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lunedì 10 gennaio 2011

BOTTI D’INIZIO ANNO NEL TENNIS: LAMPI DI MALISSE, FULMINI DI FEDERER E TUONI DI SODERLING

“Ciao Picasso, peccato per la tua scelta di non scrivere più. Mi sarebbe piaciuto leggere qualche tuo commento su Gulbis-Nadal. Anche se non ho mai commentato ti leggevo spesso”.
“Ciao Fuffi (la chiamerò Fuffi),
Scrivo ancora, qui. Ma ho scoperto un’attività dopolavoristica più produttiva e soddisfacente, piccina: La masturbazione. O al limite le scommesse. 132 euro netti vinti in cinque giorni, con la parsimoniosa lungimiranza di una formica laboriosamente morta. Poi, ne sono conscio, ci sono già
troppi stronzetti rottinculo figli di massoni politici a farlo (non ho volutamente inserito il verbo “scrivere”, per decenza) in modo lautamente remunerato. Pazienza che risultino più pedanti di Leopardi drogato di morfina e di tennis capiscano quanto una mondina di Mendrisio. La “Itaglia nostra” vuole questo. Tutto in linea. E’ il paese dei balocchi osceni. Pensa ad uno come Scattarella per due anni in televisione 24 ore su 24. Mentre in un qualsiasi paese civile il suo posto sarebbe uno zoo per primati con gravi patologie mentali. Al limite rifletti su un attempato premier col cervello spappolato dal viagra che va a gran mignottoni a pagamento, e che vuole imporci regole morali a braccetto con qualche prelato affetto dalla gotta. O se preferisci, pensa ad uno stuolo di beceri e rozzi razzisti inneggianti all’indipendenza della Padania con canti celtici, che governa l’Italia intera. Il popolo del belpaese è tendenzialmente subnormale, cara. Quindi non sbalordirti per certe contraddizioni di fondo. Ogni ambito ha le sue. Scriverò ogni tanto qui, se ti va bene è così. Altrimenti, fa niente. Scusa se mi sono dilungato o ti sarò parso un pessimista di sinistra pieno d’odio ed invidia. Non conosco l’Amore, del resto.
(poi usciamo, eh?)”.
Mail a parte, diciamocelo, “con la cultura non si mangia”. Lo ha gridato al mondo anche l’operoso ministro della Economia nostra. In vita sua avrà letto due o tre libri (d’economia), ma la sa assai lunga. Il più acculturato di quel manipolo di spetazzanti squilibrati in camice verde che gridano alla secessione. Governano il paese e non partecipano ai festeggiamenti dell’unità d’Italia.
Insomma, mi sono adeguato al verbo imperante. Tranquilli, nessun fiaccante secondo lavoro per trucidare quel minimo di voglia scribacchina. Ma una salutare e conveniente attività di scommesse tennistiche. Va bene così. Ognuno si ingegna coi mezzi che ha, per sconfiggere la crisi. Scrivere? No, scommettere. Ma avendo GRAN COMPETENZA, vincere è più facile che rubare le caramelle ad un moccioso.
(chi vuole consigli me li chieda nei commenti, o per mail private. Prendo solo il 20% delle vincite).Federer inizia in regale spolvero. A Doha erano impegnati i primi due giocatori al mondo. Grande sorpresa (ma anche no) vedere un Rafael Nadal versione afflosciata. Influenza o qualche malanno alla base della tremenda debacle in semifinale contro il redivivo vecchietto del parco, alias Nikolay Davydenko. Sappiamo tutti che il maiorchino, cibandosi di criptonite, perde solo quando ha dei malvagi dissesti fisici. Già qualche segnale del malessere, il diavolaccio di Manacor lo aveva mostrato beccando un 6-0 da Lacko, mica Petzschner o Sampras. Se poi volete pensare a cose serie, lo spagnolo è sempre vulnerabile nei tornei pre slam. Pronto a scommettere che a Melbourne tornerà ad arrotare come in preda ad un raptus di follia uncinante.
Per contro, l’ex monarca elvetico ha iniziato nel migliore dei modi, schiaffeggiando tutti con grande eleganza e ritrovata sicurezza. Roger Federer prosegue lungo la via iniziata grazie alla cura Paul Annacone, ed il tanto inflazionato declino appare sempre più lontano. L’emergente pupazzo Troicki, il bisonte Tsonga in incoraggiante ripresa e Davydenko in finale, cadono sotto i suoi colpi come mosche cavalline. Atrocemente impari la finale. Il pelato russo, giustiziere di Nadal, sembra una encomiabile fiat panda del 1978 che va a pieni giri, contro una rombante Lamborghini guidata in sourplace col braccio fuori dal finestrino. Urla, accompagna i colpi con latrati e rantoli di pre-morte il povero “Nosferatu” russo. Ma non può che cedere all’evidenza.
