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venerdì 23 agosto 2013

US OPEN 2013 – FAVORITI, SORTEGGI, TABELLONI, PRONOSTICI E POMPINI PREVENTIVI







Godendo degli ultimi giorni di riposo sotto la luna striata di magia, leggo il tabellone, appena sorteggiato, dell’utimo major stagionale. Considerazioni ad alta voce sugli ipotetici incroci e favoriti. Dei book, miei, di tutti e di nessuno.
Djokovic e Murray dalla stessa parte. Nadal trova Ferrer (ma prima ha Federer). Tra le donne, Radwanska dalla parte di Serena. Errani (o una raccattapalle) in quella di Azarenka.


Tabellone maschile


Djokovic-Del Potro. Serbo favorito dei book per la vittoria finale (2,80). Ma parso, anche negli States, in versione «costante numero uno sottotono». Tabellone non facile, il suo. Terzo turno col «Federer in provetta» Dimitrov, ottavi con «McSafin» Fognini, reduce dalla «striscia Panatta» nei dopolavoristici tornei in Crucconia, ma incapace di eguagliare la «striscia Stoppini» (una vittoria) sul cemento. Meglio non poteva trovare il ligure, in taxi fino al terzo turno con Paire (e infermieri del manicomio di Manhattan allertati). Quarto affascinante tra Djokovic e Del Potro. L’argentino continua a trascinarsi, versione infermo da treno bianco: e polso, e ginocchio, e braccio, e spalla. E un po’ hanno stracciato la minchia questi «Emo» o neoesistenzialisti kierkegaardiani del dolore, da ossa rotte. «Ci vuole più coraggio per soffrire che per agire». E sticazzi. Lui soffre e agisce. Gioca e mena come un fabbro. Dalle sue parti, commovente primo turno da reparto grandi traumi tra Hewitt e il miracolato Baker all’ennesimo rientro. Poi Melzer, quindi in ottavi Haas. Sempre che il vecchio Tommy la spunti d’orgoglio sull’imprevedibile Dolgopolov (Mahut o Youzhny, bell’incrocio di primo turno, permettendo). 
Murray-Berdych. Lo scozzese potrà lenire gradatamente i postumi della sbornia londinese, fino ai quarti: Florian «angoscia» Mayer o Monaco, prima di Ciccio Almagro negli ottavi. L’iberico simpatico come una colica renale deve guardarsi da Steve Johnson (della famiglia dei Roddick non ancora isnerizzati da terzo inning di baseball. In Usa tutti con lo stampo li fanno) e poi Seppi. Urge riflessione sul primo turno Seppi-Malisse. Okkey, Xavier ha 33 anni, pesa 120 kg e si tiene insieme col nastro adesivo, ma non merita di perdere da Seppi. Sarebbe la mortificazione del tennis. Preghiamo (che Xavier regga un’ora e mezza in piedi). Berdych inizia contro Lorenzi. Va bene che sono in pochi quelli con cui il nostro può vincere partite in uno slam. Ma necessita di benedizione nei sorteggi. O messa cantata contro il ceco. Secondo turno col vincente di Vasely-Kudla (due giovani, bei, prospetti. Specie il primo). Quindi Benneteau e Stan «Topexan» Wawrinka. Svizzero col suo bel da fare per domare il vecchio impenitente Stepanek in un lussuoso primo turno. Quindi l’altro veterano di guerra Blake e «Fassino» Anderson.
Gasquet-Ferrer. (risate autorizzate, per due minuti buoni). Lo spagnolo continua a sbilanciare tabelloni. Miracoli dell’ultima ora a parte (possibili, possibili), ridotto com’era nei due Masters 1000 estivi, sarebbe ischerzato a suon di drop anche dal 67enne Ilie Nastase (ubriaco). Gasquet quello è, da una vita. Occasione irripetibile per gli outsiders. Possono inserirsi: Raonic (Feliciano o il redivivo Tursunov, evaso dal frenocomio di Kazan) dalla parte dello zappatore, Gulbis o Janowicz in quella di Gasquet.
Federer-Nadal. Ancora loro, in un quarto di finale ipotetico. Svizzero mai così giù. Come classifica, condizione fisica e risultati. Anacronistica e inutile (tranne che per gli sponsor) estate a contorcersi e perdere sul rosso, vaga ripresa a Cincinnati. Dico la solita banalità da competizione: se il fisico tiene, può ancora dire la sua (un po’ come: se la moto va, Valentino c’éééé). Inizio molle: il docile «Mostro di Milwaukee» Querrey o Mannarino, quindi Nishikori (o Tomic, parlandone da vivo). Nadal clamorosamente dominante anche sul duro, dopo i trionfi estivi, maciullando avversari con torsioni che rischiano di spaccare il cemento, prima del suo «debole, dolente e assai cagionevole» tendine rotuleo. Fortunato nel capitare dalla parte di Ferrer, ma cammino «allegro» prima: «cicciobomba» Harrison, Pospisil, l’assalto di Verdasco (ridete, è gratis) al terzo turno, Isner (o Monfils o Kohli) nel quarto. Da rimarcare un primo turno spumeggiante, avvincente, quasi splatter. Una specie di «Superquark» tennistico girato a quattro mani da Tarantino e Piero Angela: Isner-Volandri. Graniuole di ace da ogni parte. Pippo, dopo una lodevole estate a vangare per challenger su terra, si è guadagnato 30mila dollari di presenza in tabellone. Una pensione. Io mi farei anche mettere sotto da un tir sulla quinta strada di NY, per averne una. Cosa vuoi che sia Isner. Anzi, può addirittura uscirne vivo.


Tabellone Femminile

Serena-Kerber. Americana super favorita (1,72, esagerazione), ma umanizzata da Radwanska prima e soprattutto Azarenka, in agosto. Esordio malinconico con Francesca Schiavone, solo un anno più anziana, ma sul viale del tramonto. Meglio chiudere sul centrale contro Serena che in un campo secondario contro la numero 125. Potrà esaltarsi per mezz’ora. Dopo il test Rybarikova, interessante rivincita con Sloane Stephens negli ottavi. Sempre se questa prevarrà nel derby con Hampton. Kerber in caduta libera. Dalla sua parte buone possibilità per Suarez Navarro, Flipkens (bel primo turno con Venus), Kanepi o Bouchard (confronto di bellezze al bagno, wc o spiaggia).
Radwanska-Na Li. Polacca tornata ad esprimere bel tennis negli Usa, prima del lutto familiare. Pavlyuchenkova dalle sue parti. Prima della possibile rivincita londinese con Lisicki (ammesso, e non è scontato, questa superi Makarova). A 17,00 Agnese andrebbe provata, essendo terza favorita. Al limite prendete Errani (affarone, dopo il ridicolo sorteggio con nessuna avversaria fino alle semi, scesa da 251,00 a 101,00. Affrettatevi). Le due infatti si equivalgono, secondo l’Istituto Luce. 101,00 vs 17,00 (mumble). Cosa sono i numeri, in confronto alla maschia e patriottica fede balilla? Niente. Occhio a truzza Mattek e l’eroica Kimiko Date, con buone possibilità di giocarsela contro Ormaechea. Sulla strada di Na Li: Cetkovska, Robson, una Jankovic tornata a trottare bene sul miglio sterrato (difficile esordio con Keys dalla palla che pesa un quintale). Puig in ascesa o Cirstea in forma, altre alternative. Tutte sfortunate nel capitare in questo spot e non in quello, imbarazzante, sotto.
Errani-Wozniacki. C’è un limite a tutto. Scordatevi ch’io possa scrivere di questa vicenda kafkiana.
Kvitova-Azarenka. L’elefantessa ceca mi angoscia. Pesante, affannata, paonazza e asmatica. Rischia già contro la maniscalca rientrante Petkovic al secondo turno. Poi occhio a Riske, americanina dal sorriso «Durbans». Classico con «Mastro Lindo» Stosur in ottavi. Poco potranno inventarsi le calanti Hantuchova e Petrova. Occhio a Sa-chia Vi-ckery, moretta Usa che seguo (e scommetto, con successo, per via del nome promettentissimo) dalle qualificazioni di tornei Itf Usa da 10mila. Azarenka, sempre più Linda Blair versione «Omino della Michelin» ha dalla sua: Cornet e Ivanovic. Serba a rischio (oltre che d’internamento) già con Lepchenko e poi con la figlia di Brunetta, Cibulkova.


venerdì 22 giugno 2012

WIMBLEDON 2012 – TABELLONI E PRONOSTICI INFALLIBILI PER VINCERE ALLE SCOMMESSE







Uomini


Federer nella semi di Djokovic con cammino in discesa, malgrado dalla sua parte ci sia la gioiosa macchina da guerra italiana al completo. Djokovic trova Berdych nei quarti, Nadal Tsonga. Murray alla prova Raonic.


