Vediamo un poco, cosa si riesce a cavare fuori dagli ottavi di questo torneo fino ad ora ricco di gran sorprese, qualche eliminazione pseudo-eccellente ed italiani come da pronostico (di chi ha conservato mezza diottria dall’infestante morbo dell’insipienza) fuori dall’inizio: pronti, via, fuori!
Nadal-Davverman 1. Il numero uno al mondo tornava dopo la via crucis con cui aveva accompagnato Ferrer in semifinale a Melbourne. Il tabellone gli ha dato in pasto comodi materassi in piuma di struzzo su cui adagiarsi. Qualcosa (ma solo qualcosa) in più dovrebbe offrire Somdev Davverman, numero uno indiano in crescita (già una finale Atp nel 2011), capace di spaventare la Serbia in Davis e ad Indian Wells di spuntarla in volata su Xavier Malisse, eterno ed infermo talento bruciato in onore di qualche divinità infernale protettrice dell’ozio maledetto. Al di là dell’ingannevole aspetto da Ronaldinho Gaucho, difficilmente Somdev esibirà circensi numeri da inutile foca ammaestrata, ma sarà prevedibilmente steso in modo implacabile dall’arrotante carrarmato iberico. Dico e predico che se già l’indiano riuscisse a superare la soglia dei sette games vinti, sarebbe un trionfo.
Montanes-Karlovic 2. Alzi la mano chi avrebbe pronosticato questo abbinamento (esclusi quelli che pensavano a Bolelli e Seppi top ten entro il 2010). I due prendono il posto di Almagro e Ferrer. Il primo spremuto dalla trionfale tournè minore nelle paludi terricole sudamericane. Il secondo, sul veloce, quando non è al top dell’orrida condizione, può tranquillamente perdere da Karlovic. Molto dipenderà dal suo servizio, ma l’attempato gigante croato (visto in declino nei primi tornei dell’anno), ha la grande chances di tornare nei quarti di un Masters 1000 e rilanciarsi verso l’ignoto. L’altro, Montanes, è stato già bravo a vincere tre partite e dovrebbe (condizionale d’obbligo) accodarsi. A dimostrazione che un trentenne terraiolo nel dna, se di livello, convinto e professionale, può migliorarsi e fare bene anche sul veloce. Esempio per chi pretende miracoli dai nostri terraioli che invece hanno ben chiara la loro mission ancestrale: accumulare punti nei tornei parrocchiali, guadagnarsi la partecipazione nei Masters 1000, intascare l’assegno e, senza alcun ritegno, giocare in simili palcoscenici come se dovessero raccogliere i cipollotti selvatici sul cemento.
Querrey-Robredo 1X2 (tendente all’1). Succulento ottavo, da gustarsi sin dal primo 15. Muniti di xamamina. Eppure i due non hanno rubato niente. L’americano dal fisico “appendi grucce” e dall’espressione tipica del rassegnato killer seriale che si consegna alle autorità, ha ridicolizzato Fernando Verdasco. Test poco attendibile perché il buon Nando ora come ora perderebbe anche dal suo collega da night club Emilio Fede (se solo l’ottuagenario “giornalista” si agghindasse a tennista). Tommy Robredo, tremendissimo e lacerante come pochi, è spagnolo di altra tempra però. Esempio di professionalità, lui che aveva giocato quattro tornei sul rosso sudamericano (con qualche buon risultato), ora è qui, negli ottavi di un Masters 1000 sul veloce dopo aver ridimensionano l’eterna promessa Donald Young (il talentino moretto, fatalmente, non ha superato la prova del nove, dopo aver estromesso niente meno che Murray versione fantasma formaggino). Tommy non avrà il braccio scoppiettante di Nando, ma non regala niente a nessuno. Lo sa bene Fabio Fognini. E chissà cosa pensa ora il nostro amato “McSafin” che in queste ore è invece impegnato nel primo turno del fondamentale challenger di Le Gosier (non hanno nemmeno trovato 32 tennisti per fare un tabellone canonico), contro l’elvetico Bohli. Probabilmente perderà in tre set e vezzeggerà amabilmente l’avversario “homme de merde” (essendo talentuoso, insulta sempre e solo nella lingua madre di chi gli capita sotto tiro).
Del Potro-Kohlschreiber 1. Questo è senza dubbio l’ottavo più affascinante. Il bombardiere di Tandil ha confermato di essere ormai sulla giusta strada per il rientro anche a grandi livelli, dopo gli ottimi presagi lasciati nel precedente trittico Usa. Vinto in recupero con Ljubicic e schiantato le velleità dell’atipico crotalo sgusciante Dolgopolov. Match bellissimo, con allegre sassate partorite dal braccio-fionda dell’ucraino e fucilate implacabili dell’argentino. Giovan Martino, ricaricato il braccio di fuoco, parte favorito anche con Philipp Kohlschreiber. Il tedesco ha trovato la sinfonia melodiosamente perfetta per battere Soderling, complice anche uno svedese liquefatto come ghiacciolo al sole. Con quel rovescio sciabordato e l’espressione dell’angoscia assente, ha comunque il dovere, se non di ripetersi, di contribuire alla bellezza del match.
