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martedì 19 gennaio 2010

Australian Open - seconda giornata - Federer tentenna, cede Soderling, delirio Youzhny. Solita caporetto dell'italtennis maschile


L'interruzione per pioggia aveva allungato e condito di un certo sapore romantico, l'ultima comparsata del piccolo e irriducibile funambolo francese, Fabrice Santoro. Quella del record del settantesimo slam giocato. A "The magicien", non riesce l'ultimo numero, con tanto di coniglio tirato fuori dal cilindro, ma se ne va in modo dignitoso. Per un'ora, regge l'urto del giovane Cilic, esibendo gli ultimi magheggi quadrumani, presenti nello sconfinato repertorio di trucchi e diavolerie irridenti.
Roger Federer risponde in modo ancor più svagato alle leggere amnesie di Nadal e Del Potro, il giorno prima. Igor Andreev, russo in crisi involutiva (ammesso che un'evoluzione ci sia mai stata), appariva avversario di maggior livello. L'elvetico soffre oltremodo gli arrotoni anomali del russo. Sembra si sia mangiato un quarto di bue a colazione. Si muove sinistramente, simile ad un mammuth piombato, desideroso di esibirsi in danze antiche. Ad un passo dallo svantaggio due set a uno, rinsavisce un poco, domina il tiebreak del terzo, e trionfa al quarto. Tanto basta, per ora. Sorpresa di giornata, l'uscita di Robin Soderling, uno dei possibili outsider. Lo svedese si fa recuperare due set, e poi cede al quinto. Sconfitto dal modesto spagnolo Grannollers, ma soprattutto dal dolore al gomito. Ed uno che ha fatto degli sbraccioni ignoranti una ragione di vita, col gomito malconcio, è come Robert Plant (trattandosi di Soderling, meglio citare Bobby Solo) che fa un concerto con la raucedine. Davydenko, zitto come un sorcio smunto, avanza senza il minimo sforzo. Djokovic riesce nell'impresa di far sembrare un buon tennista, persino Gimeno Traver, prima di dilagare. Ed oramai ha un tabellone col quale accederebbe in ottavi, anche un ebbro dopolavorista cinquantenne della Val Brembana.
Verdasco ed Haas, avanti in leggera sofferenza. Jo Tsonga, in un match da allertare il wwf, si abbatte con veemenza sul povero e fragile airone Stakhovsky. Poi, che altro dire. Prendete due tennisti che non hanno nemmeno la parvenza di un fisico sportivo. Uno dei due è un conclamato "senzapalle" mentalmente castrato, l'altro un evidente "senzacervello" emotivamente instabile. Agli annali Gasquet Richard e Youzhny Mikhail. Cosa potrebbe venirne fuori? Una meravigliosa partita. Con fatui momenti di gran tennis, senza nulla a pretendere. Delirante confronto tra i due più bei rovesci classici in giro. Talenti inespressi e schizoidamente incostanti del circuito. Rovesci vellutati, amnesie, affondi e stilettate di kashmir, doppi falli sui set point, crisi di nervi e di panico, straordinariamente sincronizzate. E ancora sprazzi divini, rasoiate ed ubriacanti rovesci come fluidi magici, sul niente accecante che li circonda. Una maratona da urlo. Dubito ci sarà un match più bello, in tutto il torneo. Gasquet ricade nel torpore angosciato, che lo affligge da anni. E' avanti due set a zero, e di un break nel quarto e nel quinto set. Ma si sa già come finirà. Basta guardarlo in faccia. La codardia patologica del francese, aizza l'indole da killer seriale del russo. Un rovescio e un urlaccio preistorico via l'altro, Mikhail recupera due set. Vince al quinto, e si congeda col solito saluto militare ai quattro lati degli spalti, ed un inquietante sguardo da pazzo criminale.
Altre notizie direttamente dal reparto neuropsichiatria di Melbourne: Malisse, belga dalla carriera eternamente sul filo di un equilibrio inesistente, affrontava uno che è solito fare lunghi discorsi al suo omino nel cervello: Nicolas Almagro. Il belga recupera due set di svantaggio, poi cede 8-6 al quinto, sprecando una delle ultime chance di rinascita. Koellerer si scaglia con trucida virulenza sul malcapitato qualificato Veic. Perde al quinto, perchè non è mica un fenomeno, con la racchetta. Talmente avvilito, Daniel lo strangolatore di Boston, che ha evitato persino di sputargli in faccia. Sboccia, magari sul serio, il fioretto nero di Donald Young, che fa fuori l'altro Rochus, Christophe. Querrey e Shuetteler, danno vita ad un incontro che non potrebbe immaginare nemmeno la più fervida e orrida fantasia di Dario Argento. E, incredibile a dirsi, vince il vecchio falegname tedesco.
Nel tabellone femminile, le più forti avanzano senza alcun patema, e nessun incontro degno del minimo rilievo.
Italtennis salvata dalle donne, come sempre. Vinci, Errani e Brianti, come da pronostico, vincono i loro incontri. Francesca Schiavone fa sfogare la giovane francese Cornet, e poi la regola al terzo, con sapida esperienza. Caporetto totale per gli uomini. Negli slam, si sa, fanno sempre il biglietto di ritorno per il mercoledì. Se perdono già al lunedì, il martedì di dedicano allo shopping. Chiamatela lungimiranza, almeno quella. Lorenzi, non poteva molto con Baghdatis, e infatti cede tre set a zero. Andreas Seppi, montanara tigre assassina, lotta con proverbiale impeto ed ardore. Recupera due set alla pertica americana Isner. Pare lanciatissimo e pronto ad azzannare il povero e malcapitato gnu yankee, oramai alle corde. Ma cede 6-4 al quinto. Vorrei far notare il clima caldo umido, fastidiosissimo per il nostro, abituato alla frescura dei monti. "Bolelli, SE sta un minimo bene, fila via facile in tre set, contro quel Giquel lì poi, siamo seri...", sentenziava un esperto italiota, in sede di pronostico. Evidentemente, il Bolelli non stava bene. Becca tre set a zero, secchi, senza appello. E qualche pietosa nocciolina in ricordo. E Starace? "Mah, SE gioca ai suoi livelli non deve aver paura di Robert, numero tredici di Francia.", seguitava il luminare dell'istituto luce. Infatti, Potito mica ha paura. Perde tre set a zero. Pem! Pem! Ci sarebbe anche Fognini. "Oh, SE si sveglia bene...il match non dipende mica da Dent, ma da Fabio.". (e chi sarà sto Dent al cospetto del McSafin de noantri?) Sempre il nostro competentissimo e svraeccitato addetto ai lavori, col tricolore in mano. E infatti, 6-1 6-3 6-3 per il magnifico volleatore americano. Evidentemente Fognini si sarà svegliato mica tanto bene.
Alla prossima allora. Prossima figura da cioccolatai, ovvio. Se non altro, scommettendo le scontate sconfitte dei cinque italiani, si vincono delle discrete somme. Due pacchetti di sigarette al giorno per i prossimi due mesi, per il povero blogger alla canna del gas. Sono un patriota, in fondo.

