PUGNETTA
BALNEARE
Capita, sempre in coincidenza con la torrida estate ormai allo Zenith
dello sciroccamento neurocerebrale, che si torni a parlare di doping. Dopo un
inverno di caccia al Mato Grosso, le solerti autorità dello sport
internazionale, ben truccate, con cotonate parrucche e gote luccicanti
cristallina inflessibilità, si premurano di renderci edotti sulla loro
frenetica ed inarrestabile attività di controllo. Baluardi delle pulizia morale
dello sport. Da anni nel tennis cadono nella trappola un francese numero 400,
una manciata di peones argentini sporchi, rozzi e modesti. Si bacchetta con
feroce intransigenza pseudonzazifascista uno zuzzurellone codato belga dimenticatosi
di un controllo, perché dormiva in una roulotte con degli hippie e non a casa. Quasi tutti dei
miserabili mestieranti che si arrabattano per vivacchiare nel circuito, o quasi ex al
triste crepuscolo. Normale che per entrare nei cento provino a drogarsi come
cammelli, in quel bieco tentativo d’azzardo. Come un centometrista già battuto, che cerca la furbata un partenza per prendere l’abbrivio che annulli
il gap. Al costo d’incappare nella squalifica da “falsa partenza”.
Vuoi mica pensare che assumano beveroni di sostanze dopanti mortali, i Top 10 del tennis. Quelli sono miliardari, puliti, fenomenali esempi di correttezza. Nati top 10 per casta. Scorreggiano zaffate di odoroso incenso, anche. Al limite, se vedi qualcuno correre come uno svitato, con gli occhi fuori dalle orbite asciugando bava color scoria radioattiva, è l’agonismo della pugna. Qualora assuma strane sembianze trasfigurandosi e iniziando sinistramente a nitrire come un cavallo da tiro pronto alla monta, occorre essere doppiamente ammirati. Plaudire alla costanza di allenamenti che lo hanno portato fin lassù. Anche se, come direbbero gli infidi e vagamente recchioni esteti “non ci ha mica tutto sto gran talento”. Anzi, se un numero 7/8 si bombasse come un Puerta o gli altri derelitti da arresto coatto, diverrebbe numero uno. Perché sono tutti numeri uno, in fondo, nel mondo dell’amore universale. Dell'amatissima casta. Ed allora ecco che di fronte a tali e tanti controlli intransigenti, gli sbigottiti spettatori possono finalmente dormire sonni tranquilli in nuvole di candore, pensando che tutto è ok. I brutti, maleodoranti imbroglioni, sono al sicuro. Lontani dallo splendore immacolato dello sport sano. Hanno persino conferito l’ergastolo sportivo a Daniel Koellerer: il Demonio. Che col doping non c'entrava una ceppa, ma era emblema di quell'antisportività turbante gli animi di chi guarda una partita godendo come un prete omosessuale che si masturba recitando un rosarione. Tutti sereni, senza questo truce figuro simile alla bestia satanica.
Vuoi mica pensare che assumano beveroni di sostanze dopanti mortali, i Top 10 del tennis. Quelli sono miliardari, puliti, fenomenali esempi di correttezza. Nati top 10 per casta. Scorreggiano zaffate di odoroso incenso, anche. Al limite, se vedi qualcuno correre come uno svitato, con gli occhi fuori dalle orbite asciugando bava color scoria radioattiva, è l’agonismo della pugna. Qualora assuma strane sembianze trasfigurandosi e iniziando sinistramente a nitrire come un cavallo da tiro pronto alla monta, occorre essere doppiamente ammirati. Plaudire alla costanza di allenamenti che lo hanno portato fin lassù. Anche se, come direbbero gli infidi e vagamente recchioni esteti “non ci ha mica tutto sto gran talento”. Anzi, se un numero 7/8 si bombasse come un Puerta o gli altri derelitti da arresto coatto, diverrebbe numero uno. Perché sono tutti numeri uno, in fondo, nel mondo dell’amore universale. Dell'amatissima casta. Ed allora ecco che di fronte a tali e tanti controlli intransigenti, gli sbigottiti spettatori possono finalmente dormire sonni tranquilli in nuvole di candore, pensando che tutto è ok. I brutti, maleodoranti imbroglioni, sono al sicuro. Lontani dallo splendore immacolato dello sport sano. Hanno persino conferito l’ergastolo sportivo a Daniel Koellerer: il Demonio. Che col doping non c'entrava una ceppa, ma era emblema di quell'antisportività turbante gli animi di chi guarda una partita godendo come un prete omosessuale che si masturba recitando un rosarione. Tutti sereni, senza questo truce figuro simile alla bestia satanica.