L’indolenza ispirata di Xavier si ferma all’ultimo ostacolo. Si giocava anche a Chennai. Nei pressi delle fogne di Calcutta. Così come “dal letame nascono i fiori”, dalle fogne sbocciano rimpianti di tennisti che hanno gettato via una carriera. Si trova bene, a Chennai, Xavier Malisse. Quattro anni dopo si riaffaccia in finale. Avversari stesi come birilli, con quella svogliatezza indolente densa di naturale talento. Ancestrale sinfonia schioccante. Una manciata di games lasciati per strada nei primi tre match, poi la bella semifinale vinta in recupero su Jankko Tipsarevic. Il serbo, oltre ad essere uno dei cinque uomini più brutti del pianeta terra, è tipo dal buon talento umorale. Ma Xavier si produce in un match di delirante bellezza. Tutto di giallo, ventre pingue, shignon d’ordinanza ed il solito moto d’odio sprezzante dipinto sul viso, domina secondo e terzo set. Quasi imbarazzante il modo con cui lascia partire i colpi, neanche fosse in un allenamento, contro un maldestro ragazzino petulante. Celando per pudore l'orgasmo di un erettile passante in cross di rovescio, di puro polso benedetto da divintà demoniache. Se qualcuno non sa cosa sia un braccio naturale, nato per colpire palline con una racchetta, guardi una sua partita. Peccato sia prossimo alle 31 primavere e che abbia stuprato dieci anni buoni con pigro rigetto della fatica e di umani allenamenti.
In finale si arrende al magnifico rovescio sdegnoso di Stanislas Wawrinka. Il numero due elvetico, lo svizzero minore insomma. Che se fosse nato qualche chilometro più in giù, sarebbe tra i primi tre italiani di ogni epoca. Bravo in finale, ma soprattutto nella vittoriosa semifinale contro Thomas Berdych. Se citando il sommo “Bisteccone” Stefan Edberg era un “Tacchino freddo”, il ceco è un tacchino freddo frigido, che imbraccia un fucile strabico. Osceno, intifabile, urticante. Trasmette meno emozioni di un frigorifero rotto da sedici anni, che ti guarda con mestizia in un angolo del giardino incolto.
Eppure Stan aveva avuto i suoi bei grattacapi al secondo turno contro la giovane promessa belga Goffin. Non so nemmeno il nome di battesimo di questo ragazzo. E nemmeno mi va di spendere due secondi per ricercarlo, come fanno quelli bravi (e inconsapevoli d'esser coglioni). Tipetto impertinente questo, gracile fisico adolescenziale e faccia da Michael J.Fox nel primo “Ritorno al futuro”. Ed un sacco di moderna spocchia “pugnettara” (dicesi “pugnettaro”, colui che agita sempre il pugnetto. Mica vorrei sembrare sboccato agli occhi di quel commentatore semi-vice-attendente-sguattero caporedattore, di una bruttezza tragica e intelligenza inferiore ad un dattero secco.). Temo diverrà forte, Goffin.
Hopman Cup e Brisbane. Tra le burle di Mahut ed il tonante taglialegna svedese. Robin Soderling comincia alla grande questo 2011, disboscando in sicurezza a Brisbane. Premetto di non aver visto nemmeno trenta secondi del torneo, ma per lui parlano i risultati. Annichilisce tutti, compreso Andy Roddick in finale, americano in ripresa dopo il pietoso calvario del 2010. A Melbourne lo psicotico scandinavo dovrebbe essere testa di serie numero 4. A molti dirà poco, essere 4 o 5. Sempre un numero è. Inutile come tale. Invece ha la possibilità di evitare Federer e Nadal nei quarti. Mica poco.
Ma c’era anche la rutilante manifestazione a squadre miste (maschi e “l’altra parte del cieeeelo”), chiamata “Hopman Cup”. Che fosse qualcosa di circensemente inutile, lo testimoniava la presenza di Nicolas Mahut a difendere i colori della Francia. Il francese oltre a perdere il re-macth del secolo con John Isner, si è presentato nel doppio vestito da pulzella. Di più smarrente solo Aldo Busi mentre accenna una fiaba vestito da “Alice nel paese delle meraviglie”, accennando suadenti passi di danza. Invidiosissimo Novak Djokovic, che ha rimprovarao i suoi autori comici. Già sta pensando alla prossima burla, il simpaticissimo serbo. Forse entrare in campo travestito da sadomasochista, tutto di latex e col frustino. O da tennista, vedremo. Mahut, quello che si era vestito da donna, ha poi trovato il tempo di battere Potito Starace, comunque. Per dire.
Ah già…c’erano anche gli italiani. Come dimenticare le leggendarie imprese degli impavidi eroi nostrani nella nemica terra australe. Tolto Starace di cui si è già detto, tutti e tre ai nastri di partenza con l’occhio sanguinario e la proverbiale tecnica sopraffine. Decisi ad iniziare la stagione all'insegna di una solo verbo: Vincere! Pronti al trionfo e ad onorare i nostri colori con indomito agonismo tipico del maschio di pura razza italica, conquistatore per antonomasia. Bolelli, Seppi e Fognini (occorre una gran forza d'animo solo a scriverne i nomi). In tre hanno vinto 15 giochi. E bisogna esserne felici. Mica si vorrà fare gli anti italiani anche ad inizio anno, cribbio.


