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mercoledì 16 maggio 2018

ITALIA TRA WEIMAR E PAPEROPOLI


Se voti con la pancia, il minimo che puoi aspettarti è un governo di merda fumante. Malgrado dotte analisi di giornalisti mignotte col borsello (o semplicemente coglioni), era sin troppo facile prevedere che il populismo fascio grillino in salsa padana avrebbe trionfato alle elezioni. Altrettanto prevedibile che provassero a governare insieme. E che, tali e tante sono le aberrazioni contenute nel loro contratto di governo e l'incapacità conclamata dei protagonisti, non è detto ce la facciano.
Meno prevedibile era la penosa, in sfregio a qualsiasi senso del ridicolo, sceneggiata propinataci dai due scemo+scemo aspiranti statisti nei quasi tre mesi post elettorali. In particolare dal Churchill di Pomigliano. Lo stewart fuoricorso telecomandato convinto di "scrivere la storia". Comiche per cui siamo messi alla berlina dal mondo intero.
Riassumo ai distratti.
Il m5s trionfa alle elezioni promettendo tutto e il contrario di tutto, con metodi fascisti, orgogliosamente antidemocratici. Vincono urlando che avrebbero distrutto i partiti, aperto il parlamento come una scatoletta di tonno, vomitano che non avrebbero mai fatto alleanze con i partiti colpevoli della distruzione dell'Italia. Mai con la Lega del razzista Salvini, lui e Le Pen sono il pericolo, diceva il giggino gnappo ai giornalisti europei. Mai col pregiudicato Berlusconi. Mai col Pd dei ladri mafiosi, di cui avrebbero smantellato ogni legge una volta al potere.
Il prode Di Maio, autonominatosi premier e con lista dei ministri consegnata a un corazziere del Colle prima delle elezioni, si accorge invece di non aver vinto. Prova a sedurre Salvini, purché faccia fuori il suo delinquente alleato e lo sostenga come Premier. Che altrimenti, con velata minaccia mafiosa, ha in canna una bella legge sul conflitto d'interessi. Sulla Casaleggio srl che intasca 300 euro da ogni deputato grillino e Casaleggio piombato a Montecitorio per dire alla plebe che indirà votazioni sulla sua piattaforma in sfregio della Costituzione? No, di Berlusconi, che non lo fa diventare Premier. Salvini non accetta, e allora con lui ha chiuso. Venti di guerra in Siria? Per tranquillizzare l'Europa, da antieuropei e anti Nato, diventano eutropeisti e sostenitori dell'alleanza atlantica. Che ci vuole, basta un click on line e cancellare nottetempo il programma votato dagli iscritti sulla piattaforma. Occhieggia al Pd, se derenzizzato. Poi ok, va bene anche Renzi, perché il Pd ha fatto bene e ha molti punti in comune con loro. Qualche balordo in seno al Pd, pur di far fuori il mostro di Firenze, era ben disposto a vendere partito e paese alla Casaleggio associati. L'intervento di Renzi e il voto contrario in direzione, bloccano l'obbrobrioso patto. E allora che fa Ercolino fuoricorso? Nel solito italiano da scuola dell'obbligo non superata, lancia anatemi da ventennio: traditori del popolo, il Pd la pagheranno, minaccia dicendo di aver incontrato pezzi di stato a conoscenza di cose gravissime assai, dice che se la volontà popolare non sarà rispettata (lui Papa Re in nome del Popolo) penseranno a misure alternative alla democrazia diretta (una marcia su Roma, colpo di stato o voto su Facebok?). Pensi che il giorno dopo vadano ad arrestarlo o rinchiuderlo in un cim, che almeno qualcuno si indigni. Zagrebelsky, costituzionalista in odor di PdR su candidatura di Travaglio, non si fa pregare: non è eversivo il M5s, ma Renzi che non vuole fare il governo con chi lo ha battuto alle elezioni promettendo di cancellare tutte le sue leggi.
Indomabile, la mattina dopo Gigino è dietro la porta di Salvini. Ok, va bene anche Berlusconi, basta che dia solo un appoggio esterno. Un colpetto e basta. Al limite una sbirciata voyeur. Va bene anche l'astensione benevola. Giura che mai ha messo veti su Berlusconi. Mai pensato a leggi sul conflitto d'interessi (che anzi, Mediaset è una risorsa del paese), rinuncia (a parole) a fare il Premier, basta che si prenda il potere.
Ecco dunque la trattativa tra Berlusconi e i casaleggesi. Lampo e proficua. Il Cavaliere tratta la resa, ma è una gran bella resa. Praticamente tiene entrambi i ragazzotti minorati per i coglioni. "Li faccio schiantare quando voglio", pare abbia confidato ai fedelissimi. Libera Salvini: ok, andate a giocare a fare il governo. E, il giorno dopo, magia: riabilitato.
