Giusto
stilare un ponderoso punto della situazione al termine dello
spumeggiante tour asiatico. Il tennis in Cina tira come l'esibizione
di Fedez a Woodstock, un libro di Fabio Volo al circolo Jean Paul Sartre di
Parigi, si sa. Avvolti da una sinistra coltre di smog, con effetto
simile alla nebbiolina del Marakana durante Stella Rossa-Milan 1989,
gli eroi della racchetta si sono dati da fare, tra svenimenti, malori
e fughe notte tempo.
Mezz'ora
nell'inquinamento cinese equivale a due pacchetti di sigarette
fumati, dicono gli studiosi. E in un simile proscenio, ideale per
Marco Pannella e Camilleri, incurante di tutto, domina Novak
Djokovic. Cannibalesco. Bestiale. Impermeabile. Etc...etc...senza
enfatizzare troppo alla ricerca di nuove definizioni
sensazionalistiche, il serbo in questo finale di stagione ha
raggiunto un livello di tennis praticamente inarrivabile per gli
altri. Ha davvero poco di umano, a vederlo, il serbo, con truce
espressione da tagliagole a impreziosire il macabro quadro.
Tempi
bui aspettano il nostro amato sport, con una noiosa tirannia del
terrore alle porte?
Esagerato.
In questo 2015 qualcuno ha dimostrato di poterne scalfire il
sanguinario dominio. Un Wawrinka esaltato come un toro da monta a
Parigi, Federer in giornata di ispirazione celestiale, Gulbis che per
un'ora mette da parte sigarette e battone. Poco altro. L'effetto
dominante del finale di stagione è ingigantito dalla diaspora degli
altri. Federer fa solo in tempo ad annusare la mefitica aria cinese,
che scappa via, preservando le residue energie per le Atp Finals di
Londra. Perde in tre set dal ronzino Albert Ramos, uno che lo scorso
anno a Genova fu preso a ceffoni per un set e mezzo da Adelchi
Virgili. Fate pure le vostre congetture, rutilanti calcoli, con
sfavillio di proprietà transitive. Poi consegnatevi a un centro di
igiene mentale.
Murray? Il selvaggio scozzese, dopo aver battuto la
testa, pensa solo alla madre patria Gran Bretagna da portare al
trionfo in Coppa Davis. Wawrinka tentenna. Nadal dà flebili,
insufficienti, segnali di risveglio. Occhio però a Fognini, che pare
stranamente centrato e motivato dal successo della consorte. Il
prossimo anno farà il salto di qualità: bebè con Flavia e finale a
Parigi, se muoiono in dieci o dodici (segnatevelo). Qualcosa mi
attendo anche da Petzschner, tornato a far sentire la sua voce anche
in singolare: sconfitto nelle qualificazioni a Stoccolma dal torello
italiano Gaio, uno più largo che alto. Ma il prossimo sarà l'anno
di rinascita. Il 2016, del resto, per il calendario cinese è l'anno
del topo e del coniglio. Occhio.
Passando
al tennis maggiore, sabato mi trovo a fare colazione guardando lo
streaming del challenger di Ho Chi Minh. Altro che Marines. In Vietnam
si fanno largo due eroici pigmei tricolori, Cipolla e Fabbiano,
issatisi fino alle semifinali. Già catturati dai produttori di
Pechino Express per la prossima edizione.
E
le donne, mi bacchetterà Presidenta Boldrina? Certo, avvincente
sprint per il Master di fine anno più povero della storia, col
rischio non ci sia ai nastri di partenza nemmeno una vincitrice di
slam, e due o tre appena dimesse dal nosocomio delle dive. Con un
finale di stagione all'altezza si qualifica la maga fattucchiera
Agnese Radwanska, stacca il tagliando anche il curioso rinoceronte
tedesco Kerber. Si arrende un'incerottata Venus, che pure avrebbe
meritato. E poi c'è Favia Pennetta (ci vorrebbe un capitolo a parte le la telenovela venezuelana "I dubbi di Flavieta"). Dopo il trionfo americano
sballottolata tra prime pagine, Fazio, Vespa, Vanity Fair, radio,
pubblicità dei cetriolini saclà, settimana della moda col fognesco
consorte...normale arrivasse svuotata di energie psicofisiche agli
ultimi tornei.
Mi ripeterò, senza voler scalfire la sua impresa:
Avendo già deciso di chiudere la sua carriera, più romantico farlo
sul centrale di New York, da meravigliosa/meravigliata vincitrice,
che in uno sperduto torneo asiatico, sconfitta da un'ucraina numero
400 e rotti. Complici assenze e inciampi delle altre un posto tra le
8 potrà prenderlo, ma mi sfugge il senso.
Ricorro
a una maestosa metafora del cazzo:
Metti
un grande chiavatore. Nella foga dell'amplesso, eccitato come un
cinghiale in calore. La sua amante sembra Madalina Ganea, poi si leva
il trucco e diventa Paoletta Taverna. Perderà l'erezione per tre o
quattro mesi. Forse per sempre, dandosi alla religione in un
monastero di frati trappisti, alla predicazione laica in pubbliche
piazze. Così Serena Williams, a un passo dal Grande Slam, decide
giustamente di fermarsi.
Metti
invece un chiavatore saltuario, estemporaneo, con alle spalle una
carriera trombatoria buona, ma non eccelsa. Se gli riesce una scopata
pirotecnica con Kate Moss, può appendere il cazzo al
chiodo e metter su famiglia. Conscio dell'irripetibilità non ci proverà più. Anzi, spesso per un po' non avrà più stimoli nemmeno per le chiavate abitudinarie,
producendosi in cilecche ucraine.
Ovviamente,
se Flavia vincesse il Master, pronto all'estremo gesto: ascoltare un
comizio di Beppe Grillo, senza essere sedato.
Vedo e prevedo: per quelli sguardi assassini l'orco Djokovic sarà punito. Cosa prevede l'Inferno Dantesco ?
RispondiEliminaNon menzioni o' zappatore. David Ferrer è tornato alla grande, per quel che ho visto. Corre come una lepre, lotta per ogni punto come un forsennato. Non si arrende mai. Oggi alle 16.00 gioca contro Fabio Fognini.
Con quelle partecipanti al Master vedrai che Flavia Pennetta vincerà. E tu dovrai compiere l'estremo gesto ! (Ma Beppe Grillo fa ancora comizi, non si era ritirato dalla politica ?)
Ciao Picasso, oggi ti vedo un po' schifato e non ti posso neanche dare torto.
Ti auguro un rilassante weekend e ti saluto cordialmente.
Anna Marie
Terzo girone, tra color che portano una maschera di Hannibal.
EliminaFerrer, ma per carità. La morte del tennis.
Pennetta vincente, mha. Non credo proprio, con la testa ormai è fuori. E' lì colo per un'ultima passerella.
Schifato? Ma no. Cioè, nella media. :)
Ciao a te, a presto.