[1]Djokovic v [6]Berdych. Poche insidie per il detentore del titolo, fino ai quarti. Può provare qualcosa al terzo turno uno tra il vecchio satrapo volleante Stepanek o il leggiadro airone Stakhovsky (che si trovano in un crudele, quanto affascinante primo turno). Poi per il serbo un ottavo da ricovero coatto al "fatebenefratelli" reparto turbe compulsive: il sopravvissuto tra Monaco e lo stupratore di ogni estetica Granollers, a meno di clamorosi colpacci del transalpino Chardy, ormai da anni protagonista del sequel di “risvegli”. Quello in cui i comatosi non si risvegliano mai. Volandri erbivoro può riuscire nell’impresa di ridestarlo.
Cammino pieno di sapide minelle suicide, invece per Berdych. Il mistero buffo Gulbis, poi "Bum-Bum" Bolelli che già scalpita, quindi l’eroe di Boscoducale versione brucante capretta Petzschner o Florian Mayer, al terzo. Sempre che questi batta Tursunov ultimamente meno pericoloso di una vodka. Il ceco dovrà poi vedersela in ottavi con Almagro o con l’altro “affare” da studiare nei libri di psicologia criminale (capitolo sull’autolesionismo codardo), Gasquet, recentemente impegnato a fare il playboy con le miss. Gesù, con quella faccia.
Djokovic 65% (Stepanek 10%, Monaco 10%, Becker, Stakovsky, Troicki/Granollers 5% - Berdych 40% (Almagro 20%, Gasquet 15%, F.Mayer 15%, Petzschner, Tursunov 5%).

[3]Federer v [8]Tipsarevic Per una volta lo svizzero riceve in dono il miglior sorteggio, tra i quattro favoriti. Le volée di Llodra e Muller da domare, sempre che non s’inserisca Fognini con quella bella espressione tira-sberle, per un allettante secondo turno sui campi nobili. Ottavo da sourplace contro la faina podista/pallettarista Gilles Simon, o la sua nemesi terrena Xavier Malisse sdegnoso talento fermo, pingue e geniale. O al limite a Verdasco, però in crisi nel tirare selciate sui prati. Qualche chance anche per uno degli eroi parigini, Mathieu. 
Il serbo filosofo deve invece guardarsi da Nalbandian (altro primo turno da segnare col pennarello rosso). Grasso, fuori di testa e scalciante come un cavallo lobotomizzato, ma pur sempre in grado di esprimere un tennis geniale ed imprevedibile. Quindi il sempre pericoloso minimalista poeta/serial killer Youzhny al terzo. Da queste parti Cipolla può passare un turno. Starace anche, se Sweeting verrà tumulato durante il match dietro il campo n.18. Ottavo interessante tra Tipsarevic e Isner. L’americano rischia d’incrociare nuovamente la racchetta col magnifico volleatore Mahut (esordio con lo sfortunato Lorenzi) al secondo turno. E l’idea che Moggi con parrucca sia dietro ai sorteggi, ora si fa forte. Tabellone proibitivo per il nostro assaltatore Seppi, che oltre ai soliti funambolismi erbivori deve mettere in campo tutto il proverbiale ardore per battere Istomin (buon prataiolo) e guadagnarsi il terzo turno contro la pertica yankee. Dopodiché, tra lui e la semifinale ci sarebbe l’abbordabile Federer. 
Federer 60% (Malisse 15%, Simon 10%, Llodra, Muller, Mathieu, 5%) – Tipsarevic 20% (Isner 30%, Nalbandian 20%, Youzhny 10%, Seppi 10%, Istomin, Mahut 5%). 

[7]Ferrer v [4]Murray Primo turno da circo Togni tra il valenciano e Dustin Brown, divertentissimo nella sua assoluta mancanza di criterio attaccante. Che “joint tennis” sarebbe, altrimenti. Quindi Roddick in triste calo, cavando le ultime stille di energia può passare due turni. Per Ferrer prova del nove nell’ottavo contro Del Potro. Poche insidie per il pistolero di Tandil: Nishikori, parlandone da sano. Robin Haase, parlandone da vivo. 
Murray becca sulla sua strada una tramontana urticante di potenziali killer: Davydenko, morente ma sempre brutto cliente per un primo turno. I missili di un Karlovic boccheggiante, ma da evitare sui prati, quindi la pertica Anderson o il Federer in provetta (scambiata con tal Pizzaballa), Dimitrov. In ottavi Cilic, vincitore al Queens, o Raonic, potenzialmente devastante. Qualche carta se la possono giocare in questi paraggi anche il mostro di Milwaukee Querrey o il polacco Kubot, sempre eroico e divertentissimo sull’erba. 
Ferrer 40% (Del Potro 35%, Roddick 20%, Nishikori 5%) – Murray 35% (Raonic 20%, Cilic 20%, Anderson 10%, Dimitrov 5%, Kubot 5%, Karlovic/Sela/Davidenko 5%).

[5]Tsonga v [2]Nadal. Insolitamente sfortunato Nadal. Avversari duri per il maiorchino, che tenderanno a sgozzarsi a vicenda, fino agli ottavi. E quello nei quarti (Tsonga o Fish), azzoppato e in dubbio fino all’ultimo. Chiamatela fortuna nella sfortuna, o essere prevenuti. Prima di arrivarci, terzo turno ipoteticamente complicato col sopravvissuto del derby teutonico di primo turno (da vedere) tra Haas e Kohlschreiber, che già hanno illuminato Halle. Se sapranno vincere due match di fila. Quindi un ottavo sanguinario dove ne rimarrà soltanto uno tra: l'anarcoide libellula Dolgopolov, l’americano da libro cuore Baker, o addirittura il bohemienne Benoit Paire in gran spolvero sui prati olandesi. 
Quanto a Tsonga, tutto dipenderà da come si presenterà dopo la rovinosa caduta del Queens. In condizioni ottimali sarebbe una seria minaccia anche per Nadal. A mezzo servizio rischia di fare la valigia già contro l’irriducibile Hewitt, vecchio esperto di diavolerie erbivore e rischiare con uno tra Melzer e Wawrinka (altro bel primo turno). Ottavo con Fish, della cui zoppia può approfittare il giovane australiano rivelatosi lo scorso anno, Tomic. 
Tsonga 30% (Tomic 25%, Hewitt 15%, Melzer 10%, Wawrinka 10%, Fish 10%) – Nadal 55% (Dolgopolov 12%, Haas 10%, Kohlschreiber 8%, B.Baker, Paire, F.Lopez 5%)



Donne

Maria Sharapova da battere. Se il fisico reggerà proveranno ad insidiarla le esperte Clijsters e Serena Willliams. Se torneranno quelle di qualche mese fa, della partita anche Azarenka e Kvitova. 

[1]Sharapova v [8]Kerber. La siberiana valchiria testerà l’urlo già al secondo turno contro la merlettata Pironkova, una che sull’erba si trova sempre bene. Poi negli ottavi un re match delle semifinale dello scorso anno contro Lisicki, negli ultimi mesi però in fase di tennistica agonia prolungata. La tedesca deve fare già attenzione a Petra Martic al primo, o all’allegorico ninnolo Cetkovska (King in alternativa) al terzo. 
Curiosità di (non) vedere il curioso esemplare Kerber arare i prati con quei gamboni mostruosi. Per arrivare ai quarti dovrà misurare le ambizioni e la tenuta fisica di Kim Clijsters, tra l’altro mai a suo agio coi rimbalzi irregolari dell’erba. Primo turno di cartello tra la belga e la sorella di Varenne Jankovic, al piccolo trotto da mesi. In uno sport irto di variabili, la tedescona dovrà guardarsi anche dalla mancina russa Makarova e la giovane americana McHale. Chances anche per le avversarie di primo turno, Zvonareva e Barthel. Russa avvolta da mistero manco fosse la nipote di Breznev morta da sei mesi e la promettente butterata tedesca, che però negli ultimi mesi avrà vinto de/tre games in tutto. 
Sharapova 60% (Lisicki 15%, Pironkova 10%, Martic, Cetkovska, King 5%) – Kerber 30 % (Clijsters 30%, Jankovic 15%,  Makarova 10%, Zvonareva, McHale, Barthel 5%).

[3]A.Radwanska v [5]Stosur. Agnese dolce Agnese rischia già al secondo turno contro Venus Williams alle ultime zampate feline. Nei paraggi la giovane Watson o l’esperta Hantuchova. Ghiotta possibilità d’inserirsi per Flavia Pennetta che però, per arrivare a scontrarsi negli ottavi con la polacca dovrà domare le sfuriate accecate dell'azzurra ninfetta che parla l’italiano con l’accento di Milito, Camila Giorgi. Per poi confrontarsi con l’esperta Beppa Giosef Petrova o l’americana Oudin, in forma ed appena uscita da una crisi nera vincendo a Birmingham. 
La sorella violenta di Gasquet, Stosur, incrocerà le racchette nell’ottavo con Na Li. Ostacoli per lei, lo schioppo della connazionale Gajdosova, la giovane orange Rus e poco altro. Per la cinese, il periglio arriva dalla bellina Maria Kirilenko e dalla russa-kazaka Pervak. 
Radwanska 30% (Venus 20%, Petrova 15%, Oudin, Pennetta, Hantuchova 10%, Watson 5%) – Stosur 40%, (Na Li 30%, Kirilenko 15%, Pervak 10%, Gajdosova 5%) .

