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venerdì 20 maggio 2011

ROLAND GARROS 2011 - TABELLONE, SORTEGGIO, PRONOSTICI E VATICINI DELLA SIBILLA CUMANA





Sorteggiati i tabelloni degli Internazionali di Francia 2011, al via domenica. Tra gli uomini Federer capita nella stessa sezione di Djokovic, Murray in quella di Nadal. Ovvia pole position del serbo, con Nadal affiancato in prima fila. Novak avrà però un cammino irto di perigli. E chissà che la cosa non conti quando si tratterà di giocarsi le fasi finali, sforzandosi di reputarlo umanamente soggetto a stanchezza ed altre quisquilie tipiche degli umani. Staccati Federer e Murray, penalizzati anche dai match al meglio dei cinque set. Terza fila al Soderling che a Parigi trova sempre squilibrate vampate omicide. Poca roba Berdych e Ferrer, con l’obiettivo massimo della semifinale. Poche le mine vaganti e tutte dalla parte di Djokovic: Del Potro, se in condizioni accettabili, a Gasquet qualora il concerto di grilli svitati nel suo cervello, gli dia ancora tregua.
Italiani all’arrembaggio verso un quarto di finale che manca dal 1995. E che continuerà a mancare fino al 2018 (ho fatto dei calcoli di precisione). Sorteggio migliore non poteva esserci, vista la loro modestia. Epocale successone se uno dei quattro passa un turno.

Ma veniamo all’analisi del tabellone e degli ipotetici quarti. E’ la cosa che più mi diverte. Mi piace assai. Si può giocare in anticipo, immaginare un torneo con scenari meravigliosi. Quasi sempre disattesi dalla sterile e cruda realtà. Ecco una breve analisi dei due tabelloni, frutto di un intenso minuto di studio e venti di accurata stesura:


Uomini


(1) Rafael Nadal - (5) Robin Soderling. Non potrà cullarsi o rilassarsi troppo, il maiorchino. Subito bei test al poligono: Il bombardiere da veloce Isner all’esordio, poi quello da terra battuta, Giraldo. Sempre che il colombiano batta l’iberico podista Andujar. Per il numero uno al mondo al terzo turno ci sarebbe Davydenko, calante e malfermo, ma sempre tignoso come tutti gli anziani da ospizio. Vera riffa in questi anfratti di tabellone per conquistarsi un posto da vittima sacrificale negli ottavi, contro il pluri vincitore a Parigi: il perdente nato Verdasco (vamos!), l’argentino Monaco (mah), “Kohli” (magàra), Ljubicic (non lo escludo), Querrey (Dio onnipotente), Malisse (crediamoci pure).
Vuoto ancestrale invece dalla parte di Soderling, che può fermarsi prima dei quarti solo con un suicidio ben studiato. Insidie abbastanza ridicole fino al terzo turno. Il più pericoloso, per dire, è il cipriota Baghdatis. Ottavo un po’ più serio, dove gli si appaierà uno tra mister tennis 7Up sgasata Gilles Simon, il talento dissipato d’oltralpe Chardy, il piccolo Federer in provetta Dimitrov o Mardy Fish (mai esaltante però sull’argilla parigina).
Nadal 70% (tutti gli altri, 30%) - Soderling 60% (Simon 30%, Fish 5%, Dimitrov 5%).