Quando sono in atto le olimpiadi poi, gli alti vertici non si tengono
mica. Sembra che stiano per venire nelle mutande, mentre sbandierano il
consueto: “l’olimpiade più pulita della storia”. Pronti, via. 7 minuti di gara,
un sollevatore nano del Tajikistan trovato positivo alla pirite. Poi scoppia il
caso Schwazer. Oh, mamma. Che sarà mai? Un povero disperato che ha provato a
barare, come tanti. Nel belpaese s’è invece scatenata una ridda di farneticanti
abomini fintomoralisti ripugnanti, che troneggiano sui vari giornali. Dalla
depressione, al male di vivere, alla gioventù bruciata. Manca solo il vescovo
spetazzante che, dopo aver molestato due ragazzi filippini, con voce da castrato, vaneggi sulla solita “mancanza di valori giovanile”. Altri hanno parlato del bisogno
di uno psicologo personale per ogni atleta. Immaginatevela l’Olimpiade: 100mila
atleti, con 100mila dotti strizzacervelli barbuti al fianco. E non sono mica tutti Fogni, gli atleti olimpici. Ed una serie di
follie reali, per trovare una giustificazione alla cosa più semplice a questo
mondo: Un povero stronzo voleva fare il furbo, ed è stato fregato. Dobbiamo
farci sorprendere, traviare, dall’ammissione, dalla copiose larme inconsolabili?
Dalla faccia da pubblicità da merendina kinder? Dal fatto che fosse una specie
di Ken fidanzato della danzereccia Barbie Kostner sempre con le chiappe per le terre? Addirittura
rimanere sgomenti perché lassù tra i monti, come direbbe un inflessibile
esponente del Svp, sono uomini tutti d’un pezzo e non campiono simili atti riprovevoli? Ok, le lacrime ce lo restituiscono ragazzo fragile. La confessione lo fa più uomo
di chi con un misto di plutonio/pirite rinvenuta nelle urine continua a gridare
al complotto internazionale citando come prova d'innocenza uno strano gelato al pistacchio contaminato dalla Cia. E’ già qualcosa l’ammissione, ma finisce lì. Sforzatevi
anche di voler credere alla commovente favola del solitario uomo fai-da-te nel
periglioso Bosforo. Che si sia avventurato come Marco Polo passando dal Mar dei Sargassi,
ed alfin approdato nell'antica Cappadocia abbia comprato delle sostanze dopanti in
farmacia. Assieme all’aspirina ed agli assorbenti con le ali. Poi si sia siringato,
facendo tutto da solo. Nell’assoluta incoscienza dell'incredula fidanzata, di allenatori e federales,
puliti come bimbi cosparsi di polvere talcolata.
E via, quotidianamente. Perché inutile
che vi illudiate, lo sport è una tragica metafora della vita reale, delle
nostre tristi e scontate esistenze. Dove ci sarà sempre chi, sfidando il
rischio del gabbio, prova a fregare, ad arricchirsi prendendo mazzette, comprando o
corrompendo. E spesso questi tangentisti d’alto bordo la fanno franca perché
sono potenti, vantano amicizie importanti o perché rimangono un ingranaggio del
drogato sistema di cui non si può fare a meno, pena il crollo dell’intero
castello di sabbia e letame. Allora il pesista del Tajikistan sarà l'insignificante agnello da sgozzare sull'altare,
qualche splendido e marziano nuotatore yankee continuerà ad olezzare d'oro liofilizzato. Dove Ben Johnson era il torvo untore pazzo che temerariamente volle far crollare
il castello pubblicitario del gigante Carl Lewis. Drogati allo stesso modo. Il
primo cattivo, sozzo. L’altro elegante e sinuoso figlio del vento. Un povero
giamaicano accolto dal piccolo Canada caontadino, contro lo splendente gigante
di quell’”America potente, tutto e niente, il bene e il male”. Figli, figliastri, e coglioni. I Ricchi e Poveri, e "Mamma (ma-ma-ma) Maria". Schwazer il
ragazzo fragile, debole e che non voleva allenarsi e faticare, mentre i nostri inorriditi
vertici federali rimarranno smeriglianti esempi di rigore morale.
