Ci sono settimane orribili, venate di inspiegabile fatalismo. Nel tennis e nella vita reale. Perché il tennista, prima che atleta rimane pur sempre uomo di carne e frattaglie. Ed allora, ben attento a non ricadere nell’ancor più raggelante spirale di commenti e parole dense di smielato dolore morbosamente finto, non rimane che annotare le tristi vicende estive di un ventenne che voleva giocare a tennis e non può più, dopo aver vinto il primo punto Atp. O di una poco più che ventenne ragazzona russa ora impegnata in un coraggioso match dove non ci sono in palio quindici, pallate o servizi vincenti. Il resto è aria ribolitta.
Ma pure in una settimana così difficile, v’è stato del tennis giocato. Non è certo il periodo più intenso della stagione l’immediato post Wimbledon, quando gli Us Open sono ancora un miraggio troppo lontano. Luglio, con le cicale nell’acme del loro delirante concerto suicida, è periodo ideale per una fertile raccolta di bottini minori. Coi più forti in vacanza, e gli inseguitori a trotterellare svogliati. Da sempre il luglio-agosto (non più del “chiacchierone interista sotto l’ombrellone”, i tempi cambiano ragazzi miei…) è ambitissimo dai tennisti italiani, anche se, dopo il successo horror-noir di Seppi ad Eastbourne, si è accumulato credito per altri quattro anni buoni d’astinenza. Ecco allora che a Stoccarda si rivede Juan Carlos Fererro. Passati i trenta e reduce da un grave infortuno, mille acciacchi e sconfitte contro il Vagnozzi di turno, ben pochi avrebbero pronosticato un ritorno al successo del “mosquito”. Al più lo spettro del ritiro s’era fatto fortissimo. Invece ci riesce battendo il giovane connazionale Andujar in finale e dimostrandosi vivente esempio di abnegazione, serietà ed umiltà per chiunque voglia iniziare questo sport e non abbia il cristallino talento naturale di Fognini o Petzschner (questa è una battuta doppia, lo ammetto).
A Bastad, un anno dopo l’increscioso epilogo quasi omicida, torna Robin Soderling. E stavolta brutalizza tutti a suon di pallettoni d’acciaio. Quattro games a Ferrer in finale, uno (sì uno, a mo’ di compassionevole concessione) al fulgido talento “gazzolesco” Berdych.
Ma è l’altra parte del cielo (citando il sommo statista massone, attualmente ancora recluso ed imbavagliato affinché non proferisca parola-frescaccia alcuna) a far palpitare di emozione il mio cuore nero. Palermo con le arrembanti azzurre? E chi se ne strafotte, scusandomi per la licenza poetica (sono poeta certificato alla Siae). Tra l’altro la truppa di italiane manca il successo, sgominata da Cetkovska e dalla giovane slovena in gran crescita Polona Hercog, domata in finale dalla maggior esperienza della spagnola Medina Garrigues.
A far gioire e placare i miei ardori, in un mezzodì di una domenica balneare è Maria Josè Martinez Sanchez, che va a prendersi il quarto torneo Wta a Bad Gastein. Ad oltre un anno di distanza dall’irreale trionfo romano, guidata da divinità propizie. Miracolo autentico o giustizia divina che si palesa, fate un po’ voi. Vince Maria Josè, tutta fasciata in nero e sensuale gonnellino color mandarancio di Girgenti, rimandando a strabiche idee di erotismo languido. Frementi gioie adolescenziali. Risveglia gli ormoni tennistici più storditi, questa spagnola atipica. Una sostanza difficilmente spiegabile che pulsa e fa vibrare l’animo da troppo tempo inerme innanzi a brutture smidollate di vario genere. Assuefatto alla roncola o alla vanga tennistica. Vince un torneo, occorre dirlo in un rigurgito d’onestà intellettuale ormai sopita, di livello modesto pur impreziosito da ragazze in forte ascesa come Goerges e Gajdisova, impegnate in divertenti escursioni sulla montagna.
L’iberica farfalla svolazza meravigliosa su quel campo in terra, con le alpi austriache sullo sfondo a mitigare la calura. In quell’aria appena rarefatta dall’altura, dove le sue parabole divengono più ficcanti e frizzanti, la spagnola si esibisce in un concerto lussureggiante che è vicenda unica nell’attuale scenario Wta. Una specie di attentato romantico. Tale Mayr, tennista di casa in ascesa dai capelli color platino e pelle lattea, può davvero poco. E’ una cruenta esecuzione dolce. Gran servizi, civettuole smorzate con le ali in risposta, parabole talmente atipiche da far balzare in piedi, condite da volèe di gran puntiglio. C’è davvero tutto il campionario in quei sette games iniziali di dominio. L’avvilita padrona di casa è pallida come un panno bianco steso e sbattuto dal sole d’iberia. Inerme di fronte a rovesci d’attacco piatti, dritti uncinati, palombelle senza ritorno e colpi di volo finali. Si rianima solo quando la spagnola abbassa il ritmo d’infernale genio incontrollabile, ed il secondo set diviene partita vera. La mancina arranca, serve peggio, inizia a rantolare in modo inquietante, ma la spunta di gran mestiere 7-5.
Ebbro di gioia stappo una birra verde. A lei consegnano un trofeo enorme, che abbraccia un poco intimidita. Grottesca coppa, alta quasi una Cibulkova e mezzo. Poco importa, per quanto i numeri possano aver valenza, ora rientrerà tra le prime quaranta, pronta per i tornei sul cemento. Dove, logici paradossi di una attaccante raffinata, riesce ad arginare l’altrui randello con più difficoltà che sull’argilla. Vedremo, disse il veggente ubriaco.