[6] Serena Williams v [4] Kvitova. Quarto interessante, se ci sarà. La giovane elefantessa ceca campionessa in carica, contro la plurivincitrice ai championships. Più di un’incognita fisica aleggia però sulle loro teste. Dopo l’ingresso nel torneo contro l’isterico e briosissimo tappo Zahlavova Strycova, Tyson può trovare Errani negli ottavi. E se l’aratro mignon made in Italy dovesse batterla, sarei al primo blando voto: seguire Giuliano Ferrara e Vittorio Feltri su Twitter. Ma per come vedo io il tennis (male, malissimo, perdio!), Errani su erba rischia già con Vandeweghe, sicuramente contro Shvedova e molto contro Safarova. 
Kvitova ripartirà dal simpatico essere giurassico che orina in piedi, al secolo Akgul Amanmuradova. Immagino la gioia degli organizzatori nel metterlo (obbligatoriamente, essendo la ceca detentrice) sul centrale. Loro sempre così attenti all’estetica puramente fisica. Dopo lo spauracchio orripilante, Petronia deve guardarsi da Pavlyuchenkova (in mortale crisi basculante), Lepchenko o la nostra bombarola Knapp. A proposito di gente in piedi, buono spiraglio anche per Schiavone. Centrale sicuro per il suo match d'esordio contro la giovane promessa inglese Robson, mancina da non sottovalutare, anzi. Così, a sensazione: la milanese, se non si ostina ad abbruttirsi esclusivamente con inutili e dannosi topponi sull’erba, ma si dedica agli slice ed agli schemi d’attacco, anche col s&v, può dire la sua. Oltre a divertirmi di più (cosa che impiperà a nessuno). Ostacoli cechi verso l’ottavo, Cibulkova o Zakopalova. 
Serena 55% (Safarova 20%, Jie Zheng 10%, Errani 10%, Shvedova 5%) – Kvitova 40% (Schiavone 20%, Cibulbova 20%, Lepchenko 10%, Zakopalova 5%, Pavlyuchenkova/Robson 5%).

[7] Wozniacki v [3] Azarenka A piedi al santuario di San Pio assieme a Zeman, se la danese che gioca a volano tamburellato, approderà nei quarti. Già la tettuta e spiritata Paszek all’esordio può metterla alle corde. Poi una malvagia serie di insidie: il brillante cigno Voskoboeva, la stralunata Kuznetsova che al primo turno affronta l’armadio Wickmayer, incartapecorito, da qualche tempo. E la malvagità verso la danese diviene sadismo, se analizziamo l’eventuale avversaria di ottavi. Che potrebbe essere l’orripilante primate Bartoli, nella sommessa speranza che però Roberta Vinci argini l’orrore. Ma occhio anche alla minore delle Radwanska, in buona forma.
Azarenka piuttosto tranquilla fino agli ottavi, con la rumena Halep scoglio più difficile. Stuzzicante incrocio di amore e morte con Oprandi al secondo turno (figlia di Lando Buzzanca, Camelia Begu, permettendo). E se la tortorella dovesse esorcizzare il mostro posseduto da Belzebù a suon di palombelle morbide, faccio un figlio e lo chiamo "Caldaro". Negli ottavi, ad attendere la bielorussa che emette versi demoniaci, ci sarebbe Ana Ivanovic (o al limite l’altra bellona violentemente insensata, Goerges). Qui entrano però in campo le mie pupille. Avversaria della serba nel primo turno è Maria José Martinez Sanchez. Una messa cantata di redenzione, dovesse irriderla un po'. Svetta col suo metro e cinquanta anche la 41enne Kimiko Date, sulla strada della serba nel secondo turno. Ma già molto se giapponese battesse Kateryna Bondarenko al primo.
Wozniacki 15% (Bartoli 25%, Kuznetsova 25%, Vinci 10%, Paszek 10%, Voskoboeva,  U.Radwanska, Wickmeyer 5%) – Azarenka 40% (ivanovic 20%, Goerges 15%, Halep 5%, MJMS, Kimiko, Romina Sarina tutto il resto, credendoci con fervore).

venerdì 13 gennaio 2012

AUSTRALIAN OPEN 2012, TABELLONE MASCHILE E PRONOSTICI



Un trono per quattro. Mistero Djokovic, Nadal e Federer balbettanti in preparazione e capitati nella stessa semifinale, Murray col nuovo coach Lendl a caccia del primo titolo major, e l’aggiunta di un sempre più continuo Tsonga. Outsider (almeno per un posto nei quarti) Del Potro, Dolgopolov e Tipsarevic. Mine vaganti Raonic, Dimitrov (e Bolelli, se lo ripescano come "perdente fortunato"). Begli incrci, per chi vuole solo divertirsi guardando del tennis, risultato a parte: Gulbis-Llodra, Mahut-Stepanek, Paire-Wawrinka, Dimitrov-Chardy

Djokovic (1) – Ferrer (5). Il numero uno al mondo Novak Djokovic, orrido dominatore del 2011, dovrà iniziare dimostrando che il suo è un regno che può durare. “Magari faccio come Borg e mi ritiro a 26 anni dopo aver vinto tutto”, disse non senza un pizzico della proverbiale modestia. Forse dopo aver cambiato in corso le regole, e quando si giocheranno una decina di slam per ognuno dei due anni che mancano alla fatidica data. Purtroppo, invece delle spadellate dal suo degno eroe Fiorello, tocca sorbircelo anche in campo. Prevedibile carneficina ai danni del povero Lorenzi al primo turno, quindi Giraldo o quell'incomprensibile miracolo di tenacia, volontà e palle quadre, senza lo straccio di un colpo, che è Matteo Viola. Qualificatosi per la prima volta in uno slam, dopo indicibili ed irrazionali rimonte. Sempre senza colpi e con un servizio che ricorda per violenza, velocità d'esecuzione ed impatto sulla palla, le memorabili  e rusticane battaglie di mia nonna artritica e 93 enne con le mosche, nella calura di luglio ed imbracciando uno scaccia mosche. Ecco, siamo lì, come potenza. L'altro invece, il fulgido campione Bolelli col talento che gli cola dalla vuota sacca scrotale, ha perso da un danese 28enne al primo (e credo anche l'ultimo) slam della carriera. Il Bole, col suo bel servizio-dritto à la Federer. Che pena infinita e mestizia che infonde questo eunuco del tennis. Che si levi di torno, o pensi esclusivamente a guadagnare qualche soldino per fare felice moglie e prole (non so nemmeno se ce l'abbia...) in doppio, dove sarebbe ancora competitivo il sessantenne Fleming. Quindi per Nole primo test vero forse al terzo contro Stepanek. Bel primo turno dal sapore leziosamente antico tra il mostruoso ceco e Nicolas Mahut. Una cosa è certa, vedremo più volèe in quell’incontro che in tutta la stagione di Nadal e Djokovic. Seeding alla mano, ottavo tra l’Aigor serbo e Roddick. Il declinante americano farà molta fatica ad arginare Milos Raonic. Dieci euro che non ce la fa. Raonic sarebbe un ostacolo non da poco per Nole, non dovesse comunque spendere troppo per battere lo yankee, e prima ancora Picasso Petzschner (se ci arriva, il fesso, al secondo turno).  Nemmeno occorre ricordare il precedente di Halle. A Melbourne non ci sarà l'olezzo di crauti, che tanto inebria le meningi del Picasso.
O zappatore Ferrer, al solito, ci sollazzerà abituandoci all’idea della morte. La sua funzione sociale è quella. Primi tre turni imbarazzanti per semplicità, con accoppiamenti da orticaria al cavo popliteo e frattura scomposta del glande (mettetelo assieme ai vari Machado, Andujar, Chela, Russel...e pensate cosa ne verrà fuori). Nessun problema fino agli ottavi, ove affronterà il reduce di uno spot di ferro (mischiato a piombo fuso). Naturale favorito Janko Tipsarevic in bello spolvero da tempo (e che potrebbe far vacillare anche lo spagnolo vangatore). Ma prima, deve disfarsi di Gasquet (inebriante incrocio di primo turno per cuori forti contro Seppi, dove ardimento, cuore, resistenza e spirito da guerriglieri delle steppe, la farà da padrone), o il sempre pericoloso nel suo torpore schizoide, Misha Youzhny. Se batte Golubev, che per essere mezzo italiano, ha già fatto il miracolo nel qualificarsi.
Djokovic 60% (Raonic 20%, Roddick 10%, Stepanek 5%, Petzschner 5%) - Ferrer 35% (Tipsarevic 35%, Gasquet 15%, Youzhny 15%)