Non
sfugge a questa disgustosa regola il tennis. Proprio ieri leggevo della radiazione (tardiva?) di un medico vicino a molti tennisti iberici, e nomi da top ten come
Ferrer o Errani. Chiacchierati (e non di chiappa) perché corrono, sbuffano, arrivano a toccare soglie di atletismo che altri
si sognano di notte. Se sia solo frutto del lavoro o di uranio impoverito, chi
può dirlo. Solo un controllo, di quelli che a suo tempo segarono solo mestieranti
orrendi come Odesnik o drogati conclamati argentini. E qui si torna al pesista carneade, e alla potenza mondiale. L’inutile nome da
sacrificare all’altare di una finta lotta al doping, e l’élite da preservare,
perché se cade una testa argentata da top 10, crolla la credibilità di tutto lo
sport. Illazioni, mostruose, le mie. Banali, semplicistiche riflessioni da bar
a voce alta. Perché è materia difficile quella del doping. Come altre cose non c’è mai solo il bianco e il nero, ma v’è quel sinistro cono d’ombra in cui
s’annidano orride contraddizioni. La legalità di sostanze che sarebbero
illegali se somministrate in dosi equine, ad esempio. Non è doping? Lecito e illecito si
mischiano in modo orrendo, pensando alle farmacie ambulanti cui hanno ridotto spogliatoi sportivi. Tutto in nome dello spettacolo, degli sponsor e di tutto il
resto che esige il baraccone vada avanti, sempre. Dove i tre giorni per
recuperare le fatiche o un infortunio divengono uno, grazie ed un medicinale. Lecito, per carità. Impieghi
un anno di blando lavoro per ingrossare i muscoli con la creatina (legale, entro certi limiti invece ampiamente superati), perché continuare gli inutili
spargimenti di sangue e sudore con gli scaloni del metodo Zeman? Profeta
incommensurabile, il boemo. Don Chisciotte contro i mulini a vento di un progresso già drogato di per se. Ma alla fine, come direbbe un Papa che non crede
allo spirito santo ed ingroppato dall'ateo San Tommaso, tocca solo fidarsi di ciò che si vede. Fino a prova
contraria tocca credere nella morale pulizia del tennis, dello sport, e del
mondo dove non esiste malvagità ed a brevissimo ci sarà la pace nel mondo. Qualche pazzo, lo
crede.
In questo clima di grande e ritrovata fiducia verso il prossimo, mi
rassereno. Capita poi che mentre sgargarozzo un bel drink a base di menta
piperita, per caso, legga una dichiarazione di Rafael Nadal. Nemmeno da poter
travisare, perché proviene dal suo ufficiale profilo di twitter. Tralasciando
le amenità ipernazionaliste da ultrà dell’intero movimento spagnolo che
darebbero ragione persino a quel Grillo che d’estate spara più cazzate del
solito, il tennista maiorchino scrive, a proposito della fondista Marta Dominguez: “Eri
e resterai una campionessa”. Poco male, pensa uno. Poi vai a vedere, per puro
scrupolo di coscienza, chi sia la gran “campeona”. E ti imbatti in questo articolo. Ok, a Repubblica si sa che sono dei comunisti faziosi. Ma la storia è
proprio quella. Una tipa inchiodata dalla Federazione internazionale antidoping, nell’ambito
delle tante “operation” che hanno impestato lo sport iberico. Intercettazioni
pare chiarissime, nette, evidenti, in cui risultava l’assunzione di sostanze
dopanti. Complici autorità iberiche morbide e accondiscendenti, la “campeona”
venne assolta ed ha quindi corso queste olimpiadi. Con modestissimi risultati.
