qualificazioni, dedicandosi al doppio, dove appoggiarsi ad un compagno con mezzo cervello). Poi per Jo ci sarà l’impavido eroe caldarense Seppi (ammesso che riesca a non perdere dall’ottuagenario gnomo Clement), ed uno tra Gulbis (ma quello può lasciarsi morire anche con Benjamin Becker. E continuare a credere nel lettone, configura la demenza senile) o il fenomenale fromboliere dalla chioma svolazzante e volto da adolescente in piena fase di dipendenza dai filmini della Fenech, alias Dolgopolov jr.
Nei quarti ci sarebbe Murray. Primi tre turni al cloroformio per lui. L’emergente ucraino Marchenko (buono a tratti) o Garcia-Lopez, non dovrebbero impensierirlo o strappargli un set. Il banco di prova per lo scozzese sarà in ottavi. I numeri e la classifica dicono Jurgen Melzer, sempre pericoloso quando spegne quel che rimane di un cervello minato dalle mosche cavalline e tira qualsiasi cosa gli capiti a portata di racchetta. Per il mancino austriaco il cammino verso gli ottavi non però agevole. Al terzo turno potrebbe misurarsi con quel che rimane di Juan Martin Del Potro, tristemente rientrato in condizioni rabberciate. Sempre che riesca a spuntarla di puro orgoglio sul piacevole israelita Dudi Sela, per il fumigante pistolero di Tandil possibile capolinea rappresentato da Marcos Baghdatis, uno che a Melbourne balla spesso il sirtaki e vaga per la città ebbro come una spugna.
Soderling 50% (Tsonga 30%, Dolgopolov jr. 10%, Gulbis 10%) – Murray 60% (Melzer 25%, Baghdatis 10%, Del Potro 5%).
Thomas Berdych (6) - Novak Djokovic (3). Sulla carta il quarto più interessante, ed ipoteticamente combattuto. Oltre che il più inguardabile, a mente lucida. Dopo la settima vodka invece, vi risulterà un confronto stellare. Il varano ceco dal cervello simile ad una mandorla arsa dal sole, è da mesi in condizioni di forma approssimativa. Difficilmente basterà il ceco delle ultime apparizioni, versione “smidollato con cautela e gambe pesanti” per venir fuori da uno spot di tabellone infestato da piranas sdentati e che pare congegnato da una mente sadica. Subito al secondo turno uno tra lo scamosciato ermellino Kohlschreiber e l’estremizzante Kamke in un abbinamento di primo turno che ben dipinge la magnifica fantasia teutonica (ossimoro chiaramente palese, quantunque involontario). Poi al terzo ci sarebbe Gasquet. Ah sì, Gasquet, che a Melbourne ha dipinto alcune delle sue inimitabili e leggendarie tele dense di un masochismo ansiogenamente mortale. Può passare un turno (sempre che becchi un qualificato “morbido”). Forse anche il secondo contro il connazionale Mannarino, in un confronto degno del peggior esistenzialismo filosofico applicato alla psicologia caprina. Sempre che il bel cardellino mancino, non abbia esaurito le sue (poche) riserve nei due (miracolosi) match vinti ad Auckland. Possibile che Thomas giunga agli ottavi, dove lo attenderebbe l’highlander di una tonnara inestricabile. Ce la può fare “Nosferatu” Davydenko, sempre tignoso come una vecchietta in fila alle poste. Per lui al primo turno ci sarà il magnifico Mecir monco, Florian Mayer, poi uno tra Nishikori e Fognini. Possibilità per il ligure, qualora il “nippo” da cartone animato (tennista vero) incappi in una giornata negativa. O potrebbe prevalere addirittura il funambolico perdente Nando Verdasco. Ma con quella cresta da iguana delle Galapagos a nascondere misconosciuti pensieri di arrembaggio morto, può perdere senza colpo ferire financo dal vecchio Schuettler, sempre presente malgrado l’età e le evidenti crudeltà di un tennis che è sevizia dei sensi. Qualche chance la lascerei anche al serbo Tipsarevic, ammesso che invece dei libri sulla filosofia che lo hanno convinto della vacuità dell’uomo, in settimana si legga “topolino” o al limite l’ultimo numero de “il giornale”, per farsi due risate e prendersi meno sul serio capendo che c’è gente più patetica di lui.