(4) Andy Murray - (8) Jurgen Melzer. Lo scozzese inizia la sua scalata (al miliardo di Jerry Scotti avrebbe più chances, forse) con due qualificati. Al secondo, per la precisione, raccoglierà il guanto di sfida del vincente tra Frank Dancevic (qualificato dal talento pazzesco, sorretto da un fisico di marzapane) e Simone Bolelli (sconfitto nella qualificazioni ma ripescato come “perdente fortunato”, tennista con qualche parvenza di talento sorretto da un animus pugnandi da far invidia all’indimenticabile pedatore interista Bergkamp). Se il canadese regge in piedi tre set, avanza in camporella. Poi occhio alle sapide cannonate di Raonic, sebbene ridimensionate dall’attrito con la terra. A proposito di servizi bomba, da quelle parti gravita anche l’arrembante Filippo Volandri, sorteggiato all’esordio con l’ottuagenario ex Arnaud Clement. Il nostro potrebbe anche giocarsela. Per Murray un ottavo relativamente tranquillo, contro un Troicki pupazzescamente abulico negli ultimi tempi o Dolgopolov che non ne azzecca mezza da due mesi, ma sempre imprevedibile e reduce da fiammate di ripresa a Nizza.
Per Melzer, mancino rivelatosi al mondo dei vincenti a Parigi la scorsa stagione, l’approdo ai quarti è invece obiettivo ardimentoso. Sulla sua strada (col rischio di essere schiantati dai mancini fendenti o vincere senza far nulla): un manipolo di qualificati e terzo turno in cui incrociare l’esperto ed irriducibile terricolo argentino Chela o la pertica sudafricana Anderson, tipo non proprio da mattone tritato. Poi prevedibile, interessante ed equilibratissimo ottavo, fronteggiando le sberle di rovescio dello spagnolo Nicolas Almagro, sfontato, lamentoso e stufoso come nessuno, ma sempre tignosissimo. Sorteggio pasquale da atp 250 per Potito Starace, con l’obbligo morale del secondo turno. Per lui, prima del frontale con Florian Mayer, il colombiano Falla.
Murray 60% (Dolgopolov 20%, Troicki 15%, Raonic 5%) - Melzer 55% (Almagro 40%, Chela 5%).


(7) David Ferrer - (3) Roger Federer. Quarti ampiamente alla portata del muratore iberico, che però si ritrova discrete insidie da superare. Imbracciata la trebbiatrice, dovrà far fuori la bestia nera Nieminen al primo turno e quindi il francese Benneteau, prima di un terzo turno in pseudo relax (il gradevolmente inoffensivo ucraino Stakhovsky o Nishikori in forma indecifrabile). Vero banco di prova per Ferrer sarà Gael Monfils negli ottavi. Se il francese sta bene, sarà un match 50/50 per la proverbiale capacità del transalpino d’esaltarsi a Parigi, al costo di lacerarsi ogni fibra muscolare. Leziosi animaletti tricotanti dalla parte del forzuto muro di gomma francese: Mannarino, Zverev o Petzschner (primo turno da leccarsi i baffi tra i due: la poiana attaccante ed un cincillà spennellante). Più probabile un derby di terzo turno Monfils-Llodra. Col mancino volleante trionfatore. Crederci è gratis.
Esordio col botto per l’ex numero uno al mondo, Roger Federer. Scoppiettante re-match della sfida vista poche settimane fa a Madrid con Feliciano Lopez. Feliciano è in forma smagliante, e qualche grattacapo potrà anche causarlo. Ad ogni modo, il bel tennis non potrà mancare. Quindi per l’ex monarca la difficile scalata al secondo titolo parigino passerà attraverso qualche periglio imprevedibile negli ottavi: O Jo Tsonga, pugilatore confusionario che sulla terra perde metà del suo già spuntato arsenale o l’ormai classico derby con Wawrinka. Tra i due pretendenti interessante sfida di terzo turno.
Ferrer 40% (Monfils 30%, Llodra 25%, Mannarino e Petzschner 5% in due) - Federer 60% (Wawinka 20%, Tsonga 15%, Lopez 5%).