Solo e soltanto perché quelle schiaccianti intercettazioni non poterono essere
usate. Del resto la Spagna non è mica l’Italia dove, per un semplice fermo
cautelativo, contro Marco Pantani furono aperti più procedimenti di Al Capone, portandolo all'ignominia e spingendolo all'autodistruzione suicida. Lì si è "campeone", sempre. Trovano cavilli per salvarli. Ora, in assenza di fatti certi, non si può ricadere nella solita, stucchevole,
illazione. Bisogna fare come i giornalai professionali, che contano più fatti veri
e lasciano che gli altri facciano 1+1=3. Al limite si può giudicare buon
gusto, decenza e dignità nel definire “campionessa in secula seculorum” chi non è
stata condannata solo per un cavillo. Come il considerare buon padre di
famiglia uno stupratore, solo perché le evidenti prove dello stupro non sono
state accettate in quanto prive del timbro della contea di Hazzard e lo sceriffo Roscoe P.Coltrain s'era scontrato con la macchina guidata da Luke Duke.
Penoso, alla fine, questo gesto di Nadal che
suona come provocatorio fendente a chi continua a “perseguitare” il vincente e pulito metodo di lavoro spagnolo. Pazienza se ci sia di mezzo Fuentes, Amaral o un
medico tedesco degli anni ‘30/40. Schwazer, e Dominguez. Poco importa se in un caso ci sia l’ammissione
e nell’altro la ridicola assoluzione di una colpevole conclamata. Burocrazia o meno, sono due evidenti casi di doping. Ma pensate
tra qualche anno se uno Starace o il corregionale Andreas Seppi possano dire di
Schwazer: “sei e rimarrai un campione”. Non accadrà, viva iddio.
1+1=3, comunque.
...forse Nadal non si rende conto del peso e del significato di queste sue uscite, che ormai non possono nemmeno considerarsi episodi isolati (vedi commento alla squalifica di Contador)...persino banale pensare si tratti di un modo per difendere se stesso....ma diamine almeno taci !!
RispondiEliminaSì, è questa sindrome di accerchiamento e voglia di provocare difendendo (o addirittura osannando) chi è stato condannato (Contador) o chi non lo è stato solo per una cavillo formale, che lascia di stucco. Non vuol dire niente, forse. Ma è di cattivissimo gusto ed apre a mille possibili 8e giustificate) illazioni.
EliminaInsomma da almeno tre anni dico e ripeto: "fino a prove certe, sono tutte supposizioni. ma di certo lui fa di tutto per mettersi al centro di queste chiacchiere".
Io non capisco perchè Nadal fa queste dichiarazioni, sembrano praticamente "minacce" velate a chi "combatte" i campioni come lui e quelli d'urine probabilmente, c'è qualcosa sotto per la sua assenza alle olimpiadi.
RispondiEliminaPer quanto riguarda Swarzer mi vien da ridere, perchè la Kostner è uno dei "miti" del mio compagno, ovvero lui la chiama -quella che non si regge in piedi e vince cadendo- (causa mancanza di avversarie è stata sopravvalutata) e quando ha sentito il caso dell'altoatesino ha solo detto: eh, a forza di stare con quella lì gli sarà salita la depressione.
Nessuno sapeva niente, ok. Conferenza stampa pilotata, ok.
E' stato scandaloso tutto il teatrino attorno, nauseante i moralisti del cazzo che predicavano in tv....lui che accusa di doping i russi ecc...
Alla fine il problema doping è che non c'è una linea internazionale ma tutto viene gestito dalle federazioni e come sottolinei che qualsiasi sostanza abusata può essere doping, un gran casino per non far crollare il baraccone.
Però sentire Swarzer nel suo italiano stentato e disgustato dire che l'italia è uno strano paese è stato triste, in fondo lo stanno massacrando e pensa se fosse stato spagnolo manco si sarebbe saputo.