Dovrebbe approdare senza grandi problemi ai quarti invece, Novak Djokovic. Per lui solo qualche insidia rappresentata dal rientrante Ivo Karlovic. L’attempato croato sembra guarito e se in giornata di “cannon ball” al servizio, è sempre da prendere con le molle. Poi il re-match con la sua giovane controfigura Troicki, in gran spolvero da mesi. Prima degli ottavi in cui, seeding alla mano, troverebbe il saettante Nicolas Almagro. Tipetto dal rovescio impunito, bizzoso e periglioso. In primis per i suoi specchi. Ma potrebbe dire ala sua anche Ivan Ljubicic, croato alle ultime malinconiche apparizioni, ma ancora in grado, nella partita secca, di dare fastidio a molti. Pronto a cogliere passi falsi dei due c’è Benoit Paire. Francese che potrebbe rivelarsi la gran sorpresa del torneo (credeteci pure). Il giovane transalpino, mezzo Safin e mezzo Gasquet, si esalta negli slam (annotatelo con cura). Da quelle parti anche Filippo Volandri. Coraggioso, il livornese, a prendere l’aereo per intascare l’assegno di presenza e farsi una vacanza, malgrado le petulanti mosche australiane. Un po’ fortunato nel trovare Andreev (che pure sembra tornato tennista e non solo mister Kirilenko) e non un tipo stile Tsonga o Melzer. Evitato dunque l’effetto suv che travolge una lambretta, ma più di quello è ardimentoso ipotizzare altro.
Berdych 30% (Davydenko 30%, Verdasco 20%, Gasquet 10%, Tipsarevic 5%, Nishikori 5%) – Djokovic 70% ( Al magro 15%, Ljubicic 5%, Karlovic 5%, Paire 5%).Andy Roddick (8) – Roger Federer (2). Quarto dal sapore storico. Roddick dopo il tribolato 2010 pare essersi messo di buzzo buono, e voler sparare le ultime cartucce (a salve). Mine vaganti dalle parti del goffo americano ne vedo poche, forse nessuna. Wawrinka, fresco trionfatore a Chennai può essere una. Da tenere d’occhio il primo turno tra lo svizzero infestato dall’ecne e Teymuraz Gabashvili, “er canaro” imprestato alla racchetta, ma sempre imprevedibile nei suoi cannibaleschi sbalzi d’umore schizoide. Monfils, può rivelarsi un’altra minaccia per A-Rod. I due, tra l’altro, si detestano non poco. Arduo pensare a Golubev, malgrado abbia imparato a giocare a tennis nel belpaese di Seppi e Vagnozzi. Gil e Cuevas saranno lì, a fare da orridi animaletti di compagnia protetti dalla “protezione animali troppo brutti per essere veri”.
L’esperto yankee può giungere ai quarti, dove ad attenderlo ci sarebbe Roger Federer. Svizzero in gran spolvero a Doha, e sempre in fondo da quando è sotto le accurate cure di Paul Annacone. Sulla strada dell’ex monarca, qualche minaccia concreta. Non certo l’esordio con l’implume Lucas Lacko, incapace di vincere anche ad Ortisei. Già al secondo turno ha però trovato il tennista forse più in forma del momento: il redivivo Gilles Simon, che recuperata la salute è tornato degno dei top 15/20. Di più, non se ne parla. Terzo turno fascinoso sarebbe quello dell’elvetico con Xavier Malisse. Incontro dei rimpianti per il belga, che qualcuno dei dieci anni passati a bighellonare da un letto all’altro, da un night ad una branda d’ospedale, poteva passarli a combattere con lo svizzero per vincere slam. Certamente con più carte in regola di un Roddick o Hewitt. Bisogna solo pregare che Xavier ci arrivi, a quel benedetto terzo turno. Solo per vedere un bellissimo match. Poche e fatue speranze residuali mi sento di lasciarle al lezioso airone ucraino (ma quanti bei giocatori ha l’Ucraina?) Sergiy Stakhovsky, che può arrivare agli ottavi (credeteci pure). Magari sfruttando i momenti difficili di Fish, Querrey, Hanescu e Robredo che pascoleranno dalle sue parti, in stato di forma imbarazzante alla umana visuale di chi è sensibile verso le sconce ineleganze.
Roddick 50% (Wawrinka 30%, Monfils 20%) – Federer 75% (Simon 15%, Malisse 5%, Fish 5%).
Ciao Picasso,
RispondiEliminacondivido tutte le tue proiezioni tranne forse quella di Roddick.
In spolvero, vero, ma è anche uno specialista nel farsi eliminare a sorpresa.
Non darei così scontata la sua presenza nei quarti di finale.