(2) Novak Djokovic - (6) Thomas Berdych. Come in “unzogno”. Terrificante serie di mine vaganti sulla strada dello spaventoso tennis horror made in Serbia, prima dell’ipotetico quarto con Berdych: Paire, Gulbis o Delpotro, Gasquet, Gabashvili, Bellucci. Djokovic rischia d’esser steso, brutalmente divelto e alla fine irriso dal circense francese Benoit Paire, già al secondo turno. Sempre che il giovin francese batta Hanescu (il rischio che raccimoli meno di due games, è concreto). Poi al terzo turno uno tra il talento sdegnatamente rigettato Gulbis o l’infermo bombardiere Del Potro (dopo il primo turno con Karlovic, sapremo di più sulle sue reali ambizioni). Se Nole dovesse (lo escludo) raggiungere gli ottavi, ecco di fronte a se l’indomita ed indemoniata sagoma di Richard Gasquet. Primo turno "simpatico" (faccio la faccia di Moratti) Gasquet-Stepanek.  Nella bolgia del centrale parigino e col pubblico sovraeccitato, Richard potrà poi cercare l’impresa ed abbattere il mostro serbo. Un tripudio. Può farlo. Deve farlo. Lo farà. Metterà fine alla sua striscia di vittorie. Proprio lui. Il tutto si rivestirebbe di una guaina surrealmente dolce. E meravigliosa. Peccato che a quell’ottavo rischia invece di arrivarci, in carrozza, il mancino fabbro ferraio brasiliano, Bellucci. O perché no, il nostro impavido combattente tupamaru Andreas Seppi. Il funambolico tirolese già affila le raffinate e letali armi per infilzare avversari in serie. Inizia contro lo squilibrato Gabashvili, una specie di “er canaro” imprestato al tennis. Se il russo mette un terzo di palle in campo (non è una metafora) obiettivo massimo per il nostro eroe sarà uscirne incolume (fisicamente).
Nessuna grossa insidia invece per Thomas Berdych. Il cerco deve badare solo a non esagerare. Sulla sua strada lo strepitante Fabio Fognini (sempre esaltante negli slam). In quei paraggi c’è addirittura il rientrante Tommy Haas (più anziano del Nazareno in croce, fermo da oltre un anno ed invalido civile a tutti gli effetti). Più probabile acceda al terzo turno il regolare Garcia-Lopez, però. Negli ottavi il ceco si ritroverà uno tra Cilic e Youzhny, russo sempre legato alle locuste folli che infestano il suo nel cervello, tra incanto e suicidio.
Djokovic 65% (Gasquet 10%, Bellucci 10%, Del Potro 10%, Gulbis 4%, Paire 1%) - Berdych 60% (Cilic 20%, Youzhny 15%, Fognini 5% - pienopieno -).




Donne (ah, le femmine)


Notevole incertezza nel tabellone femminile, con almeno dodici/quindici potenziali vincitrici (anche più). Una Clijsters al 40% partirebbe favorita. Il problema è che forse non lo è. Azarenka aveva trovato grande continuità, ma s’è fatta la bua. Se regge, qualche soldo sulla bielorussa lo si potrebbe puntare (a 4,75 non è malaccio). Wozniacki sempre alla ricerca del primo Major, ma appare solo una regolarista senza ossigeno, in balia di qualche picchiatrice ispirata. Idem per la sorella di Varenne Jankovic coi garretti sgonfi. Potrebbe saltar fuori Masha l’urlatrice pazza, ma il suo contributo all’orrore dovrebbe averlo già dato a Roma. Chances per le due emergenti tedesche: la tettuta Goerges e la maniscalca Petkovic. Occhio alla ceca Kvitova, se trova due settimane di violenza randellante la quota (folle, a 20,00) è più che allettante. La detentrice Schiavone dovrà dare il massimo e sperare di limitare i danni. Quarti di finale non impossibili, non essendoci fenomeni in giro. Bis invece più difficile di una quaterna sulla inesistente ruota di Ostia lido, specie se continuerà a dimenticarsi gli slice e gli attacchi, arrotando esclusivamente come un'ossessa, quasi l'avessero sottoposta ad una cura simile a quella di "arancia meccanica".


(1) Caroline Wozniacki – (8) Samantha Stosur. La difficile scalata di Carolina, boccoluta e graziosa “pallettista” campagnola, non è certo priva di insidie. Dopo uno scenicamente curioso debutto con la quarantenne Kimiko Date (obiettivo massimo per la nippo tascabile: perdere con la consueta dignità ed insegnare qualche colpetto alla giovane avversaria), qualche probante test: la ceca gazzella col viso da giovane anziana, Hantuchova, la rocciosa israeliana Peer o le volèe deliranti di Maria Josè Martinez Sanchez. Per tacere della sparacchiante Aravan Rezai che non riesce a cogliere (neanche per sbaglio) il campo (una volta) da quasi un anno. Poi la danese trova (terzo turno) l’incognita Kuznetsova che ultimamente ha l’attitudine suicida del miglior Gasquet, è lagnosa come Almagro, lucida come Youzhny e femminile (almeno quanto) Schiavone che si rade a secco con una gillette e sputa tabacco. Ma a tennis gioca meglio di altre.
Per Samanta Stosur ogni discorso sembra quasi scontato, dopo l’ennesima dimostrazione di mentale torpore mostrato a Roma. Se una sua vittoria finale è quasi utopia, nei quarti può arrivarci. Prima dovrà però disfarsi negli ottavi di una delle due picchiatrici folli, Goerges e Safarova. O (caso limite) il botolo orripilante Marion Bartoli con le sue movenze da Suzanne Langlen storpia, buzzica e senza collo.
Wozniacki 60% (Kuznetsova 30%, Peer 10%, Martinez Sanchez 10%) - Stosur 40 % (Bartoli 25%, Goerges 20%, Safarova 15%).