Però il tuo "affetto" per Zeman proprio non lo capisco, perdon
Jess
Tutto parecchio ridicolo, e patetico. Lacrime vere, parole però sciocche, e tutto il presepio dei pastorelli moralisti. Alla fine gli atleti sono dei burattini. Nelle mani di federazioni, allenatori, manager e sponsor. Pensare che qualcuno si dopi da solo fa semplicemente ridere, o piangere. E' meno credibile chi in Parlamento ha votato, convinto, che Ruby fosse la nipote di Mubarak. :)
EliminaNon capisci perché io stimi Zeman? Invece se non lo stimassi, capiresti? Non comprendo il tuo sgomento.
Non tifo, e seguo sporadicamente le vicende calcistiche. Questo mi aiuta a giudicarlo senza paraocchi. Nel citarti i "perché" rischierei di dilungarmi troppo, e vabbè, lo farò:
- Personaggio surreale, ironico, geniale.
- Le partite delle sue squadre erano le uniche a DIVERTIRMI. Con ragazzi semisconosciuti e provenienti dalla serie C2, si vedeva un gioco spettacolare. A Milano o Torino sempre all'attacco, contro i colossi potenti, strafavoriti e nopiosissmi. Follia utopica allo stato puro.
- E' un maestro di calcio, autentico. Schemi straordinari, e preparazione genuina e spartana. Vialli che ingrassò di 12kg in 6 mesi può continuare a dire ciò che vuole. Finché glielo faranno dire. E la dignità di tacere per sempre dopo le intercettazioni col suo pusher Padovano, non lo colga improvvisamente. Ma ne dubito.
- E' stato, ed è l'unico ad aver posto alla ribalta del mondo il problema doping nel calcio. Non solo quello proibito, ma l'uso illegale di sostanze legali. Di quelli che invece di 2 grammi legali ne assumevano 20, diventando piccoli Hulk.
- E' andato contro le mafie del palazzo. E poco m'importa se fossero Milan, Inter o Juve o solo una delle tre. I processi e le condanne testimoniano che aveva RAGIONE su tutta la linea.
- Per queste prese di posizione è stato ostacolato, dalle mafie calcistiche comandavano tutto, nella sua carriera da allenatore. Non invento niente, leggasi le intercettazioni in cui Moggi chiamava i vari presidenti delle società, minacciandoli anche al fine d'impedirne l'ingaggio (Bologna, ndr e tante altre. Del tipo: Prendi Zeman? Ti faccio retrocedere).
- Mai avuto paura di andare contro i "potenti", anche se si chiamano Mourinho, e nel dirgli quanto sia un bravo amministratore, ma che fa giocare di merda le sue squadre.
- Per me rimane un genio, una specie di baluardo di quel poco di pulito nella nauseabonda cloaca che è diventato il calcio. Una specie di surreale ed utopico Don Chisciotte contro i mulini a letame.
Non comprensibile, ma comunque legittimo invece detestarlo, se si è juventini. Solo perché con lungimiranza ed occhio lungo ha previsto quindici anni prima quello che sarebbe successo. Tutto testimoniano da processi, condanne o ridicole prescrizioni. Sia in calciopoli, che nel caso "farmacie" ambulanti.
Bastano come "perché" ? :)
Gasquet. Certo che se battesse quell'inguardabile marionetta scucchiato in versione depotenziata, ci sarebbe da far scoppiare i fuochi d'artificio.
La foto? trovata in giro. Pagat anche a prezzo di saldo. :)
Ciao, a presto
Ah che bello, sono d'accordo in piena linea sul boemo. L'ultimo romantico del calcio. Quest'anno ho seguito l'intera stagione del Pescara ed era il miglior calcio espresso a livello europeo: certo, meglio anche del Barca, perchè se giochi benissimo con Cascione Verratti Sansovini Insigne Immobile ecc. non è come giocare bene con Xavi Fabregas Iniesta Busquets e Messi.
EliminaUn'unica delusione: da abruzzese, e dopo aver letto più di una volta sue dichiarazioni che "vincere non è importante" ecc. ecc., mi sarei aspettato rimanesse e facesse vedere come può giocare una squadra piena di giovani talenti come il Foggia di Rambaudi Signori Kolivanov negli anni 90. Invece se n'è andato dicendo che è l'ultima occasione per vincere. Non lo biasimo per questo ma sarebbe stato più romantico vederlo ancora sulla panchina all'Adriatico. Però tant'è, ed effettivamente, nel mare di letame che è il calcio d'oggi, è veramente tanto.