Murray (4) - Tsonga (6). Curiosità per il Murray catechizzato da Ivan Lendl. Se i caratteri non mutano nel tempo, perfezionista fino alla maniacale malattia mentale. Non giocava mica, Ivan, se solo vi fosse stato un estraneo e gaglioffo pelucco sulla pallina, o uno spettatore stesse ruttando silenziosamente. Ma potrebbe anche funzionare, con lo scozzese dall’aria discola e maleducata. Terribile tonnara nel suo spot d’ingresso nel torneo: Harrison, promessa americana dal buon futuro, Malisse, vecchio e sempre temibile talento sprecato, ma che se in giornata, fastidi li provoca a tutti e non solo a se stesso. Quindi uno tra Bogomolov, Llodra e Gulbis. Bellissimo primo turno tra il volleante francese ed il lettone, causa persa di ogni buon dichiarato intenditore di questo pazzo sport. Ottavo contro Monfils, snodato difensore di caucciù spalmato sui teloni (sempre che riesca a fare fuori il pupazzo di Djokovic, Troicki, Ferrero o Bellucci. Per tacere del buon Sela).
E Tsonga? Sarei portato a dire che, senza strani accadimenti, può inserirsi a pieno merito nel lotto dei super favoriti. Inizia subito col frigorifero uzbeko Istomin (non agevole, come primo turno), quindi ottavo che sulla carta lo vedrebbe incrociare le racchette a Gilles Simon, soporifero connazionale affetto da rachitismo e dal  tennis asfittico. Occhio da queste parti al sempre infingardo nippo pokemon Nishikori e Benneteau (in forma scoppiettane, sempre se non ha dato tutto a Sydney).
Murray 50% (Monfils 25%, il resto: Gulbis, Troicki, Llodra, Bellucci, Ferrero) - Tsonga 50% (benneteau 20%, Simon 20%, Nishikori 10%)

Fish (8) - Federer (3). Mi piacerebbe assistere a Fish contro Fognini. Per vedere se la sua vena da sermone quasi violento non venga sublimata con una roncola di fendenti. Meritati, a prescindere. Purtroppo il nostro potrebbe uscire di scena già al primo turno contro Falla, mancino colombiano del cartello del caffè Kimbo, sul quale non si riesce mai a prendere un pronostico. Fish poi proseguirà la sua marcia verso il (prevedibile, almeno) frontale con Federer, affrontando Kolschreiber (imprevedibile a se stesso ed indegno nel mancare una finale già sua, ad Auckland) o Monaco, durissimo ed interessante primo turno, tra i due. Ottavo da vedere, ed aperto ad ogni risultato contro Del Potro. L’argentino in buone condizioni, partirebbe anche favorito.
Federer dovrà stare attento a qualche mina vagante: Il talentino infermo di Germania Andreas Beck, quindi uno tra Melzer (sempre in più furente crisi d’identità rispetto alla stagione della tardiva esplosione) ed il vecchio bombarolo Karlovic. Ottavo da prendere con le molle, per lo svizzero. La scheggia pazza dal tennis briosamente imprevedibile, Dolgopolov è  appostato da quelle parti. Più lui  e Tomic che Verdasco. Proprio quello tra il teenager aussie e Nando sarà uno dei primi turni dal peso tecnico maggiore e più interessanti.
Fish 40% (Del Potro 40%, Kohlschreiber 10%, Monaco 10%) - Federer 55% (15% Tomic, 15% Dolgopolov, 10% Verdasco, 5% Melzer)

Nadal (2) - Berdych (7). Nessuna grande insidia per lo spagnolo dal maglio arrotante, nei match iniziali, tranne il vecchio bucaniere Ljubicic. In un mondo ideale dove il marzapane sostituisce l'acciaio, l’erba cresce al posto dei palazzi di cemento armato ed il presidente delle nazioni unite è Adriano Celentano, potrebbe batterlo Tommy Haas in una improvvisa e delirante giornata d’ispirazione divina. Il tedesco-americano di quasi 34 primavere e con un bacino semovente, è tornato a prendere confidenza con la vittoria nel Wtc di Adelaide, preso per mano da Johnny Mac “the genious”. Io ci credo, non costa niente. Negli ottavi Nadal sfiderebbe Isner, gigante che ha perso ogni qual minima credibilità perdendo pochi giorni fa da Reynolds, Bobby Reynolds. Forse più del ridicolo gigante americano, potranno farsi valere Nalbandian (se ha intenzione di concederci il privilegio di giocare), Davydenko (indicato da Federer come possibile vincitore. Solo perché il bestio Louk Sorensen non gioca), Nieminen e Feliciano Lopez.
Berdych ha i quarti nel mirino sfasato da cacciatore miope. Di più, mi sembra un azzardo. Il gigante battitore a forma di Fassino Kevin Anderson, o il nano moretti Olly Rochus (non dico Stakhovsky perché anche lui ha perso da Bobby, perdendo dieci "punti dignità"). Più probante, nonché vibrante (ahssì) l’impegno con l’avversario di ottavi, che uscirà fuori da una specie di riffa. Stan Wawrinka, ultimamente visto nelle periferie di Chennai perdere da un modesto nippo, mettendoci la stessa stizza insofferente che si profonde in una coda alla posta. Interessante primo turno da segnare col circoletto rosso, tra lo svizzero minore e Benoit Paire, specie se il bohemienne francese si sarà svegliato dal verso giusto ed il vento soffierà nella stessa direzione della ruota di criceti che gira a vuoto nella sua scatola cranica. In quella tonnara anche Marcos Baghdatis, sempre divertente, ed a Melbourne sostenuto e spinto da un chiassoso manipolo di avvinazzati ciprioti. Interessante, in questi anfratti, il primo turno tra il predestinato bulgaro Dimitrov e Chardy. Due puledri di razza, col cervello di un streptococco. Così come Almagro-Kubot, e l’eroico marcantonio polacco che proverà l’impresa stile Wimbledon.
Nadal 60% (Isner 20%, Feliciano Lopez 10%, Nieminen 5%, Davydenko 5%) – Berdych 40% (Wawrinka 15%, Baghdatis 15%, Dimitrov 10%, Almagro 10%, Anderson 10%)

lunedì 20 giugno 2011

WIMBLEDON 2011 - TABELLONI E PRONOSTICI VINCENTI DI UN ESPERTO


Uomini

Come a Parigi, Federer ancora dalla parte di Djokovic. Murray in quella di Nadal. Finirà allo stesso modo? E chi sarei io per dirvelo. Outsider Soderling, mine vaganti Del Potro (e Seppi).

Nadal (1) - Berdych (6). Primi due turni abbordabili per il maiorchino (il vecchio americano Russell, non proprio da prati e l’emergente Sweeting, brutale malgrado il nome rimandi ad inesistenti dolcezze). Anche se in calo rispetto ad inizio stagione, da tener d’occhio in un eventuale terzo turno il terrificante bombardiere Milos Raonic (all’esordio Fognini proverà coraggiosamente a rispondergli). Non dovesse farcela il giovin gigante canadese, ci saranno comunque gli allegri sponsor della mutua, Gilles Muller e Tommy Haas (lodevole nel tentativo di ritorno, ma ridotto al lumicino), tipi che però conoscono i misteriosi segreti dell’erba. Negli ottavi bell’ipotetico confronto con Del Potro. L’argentino non si muove bene sull’erba, e dall’alto dei suoi due metri fa fatica coi bassi rimbalzi. Primo turno contro Flavio Cipolla, encomiabile e bravissimo nel qualificarsi, ma non essendo fortunato e nemmeno un Bolelli, ha beccato il quasi ingiocabile argentino. Del Potro con credenziali di ottavi dunque, sicuramente maggiori dell’uomo normale Gilles Simon. L’epocale colpaccio potranno provarlo due fringuelletti buoni sui prati: Olivier Rochus e Dudi Sela.
Cammino non proprio agevole per il finalista della scorsa stagione, Thomas Berdych. Il ceco proverà, all’esordio, a concedere meno di sei games al bucaniere Pippo Volandri. Poi vera insidia sarà quella dell’ottavo dove un posto da antagonista se lo giocheranno all’ultimo sangue Mardy Fish (sapido coi rimbalzi sguscianti), il vecchio e funambolico satrapo della volèe Radek Stepanek, lo scamosciato tennis super lusso intermittente di Kohlschreiber o l’olandese invalido ma dal buon talento, Haase. Se non addirittura Verdasco.
Nadal 55% (Del Potro 25%, Raonic 10%, Haas e Sela 5%) – Berdych 40% (Fish 25%, Kohli 25%, Stepanek 5%, Verdasco 5%).