Roddick-Gasquet 1X2 (ma anche 2, danzando su rarefatte nuvole di marzapane). Interessante anche questo. L’esperto cingolato americano ed il cigno deliziosamente storpio. La potenza e la solidità dello yankee e la fragilità mentale abbinata ad un tennis che è melodia ispirata da divinità drogate d’oppio, del francese dalle meningi tormentate. Roddick non ha praticamente rischiato nulla, dominando l’ei fu Blake ed Isner. Richard ha invece incantato e frustrato, con colpi deliziosi, le velleità di un Melzer che quando inizia a sbagliare, seguita a gettar via tutto con insopportabile furia sdegnata. Razionalità vorrebbe una scontata vittoria dello statunitense. La poesia fine a se stessa non può che indicare il Vate del magico suicidio sportivo, Gasquet. Scommessa libera, a seconda delle vostre personalità. Al limite mettete “Gasquet vince il primo set e perde l’incontro” (a 7,50), e non si va molto lontani dal prenderci.
Djokovic-Troicki 1. Ancora una volta ci propinano questo derby del raccapriccio tra i due che paiono frutto degli stessi lombi. I sorteggi dei vari tornei sembrano divertirsi nel tormentarmi con questo martellante abbinamento. Tra “l’originale” e la ancor più insostenibile copia, normalmente prevale la prima. Tra il Profeta ed il delfino, lo stesso. Tra “Aigor” di “Frankenstein Jr” e “l’occhio della madre” dell’immortale “Corazzata Potemkin”, idem. Senza prediligere per forza qualcuno e obbligarsi a dover scegliere, chessò, tra le farfuglianti farneticazioni di Bossi e le elucubrazioni intellettuali del “trota”.
Wawrinka-Berdych 1X2. Tipico accoppiamento dal difficile pronostico. Lo svizzero minore è ormai da mesi a livello dei top 10. Il ceco lo è anche nei numeri, ma alterna buone prestazioni ad oscene cadute. Qui è andato via liscio, ma senza trovare grossi ostacoli. Stanislas ha invece superato in prodigiosa rimonta il vecchietto dell’ospizio Davydenko (recuperando da 3-6 3-5) e si è dimostrato attualmente di un altro livello rispetto a Cilic. Mi sentirei solo di dire che finirà al terzo set, decidete voi per chi (per antipatica simpatia prenderei lo svizzero. Per logica irrazionalmente fallace, il ceco).
Federer-Harrison 1. Ci si attendeva l’ottavo più interessante del lotto, tra Federer e la nuova sensazione dell’Atp Milos Raonic. Il bombardiere canadese è invece stato ridimensionato dal predestinato teenager statunitense Ryan Harrison. Federer ingiudicabile fino ad ora perché Chela non fa molto testo, specie sul veloce. Solo un fesso starnazzante come pavida gallinella può essere colto da crisi coronarica e fibrillazione suicida contro l’argentino, ad Indian Wells. Dominare, servire per il match e poi perderci al terzo (chi è questo gran fesso? Fate una indagine e capirete agevolmente). Harrison potrà ben giocare, magari raccattando un punteggio dignitoso, ma difficilmente bisserà l’impresa. La famosa prova del nove “Tommasiana”.
Nadal-Davverman 1. Il numero uno al mondo tornava dopo la via crucis con cui aveva accompagnato Ferrer in semifinale a Melbourne. Il tabellone gli ha dato in pasto comodi materassi in piuma di struzzo su cui adagiarsi. Qualcosa (ma solo qualcosa) in più dovrebbe offrire Somdev Davverman, numero uno indiano in crescita (già una finale Atp nel 2011), capace di spaventare la Serbia in Davis e ad Indian Wells di spuntarla in volata su Xavier Malisse, eterno ed infermo talento bruciato in onore di qualche divinità infernale protettrice dell’ozio maledetto. Al di là dell’ingannevole aspetto da Ronaldinho Gaucho, difficilmente Somdev esibirà circensi numeri da inutile foca ammaestrata, ma sarà prevedibilmente steso in modo implacabile dall’arrotante carrarmato iberico. Dico e predico che se già l’indiano riuscisse a superare la soglia dei sette games vinti, sarebbe un trionfo.
