Day 9 – Dal vostro inviato in camporella, accampato sulle rive del fiume Yarra
Tanto tuonò, che piovve. L’alba, cinica e brutale iniziava a chiavare
i nostri cisposi occhi, mentre Roger Federer era già lì ad addolcirli con
sontuose parabole e guizzi di decennale candore. L’ex numero uno appare davvero
in palla, centrato come non mai. Un orologio svizzero, preciso ed impeccabile.
Taglia il campo con una lama. Assisto solo ai titoli di coda, sorseggiando un
buon caffè, ma davvero nulla sembra potere Juan
Martin Del Potro. L’argentino fuciliere della Pampa, in grande ripresa e
pur autore di un buon torneo australiano dopo le traversie fisiche, appare
ancora lontano dal poter infastidire un avversario in simili condizioni. Smagliante
e tirato a lucido. Federer raggiunge l’ennesima semifinale di major della carriera, e lo
fa senza cedere un set, trattando Del Potro come aveva fatto con un Kudryavtsev
qualsiasi.
Lo svizzero si appollaia nella tanto attesa semifinale, attendendo il
suo avversario. Lo storico ed indemoniato rivale di mille battaglie Rafa Nadal,
o lo sparecchiante Nando Gazzola imprestato al tennis, Thomas Berdych? Rafa soffre e annaspa tre metri dietro la riga di
fondo a riprendere i fendenti del rigido pennellone ceco. Quando per miserabile
ventura, quelli rimangono in campo. Avete presente quella simpatica scritta “Melbourne”
che campeggia dietro la riga di fondo del rettangolo? Beh, Rafito, ed un’inquadratura
lo testimonia chiaramente, è ben dietro. Rifrulla stampato sui tabelloni dei
magli di passante incredibili, dopo corse lontane dal'idea di uomo. Perde il primo set, soffre nel secondo, come
al solito viene fuori alla distanza. Bene ma non abbastanza, Berdych, il
tennista più sopravvalutato degli ultimi quarant’anni, che altri non è se non un
buon top ten. Uno con colpi e trame così prevedibili ed impostate che persino
un tennista-figura retorica come Philipp Picasso Petzschner riesce a mandare al
manicomio appena può. Tre su cinque, tranne rarissime e casuali occasioni in
cui l’altro si suicida, Berdych non è in grado di reggere il livello dei
migliori quattro al mondo. Nadal rema, soffre, lotta ed alla fine la spunta. Nei
secoli dei secoli.
Vuoi mettere la replica di un colossal (Nadal-Berdych) con un film
scontato e senza appeal (Berdych-Federer o Nadal-Del Potro)? Ragionando da non
tifosi o da tifosi con grande orgoglio antico, è la soluzione migliore. Ecco
dunque l’accoppiamento di semifinale tanto atteso, dopo i due quarti di finale
più interessanti (Djokovic-Ferrer e Nishikori-Murray, non reggono il minimo
confronto). Federer e Nadal ci arrivano secondo pronostico, superando alla loro
maniera i due virulenti outsider. Roger con una prestazione al limite della
danzata ed imbiancata perfezione svizzera e dopo un torneo condotto in
leggiadra punta di piedi. Nadal a seguito di una gran battaglia rusticana,
chiusa sfinendo il suo avversario, ed un torneo al solito farcito di mezzi
annunci, sventati ritiri falsi come una banconota da tre euro, bende da Lazzaro
e tutto ciò che già sappiamo. Non straordinario come in altre occasioni, ma sempre il consueto diesel che, stucchevoli bugie bianche a parte, carbura strada facendo. L’ennesima sfida tra i due, stavolta, è condita anche
dalla ridicola polemica iniziale innescata da uno spagnolo che pretende tutti
giochino meno, per venire incontro alla sue ginocchia, torturate dal suo
tennis. Ed il continuo ripetere di “suo”, non è casuale. Curiosità quindi,
oltre alle ormai note disamine tecniche e psicologiche da Freudiani imprestati
all’uncinetto, nel vedere come la questione sia stata assorbita dai due. Se
sarà stato un miserabile autogolol dello spagnolo nel disperato tentativo di
recuperare un gap apparso evidente negli ultimi mesi, o se Federer accuserà mentalmente
il colpo. Ai posteri.
Tra le donne desta scalpore (ma anche e proprio, no) la vittoria di Kim Clijsters su Caroline Wozniacki. Tra le due scorrono almeno due categorie
tennistiche. Pur in condizioni rabberciate e con ossi, muscoli e giunture
tenuti clamorosamente assieme per un prodigio della natura, la belga doma l’insipida
numero uno per caso in due set. Gaudemus. Ora per Kim semifinale durissima
contro l’indemoniata Victoria Azarenka
che, perso il primo set, sembrava poter impazzire e dare di matto come i bei
tempi, contro le irriducibili difese di Agnieszka
Radwanska. Invece finisce per dominare gli altri due e raggiungere la Clijsters in
semifinale. Legati alle ossa di Kim, preghiamo tutti insieme.
Caro Picasso,
RispondiEliminaottima analisi come al solito :) ...
Francamente mi sembra che "il vero Nadal" lo abbiamo smarrito in Asia, quando Murray aveva centrato un improbabile (quanto inutile) "en plein" di successi. Da lì in avanti, il gioco dello spagnolo non ha mai più convinto; non fanno testo, ovviamente, gli avversari-fantasma della prima settimana di Merlbourne o le sabbie mobili della coppa Davis. E nemmeno quell'incapace di Berdych, che la parola "tattica" non l'ha ancora imparata.
In ottica semifinale, il problemaccio è sempre il solito (e naturalmente non hai mancato di farne cenno): la dimensione psicologica. Ora, dal momento che Roger - pur carichissimo di adrenalina e convinzione - è riuscito a perdere da Nadal anche a Parigi 2011, ciò mi lascia parecchi dubbi circa il felice prosieguo dello svizzero (e quindi del torneo). Ho l'impressione che, un po' contro pronostico, Federer verrà steso in 3 o 4 set, di cui uno con tie break. Ammetto di parlare un po' per scaramanzia, ma un (bel) po' anche per triste esperienza.
Angosciosi saluti, sperando in un exploit di Murray (sèh!).
Beh, da quello che ho visto, il nostri capelluto eroe ha fatte dei recuperi notevoli, e poi alla lunga ha smontato il ceco. Forse non il Nadal maximo, ma comunque buono. Se pensi poi che contro Kuznetsov aveva anche "pensato di ritirarsi...", beh, chapeau a chi l'ha rimesso in pedi così...=)
EliminaA Parigi, onestamente, lo svizzero era carico, ma anche stanco e forse aveva speso anche parecchie energie mentali. Per me Federer è grosso modo nelle stesse condizioni di Londra, quando aveva tritato lo spagnolo. Nadal non è ridotto ai minimi termini come allora, quindi mi pare un match aperto a diverse soluzioni...