Non male questo governo di sinistra e del cambiamento, fatto assieme a Salvini, col battesimo di Berlusconi e dopo essere stati rifiutati da Renzi. Bellissimo. È la rivoluzione.
Si arriva agli ultimi giorni. Dove la farsa raggiunge picchi inimmaginabili. Salvini e Di Maio attorno a un tavolo per scrivere un contratto di governo brasileiro giallo-verde. Con loro, le delegazioni. Un concentrato di ridicolo e deliri nazifascisti degni di una Weimar a Paperopoli. Tra i verdi padani l'esperienza del costituzionalista Calderoli, padre del porcellum (chiamato così in modo autocompiaciuto tale era la porcata congegnata), messosi in luce anche per la dura opposizione al ministro Kyenge, perché somigliava a un orango. Poi l'economista illuminato Borghi, a spalleggiare il padre della Flat tax Siri, dal curriculum sontuoso (perché i grillini trattano solo con gente onesta, e competente): due società in paradisi fiscali, socio indagato a Reggio Calabria, condanna per bancarotta fraudolenta. Chi meglio di lui per provarci con l'Italia?
Tra i gialli stellati, da destra a sinistra: Rocco Casalino, ex gf poi lanciato da Lele Mora e filosofo pensatore di rilievo: i poveri hanno un odore diverso dai ricchi. Poi Toninelli, col ceruleo sguardo fiero di chi ha fatto una scorreggia in ascensore. Il fautore di una creativa flat tax per i poveri e del furto vantaggioso per il derubato. A suo modo un genio che non sarebbe in grado nemmeno di trovarsi il cazzo nelle mutande. Poi il guardasigilli in pectore Bonafede, tenace no vax con lo sguardo vispo di chi passa le notti su youporn.
Che menti. Una tavola rotonda che esonda neuroni. Tutti pronti e infaticabili, per dare un governo al Paese, sotto la guida dei loro capi supremi: Salvini smanicato e Di Maio sorseggiante coca cola col cipiglio da capo di stato.
Sono giorni di lavoro intenso, estenuante, da universitari fuoricorso intenti a studiare di notte per passare un esame. Che va bene anche 18, sig. Mattarella, ci facci governare.
Giggino e Matteo si sgolano per ripetere che non stanno pensando alle poltrone ma ai contenuti. Un mantra così ossessivo e non richiesto che uno pensa al contrario: si stanno spartendo in modo osceno le 300 nomine.
Quale razza di sgorbio pronto a farci andare in bancarotta alla velocità della luce partoriranno? Si può solo intuire. Non hanno un candidato premier. Ma il (presta) nome di questo stato di polizia ruttante conta poco. Tremonti, Sapelli, Conte. Al limite Fusaro, Povia o il suo sosia meno dotato Scanzi. Tutti nomi sapientemente bruciati dal fantozzino di Pomigliano, che quella poltrona la vuole per sé. Arrivano alle consultazioni senza il nome. Ma il programma è una bomba. Si scrive la storia. Dateci altre 24 ore. Chiedono tempo a Mattarella, che ha pazienza da vendere. Del resto i tedeschi ci hanno impiegato sei mesi. E sono tedeschi. L'aspirante premier fuoricorso fa sapere che, una volta concluso, il contratto dovrà essere approvato dagli adepti in rete. Come se con le elezioni non si fossero già fatti giudicare. Insomma, un voto anticostituzionale per un contratto anticostituzionale, da parte di una setta che in conflitto di interessi, decide le sorti del paese. Sembra fantascienza. All'estero, almeno. Qui sono solo ragazzi, scavezzacollo.
Ma cosa ci sarà in quelle striminzite pagine di contratto eversivo, di così delirante, da spingere Mattarella a farli tornare al prossimo appello?
Qualcosa che potrebbe far ridere, ma invece fa piangere e dovrebbe indurr gli elettori dei due cialtroni ad autosospendersi il diritto di voto. E di fare figli.
Cosa dice la bozza di questo contratto? Roba da gelare il sangue nei polsi. Una raccapricciante sequela di aberrazioni politico-economiche che sembrano scritte da Peppa Pig ubriaca aggregata ai fascisti su Marte. Un mix di cialtronaggine, suicidio economico e disposizioni da regime fascista. Norme da stato di polizia. L'Ungheria di Orban in confronto è una democrazia illuminata. Manca solo l'invasione della polonia e un decreto salva peti in ascensore.
- Un incostituzionale ed eversivo Comitato di Conciliazione littorio, eversivo organo parallelo al consiglio dei ministri.
- Disposizioni per uscire dall'euro
- Flat tax con doppia aliquota
- Non un sillabo per il sud
- Respingimenti e 500 mila rimpatri
- Condoni come piovesse