Anche io mi sarei aspettato rimanesse a Pescara. Ma è chiaro che prospettandosi quest'ipotesi improvvisa (e per me) affascinante della Roma, ha accettato. Come ha detto lui stesso, non era questione di soldi (a Pescara gli avevano offerto tantissimo), quanto di ultima possibilità per confrontarsi con una squadra di alto livello. E dopo una carriera da esiliato dall'èlite mafiosa, non poteva lasciarsela scappare.
EliminaVedremo come andrà. Magari farà qualcosa di buono, anche se è sempre difficile far accettare a campioni affermati la sua filosofia. Se capiterà qualche match di calcio da vedere quest'anno, opterò per quelli della Roma. Di certo non quelli della squadra per cui tifavo anni fa, scaduta a livelli ignobili (il Milan).
Ma questo splendido cartello dove l'Hai trovato?
RispondiEliminaCasquette in finale, cottura veloce?
Jess
Sulla vicenda doping: mah.
RispondiEliminaSu Toronto: mah. Ossia programmazioni a dir poco assurde; mi guardo Haas Stepanek che si conclude alle 11 di sera e mi vado a dormire pregustandomi la partita con Djokovic. Mi sveglio e vedo Haas fuori dal torneo, partita giocata 4 ore dopo quella con Stepanek. In un master 1000; iniziato il giorno dopo le olimpiadi.
Su Riccardo Cuor di gianduia Gasquet in finale: pronostico? mah.
Si sapeva che sarebbe stato un torneo strano. Post olimpiade, molte defezioni, sconfitte di favoriti di riserva. Non ho seguito bene, ma è indegno far giocare a Vinci o Haas due match di fila, in un Masters 1000.
EliminaIl match non l'ho visto, ma se Tommy Haas a 34 ed al secondo match di giornata mette alle corde il ripugnante giullare snodato, c'è comunque da essere soddisfatti.
Temo che Gasquet perda secco. Ma mai dire mai, le vie del bel tennis sono infinite ed a volte danno inattese e bellissime sorprese.
Chiamatemi anche coglionazzo.
RispondiEliminaChe me lo merito. Melanie Oudin rischia di diventarmi simpatica quanto Jelena janokovic. Di esalta solo quando deve bastonare le nostra reginette italo-argentine.
1 Andrea Hlavackova Jarmila Gajdosova v Andrea Hlavackova
(Vincente incontro) 11/08/2012 Nessuno 1.83 Vincente
2 Bethanie Mattek-Sands Lourdes Dominguez Lino v Bethanie Mattek-Sands
(Vincente incontro) 11/08/2012 Nessuno 2.62 Vincente
3 Yung-Jan Chan Yung-Jan Chan v Anne Keothavong
(Vincente incontro) 11/08/2012 Nessuno 1.83 Vincente
4 Melanie Oudin Melanie Oudin v Melinda Czink
(Vincente incontro) 11/08/2012 Nessuno 1.80 Perdente
5 Laura Robson Vera Dushevina v Laura Robson
(Vincente incontro) 11/08/2012 Nessuno 1.66 Vincente
6 Yen-Hsun Lu Ernests Gulbis v Yen-Hsun Lu
(Vincente incontro) 11/08/2012 Nessuno 2.10 Vincente
7 Jesse Levine Lukas Lacko v Jesse Levine
(Vincente incontro) 11/08/2012 Nessuno 2.00 Vincente
8 Sergiy Stakhovsky Sergiy Stakhovsky v Igor Sijsling
(Vincente incontro) 11/08/2012 Nessuno 1.83 Vincente
9 Ivan Dodig Ivan Dodig v Philipp Petzschner
(Vincente incontro) 11/08/2012 Nessuno 2.25 Vincente
Multiple
Tipo di scommessa Nº di scommesse Puntata unitaria Puntata Vincita netta Vincita totale
Multipla a 9 1 1,00 1,00 457,57 0,00
Caro Picasso,
RispondiEliminaavrai sentito - notizia di poche ore fa - l'annuncio del forfait di Nadal dagli US Open. Molti ci vedono una situazione dubbia. Qualcosa di poco chiaro. Per me invece è tutto tragicamente limpido.