Murray (4) - Roddick (8). Simbolico spettro croato di terzo turno per lo scozzese: uno tra il vecchio Ljubicic ed il giovane Cilic, che si sfidano al primo turno. Meglio il vecchio. Al limite potrebbe approfittarne l’ucraino Stakhovsky, se riesce a riacciuffare la sua aggraziata ombra. Ottavo da leccarsi i baffi e dai sinistri ricordi passati, sia che ce la faccia il nuovo Richard Gasquet (se il fisico tiene e il suonatore di ukulele nel cervello dorme), sia che vi arrivi lo svizzero Stan Wawrinka, solido e costante che all’esordio cercherà di negare un set a Potito Starace. Il campano, se il tennis si giocasse solo su erba, avrebbe provato la sorte col tamburello balneare. Da quelle parti c’è Simone Bolelli, della serie, la fortuna aiuta gli audaci e qualche volta chi è in coma: oscenamente sconfitto nelle qualificazioni. Ancora una volta ripescato come “perdente fortunato”. La fortuna diviene imbarazzo o deretano di bibliche proporzioni se si pensa che al primo turno trova un qualificato (nemmeno dei migliori), l’austriaco Fisher.
Curiosità, ma anche no, per vedere cosa combina l’acciaccato e calante americano Roddick. Ha saggiamente evitato inutili affanni terricoli per sparare le ultime cartucce erbivore, dove qualche chance di ben figurare ce l’ha ancora. Probante test di terzo turno col volleante iberico Feliciano Lopez più che con l’ultimo immortale Schuettler (indomabile sui prati ed implacabile come lo scorbuto) o col maniscalco Bellucci che sull’erba è un uppercut al fegato (di chi guarda). Roddick poi dovrà eventualmente vedersela in ottavi con Monfils. Sempre che a levarcelo di torno guadagnandosi una medaglia al valor civile non ci pensi il vecchio attaccante Kendrick. O Karlovic dal missilistico servizio o Tipsarevic, ammesso che la tragi-comic-horror sconfitta con Seppi ad Eastbourne non abbia messo fine alla sua schizoide carriera. Chiunque va bene.
Murray 55% (Gasquet 25%, Wawrinka 15%, Cilic/Ljubcic e - visto che non bisogna mai mettersi contro la sorte - Bolelli 5%) – Roddick 45% (Feliciano Lopez 30%, Karlovic 20%, Tipsarevic 5%, Monfils 4%, Schuettler – l’IMMORTALE – 1% simbolico).

Ferrer (7) - Federer (3). Ad un professionale zappatore come lo spagnolo, solo nel 1998, avrebbero impedito di entrare all’All England per allenarsi. Come a tanti altri che ora furoreggiano indisturbati. Invece c’è, è testa di serie e rischia anche di andare avanti. Lo sgambetto può farglielo già al primo turno Benoit Paire. Ma sul circense bohemien votato al suicidio acrobatico, guai a fare serio affidamento. Dovesse farcela (“eehhhh”), più difficile che “o zappatore” passi anche l’esame ottavo: uno tra lo sfarfaleggiante ed intermittente Dolgopolov (mah) che inizierà contro il lungodegente “mano de (na volta) piedra” Gonzalez, il carismatico bisonte Tsonga (probabile) impegnato a domare gli sguscianti rimbalzi, o il Federer in provetta Dimitrov alla ricerca del salto di qualità.
Per il Federer vero l’esordio è con l’abominevole uomo del Kazakistan, Kukushkin. Da quelle parti, sempre imprevedibile è il bulimico talento infermo di David Nalbandian, e prima ancora la cinciallegra Mannarino. Poi bel test di risposta nell’ottavo contro Isner o Mahut. Incredibile riproposizione del “match del secolo”. Stavolta (si spera) li piazzeranno sul centrale coperto ed illuminato. Potrebbero andare avanti sei giorni e sei notti senza perdere il servizio dandosi la morte per sfinimento, tra la gente isterica e giubilante. In ogni caso, più pericoloso uno dei due che il tristo allocco Almagro o lo Youzhny col cervello fratturato in due pezzi ed il fisico cigolante.
Ferrer 25% (Tsonga 35%, Dolgopolov 25%, Dimitrov 10%, Gonzalez 5%) – Federer 70% (IsnerMahut 25%, Nalbandian 5%).

Soderling (5) - Djokovic (2). Ah, la crudeltà dei sorteggi. Se da un lato propone il perdente fortunato Bolelli abbinato qualificato Fisher, al contempo pesca un Petzschner-Soderling. Svedese dunque che entrerà nel torneo col probante test del pittore col genio tra le dita, la mente fulminata e la schiena dolente. Ed in quello spot v’è una gaudente tonnara di talenti bruciati, pazzi semplici, ex promesse al tramonto e vincitori di slam. Tutti dalla stessa parte. Lo sdegnato talento cristallino di Xavier Malisse, forse ad una delle ultime chance di andare avanti o un sempre inconsapevolmente imprevedibile Melzer. Il mulinellante Florian Mayer o il sapido nippo geometrico Nishikori. Dal terminator russo di ritorno Tursunov fino all’aussie Hewitt che dei prati conosce ogni arcano segreto, ma ultimamente è stato alle prese solo con lastre ed ossi infermi. O addirittura l’allegro fantasma attaccante Misha Zverev. Passerà (è il caso di dirlo) da quelle parti anche Ernests Gulbis. A fare cosa, non è dato saperlo nemmeno ai parenti più stretti. Perché tutti dalla stessa parte? Chi s’è divertito a vederli scannarsi l’un l’altro sapendo che tanto sarà inutile?
Qualcuno potevano metterlo anche dalla parte di Djokovic, perdio. Invece il serbo dovrà solo stare attento al bell’addormentato transalpino Chardy all’esordio, e poi agli aces della pertica Anderson. Possibilità di terzo turno addirittura per l’albina tigre assassina Andreas Seppi, che inizierà a menare le tragiche danze col “rato” iberico Montanes. Un famelico felino ed un ratto dei campi a suo agio sull’erba quanto la Santanchè in una moschea. Gesù. Il caldarense, funambolico erbivoro della più pura scuola neozelandese, ha appena vinto l’Atp ad Eastbourne come capitano coraggioso nella tormenta. V’è chi si domanda se questo sport può ancora mantenere una sua parvenza di credibilità, dopo ciò a cui si è assistito. Negli ottavi, si rischia ancora (per tutti gli dei, salvateci) l’inutile e grottesco derby da wrestlemania con Viktor Troicki. Si attraggono in modo inquietante, i due. Sempre che questi passi gli unici ostacoli credibili, il gaudioso Michael Llodra o il folle talento malfermo Frank Dancevic, forse ad una delle ultime occasioni della vita.
Soderling 40% (Petzschner 15%, Malisse 15%, Hewitt 10%, F.Mayer 5%, Tursunov e Nishikori 5%) – Djokovic 65% (Troicki 15%, Llodra 10%, Dancevic 5%, Anderson 5%).


Donne

Quindici o sedici, le possibili vincitrici finali. Stavolta nel mezzo del guado anche le rientranti Williams a mezzo servizio e scarsamente allenate (e quando mai). Analizziamo intensamente il tabellone:

Wozniacki (1) - Sharapova (5). La numero uno di Danimarca è alla avvilita ricerca del primo slam da mettere in bacheca. Talmente affranta che ultimante l’hanno vista provare il serve&volley. Dionnipotente. Sulla sua strada, pericoli da non trascurare: la gnoma slovacca Dominika “donna nana tutta tana” Cibulkova o Julia Goerges tedesca in crescita e dal bel decoltè ma ancora perdente dalla 42enne Staffi Graf. Occhio a Jarmila Gajdisova neodivorziata Groth, che tira dritto per dritto e potrebbe stendere il muro danese anche prima degli ottavi.
Sharapova con buone credenziali, laddove iniziò lo scempio belluino. Pochi ostacoli per lei. La teenager di casa Robson (quella che si lamentava della poca costumanza sessuale delle tenniste donnacce), la Berdych in gonnella Safarova, se solo capisce dove si trovi il campo (ma con un boyfriend del genere…), ed un eventuale ottavo con Sammy Stosur che malgrado le sassate piene che produce, mi infonde la stessa sicurezza di un’antilope zoppa di fronte ad un leone tenuto a stecchetto.
Wozniacki 50% (Goerges 25%, Cibulkova 15%, Gajdisova 10%) – Sharapova 60% (Stosur 20%, Peng 10%, Safarova 10%).

Li (3) - S.Williams (7). Curiosità per vedere la neo-kournikova di Cina (!) campionessa di Parigi cosa combinerà. Ancor maggiore per vedere la sempre sobria Bethanie Mattek-Sands. Il candore di Wimbledon le imporrà i calzettoni-reggicalze e vezzosi disegni sul viso di un color bianco smagliante? Nel caso perderà l’80% di potenziale. C’è pure Ana Ivanovic, sempre sull’orlo del ricovero coatto in un manicomio per convinte starlette al declino, ma l’insidia un filo più concreta per la cinese si chiama Agnieszka Radwanska, se non la valchiria tedesca afflitta dal morbo psicosomatico Sabine Lisicki, al secondo turno. E ho detto tutto.
Serena campionessa uscente ha ripreso a sgroppare in sourplace la settimana scorsa. Un anno di inattività si farà sentire. Ma al 30% di condizione, può sbranarne molte o addirittura provare a vincere il torneo. Inizia con Rezai (parlandone da tennista contemporanea), ma sulla sua strada c’è l’inquietante Marion Bartoli, erbivora come Seppi per mistiche ragioni sensoriali. Poca roba le veline Kirilenko e Pennetta. Qualcosa in più avrebbe potuto da quelle parti Romina Oprandi con le sue alate smorzate. Ma dopo l’ennesimo infortunio in Olanda, l’italo-svizzera avrebbe bisogno di un bagno nell’acqua di Lourdes.
Li 40% (Radwanska 30%, Lisicki 15%, Ivanovic 10%, Mattek 5%) – S.Williams 50% (Bartoli 30%, Kirilenko 10%, Oprandi 10%).