- Cessazione delle sanzioni alla Russia
- Vincolo di mandato. L'ultimo fu quello del duce. Non più  parlamentari della Repubblica, ma di partito. Un cadeaux, cioccolatino per i tanti, esimi, costituzionalisti e patrioti a difesa della carta costituzionale, preoccupati per la deriva antidemocratica degli ultimi governi.
- (dulcis in fundo) la cancellazione del debito italiano di 250 miliardi presso la Bce. Che 300 pareva cafone.
- A margine, gli 80euro vanno bene. Il jobs act è ottimo. Confermati anche i vaucher, quelli che in campagna elettorale consideravano strumento di schiavismo. Ablozione del Cnel, dopo il furente No al referendum renziano, diminuzione dei parlamentari (che abolire il Senato faceva troppo giglio magico).
Penso che possa bastare.
Reazioni?
C'è viva preoccupazione nel Pd. Martina sgomento. E pensare che voleva sedercisi a un tavolo (di manicomio). A Liberi e Uguali il giorno dopo le elezioni si erano detti disposti a un governo di sinistra (vera, con cui superare il renzismo di destra) ora parlano di governo di destra, la più estrema della storia.
Costituzionalisti ed economisti cadono dal pero. Flores D'Arcais, Zagrebelsky e quella rancida ricotta di sinistra per anni ultras dei fascisti buffi contro il demonio fiorentino, pericolo per la democrazia con la sua riforma costituzionale, ora vedono i loro pupilli usarla come carta da culo, la costituzione più bella del mondo. Il populismo - chiosano affranti - sfocia nella destra eversiva. Ma è colpa dell'irresponsabile Renzi che non ci si è alleato.
Giornalisti (tutti, tranne qualcuno), reduci da anni di instancabile, mai visto, massacro al Pd e a Renzi, ora scoprono, folgorati sulla via di Damasco, che M5s e Lega sono pericolosi. Che Di Maio e Salvini sono due irresponsabili cialtroni. Non cialtroni, ma consapevoli criminali quelli che hanno nutrito la loro ascesa. Ospitati senza contraddittorio. Ascotati in estasi mistica proferire le immonde porcate che ora, che han deciso di attuarle, scoprono essere pericolose. Evviva. Uno per tutti: con faccia da culo impagabile, Floris ha capito che se Salvini e Di Maio manterranno quello che dicono, l'Italia andrà in bancarotta.
Poi ci sono anche gli intellettuali. L'intellighenzia di sinistra che si è buttata a volo di gabbiano sui 5stelle. Da Santamaria a Amendola, la Mannoia, Laura Morante. Tutti delusi. Già me li vedo, quando il governo fascio leghista proverà a eliminare le conquiste civili ottenute dal governo Gentiloni (troppo di destra, bontà loro), scendere in piazza e protestare. Resistenza, compagni. Ma lo leggevano quello che proponeva Grillo? Tutti convinti che i 5stelle fossero di sinistra e che potessero spingere il Pd a sinistra. No, procede garrulo a braccetto con la Lega verso la logica destra più trucida. Evviva loro. Del resto si sa, il problema dell'intellighenzia di sinistra è che è demenzia di destra. Tale Marescotti, un attore, si dice deluso. Pensava fossero di sinistra. Certo però, potrebbe digerire anche Salvini se solo facessero una legge sul conflitto di interessi. Tornerebbero sinistra vera se giustizziassero Berlusconi. Ancora di più spedendo Renzi al confino.
Ultimi ma non ultimi gli elettori stellati. La maggioranza sono felici. Son fasci, del resto. Poi ci sono i 5stelle di sinistra (alcuni anche capaci di intendere e volere). Ne conosco uno, povero diavolo. Ha votato M5s perché stanco della politica attuale, affinché ci fosse legalità, meritocrazia, lui laureato precario. Voleva che questa forza politica governasse da sola, senza inciuci di palazzo, spartizioni di poltrone. Mai più governi terzi "non eletti" e rispetto della Costituzione. Basta Berlusconi col conflitto d'interessi. Via il destro Renzi, che voleva stravolgere la Costituzione. Ribrezzo per il razzista xenofobo Salvini.
Beh, ho pensato a lui ora. Ha come candidato premier uno stewart semi analfabeta, rischia di trovarsi al goverrno con Salvini, in un movimento setta nel quale Casaleggio in conflitto di interessi fa a brandelli la costituzione e con un Premier terzo (non eletto dal Popppolo), dopo inciuci, sotterfugi e trattative per spartirsi le poltrone che manco gli squali affamati. E che ci porterà dritti al fallimento. Roba che quello greco al confronto sembrerà un party. Che dire, auguri. Pensare prima di votare di pancia, può essere utile ad evitare di essere sommersi dalla merda.