L'altra settimana il dott. Sanchez aveva affermato che stava curando l'infortunio al ginocchio di Nadal. Rafa ha poi precisato in una recente intervista che il tipo d'infortunio era diverso da quelli avuti in passato, e che la cosa si stava complicando. Lo zio Toni ha messo in dubbio oggi stesso la partecipazione del nipote agli US Open, e, poche ore dopo, l'addetto stampa ufficiale (Benito Barbadillo) ha smentito ogni diceria su presunti malanni alle ginocchia: "Nadal non è infortunato, è solo fuori forma". Come al solito la trasparenza regna sovrana nel clan del doping! Questa storia puzza, e puzza incredibilmente. Nel mese di giugno Nadal annientava ogni avversario come se niente fosse. Due mesi dopo, si ritrova ad aver saltato Olimpiadi, Toronto, Cincinnati e US Open per un non meglio precisato problema al ginocchio. Anzi, le dichiarazioni ufficiali si contraddicono. Secondo me è stato beccato con le mani in pasta (probabilmente dal CIO), e con l'ATP ha concordato una squalifica sottoforma d'infortunio.
Non ne so niente, ma due minuti fa scorrendo i risultati, ho letto:
EliminaWawrinka-Ferrer 6-4 6-1.
Dov'è finito quel gran combattente che crivellava ogni cosa mangiando terra, erba o cemento. Ormai viaggia a 5 giochi a partita. Ho provato a trovare una ragione tecnica. Lo slice? Gli schemi d'attacco? La tenuta di mente? Ad ogni modo, per non sbagliare, consiglio di giocare contro gli spagnoli. Così, ad intuito.
Se Nadal rinuncia agli US Open due settimane prima, deve essere qualcosa di grave. Di certo sembra una vicenda misteriosa. E ripeto, il personaggio si presta a queste interpretazioni. Doping o meno, chiaro che lui, e poi anche Nole che per batterlo ha dovuto sfiorare soglie inumane e scarnificanti, sono tennisti cosi esasperati che tendono a non reggere in modo continuativo. Danno il massimo e poi, spremuti come limoni di Agrigento hanno bisogno di rifiatare per non lacerare del tutto le loro ginocchia.
Posso solo dire: tennisticamente non ne sentirò la mancanza. Anzi, per me e per il tennis tutto, è molto meglio avere come possibile semifinalista un Del Potro o uno Tsonga, che lui o quella specie di rottweiler verde iridescente che ormai viaggia a 5 games a partita.
Ma assai, meglio.
I primi due punti ok, anche se se ne potrebbe discutere. Sul terzo di Vialli non conosco la vicenda.
RispondiEliminaPer il quarto lui ha visto solo il problema della juve, come sempre,la juve ha vinto il processo di doping assolta dai magistrati che se li leggi diventa comprensibilissimo odiarlo.
Ho letto qualche verbale e sentito le intercettazioni, online sono tutte disponibili e non mi sembra di aver sentito ciò, si è silurato da solo perchè è scomodo quello che dice e di conseguenza un problema per qualunque società, e se tu potessi ostacolare uno che passa la vita a sputtanarti gratuitamente non lo faresti?
Per il suoi sostenitori si sarà anche messo contro la mafia del calcio e contro i potenti, ma le cose con dici con senso ed allora tanto di cappello, per me sfarfuglia senza senso per antipatia personale (parla solo della juve)come ad una riunione di condominio, non è un don chisciotte, è deficiente. Vede solo il marcio che gli va di vedere. Sì, sono juventina e lo detesto, ma non ho i paraocchi, non sono un ultrà.
Jess
“Si è silurato da solo perchè è scomodo quello che dice e di conseguenza un problema per qualunque società, e se tu potessi ostacolare uno che passa la vita a sputtanarti gratuitamente non lo faresti?”.