L’iberica farfalla svolazza meravigliosa su quel campo in terra, con le alpi austriache sullo sfondo a mitigare la calura. In quell’aria appena rarefatta dall’altura, dove le sue parabole divengono più ficcanti e frizzanti, la spagnola si esibisce in un concerto lussureggiante che è vicenda unica nell’attuale scenario Wta. Una specie di attentato romantico. Tale Mayr, tennista di casa in ascesa dai capelli color platino e pelle lattea, può davvero poco. E’ una cruenta esecuzione dolce. Gran servizi, civettuole smorzate con le ali in risposta, parabole talmente atipiche da far balzare in piedi, condite da volèe di gran puntiglio. C’è davvero tutto il campionario in quei sette games iniziali di dominio. L’avvilita padrona di casa è pallida come un panno bianco steso e sbattuto dal sole d’iberia. Inerme di fronte a rovesci d’attacco piatti, dritti uncinati, palombelle senza ritorno e colpi di volo finali. Si rianima solo quando la spagnola abbassa il ritmo d’infernale genio incontrollabile, ed il secondo set diviene partita vera. La mancina arranca, serve peggio, inizia a rantolare in modo inquietante, ma la spunta di gran mestiere 7-5.
Ebbro di gioia stappo una birra verde. A lei consegnano un trofeo enorme, che abbraccia un poco intimidita. Grottesca coppa, alta quasi una Cibulkova e mezzo. Poco importa, per quanto i numeri possano aver valenza, ora rientrerà tra le prime quaranta, pronta per i tornei sul cemento. Dove, logici paradossi di una attaccante raffinata, riesce ad arginare l’altrui randello con più difficoltà che sull’argilla. Vedremo, disse il veggente ubriaco.
5 secondi: il tempo dedicato in tv ieri sera al successo di maria jose'. D'altronde come si poteva competere con l'epico trionfo di soderling a bastad,con l'impresa di ferrero a stoccarda o addirittura con la qualificazione ottenuta dal grande simone bolelli in quel di amburgo? Ma poi mi sono detto:"so chi sicuramente non trascurera' le gesta della farfalletta spagnola:il mitico picasso!". Eccomi accontentato. Comunque questa settimana ha visto il piacevole successo del giovane grigelis ad aptos. Spero cresca ancora, perche' e' davvero un bel giocatore. Cosa ne pensi(se lo conosci,ovviamente)? Intanto fara' le quali a flushing con buone chances di passarle. Ciao ed a presto. Angelo
RispondiEliminaLa qualificazione di gran pugna di Bolelli andava pur celebrata. Ad ogni modo sì, persino in un sito che tratta anche i 10.000, non ne hanno fatto menzione.
RispondiEliminaGrigelis, certo che conosco. Visto anche battere Bolelli a Courmayeur e prendere gran stese da pari età italiani che non entreranno mai nei primi 400. Sicuramente gran talento, ottimo risultato (Aptos aveva un draw di tutto rispetto), e voglia di allenarsi (dicono i bene informati). La differenza tra essere lituano ed allenarsi in italia, ed italiano che si allena in italia. Forse.
Ciao Angelo, a presto.
ciao picasso,ho seguito le gesta della mitica su televideo (ha giocato benissimo!) ed'è stata una bella gioia.
RispondiEliminap.s. è vero l'ombrellone non ci serve più(per ora) lo abbiamo dato agli giuventini.(marco).
Ciao Marco,
RispondiEliminacerto, una gioia ogni tanto, per ritemprarsi. Mh...televideo? sarò un retrò, ma su televideo si vede qualcosa?
Quanto all'ombrellone, ormai non seguo il calcio. Vorrei i colori per cui tif(avo) dignitosamente in serie C2. Sì, i tempi cambiano... ricordo i bei tempi in cui miei amici durante l'estate si eccitavano per gli sfolgoranti arrivi di Vampeta o Sergio Conceicao...=)
quella del televideo era una battuta,si vedono solo i risultati e non sempre.
RispondiEliminachi è il ventenne che voleva giocare a tennis ed ora non può più?
RispondiEliminaChi dimentica Vampeta, Conceicao...ma chi dimentica Gresko...la ruota gira e ci si ritrova da capo (Nagatomo), che bello, sono tornati!
Brava Maria Jose! Aspetto con ansia il cemento americano. Robin ha brutalizzato tutti, riafferrrerà l'ascia?
Intanto sono reduce da un crack all'hard disk e sto facendo amicizia con linux in un paese che sta già fallendo, un paese dove il nuovo business sono i debiti.
Jess
@Marco,
RispondiEliminaAh, ok. Non avevo afferrato la battuta. Registrati su bet e vedi ciò che vuoi (malgrado un commentatore che pare uscito dall'ovetto kinder).
@Star,
il ragazzo scomparso qualche giorno fa. Sul futbal...quando gira tutto bene, puoi mettere anche un orsetto (un De Ascentis o un Guglielmimpietro) e vinci lo stesso.
Soderling...mbah. Il torneo di Bastad lascia il tempo che trova. Lo svedese mi sembra troppo legato allo stato di salute. Se riesce a roncolare in buono stato di forma fisica, son dolori per tutti. Ma accade di rado.
Esulta e non essere pessimista, l'aumento del carburante mica lo soffri solo tu. Lo soffrono anche Briatore et similia per veleggiare in costa smeralda. E' bella l'uguaglianza di certe manovre e di questo governo delle libertà. Già. Dovrebbero ammazzarli tutti, per primi i poveri in canna che li votano ancora. Con sadica violenza (una botta di moderazione ci vuole ogni tanto). =)