Schiavone (6) - Azarenka (4). Inizio col botto per la milanese, opposta a Jelena Dokic, vagamente smagrita e sempre a suo agio sui prati. Può perderci tranquillamente. Ad occhio e croce, la testa di serie dovrebbe essere la nostra. Poi la mancina russa dallo schioppo intermittente Makarova o la promettente yankee McHale, prima del probabile confronto con Andrea Petkovic. La tedescona è pericolosa malgrado sull’erba dovrebbe faticare ad azionare i suoi macchinosi colpi. Azarenka è sempre ad un bivio: cedere ai nervi o al fisico. Dove non arrivano gli esorcisti, non s’addentrano i fisioterapisti. Per non impazzire. Fisico e meningi permettendo, per arrivare ai quarti deve disfarsi di donnini pericolosi: Hantuchova in gran spolvero ma mezza infortunata e Pavlyuchenkova se non si cappotta con la più bella che gradevole Super-Kaia Kanepi. Per tacere del trattorino italico Errani, che urla e arrota incurante anche sui prati, in sprezzo a qualsivoglia logica, estetica e quant’altro.
Schiavone 30% (Dokic 30% Petkovic 30%, Makarova 10%) – Azarenka 40% (Hantuchova 30%, Pavlyuchenkova 20%, Kanepi 10%).

Kvitova (8) - Zvonareva (2). Elefantessa ceca legata alle condizioni della spalla. Se tiene, può giocarsi le sue carte fino in fondo. Più che l’energumena Giovannona Wickmayer o Sveta Kuznetsova (una ormai arrivata al lumicino di una carriera, se ha rischiato di perdere con Errani, su erba), il pericolo maggiore si chiama Roberta Vinci, gradevolissima ed elegante tennista dal sapore anni ’70, neo trionfatrice ad Hertogenbosh.
Dalla parte di Vera Zvonareva (che non è la mia preferita. Hai visto mai che funzioni), insidie mica da ridere. Vesnina e la rivelazione dello scorso anno Pironkova (terrà a battesimo in uno slam l’italica ninfetta sparecchiante Camila Giorgi. La più forte tennista del secolo. Secondo il suo babbo, ovvio). Poi deve farle più paura la sagoma di Venus Williams, pur a mezzo (forse meno) servizio. Sempre che la venere d’ebano riesca a disfarsi dell’eunuco Amanmuradova prima e dell’icona vivente Kimiko Date Krumm poi. Fino ad un ottavo che dirà più sulle sue ambizioni, contro Jelena Jankovic. La trottante serba inizierà con la volleatrice iberica Martinez Sanchez, calante patrimonio dell’umanità. Come Noah e Panatta è una di quelle attaccanti che gioca meglio sulla terra, ma sperare non è reato.
Kvitova 50% (Vinci 25%, Kuznetsova 15%, Wickmayer 10%) – Zvonareva 40% (Venus 35%, Jankovic 15%, Martinez Sanchez 10%).