Montanes-Karlovic 2. Alzi la mano chi avrebbe pronosticato questo abbinamento (esclusi quelli che pensavano a Bolelli e Seppi top ten entro il 2010). I due prendono il posto di Almagro e Ferrer. Il primo spremuto dalla trionfale tournè minore nelle paludi terricole sudamericane. Il secondo, sul veloce, quando non è al top dell’orrida condizione, può tranquillamente perdere da Karlovic. Molto dipenderà dal suo servizio, ma l’attempato gigante croato (visto in declino nei primi tornei dell’anno), ha la grande chances di tornare nei quarti di un Masters 1000 e rilanciarsi verso l’ignoto. L’altro, Montanes, è stato già bravo a vincere tre partite e dovrebbe (condizionale d’obbligo) accodarsi. A dimostrazione che un trentenne terraiolo nel dna, se di livello, convinto e professionale, può migliorarsi e fare bene anche sul veloce. Esempio per chi pretende miracoli dai nostri terraioli che invece hanno ben chiara la loro mission ancestrale: accumulare punti nei tornei parrocchiali, guadagnarsi la partecipazione nei Masters 1000, intascare l’assegno e, senza alcun ritegno, giocare in simili palcoscenici come se dovessero raccogliere i cipollotti selvatici sul cemento.
Querrey-Robredo 1X2 (tendente all’1). Succulento ottavo, da gustarsi sin dal primo 15. Muniti di xamamina. Eppure i due non hanno rubato niente. L’americano dal fisico “appendi grucce” e dall’espressione tipica del rassegnato killer seriale che si consegna alle autorità, ha ridicolizzato Fernando Verdasco. Test poco attendibile perché il buon Nando ora come ora perderebbe anche dal suo collega da night club Emilio Fede (se solo l’ottuagenario “giornalista” si agghindasse a tennista). Tommy Robredo, tremendissimo e lacerante come pochi, è spagnolo di altra tempra però. Esempio di professionalità, lui che aveva giocato quattro tornei sul rosso sudamericano (con qualche buon risultato), ora è qui, negli ottavi di un Masters 1000 sul veloce dopo aver ridimensionano l’eterna promessa Donald Young (il talentino moretto, fatalmente, non ha superato la prova del nove, dopo aver estromesso niente meno che Murray versione fantasma formaggino). Tommy non avrà il braccio scoppiettante di Nando, ma non regala niente a nessuno. Lo sa bene Fabio Fognini. E chissà cosa pensa ora il nostro amato “McSafin” che in queste ore è invece impegnato nel primo turno del fondamentale challenger di Le Gosier (non hanno nemmeno trovato 32 tennisti per fare un tabellone canonico), contro l’elvetico Bohli. Probabilmente perderà in tre set e vezzeggerà amabilmente l’avversario “homme de merde” (essendo talentuoso, insulta sempre e solo nella lingua madre di chi gli capita sotto tiro).
Del Potro-Kohlschreiber 1. Questo è senza dubbio l’ottavo più affascinante. Il bombardiere di Tandil ha confermato di essere ormai sulla giusta strada per il rientro anche a grandi livelli, dopo gli ottimi presagi lasciati nel precedente trittico Usa. Vinto in recupero con Ljubicic e schiantato le velleità dell’atipico crotalo sgusciante Dolgopolov. Match bellissimo, con allegre sassate partorite dal braccio-fionda dell’ucraino e fucilate implacabili dell’argentino. Giovan Martino, ricaricato il braccio di fuoco, parte favorito anche con Philipp Kohlschreiber. Il tedesco ha trovato la sinfonia melodiosamente perfetta per battere Soderling, complice anche uno svedese liquefatto come ghiacciolo al sole. Con quel rovescio sciabordato e l’espressione dell’angoscia assente, ha comunque il dovere, se non di ripetersi, di contribuire alla bellezza del match.
Roddick-Gasquet 1X2 (ma anche 2, danzando su rarefatte nuvole di marzapane). Interessante anche questo. L’esperto cingolato americano ed il cigno deliziosamente storpio. La potenza e la solidità dello yankee e la fragilità mentale abbinata ad un tennis che è melodia ispirata da divinità drogate d’oppio, del francese dalle meningi tormentate. Roddick non ha praticamente rischiato nulla, dominando l’ei fu Blake ed Isner. Richard ha invece incantato e frustrato, con colpi deliziosi, le velleità di un Melzer che quando inizia a sbagliare, seguita a gettar via tutto con insopportabile furia sdegnata. Razionalità vorrebbe una scontata vittoria dello statunitense. La poesia fine a se stessa non può che indicare il Vate del magico suicidio sportivo, Gasquet. Scommessa libera, a seconda delle vostre personalità. Al limite mettete “Gasquet vince il primo set e perde l’incontro” (a 7,50), e non si va molto lontani dal prenderci.