EliminaIo non farei niente, perché non sono un affiliato di mafia cui qualcuno ha rotto le uova nel paniere. Sputtanandoli dicendo cose VERE, confermate da intercettazioni e cui sono seguite sentenze, sportive e ordinarie. Se scrivi quello infatti, dai per scontato l’esistenza di una mafia potente ed occulta all’interno del calcio. E che anzi era una cosa bella, legittima, sacrosanta e normale. Che è stato ingiusto sia stata smascherata, per i "farfugliamenti" di un perdente paranoico boemo. Cui giustamente quindi si è voluto mettere una pietra in bocca, con metodi che avrebbero fatto impallidire quelli di Corleone. Sarebbe aberrante. Somiglia molto alla storia di quei giornalisti cui la mafia ha impedito che parlassero di loro, ordinandone l'esecuzione. O impedendo di lavorare per alcuni giornali.
In questa storia non ci sono i farfugliamenti di un visionario. Ma sentenze definitive che hanno ricostruito verità. Che poi queste verità non piacciano ai tifosi della juve, (vedi un po') gli unici nel mondo a detestarlo, ripeto, ci può stare. Io invece, che sono "dietrologo" con Nadal e gli spagnoli, mi permetto di essere "avantologo" almeno con sentenze passate in giudicato.
Sia ben chiaro che io non entro nel merito delle fazioni ultrà. La Juventus in quegli anni era forte e forse in Italia avrebbe vinto ugualmente. Perché, siamo seri, Thuram e Zidane erano più forti di Cauet e Vampeta. Ma quello di Moggi e company era un sistema che tutti conoscevano. Tutti ma nessuno si azzardava a parlare, tranne Zeman. Non credo che lui sia impazzito del tutto. Che da tifoso di Milan e Inter volesse far dispetto alla giuve come i bambini di 6 anni. Anzi, era anche tifoso della Juve (lo era da giovane), e sicuramente la voleva diversa da quello schifo mafioso cui si era ridotta con la triade corleonese. Come ogni tifoso bianconero avrebbe dovuto volere. Chiaro invece che viviamo in un paese in cui se un Clerici (per fare un esempio) da innamorato di Federer, per troppo amore verso di lui, si azzarda a criticarlo, passa per anti-Federer o Nadalista. Semplicistico, come ragionalmento. Non essendo un magistrato, ma un addetto ai lavori, Zeman non poteva certo parlare di tutte le altre magagne (che pure ne ha dette, per chi voleva sentirle) esistenti in ogni squadra. Ma si riferì a quelle più evidenti, e clamorose. Di solito uno vede prima un cancro, rispetto ad un reumatismo.
Se poi si rinnegano le sentenze, si pensa che i giudici siano comunisti e che ci siano i complotti, mandando in piazza dei fantocci ultrà (simili alle comparse di Maria De Filippi a sostegno del perseguitato Berlusconi), allora è chiaro che crolla tutto. Il calcio è pulito, è tutto bello e i prati sono fioriti.
Ciao, a presto (spero senza parlare più di Moggi, che solo a scriverne il nome mi viene uno sbocco naturale di vomito. Che, qui lo anticipo conoscendo l'Italia, in Cassazione sarà assolto per il tripudio del popolo degli ultrà, diventando innocente e benefattore dell'umanità. Come Andreotti e Renatino De Pedis.).
La corruzione nel calcio c'è come in tutte le aziende italiane.
RispondiEliminaIo ostacolerei chi passa la vita a sputtanarmi anche senza appartenere a una cosca mafiosa.
Non è questo il luogo, e poi non mi va, perchè se mi ci metto non ci "parliamo" più, è anni che faccio battaglia con chi non vuol sentire, ed è così anche per te. Volete solo farvi trascinare dal sentimento popolare, non mi metto di sicuro a dire che silvio è vittima dei giudici e per piacere non lo mettere in mezzo perchè non c'entra niente. Gli illeciti c'erano ma si è visto solo quello che si voleva vedere, tanto che per gli altri si va in prescrizione, noi avremmo vinto comunque su questo non ci sono dubbi. Su juventinovero sono disponibili tutte le intercettazioni e le sentenze non certo manipolate a scopo personale.