4 commenti:

  1. Riciao Picasso!!
    Stamattina quando ho visto il risultato della partita di Seppi mi è parso quasi incredibile, ma era Isner che aveva qualcosa che non andava vero? Accesa la tv, ho beccato Stakhovsky :) povero, contro quell'ominide... purtroppo ho visto troppo poco...
    Adesso ho visto un pezzo di replica della partita di Federer, ma Andreev era già andato di testa, il primo set di perdita di identità non l'ho visto, giocava in accappatoio Roger per caso? :p
    Cmq per me non è solo questione di stanchezza mentale a me pare che Roger ci metta un po' a carburare proprio fisicamente, oltre a ricalare nel corso del match, parlo in generale, al di là della partita di stanotte. Ce ne faremo una ragione che vogliamo farci?
    Ciao a presto!

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  2. E meno male che ti ho detto che eri troppo cattivo... :( Certo che con il buon Gasquet non c'è proprio speranza. Prima Murray, poi Gonzalez, adesso perfino Youzhny. E lui, l'eterno agnello sacrificale. Che tristezza!

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  3. Silvia,
    e che sarà mai. Il Federer dormicchia dei primi turni, non è una novità. Non mi lamenterei, fossi suo tifoso. Pensa a quelli di Gasquet, che staranno in un manicomio. Iniziando così, qualche torneino lo ha pur vinto, il tuo svizzero, eh...=)
    Rispondendotoi qui al commento sul post precedente, non ti crucciare, per non poter assistere simili incontri. Leggimi, e sarà meglio che vederli. Come avrai notato sto lavorando molto per limitare il mio ego debordante. Studio da un libro scritto a quattro mani da Djokovic e Jankovic. =)

    Benedetta,
    ah, ancora con la storia della cattiveria...io sono pieno di bontà. Sarà mica colpa mia, se in sei raccolgono un set agli Us Open (merito di Cipolla), e qui di set ne hanno vinti due, in cinque (grazie all'eroico combattente Seppi). E sarà mica colpa mia, se da quando seguo il tennis, non ho visto un italiano che superasse la decenza. Suvvia. =)
    Gasquet agnello sacrificale? e su quale altare, di grazia? quello del suo cervello, forse...

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  4. Poi, gli azzurri, almeno mi fanno fmare gratis...mica ce l'ho con loro. Anzi. =)

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.