Djokovic-Troicki 1. Ancora una volta ci propinano questo derby del raccapriccio tra i due che paiono frutto degli stessi lombi. I sorteggi dei vari tornei sembrano divertirsi nel tormentarmi con questo martellante abbinamento. Tra “l’originale” e la ancor più insostenibile copia, normalmente prevale la prima. Tra il Profeta ed il delfino, lo stesso. Tra “Aigor” di “Frankenstein Jr” e “l’occhio della madre” dell’immortale “Corazzata Potemkin”, idem. Senza prediligere per forza qualcuno e obbligarsi a dover scegliere, chessò, tra le farfuglianti farneticazioni di Bossi e le elucubrazioni intellettuali del “trota”.
Wawrinka-Berdych 1X2. Tipico accoppiamento dal difficile pronostico. Lo svizzero minore è ormai da mesi a livello dei top 10. Il ceco lo è anche nei numeri, ma alterna buone prestazioni ad oscene cadute. Qui è andato via liscio, ma senza trovare grossi ostacoli. Stanislas ha invece superato in prodigiosa rimonta il vecchietto dell’ospizio Davydenko (recuperando da 3-6 3-5) e si è dimostrato attualmente di un altro livello rispetto a Cilic. Mi sentirei solo di dire che finirà al terzo set, decidete voi per chi (per antipatica simpatia prenderei lo svizzero. Per logica irrazionalmente fallace, il ceco).
Federer-Harrison 1. Ci si attendeva l’ottavo più interessante del lotto, tra Federer e la nuova sensazione dell’Atp Milos Raonic. Il bombardiere canadese è invece stato ridimensionato dal predestinato teenager statunitense Ryan Harrison. Federer ingiudicabile fino ad ora perché Chela non fa molto testo, specie sul veloce. Solo un fesso starnazzante come pavida gallinella può essere colto da crisi coronarica e fibrillazione suicida contro l’argentino, ad Indian Wells. Dominare, servire per il match e poi perderci al terzo (chi è questo gran fesso? Fate una indagine e capirete agevolmente). Harrison potrà ben giocare, magari raccattando un punteggio dignitoso, ma difficilmente bisserà l’impresa. La famosa prova del nove “Tommasiana”.
Del potro ha vinto, ma se le sono date di santa ragione, Kohl ha ceduto mentalmente nei momenti importanti, sono contenta comunque per Del potro.
RispondiEliminaSvizzero minore e il ceco sono al 3, secondo me vince Wawrinka perchè è un periodo che "gira".
Come hai coniato "Mcsafin"?
Sono felice anch'io del ritorno di Del Potro. Uno come lui ci vuole, per rompere gli schemi lassù. Kohli leggendario, anche se sul 6-1 nel tb del secondo, forse, doveva chiudere. Ma l'argentino ha tirato fuori dal cilindro due colpi da campione.
RispondiEliminaWawrinka (male minore) ha poi vinto su Berdych (male assolut-amente inutile-). E intanto Richard continua nella sua sinfonia. Finchè dura. Non dico niente sul suo match di quarti.
"McSafin" lo uso sin dagli albori, per indicare Fognini. Il nostro incarna alla perfezione la sintesi comportamentale tra John McEnroe e Marat Safin. Col talento tennistico di Jordy Arrese (magari...). E quando vuoi fare il Supermac o il Marat e giochi come Arrese, l'effetto comico o pietoso, diviene irresistibile.
A proposito di italiani e scommesse. Con loro non si sbaglia mai, MAI. A Le Gosier Bolelli ha perso in tre da Gastao Elias (portoghese nr357 che passava di lì per caso), Fognini in due da Stephan Bohli. Io avevo messo il contrario: Bolelli 0-2, Fognini 1-2. Ma la sostanza non cambia mai, MAI. =)
Mix comportamentale inquietante Fognini.
RispondiEliminaSì, Volandri commenta...giocare, ma figurati ci sono i challenge di Avellino su terra da giocare come per tutti gli italiani, anche se non ne vuole sapere di ritirarsi eh, sia chiaro. Guarda a me la loro sostanza manco interessa.
Ho visto le partite di Gasquet, lo dico sottovoce: sembra che provi a vincere e che ci creda. Continuasse così, i conigli non saranno mai leoni ma non si sa mai che almeno imparino a correre
Parecchio surreale, visto che non vale mezza unghia incarnita dei due (la nostra maggiore speranza). =)
RispondiEliminaCommentando si starà preparando per Caltanissetta, Volandri. Col suo turbo servizio studiato anche alla Nasa.
Gasquet l'avevo visto contro Cuevas e a tratti si trascinava sghembo, tutto infastidito e tormentato. Pensavo avesse qualche malanno, oltre alle meningi fratturate. Ma si sa, i geni son imprevedibili ed ha sciorinato due gran prestazioni. Finchè dura...certo che quallo lì ha lasciato un game a testa al campionissimo lettone ed al delfino spiritato. Vediamo, disse il saggio. =)