"In
un letto di fragole...” cantava un ispirato Checco dei Modà, in
preda al furore creativo, ispirando struggente pugnetta in riva al
mare a due brufolosi adolescenti di fronte in treno, mentre
l'aria bassa in collina mi provoca palle gonfie e guardo un tipa che
accavalla e scavalla, nervosa.
Togli
le fragole, metti le spine, e vedi Rafael Nadal. L'immagine vivida
del Nazareno che si avvicina a questo Roland Garros per la prima
volta non da favorito. Ferito, claudicante, umanamente fragile. E'
cambiato tutto, ma proprio tutto. Delle querule nenie su ginocchi e
tendini provati cui seguivano tabelloni in discesa e titoli in serie,
come un cannibale sapiente, solo il ricordo.
Nel
giro di pochi mesi la situazione si è capovolta in modo inatteso:
Silenzio,
piena fiducia, “buone prestazioni”, malgrado seriali sconfitte
sull'argilla, così insolite per il padrone. Ha collezionato più k.o.
quest'anno che in un decennio di trionfi su terra. E, come
contrappasso dal sapore crudele, in quella che deve essere la storica
edizione del Roland Garros numero dieci esposta in bacheca, eccogli
confezionato dalla sorte un tabellone pieno di spine nei primi turni.
Coltelli, spade, bombe a mano, dai quarti in poi.
E'
meravigliosamente sadico, capirete. Dolgopolov in un eventuale
secondo turno da leggenda antica (ammesso che il ramarro Almagro,
inopportuno come non mai, non ci privi della gioia), con l'ucraino
ispirato come un pazzo spadaccino che danza nudo ascoltando
Beethoven, e infierisce sui suoi resti.
Un
sogno.
Poi
il crescendo rossiniano da incubo horror: Novak Djokovic versione
monstre 2015 nei quarti, quindi il Murray scopertosi solido e in
forma smagliante nella stagione su terra. O Ferrer, al limite. Mentre
dall'altra parte si lecca i baffi, sornione, il Divino ReRoger
Federer. Per lui, come per il maiorchino in passato, pochi patemi
fino a una possibile finale da raggiungere dosando le energie.
Nishikori, Wawrinka, Berdych (e forse lo spettro di Adelchi Virgili o
Becuzzi) sono avversari solidi, ma da poter nerbare con la solita
grazia sadica.
Muta
ogni cosa, capirete.
Ora,
la vittoria del decimo titolo per Nadal cambia poco. La doppia cifra impressiona, ma aggiunge nulla a quello che è e sarà per molto tempo il miglior
tennista su terra della storia. Da qui all'eternità, temo. Anzi, lo
spero, non anelando un suo clone. Il tentativo della “decima”,
come quello del Real Madrid di cui è tifoso, è però reso
letterariamente avvincente dal nuovo scenario. Che poi, di epico
forse avrà solo questa sensazione di attesa, rivelandosi poi
un'erezione abortita. Un pomposo lancio di un kolossal flop. Ben Hur
senza bighe e cavalli. E pazienza. Nadal con riserve a lumicino, allo
strenuo tentativo di un altro guizzo, però, fa notizia. Colora la
vicenda di tragedia.
C'è
anche l'ipotesi, di cui mi provavo a convincere prima di Roma, del
bluff da giocatore di Poker. Perché conoscendo la sua macchina,
potrebbe aver dosato le residue energie per l'impegno parigino.
Obiettivo massimo. Ma è una tesi fragile come il cristallo: nelle ultime uscite è
parso la sua versione ectoplasmatica.
Per
uno ancora in grado di fare finali e semifinali nei Masters 1000, e
parte tutt'ora sfavorito solo col Djokovic-monstre, è un discorso
che dovrebbe far ridere. Ma va contestualizzato, stupisce rispetto alla versione invincibile del passato. Ora è corto, meno esplosivo, un
muro arrotato dannatamente permeabile anche al primo peone nella
giornata di grazia. La maschera pietosa del guerriero che fu, a
tratti addirittura caricaturale. Un wrestler che prova a caricarsi
con giravolte, pugni roteanti, malgrado Wawrinka lo stesse nerbando
sadicamente, 6-3, 5-2.
Quasi, mi coglie un'idea sconcia. Desiderio mostruoso, parente prossimo del desiderio inconscio di morte: dovesse passare lo scoglio squilibrato dell'idolo delle masse instabili (Dolgopolov), sarei portato a tifare per lui, perorandone la sua causa sanguinante e non più sanguinaria. Per la prima e unica volta, in questa dimensione terrena, ululando “Vamossss”. Che poi, forse, questa sensazione di stordimento svanirà nella prossima mezz'ora. Il tempo di spegnere la canna.
Quasi, mi coglie un'idea sconcia. Desiderio mostruoso, parente prossimo del desiderio inconscio di morte: dovesse passare lo scoglio squilibrato dell'idolo delle masse instabili (Dolgopolov), sarei portato a tifare per lui, perorandone la sua causa sanguinante e non più sanguinaria. Per la prima e unica volta, in questa dimensione terrena, ululando “Vamossss”. Che poi, forse, questa sensazione di stordimento svanirà nella prossima mezz'ora. Il tempo di spegnere la canna.