sabato 15 gennaio 2011

AUSTRALIAN OPEN 2011 – TABELLONE MASCHILE E PRONOSTICI


Poco più che una gita in camporella per Nadal, fino alla semifinale (o forse la finale). Insidie maggiori per Federer e Murray. Nella semifinale del maiorchino capita Soderling (o Murray). In quella di Federer, ancora Djokovic.
Analisi degli ipotetici accoppiamenti dei quarti di finale:
Rafael Nadal (1) – David Ferrer (7). Un manipolo di ectoplasmi sciancati, ad accompagnare l’ingresso del numero uno al mondo nello slam australiano. Alla ricerca del secondo successo a Melbourne e del quarto major consecutivo. Difficile credere che un Nadal con una gamba e mezzo braccio possa patire l’inoffensivo brasileiro Marco Daniel all’esordio. Ancor meno l’increscioso connazionale Gimeno Traver al secondo turno. Insidie maggiori potrebbe recargli un qualificato (al momento mi vengono in mente solo Raonic, Dimitrov o Mahut. Di Dancevic non si sa ancora nulla. Forse lo avranno tumulato notte tempo). Terzo turno in linea, dove l’inutilmente gradevole serve&volley del fotomodello Feliciano Lopez sarà presumibilmente divelto con punitiva ferocia (non siamo certo al Queens Club di Londra). Sempre che Feliciano riesca a venir fuori dal suo spot (non è mica detto) superando “caffè mokambo” Falla ed uno tra il francese impalpabile Chardy o l’insipiente spocchia viziata del giovane australiano Tomic, quanto di peggio il tennis giovanile possa esprimere. Per Nadal i pericoli (esercizio di raffinato eufemismo rotolante) inizieranno dagli ottavi. Il seeding direbbe Marin Cilic. Il croato che proprio a Melbourne dodici mesi fa sembrava rampante outsider al vertice, è però reduce da mesi di pietosa agonia moviolistica. Non escludo che da quella parte possa prevalere il bucaniere strappato al basket John Isner. Che sarà anche inguardabile come un trattore grippato, vale attorno al numero 30 al mondo, non è in gran forma, ma ha dalla sua il servizio. Più il pivot affetto da gigantismo che Santiago Giraldo, pure in ottima forma o Radek Stepanek, immarcescibile e godibilissimo eroe vintage, ma che pochi giorni fa le ha prese di santa ragione da Chela, mica Borg.
Nei quarti per l’arrotatore folle di Manacor ci sarebbe in pasto David Ferrer. “O zappatore” è tipo che il suo sporco mestiere lo fa sempre, destando inquieta intolleranza ammirata. Testimonianza ultima, il buon torneo di Auckland. A lui è però stato riservato un trattamento impietoso. Tralasciando Nieminen all’esordio, subito grandi perigli a ripetizione. Uno tra David Nalbandian e Lleyton Hewitt (uno dei tre match di primo turno da seguire con attenzione). Il talentuoso argentino “di panza” è in un momento di grande splendore. Avrà perso due/tre etti sudando come un bufalo del Kentuki nel torneo di Auckland, oltre a sciorinare colpi di gran magniloquenza racchettara. Hewitt è ormai un ex unumero uno ed ex tennista in attesa di abbattimento, da tre anni buoni. Ma davanti ai suoi tifosi qualche antica baldanza e “c’mon” meno patetici, può ancora offrire. Dovesse passare indenne da questo muro antico, per David Ferrer si prospetterebbe l’ottavo contro Youzhny. Ennesima grande chance per il russo con una ruota per criceti nel cervello, che continua a girare a vuoto. Dalle sue parti, difficile sperare in un grande torneo per il sontuoso cardellino volleante di Francia Michael Llodra. Grasso che cola riuscisse ad estirpare l’orrida gramigna argentina Chela al primo turno. Trionfo vero, passasse anche il secondo turno.
Nadal 80% (Isner 10%, Cilic 5%, Giraldo 3%, Lopez 2%) – Ferrer 30% (Nalbandian 30%, Youzhny 30%, Hewitt 10%).Robin Soderling (4) – Andy Murray (4). Il disboscatore disturbato svedese non pare aver beneficiato troppo della quarta testa di serie. Anzi. Nei quarti si ritrovebbe Murray, ed arrivarci non sarà certo una tranquilla passeggiata in boschi pullulanti di farfallette tubanti, roselline e fiori di lillà. Tranquillo il primo turno contro Potito Starace, in quelle che è stato il grande rimpianto del recente spareggio di
Davis. “Ah, se avesse giocato Potitone nostro…”, qualche pretoriano orbo col fez, disse. Il napoletano, pur combattivo come una mosca tsè-tsè a Sydney, avrà la sua chance. Obiettivo massimo, fare più di dieci games. Vincere un set, qualora lo scandinavo si metta a danzare su musiche gitane in mezzo al campo, travestito da danzatrice di pizzica salentina. Per Robin ancora avversari da affrontare in sourplace: uno tra l’inutile tennis-samba (alticcio) di Thomaz Bellocci, o il fantasma deambulante dell’uzbeko Istomin (uno che vince un game contro Seppi, o è morto o in uno slam non dovrebbe nemmeno presentarsi). Vero banco di prova per la testa di serie numero 4 saranno gli ottavi di finale. Potrebbe ritrovarsi di fronte la sagoma poco rassicurante di Jo Tsonga in un match che sarebbe gradevole, nella sua violenza ottundente. Il sopravvalutato bufalo francese pare in ripresa, ed in Australia qualche magia la regala sempre. Sfortunato però nel ritrovare nel suo spot avversari perigliosi assai. Un pietoso velo lo stendiamo sul suo avversario di primo turno, Philipp Petzschner (probabilmente al suo ultimo slam. Negli altri farà presumibilmente le qualificazioni, dedicandosi al doppio, dove appoggiarsi ad un compagno con mezzo cervello). Poi per Jo ci sarà l’impavido eroe caldarense Seppi (ammesso che riesca a non perdere dall’ottuagenario gnomo Clement), ed uno tra Gulbis (ma quello può lasciarsi morire anche con Benjamin Becker. E continuare a credere nel lettone, configura la demenza senile) o il fenomenale fromboliere dalla chioma svolazzante e volto da adolescente in piena fase di dipendenza dai filmini della Fenech, alias Dolgopolov jr.
Nei quarti ci sarebbe Murray. Primi tre turni al cloroformio per lui. L’emergente ucraino Marchenko (buono a tratti) o Garcia-Lopez, non dovrebbero impensierirlo o strappargli un set. Il banco di prova per lo scozzese sarà in ottavi. I numeri e la classifica dicono Jurgen Melzer, sempre pericoloso quando spegne quel che rimane di un cervello minato dalle mosche cavalline e tira qualsiasi cosa gli capiti a portata di racchetta. Per il mancino austriaco il cammino verso gli ottavi non però agevole. Al terzo turno potrebbe misurarsi con quel che rimane di Juan Martin Del Potro, tristemente rientrato in condizioni rabberciate. Sempre che riesca a spuntarla di puro orgoglio sul piacevole israelita Dudi Sela, per il fumigante pistolero di Tandil possibile capolinea rappresentato da Marcos Baghdatis, uno che a Melbourne balla spesso il sirtaki e vaga per la città ebbro come una spugna.
Soderling 50% (Tsonga 30%, Dolgopolov jr. 10%, Gulbis 10%) – Murray 60% (Melzer 25%, Baghdatis 10%, Del Potro 5%).
Thomas Berdych (6) - Novak Djokovic (3). Sulla carta il quarto più interessante, ed ipoteticamente combattuto. Oltre che il più inguardabile, a mente lucida. Dopo la settima vodka invece, vi risulterà un confronto stellare. Il varano ceco dal cervello simile ad una mandorla arsa dal sole, è da mesi in condizioni di forma approssimativa. Difficilmente basterà il ceco delle ultime apparizioni, versione “smidollato con cautela e gambe pesanti” per venir fuori da uno spot di tabellone infestato da piranas sdentati e che pare congegnato da una mente sadica. Subito al secondo turno uno tra lo scamosciato ermellino Kohlschreiber e l’estremizzante Kamke in un abbinamento di primo turno che ben dipinge la magnifica fantasia teutonica (ossimoro chiaramente palese, quantunque involontario). Poi al terzo ci sarebbe Gasquet. Ah sì, Gasquet, che a Melbourne ha dipinto alcune delle sue inimitabili e leggendarie tele dense di un masochismo ansiogenamente mortale. Può passare un turno (sempre che becchi un qualificato “morbido”). Forse anche il secondo contro il connazionale Mannarino, in un confronto degno del peggior esistenzialismo filosofico applicato alla psicologia caprina. Sempre che il bel cardellino mancino, non abbia esaurito le sue (poche) riserve nei due (miracolosi) match vinti ad Auckland. Possibile che Thomas giunga agli ottavi, dove lo attenderebbe l’highlander di una tonnara inestricabile. Ce la può fare “Nosferatu” Davydenko, sempre tignoso come una vecchietta in fila alle poste. Per lui al primo turno ci sarà il magnifico Mecir monco, Florian Mayer, poi uno tra Nishikori e Fognini. Possibilità per il ligure, qualora il “nippo” da cartone animato (tennista vero) incappi in una giornata negativa. O potrebbe prevalere addirittura il funambolico perdente Nando Verdasco. Ma con quella cresta da iguana delle Galapagos a nascondere misconosciuti pensieri di arrembaggio morto, può perdere senza colpo ferire financo dal vecchio Schuettler, sempre presente malgrado l’età e le evidenti crudeltà di un tennis che è sevizia dei sensi. Qualche chance la lascerei anche al serbo Tipsarevic, ammesso che invece dei libri sulla filosofia che lo hanno convinto della vacuità dell’uomo, in settimana si legga “topolino” o al limite l’ultimo numero de “il giornale”, per farsi due risate e prendersi meno sul serio capendo che c’è gente più patetica di lui.
Dovrebbe approdare senza grandi problemi ai quarti invece, Novak Djokovic. Per lui solo qualche insidia rappresentata dal rientrante Ivo Karlovic. L’attempato croato sembra guarito e se in giornata di “cannon ball” al servizio, è sempre da prendere con le molle. Poi il re-match con la sua giovane controfigura Troicki, in gran spolvero da mesi. Prima degli ottavi in cui, seeding alla mano, troverebbe il saettante Nicolas Almagro. Tipetto dal rovescio impunito, bizzoso e periglioso. In primis per i suoi specchi. Ma potrebbe dire ala sua anche Ivan Ljubicic, croato alle ultime malinconiche apparizioni, ma ancora in grado, nella partita secca, di dare fastidio a molti. Pronto a cogliere passi falsi dei due c’è Benoit Paire. Francese che potrebbe rivelarsi la gran sorpresa del torneo (credeteci pure). Il giovane transalpino, mezzo Safin e mezzo Gasquet, si esalta negli slam (annotatelo con cura). Da quelle parti anche Filippo Volandri. Coraggioso, il livornese, a prendere l’aereo per intascare l’assegno di presenza e farsi una vacanza, malgrado le petulanti mosche australiane. Un po’ fortunato nel trovare Andreev (che pure sembra tornato tennista e non solo mister Kirilenko) e non un tipo stile Tsonga o Melzer. Evitato dunque l’effetto suv che travolge una lambretta, ma più di quello è ardimentoso ipotizzare altro.
Berdych 30% (Davydenko 30%, Verdasco 20%, Gasquet 10%, Tipsarevic 5%, Nishikori 5%) – Djokovic 70% ( Al magro 15%, Ljubicic 5%, Karlovic 5%, Paire 5%).Andy Roddick (8) – Roger Federer (2). Quarto dal sapore storico. Roddick dopo il tribolato 2010 pare essersi messo di buzzo buono, e voler sparare le ultime cartucce (a salve). Mine vaganti dalle parti del goffo americano ne vedo poche, forse nessuna. Wawrinka, fresco trionfatore a Chennai può essere una. Da tenere d’occhio il primo turno tra lo svizzero infestato dall’ecne e Teymuraz Gabashvili, “er canaro” imprestato alla racchetta, ma sempre imprevedibile nei suoi cannibaleschi sbalzi d’umore schizoide. Monfils, può rivelarsi un’altra minaccia per A-Rod. I due, tra l’altro, si detestano non poco. Arduo pensare a Golubev, malgrado abbia imparato a giocare a tennis nel belpaese di Seppi e Vagnozzi. Gil e Cuevas saranno lì, a fare da orridi animaletti di compagnia protetti dalla “protezione animali troppo brutti per essere veri”.
L’esperto yankee può giungere ai quarti, dove ad attenderlo ci sarebbe Roger Federer. Svizzero in gran spolvero a Doha, e sempre in fondo da quando è sotto le accurate cure di Paul Annacone. Sulla strada dell’ex monarca, qualche minaccia concreta. Non certo l’esordio con l’implume Lucas Lacko, incapace di vincere anche ad Ortisei. Già al secondo turno ha però trovato il tennista forse più in forma del momento: il redivivo Gilles Simon, che recuperata la salute è tornato degno dei top 15/20. Di più, non se ne parla. Terzo turno fascinoso sarebbe quello dell’elvetico con Xavier Malisse. Incontro dei rimpianti per il belga, che qualcuno dei dieci anni passati a bighellonare da un letto all’altro, da un night ad una branda d’ospedale, poteva passarli a combattere con lo svizzero per vincere slam. Certamente con più carte in regola di un Roddick o Hewitt. Bisogna solo pregare che Xavier ci arrivi, a quel benedetto terzo turno. Solo per vedere un bellissimo match. Poche e fatue speranze residuali mi sento di lasciarle al lezioso airone ucraino (ma quanti bei giocatori ha l’Ucraina?) Sergiy Stakhovsky, che può arrivare agli ottavi (credeteci pure). Magari sfruttando i momenti difficili di Fish, Querrey, Hanescu e Robredo che pascoleranno dalle sue parti, in stato di forma imbarazzante alla umana visuale di chi è sensibile verso le sconce ineleganze.
Roddick 50% (Wawrinka 30%, Monfils 20%) – Federer 75% (Simon 15%, Malisse 5%, Fish 5%).

sabato 28 agosto 2010

TABELLONE MASCHILE E PRONOSTICI FLUSHING MEADOWS 2010: NADAL, PERCORSO IN SALITA



Sorteggio non proprio benevolo per il numero uno al mondo, capitato dalla parte di Murray. Meglio Federer che pesca Djokovic nella sua semifinale. Dalla parte del maiorchino anche le insidie Nalbandian e Gulbis. L'elvetico dovrà invece guardarsi dalla minaccia Soderling. (analisi del tabellone)