Capitolo-Federer: non è stato molto fortunato, ma se gioca come sa fare, i quarti di finale dovrebbero essere più che raggiungibili.
Al contrario, Djokovic e (il solito) Nadal sono stati fortunatissimi.
La cosa che più mi dispiace, comunque, è vedere Murray essere finito nella parte di tabellone di Soderling: in poche parole le due mine vaganti del torneo si annullano a vicenda.
Ad ogni modo, chi vincerà?
E chi altri, se non Nadal.
Non ci s'illuda di vedere giustizia, dopo il beffardo 2010; il tennis, infatti, è cosa del mondo, e pertanto è cosa ingiusta.
Ciao Fabio,
RispondiEliminaben ritrovato. Ammetto (giuro e spergiuro), che la mia lettura del tabellone è stata rapida. Leggevo gli accoppiamenti e scrivevo a ruota libera.
Anzi, se vi sono inesattezze non fustigatemi in sala mensa. =)
Però alcune cose mi sono sembrate evidenti. Che a Nadal è andata benissimo. Soprattutto, potrà entrare gradualmente nel torneo in tutta tranquillità, non avendo grandi insidie fino alla semifinale (ed Isner e Ferrer, spaventano ben poco in seguito). Anche Nole, non ha grandi ostacoli.
A Soderling e Murray molto (ma molto) peggio. Federer ha pescato Roddick nei quarti, che non è male. Ma prima ha due tipetti che valgono certamente più di Gimeno Traver e Monica Bellucci: Simon (tornato in forma), e magari quel pigro talento di Malisse.
Pronti, ovviamene, ad essere smentiti. =)
Ciao, a presto.
Ciao Picasso,
RispondiEliminasei tornato a scrivere prevalentemente qui?
Mi sto arrovellando per trovare una scommessa che con due euro me ne faccia vincere, nel mondo dei sogni, una quantità sufficiente per finanziarmi un paio di lezioni private con Fognini;-)
In un impeto di azzardo due euro su Gulbis... forse se al posto della coppa e dell'assegno mettessero in palio Miss Australia, magari si applicherebbe un poco di più.
Un euro e 99, come nelle migliori offerte da supermercato, anche su Youzhny, giusto per omaggiare il da te sempre ricordato concerto di locuste (o simili) nel cervello.
Difficile credere in Kolschreiber, mi rendo conto.
Staremo a vedere, nel frattempo mi crogiolerò nell'incertezza..
A presto
Ciao Arturo,
RispondiEliminaben ritrovato. Tornato a scrivere, solo qui. Attendo (fremente) che un editore "incruattato" ed illuminato, mi paghi almeno 100 euro al giorno. Per non scrivere. Sono fiducioso, deve pur esserci qualcuno he distingue le perle dallo sterco.
Lezioni private da Fognini? Su come spennare le sopracciglia? Il nostro eroe è già a casa con le pive nel sacco. Qualcuno aveva parlato di gran fortuna a trovare Nishikori (non sapendo che il talentoreale con una racchetta in mano, è il nippo).
Buone le tue scommesse. Ti mancano Gasquet e Mahut. E Malisse, sempre più immenso. Ma nell'articolo io, tra parentesi, ho consigliato un cavallo di razza, dal radioso futuro assicurato (in un manicomio, anche): Benoit Paire. Togli Cipolla, che divellerà come petulante ammennicolo (quotato a 2,37 il giovane talento francese contro il pur bravo romano). Ma farà un grande Australian Open Benoit. Vedrete.
E pensare che si diceva che a Soderling aver guadagnato una posizione lo avrebbe agevolato in tabellone...come si diceva sopra, le 2 mine vaganti saranno costrette ad annullarsi.
RispondiEliminaLo spagnolo ha sempre quei tabelloni che gli permettono di scaldarsi e arrivare ben in palla in semi, di sicuro è casuale, ma ha davvero fortuna negli abbinamenti.
Io punto 5 euro su Gasquet, per affetto.
Ciao Star/Jess,
RispondiEliminain effetti, sfortunati i due a trovarsi nei quarti. Quanto al maiorchino, come detto sopra è innegabile come abbia sembra cammini agevoli. E per vincere gli slam serve anche questo, spendere il meno possibile, poter rodare la cndizione ed arrivare freschi alle ultime battute.
Insomma, sembra aver già vinto. =) Ma non credo sia così scontato.
Cinque euro bene investiti. Brava. Forse domani giù non li avrai più. =)