4 commenti:

  1. Ciao Pic. Buon anno, ancora sotto questo governo? (wtf)
    Ma povera Fuffi, me la tratti così? Lei che ti segue e tu chi dici -scriverò qui se ti va bene, altrimenti..- offrile sta pizza!
    Anche io devo combattere la crisi, che appena oggi mi è arrivato un atto giudiziario, di lavorare in saldo non ne posso più, perciò aspetto i tuoi consigli sulle quote, per mail ma ti offro il 10% (pagamenti post pay?)perchè hai trattato male Fuffi.
    Ho letto anche il precedente post, avevo anche commentato ma mentre postavo firefox è andato in errore, si è bloccato, poi a puttane e si è mangiato il commento, io sono pigra, le feste...e non ho più scritto.
    Tornando ai nostri prodi, Nadal-Lacko ne ho visto una parte, molle, stanco e pesante (ma ha vinto!), mi ha gradevolmente impressionata ma... -Pronto a scommettere che a Melbourne tornerà ad arrotare come in preda ad un raptus di follia uncinante- appunto!!!! E' davvero antipatico comunque nelle situazioni in cui perde per mille motivi la velocità con cui diventa malato immaginario. Non si può nemmeno puntare su di lui, è sempre quotato pochissimo, ovviamente.
    Anche io ho visto Tsoga in ripresa, sarà mica venuta l'ora che resista intero.
    "Berdych tacchino freddo frigido e frigorifero" non sono riuscita a non accostarlo ad "Aldo Busi vestito da Alice nel paese delle meraviglie" :( -che coppia!
    Mahut ha battuto Starace..in fondo c'è giustizia, almeno nello sport, a volte.
    I 3 dell'ave maria, alla fine, hanno più di quel che meritano.
    Si è visto Djokovic girovagare nei pressi di Mediaset alla ricerca dei vecchi costumi di Valeria Marini, oramai finiti negli scantinati, per prepararseli per gli AO.
    Jess

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  2. Ciao Jess,
    buon anno nuovo anche a te. Eh sì, ci sono certe cose che non cambiano mai. Nel 2036 sarà ancora lì, ad imbonire la manica di derelitti submentali, che lo adorano bocconi.
    Ad Aldo Busi vestito da fata turchina ho associato Mahut, e non il tacchino di cechia.
    Ma dai, non ho trattato male nessuno, mi sembra. Ho solo spiegato i nuovi orizzonti di chi ha deciso di mangiare col tennis, solo grazie alle scommesse.
    Il 10% è poco. 20% o niente. ANCHE ieri qualche euro nel salvadanaio a forma di porcello, con la tris Gubis (oh mamma), Ferrer (Gesù), Troicki (buon Dio). Poi prevedibilmente sbagliata una tanto per quel "desiderio di morte" tipico: (Picasso, Kubot, Stakhovsky e Gasquet nel derby dei pusillanimi).
    Le scommesse di domani, scattano attorno alle ore 20,00. In contemporanea col lotto. Vedi tu. =)

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  3. Non mi sono spiegata, sono io che ho visto Aldo busi vicino a Berdych.
    La pizza a Fuffi però offrigliela.
    Vuoi dire entro le 20 bisogna scommettere? Ho grossi problemi con i fusi orari

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  4. Ah ok. Sì, di solito per l'orario de il "lotto alle otto" v'è il vaticinio. Non ho ancora controllato, ma anche stanotte devo averne prese tre su tre (di schede dementi).
    In ogni caso per lo Australian Open forse ne faccio una rubrica quotidiana: "Nostradamus vi insegna a vincere". =)

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.