Il punto di maggior interesse del sorteggio odierno, era vedere da che parte sarebbe finito Murray. Vero ago della bilancia (malgrado pesi quanto un internato di Mathausen). E la mano fatata del sorteggio newyorkese non solo piazza l'outsider scozzese nella semifinale di Rafa Nadal, ma mette dalla sua parte anche una serie di insidie notevoli, come Nalbandian o Gulbis. Cammino più agevole invece per Federer. Tabellone poco favorevole per gli italiani, ma nel loro caso nemmeno Moggi avrebbe potuto congegnare una griglia abbordabile.
Ipotetici abbinamenti dei quarti, ed eventuali nserimenti:
(1) Rafael Nadal - (8) Fernando Verdasco. I patemi palesati dal numero uno spagnolo durante la torrida stagione americana, lo pongono in posizione leggermente defilata per la vittoria finale. E il sorteggio gli mette di fronte un quarto certamente impegnativo. Subito Teimuraz Gabashvili, russo compulsivamente pazzo, di quelli da isolamento diurno e notturno. Qualcuno lo paragona a Marat, io lo vedo come reincarnazione sportiva dello strangolatore di Boston. Non in gran forma, ma sempre uno che è meglio evitare al primo turno. Poi Istomin ed al terzo ostacolo uno tra Gilles Simon e Philipp Kohlschreiber, sperando che il delizioso ermellino tedesco abbia risolto i suoi acciacchi. Da quelle parti, senza nessuna chances, c'è anche Donald Young, talentino gettato alle ortiche. Tennista comunque da guardare attentamente, per chi ancora crede che Bolelli sia un talento sprecato. Per il maiorchino poi ottavi in relativa sicurezza contro il puramente platonico pericolo volleante rappresentato da Feliciano Lopez o i colpi del vecchio pirata Ljubicic, lontano da quella forma ancestrale del vittorioso precedente primaverile a Indian Wells.
Se a Nadal non è andata bene, al suo ipotetico avversario di quarti, il sorteggio sembra aver emesso, quasi con mano sadica, una mezza sentenza di morte. Sulle tracce del madrileno, spento dalla suicida programmazione primaverile da Kunta Kinte, prima Fabio Fognini, nel re-match del primo turno perso a Wimbledon. Poi possibile terzo turno di fuoco con David Nalbandian. Quanto di peggio si potesse pescare. Sempre che il talento bulimico dell'argentino non s'ingolfi o preferisca preservarsi per la semifinale di Davis. Visto il soggetto, tutto è possibile. Superato (forse) l'imponente ostacolo argentino, altro duro esame negli ottavi, con un avversario che uscirà da una specie di tonnara di talenti e vecchi lupi. Il talento smagliante e strozzato di Gulbis, subito all'esame Chardy, o il sempre orripilante e coriaceo "o' zappatore" Ferrer che inizia immediatamente contro il fromboliere ucraino Dolgopolov jr.
(3) Andy Murray - (7) Thomas Berdych (8). Lo scozzese nella versione deluxe ammirata a Toronto può giocarsi le sue carte per la vittoria finale. La cernia boccheggiante sotto il sole di Cincinnati faticherebbe anche a raggiungere i quarti. L'inizio è però agevole con lo slovacco Lacko e poi forse il folkloristico Jamaicano attaccante Dustin Brown, prima di incrociare Wawrinka, sempre solerte a farsi da parte con deferenza, al primo tornello/tennista top 20. Ottavi ancora in discesa, sulla carta opposto a "Byron Moreno jr" Almagro in scarsa condizione o, più probabile Sam Querrey. Ma in quegli anfratti possono fare faville anche le nostre veline italiche Seppi/Starace.
Non il miglior avversaro possibile nei quarti, per lo scozzese. Anche se il Thomas Berdych delle ultime uscite ha dato l'impressione di aver finito benzina e la sorprendente lucidità di inizio stagione, mostrando inquietanti segnali di ricaduta verso la proverbiale veemenza ottusa da homerun. Per approdare ai quarti dovrà impegnarsi in un macabro impallinamento di vezzosi cardellini attaccanti. Esordio col mancino serve&volley Llodra, ma da quelle parti fluttua anche il magnifico tennis vitage di Radek Stepanek, sperando non sia offuscato dai troppi malanni fisici e dall'età avanzata, oltre che da quel volto da dipinto del Pacciani. O al limite il transalino Benneteau in gran palla. Ottavo presumibilmente con Mikhail Youzhny, sempre che il russo dalla psiche labilmente disturbata riesca ad emergere in uno spot affollatissimo: Da Golubev a Xavier Malisse tornato tennista vero, fino all'increscioso trampoliere da baraccone John Isner.
(6) Nikolay Davydenko - (4) Novak Djokovic. Il russo già nel suo periodo di maggior fulgore orripilante era lontano da ogni velleità di successo nei major. Nella versione attuale, tra un ghigno da ottuagenario ed un colpetto anticipato da videogame, può provare ad issarsi anche agli ottavi. Con la proverbiale tigna del vecchietto che sgomita nelle file alle poste per ritirare la pensione. Nessun grosso ostacolo, eccezion fatta per il genio morto di Richrd Gasquet in un eventuale secondo turno. Il transalpino potrebbe anche regalarci l'ennesia sconfitta pirotecnica. Poi probabile che il posto di "nosferatu" venga preso da Andy Roddick, non al meglio, ma comunque capace di tirare sempre fuori tutto davanti al suo pubblico. Difficile che a sbarrargli la strada siano il pensatore disperso Tipsarevic o il ritorto ginnasta imprestato al tennis con la lingua perennemente penzoloni, Monfils.
Discorso a parte per Novak Djokovic. Il serbo bene o male, spesso male, dritto o storto, ovviamente stortissimo, legnoso e con gli occhi a palla, alla fine ci arriva sempre. Stavolta, sorteggio impegnativo per lui. Quasi proibitivo. Esordio col suo delfino lobotomizzato Troicki. Poi Philipp Petzschner. Nella remota ipotesi che il tedesco vinca il suo primo turno contro un qualificato. E non è detto, perchè attualmente non vincerebbe nemmeno se gli piazzassero dall'altra parte una bambola barbie sbrodolina. Per Novak terzo turno nel quale potrebbe sbucare fuori persino il vecchio James Blake, se gli ricorderanno d'esser ancora vivo. Ma è negli ottavi che il sorteggio sembra essersi divertito, e dove ad attendere il serbo ci sarà uno dei due tennisti più caldi dell'estate americana: Mardy Fish o Marcos Baghdatis, che presumibilmente si affronteranno in un interessante terzo turno. Sia la neo sogliola yankee in gran spolvero, che il bacherozzo cipriota dal contagioso tennis diverissement in caso di giornata d'ispirazione proveniente direttamente dal Dio Zeus, possono far fuori il serbo.
(2) Roger Federer - Robin Soderling (6). Tra lo svizzero e la sua settima finale a New York, uno squilibrato taglialegna scandinavo. Nella riffa dei possibili avversari da affrontare nei quarti, Roger ha infatti beccato lo svedese Robin Soderling, in una gustosa riproposizione del quarto giocato e perso a Parigi. Ma per lui primi turni soft. Potrebbe quasi incaricare Mirka di sbrigare la pratica. Ma, Falla docet, dovrà comunque evitare disattenzioni. Inizierà con l'argentino gnomo da veloce Dabul, fino al terzo match, un classico (del recente passato) con Lleyton Hewitt, sempre che l'australiano non si confermi un triste ex, cedendo al perdente maximo, Mathieu. Per l'elvetico poi un ottavo dalle flebili incognite legate al prevedibilmente imprevedibile tennis scintillante di Jurgen Melzer (acrobatici suicidi dell'austriaco a parte).
Robin Soderling nei quarti, almeno mentalmente, non deve essere un bel ricordo per lo svizzero. Lo "psyho killer" dopo il tragico esito della finale casalinga a Bastad, a metà tra il libro cuore ed un trattato sulla potenziale criminosità di una mente alterata, è apparso senza più risorse fisiche e mentali. Ma di lui c'è sempre poco da fidarsi. Per arrivare al confronto con l'ex numero uno al mondo, deve sbarazzarsi delle deliziosamente malinconiche volée del rottame americano Taylor Dent, e delle residuali bordate di "mano de piedra" Gonzalez, suo malgrado, dopo l'infortunio, ridotto a triste "mano de cartongesso". Per lui poi un ottavo misterioso, in cui tra l'improponibile Montanes da cemento ed il fantasma di Marin Cilic, per il quale anche i familiari pare abbiano inoltrato domanda di morte presunta, può saltare fuori anche un qualificato (azzardo: Dancevic o Mahut. Quando il mondo sarà meno malvagio).
Italtennis. A meno di improbabili novità provenienti dalle qualificazioni, solo tre partecipazioni tricolori. La metà rispetto alla scorsa edizione, con l'obiettivo di migliorare l'esaltante score di zero set vinti. A conferma del florido stato comatoso del movimento tennistico italiano al maschile. Una delle poche speranze di vincere qualche partita, era legata alle lune altalenanti di Fabio Fognini. Ma l'abbinamento con Verdasco sembra proibitivo. Certo l'ha battuto a Wimbledon, ma non è sempre domenica. Non è andata malaccio invece a Seppi e Starace, rispettivamente abbinati ad altri due spagnoli. Il caldarense parte addirittura quasi favorito con Grannollers, più difficile l'abbinamento del napoletano con Almagro. Fresche notizie dalle qualificazioni: Non ce l'ha fatta Simone Bolelli, sconfitto da Haider-Maurer, austriaco oltre la duecentesima posizione, il cui nome rimanda al processo di Norimberga, dedito a challengers e futures. E che il cemento lo avrà visto solo in qualche cantiere. Insomma, nemmeno l'attenuante della scarsa preparazione alla superficie, per il nostro talentuosissimo ragazzo. Che dire, si spera che possa trovare l'aiuto di una vecchina di passaggio, per salire le scale dell'aereo di ritorno.

Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.