No ti prego! Picasso nadalista non lo posso accettare! questo era un posto di purificazione. Salvati finché sei in tempo. ;-)
RispondiEliminaScherzi a parte, sei così sicuro che Roger abbia questo tabellone facile? Senza parlare di Berdych e Nishikori, occhio a Monfils. Mi fa male solo a pensare agli ultimi precedenti. Tre su cinque sul rosso poi...
Ma è stato solo un fuggevole momento di smarrimento. Poi sono guarito.
EliminaMonfils osso duro, certo. Uno che si esalta sempre a Parigi, specie sulla lunga distanza. Ma è più perdente di Gasquet.
Io farei molta attenzione a Nishikori, da quella parte potrebbe spuntarla. Vincente/Finalista val bene una puntata.
D'accordo su Nishikori. Per me il finalista esce tra lui e Roger. Sopra a meno di cataclismi Djoker e 5% per Nadal e Murray
Eliminaallora vai con Dio e metti un euro su:
EliminaNishikori v/p 13,00
Kvitova v/p 10,00 (o Halep 6,00).
Anche se sarebbe più saggio fare Serena e Djokovic vincitori di RG, Wimbledon e UO. Per un 2015 storico (o tirargli i piedi),
Io non ho resistito a Rafito a 4....grave errore perché lo scontro ai quarti è troppo prematuro per sperare in un Djokovic un po' cotto e in un Rafa in progresso...posso farti domanda Picasso? Ma tu non trovi che Rafa sia come il cartoon in Roger Rabbit che dice ' sono stata disegnata così? '...io trovo che come braccio lui sia secondo solo a Roger e ben superiore al robot serbo..semplicemente zio Tony lo ha costruito così. ..tra le donne ho preso Halep e a stake più basso Petra...primo turno per ora no sorprese tranne Camila che finalmente vince...ho giocato sconfitte Pennetta e vittoria Mauth che a 3 mi pareva esagerata..buona domenica e....vamos toro di Manacor
RispondiEliminaStefano
Insomma. Con "Secondo come braccio a Federer" sei passibile di scomunica papale e ban da questo blog. :)
EliminaTrovo che sia spesso sottovalutato da quel punto di vista e anche quando va a rete, l'essenziale lo fa. Ma ci sono decine di tennisti dal "puro braccio" più dotato del suo. Senza però la resistenza, il fisico e altro che ha lo spagnolo.
Tranne cose impreviste, con Djokovic lo vedo spacciato.
Halep in fondo dovrebbe arrivarci. E se Serena e Masha sono sotto tono, può vincere anche.
Mahut preso anch'io. Purtroppo per una vincita millenaria mi ha fregato Rybarikova. Come si fa a prendere un bagle dalla Rogowska?
Ciao Stefano (vamos quella roba lì, no però)
Ciao Pic,
RispondiEliminaprova ad immaginare una sfida con entrambi al top tra Guga Kuerten e Nadal: secondo me non sarebbe così scontato l'esito. Al di là del fatto che Guga era una gioia per gli occhi e invece il Nostro uno strazio, secondo me il brasiliano aveva tutte le carte in regola per metterlo in difficoltà: bel servizio, grandi capacità di accelerazione, dritto pazzesco, rovescio da eiaculazione (per intenderci, non inferiore a quello di Wawrinka...) e anche una bella mano sotto rete.
Ah, a proposito di tabelloni difficili, Guga vinse il Roland Garros del 1997 da numero 66 (!!!) del mondo battendo uno sull'altro Muster, Medvedev, Kafelnikov e Bruguera, giocando 3 partite consecutive al 5° set; nel 2000 ha vinto battendo al 5° set nei quarti e in semi rispettivamente Kafelnikov e Ferrero, dimostrando una qualità agonistica e una resistenza non inferiori al talento: il Nostro sono anni che dopo una partita al 5° è cotto...
Certo, non aveva la continuità di Rafa, ma questo perché aveva la tipica cazzonaggine brasiliana che lo rendeva discontinuo ma anche estrosissimo.
Non fosse stato per quell'anca maledetta che ha iniziato a tormentarlo nel 2001 forse faremmo considerazione diverse.
Ciao
Ste
Kuerten fa parte di quel periodo in cui mi disamorai del tennis. Ero più per Rafter o Ivanisevic, comunque. Periodi diversi, quasi ere zoologiche. Rafter che per quattro set faceva partita (pazzesca) pari con Bruguera su terra, era un miracolo. E sull'erba un confronto inesistente.
EliminaIl brasiliano era gradevole, divertente. Ma tennista quasi esclusivamente mono superficie. Senza problemi fisici avrebbe vinto di più, (ma senza avvicinarsi a Nadal come vittorie), se pensi che il quasi coetaneo Stepanek ancora dà battaglia. Esteticamente non di discute.
Ciao Ste