Giornata due – Dal vostro inviato, impegnato a sviscerare il
non chiarissimo successo elettorale 5stelle
Ormai lo hanno capito tutti, dal caro
estinto Soderling in poi, passando per Rosol, Gulbis, e financo Federer nella
mezza finale abortita al Foro: per battere Nadal, o almeno provarci, si azzarda
il tiro di bombarda alla “valà Peppone”. Il forcing dalla prima all’ultima
palla.
Ci prova ieri anche il tedescone a due ante Daniel Brands che, busto orrendamente rigido e faccia assente da killer seriale insospettabile (che poi s’ammazza), fa piovere granate sullo “Chatrier”. Seppellisce l’iberico di vincenti. Da ogni lato. E quello, al solito, non fa una piega. Si mette lì e rema, striscia, arrota, ributta dall’altro lato ogni possibile straccio, con la faccia dell’incassatore di caucciù che pensa: “Si deve stancare prima o poi”. Sarà la saggezza data dall’esperienza, ma come vanno queste cose ormai lo sai, anche se lasci il match sul 6-4 6-6. E se anche il sito di scommesse quota l’iberico a 1,01 (in svantaggio di un set), ti rendi conto che è il segreto di Pulcinella. Prima o poi l’armadio si stancherà e inizierà a colpire le prime file di spettatori, anziché le linee. E crollerà al tappeto, da solo. Con Nadal a esibire quella faccia lì (foto). Così è, essendomi preso la briga di controllare il risultato.
Ci prova ieri anche il tedescone a due ante Daniel Brands che, busto orrendamente rigido e faccia assente da killer seriale insospettabile (che poi s’ammazza), fa piovere granate sullo “Chatrier”. Seppellisce l’iberico di vincenti. Da ogni lato. E quello, al solito, non fa una piega. Si mette lì e rema, striscia, arrota, ributta dall’altro lato ogni possibile straccio, con la faccia dell’incassatore di caucciù che pensa: “Si deve stancare prima o poi”. Sarà la saggezza data dall’esperienza, ma come vanno queste cose ormai lo sai, anche se lasci il match sul 6-4 6-6. E se anche il sito di scommesse quota l’iberico a 1,01 (in svantaggio di un set), ti rendi conto che è il segreto di Pulcinella. Prima o poi l’armadio si stancherà e inizierà a colpire le prime file di spettatori, anziché le linee. E crollerà al tappeto, da solo. Con Nadal a esibire quella faccia lì (foto). Così è, essendomi preso la briga di controllare il risultato.
Quello stesso "Chatrier" ribolle come
nelle migliori occasioni sul tramonto parigino, mentre si materializza l’autentica
sorpresa di giornata. Colgo gli ultimi giochi della maratona tra il beniamino
di casa Monfils e Berdych, uno dei favoriti (dal 2004 almeno). Il ceco ha
recuperato due set al transalpino vestito con un multicolore pigiamino estivo, e occhi di chi sta vedendo la Madonna in intermittente apparizione. Incredibilmente rimesso a nuovo Gael, dopo il lungo stop della scorsa stagione.
Problemi e pericoli del mestiere, per un orrido stunt-man tennistico massacratosi ogni singola giuntura e tendine corporeo a causa di un
tennis improponibile, da trapezista forzuto e rimbalzante (senza dare la colpa dei suoi malanni al calendario stressante o all’Atp che non gli predispone
tornei ad personam sul marzapane per 12 mesi l'anno).
Ieri però era il grande giorno, assolutamente ingiocabile al servizio (fa piovere ace come grandine a pallettoni), poi zompa, pattina, piroetta, difende come fosse tornato il trapezista di gomma di qualche tempo fa. E la chiude, 7-5 al quinto. Proprio quando a prevalere doveva essere l’abitudine, la testa e il carattere del “campione” (sì, così continuano a chiamare uno che per ora ha fatto una finale di slam, esattamente come Pernfors, Verkek, Chris Lewis e Berasategui). Tomas che, puntualmente, conferma di aver due nocciuoli di cerasa nei pantaloncini, invece delle cosiddette huevos e, purtroppo per lui, due mancanti occhiali a civetta per ovviare alla miopia tennistica.
Tabellone che si apre e minaccia in meno per Federer e Ferrer, ma soprattutto per Gulbis. La furia di Lettonia ieri ha battuto in sicurezza Dutra Silva (e si sa, come tutti i pazzi, per lui sono più insidiose le cose facili rispetto a quelle difficili).
Ieri però era il grande giorno, assolutamente ingiocabile al servizio (fa piovere ace come grandine a pallettoni), poi zompa, pattina, piroetta, difende come fosse tornato il trapezista di gomma di qualche tempo fa. E la chiude, 7-5 al quinto. Proprio quando a prevalere doveva essere l’abitudine, la testa e il carattere del “campione” (sì, così continuano a chiamare uno che per ora ha fatto una finale di slam, esattamente come Pernfors, Verkek, Chris Lewis e Berasategui). Tomas che, puntualmente, conferma di aver due nocciuoli di cerasa nei pantaloncini, invece delle cosiddette huevos e, purtroppo per lui, due mancanti occhiali a civetta per ovviare alla miopia tennistica.
Tabellone che si apre e minaccia in meno per Federer e Ferrer, ma soprattutto per Gulbis. La furia di Lettonia ieri ha battuto in sicurezza Dutra Silva (e si sa, come tutti i pazzi, per lui sono più insidiose le cose facili rispetto a quelle difficili).