5 commenti:

  1. Per fortuna questa ammucchiata contro-natura tra grullini e legaioli durerà quanto un gatto in tangenziale. Resta il fatto che il PD e la sinistra italiana sono sempre maestri assoluti nel farsi del male da soli

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    1. È già troppo anche ora, che nemmeno hanno iniziato.

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  2. difficile non essere d'accordo per carità, articolo spassoso eccetera eccetera.... ma il tennis dov'è finito? è un pezzo che lo hai abbandonato ed è iniziato Roma, e qualche spunto interessante c'è, il Fogna in vena, i Giorgi che firmano l'armistizio con la FIT... facce ride Picà! ;)

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    1. Basta tennis o (visto il clima) palla a racchetta. Prossimamente tratterò di pallamano. :)

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  3. Bellissimo, spassosissimo. Se penso come i giornalisti, esperti e qualche politologo UE e CH esultavano per la vittoria di M5s e si dicevano convinti che finalmente in Italia le cose cambieranno. Finalmente un giovane con le idee chiare !, si leggeva.
    Chissà se Totò avrebbe mai potuto immaginarsi una realtà così assurda ?
    Ciao Picasso, peccato che non scrivi più di tennis. A proposito, la Serena era al matrimonio del Principe Harry - era uno spettacolo (la Serena).
    Ti saluto cordialmente
    Anna Marie

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.