(3) Zvonareva - (5) Francesca Schiavone. La bella Vera, da quando gode del mio incondizionato tifo, sta dando impagabili soddisfazioni. Inevitabilmente. Ne vince poche, ed ha ripreso le buffe crisi isteriche. Subito esordio con l'esperta terraiola spagnola Dominguez Lino. Poi un tour de force zeppo di arrembanti pesi massimi: La vezzosissima Nadia Petrova prima di un tremendo ottavo in cui se la vedrà con una delle due rotolanti russe sovrappeso del circuito: Alisona Kleybanova o (più probabile) Anastasiona Pavlyuchenkova.
E’ andata bene a Francesca Schiavone, che troverebbe nei quarti una delle teste di serie meno in palla. Se ci si sforza di non considerare che in tornei wta non ne batte una da un anno e che contro Zvonareva avrà perso una dozzina di volte senza mai vincere. Prima però, da non sottovalutare Melanie Oudin (americana calante, malgrado i diciannove anni) e la quadrumane cinese Shuai Peng, sempre fastidiosa come una mosca tsè-tsè. In ottavi per la milanese il pericolo si chiama Jankovic, sempre che la serba trovi una decente condizione sgroppante. Altrimenti da quelle parti rischia di spuntarla la pittoresca americana Mattek-Sands (“Susanna è un’aranciata, tutta colorata”) a metà tra Louise Ciccone ed un quarter back della Nfl. Poche, pochissime chances per Flavia Pennetta.
Zvonareva 50% (Pavlyuchenkova 30%, Dominquez Lino 10%, Kleybanova 10%) - Schiavone 40% (Jankovic 40%, Mattek-Sands 20%).


(6) Na Li - (4) Victoria Azarenka. Accoppiamento interessante. La sapida cinesina avrà il suo bel da fare, giocandosi il posto nei quarti con l’imponente ceca dagli occhioni afflitti, Petra Kvitova, trionfatrice a Madrid e martello pneumatico mancino contro cui non si trovano rimedi (se non pregare un Dio a caso che sia in giornata no) o la gnoma Cibulkova. Interessante primo turno tra l’elefantessa ceca e Greta Arn, più che eroica a Roma.
Difficile capire qualcosa di Victoria Azarenka. In genere. Se sorretta da buona condizione, non avrà problemi a disfarsi di avversarie non al top. Da Kaiona Kanepi e la sua cellulite sulle guance, fino ad Ana Ivanovic in perenne e patologica crisi psico-sparacchiante. Qualche chance anche per la mancina russa Makarova che al primo turno ha pescato Romina Oprandi (possibilità prossime al sotto zero per la nostra, ma hai visto mai..). Derby italiano tra Vinci e Brianti al primo turno, leziosamente inutile. Ma una delle due può guadagnarsi una cruenta esecuzione sommaria dalla bielorussa, al terzo turno. O approfittare dei suoi acciacchi.
Na Li 45% (Kvitova 45%, Cibulkova 10%) - Azarenka 70% (Kanepi 10%, Ivanovic 10%, Makarova 10%).


(2) Kim Clijsters - (7) Maria Sharapova. Ogni considerazione su questo accoppiamento non può prescindere dalle misteriose condizioni della belga. Anche a mezzo servizio può arrivare agli ottavi (fatuo pericolo Kirilenko), dove Andrea Petkovic, Medina Garrigues o Jarmila Gajdosova (ex Groth) testeranno le sue reali ambizioni. Vediamo, disse il saggio. La Sharapova vista a Roma si gioca la sue carte anche a Parigi. Flebili test per lei saranno quelli con Agnieszka Radwanska o l’energumena bombarola supervicky-Wickmayer, negli ottavi.
Clijsters 35% (Petkovic 25%, Medina Garrigues 20%, Gajdisova 20%) – Sharapova 60% (Radwanska 20%, Wickmayer 20%).

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.