Altra sorpresa, relativa, è la
dipartita del mandriano Juan “Pico” Monaco, riuscito nella memorabile impresa di
farsi rimontare due set dallo spagnolo Gimeno Traver (non esattamente Manolo
Santana). Provo a immaginare un incontro che rimandi ad antichi fasti, tipo
Calatrava-Perez-Roldan agli Internazionali di San Marino, commentata da Ivana
Vaccari sotto un albero di fico coi cardellini che cinguettano. Qualcuno mi
dirà di come l’argentino sia stato avanti due set e due mini-break nel
tie-break del terzo. Ed abbia, gladiatoriamente, recuperato un break di
svantaggio nel quinto. Prima di perdere. Scempi
agonistici che, commessi da un Gasquet a caso, nel giro di due giorni avrebbero
prodotto almeno sedici tomi di psicologia sportiva forense applicata al suicidio, tra
Freud e Oronzo Canà. Invece Monaco è salvo, non è mica tennista “femmina”.
Perché ha faccia da combattente, è brutto, sporco e orribile a vedersi. Quindi,
salvo. E lottatore.
A proposito, Gasquet vola e fa alla
svelta, e nel match “femmina” (Monaco a fare il voyeur) batte Stakhovsky,
leggiadro airone ucraino spelacchiato con la faccia di Cassano
travestito da Scanzi (ma non diteglielo, al povero Sergiy). Facile anche l’altro
idolo di casa Tsonga. Janowicz regola in tre set Ramos. Figura
da cioccolataio solita di Petzschner con Cilic. Imbianchino infortunato e senza
cervello (quello è status normale, ormai) che vince sei giochi, intasca il
gettone di presenza e torna a curarsi alle terme di Bayreuth. Ma la stagione
erbivora sarà sua. Certo. A proposito di donne, esordi sul velluto
di Masha sul lezioso “ossicino” Hsieh, Agnese, Li e Kerber.
Appendice finale su grand’Italia (e la foto non urti la sensibilità di Salvini):
Lorenzi recupera due set, ma si arrende sul più bello a Kamke. Fognini vince
con sicurezza su Beck, Schiavone passa agevolmente, mentre Pennetta s’ammoscia
alla distanza con la belga Flipkens. Niente da fare per la nostra bombardiera
dei monti Karin Knapp, disinnescata da Sloane Stephens (7,5 al vezzoso
vestitino giallo limone, che ne risalta le forme).
Bello, il diario del giorno due.
RispondiEliminaQuel Gael Monfils (mio marito lo chiama il cartone animato) è proprio inaffidabile - va a eliminare il campione ! Ho visto ieri come spesso i ritorni di Monfils sono "o la va o la spacca", si butta su tutte le palline, èdivertente. E l'avversario di turno non sa mai come prenderlo. Ha comunque riservato una bella sorpresa a Berdych che si morderà .... le unghie.
Ciao Picasso, vedo che oggi piove a Parigi (governo ladro). Peccato, perché una delle prime partite sarebbe Djokovic vs Goffin. Magari anche il piccoletto è capace di qualche sorpresa. Non ha nulla da perdere.
Ti saluto cordialmente e grazie per il divertimento quotidiano.
Anna Marie
Dotato il ragazzino (e lo sapevamo), ma ancora troppo poco per impensierire sul serio il serbo. Visto qualche scambio, e qualcosa ora di Benoit che è uscito da una buca pericolosa, 3-6 2-4.
EliminaGael ha un gioco acrobatico, in difesa. ma davvero dispendioso e pericoloso, alla lunga. Lo scorso anno metteva anche in dubbio la possibilità di ritornare a giocare. Curioso di vedere Gulbis-Monfils.
Ciao, e grazie.
Bravo, il piccolo Goffino. Dovrà farsi ancora un po' di esperienza. Vedremo.
RispondiEliminaStan Wawrinka è riuscito a battere Thiemo De Bakker, e, bontà sua, non ha voluto privarci di uno dei suoi soliti intermezzi da tamarro. Autolesionismo puro, ha perso la concentrazione e il set. Un vrai con, direbbero i francesi. Chi sa se un giorno crescerà.
Ciao Picasso, ti auguro una bella serata. Speriamo che migliori il tempo. Voglio il sole !
Un saluto da
Anna Marie
Non ho visto, ma Stan ha i suoi picchi da delirio belluino. Ognuno ha il suo carattere. Non credo che per vincere conti essere bravi ragazzi per forza. Anzi, spesso è il contrario. Invece pensavo fosse mezzo infortunato, e a rischio.
EliminaGoffino dimostra 11 anni. Un tennista con quel fisico rachitico in questa era di giganti, per sfondare deve avere talento oltre la media.
Ri-salut
Visto un pezzo di Paire-Baghdatis...i vantaggi nel sesto game del terzo set, sotto il diluvio, sembrava una partita a ciapa nò. Nell'ordine: fallo di piede di Baghdatis, voleè vincente di Benoit, errore di Paire, vincente di Paire, pugnetto con conseguente urlo ad aizzare la folla, vantaggio paire, che si mette a giocare il dritto in chop....Una partita di pazzi...Domani il sequel...
RispondiEliminaun saluto, ste
Visto anch'io il finale. E non so quante palle break abbia salvato il francese prima dell'interruzione, sul 3-2 Baghdatis (8 credo).
EliminaPartita tra due assoluti minus habens, ma mi dispiace non aver preso il francese quotato a 3,00 sul 3-6 2-4. Alla lunga, in casa e per temperamento, era da preferire. Vediamo domani, ma niente è certo.
Saluti a te