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giovedì 15 aprile 2010

Master 1000 di Montecarlo. Pronostici ottavi



Uno sguardo sugli ottavi di finale del Master 1000 di Montecarlo. Confronti in cui domina l'equilibrio. Avanzano i più forti con l'eccezione di Andy Murray, svogliato e fischiato dopo l'imbarazzante passerella contro Kohlschreiber
Djokovic-Wawrinka. All'esordio Novak nasconde il suo stato di forma dietro l'angosciante debolezza di Florent Serra, francese con la faccia rassegnata da Eric Cantona andato a male. Ci dirà qualcosa di più, il confronto di ottavi con Stanislas Wawrinka. Autentica battaglia tra differenti simpatie, contagiose quanto quelle di Gasparri e Larussa che raccontano barzellette da Bagaglino. Ma lo svizzero è in gran spolvero. Dopo la vittoria di Casablanca, ha lasciato le briciole di marzapane ad Hanescu e Gulbis. Col "giovin signore" lettone impegnato nel forsennato tentativo di affossare il suo talento e ancora con la testa alle spiagge di Palm Beach (sarà il suo feudo, come lo fu per Xavier Malisse). Wawrinka potrebbe anche provare il gran colpo, qualora dimentichi la sua imbarazzante sudditanza verso i top.
Nalbandian-Robredo. Malgrado una condizione approssimativa, e il proverbiale viso paonazzo da seminfartuato, Nalbandian ha regolato Misha Youzhny al tie-break del terzo set. Autentico spettacolo ed espressione nitida di tennis semovente, nel metch di gran lunga più bello e affascinante del torneo finora disputato. A guardarli pare di assistere al moviolone di Biscardi, con braccia staccate da corpi piantati nel terreno, che disegnano parabole magiche. Negli ottavi, se non gli parte un embolo, difficile prova del nove per l'argentino contro Tommy Robredo. L'mplacabile tortura seicentesca travestita da tennis che ha avuto il sopravvento sull'agonista da "Muppets Show", alias Troicki.
Cilic-Montanes. Confronto palpitante. Da trattenere il fiato, nel tentativo di darsi la morte. Il gibbone croato in flebile ripresa rischia contro lo storto iberico Montanes, tornitore avvezzo all'arte terricola. In questa parte di tabellone sono usciti mestamente (e non c'era bisogno di scomodare Nostradamus o il mago Gabriel, per prevederlo) Bolelli e Seppi. Il Bolognese ha offerto quello che attualmente può, raccogliendo sette games contro Andreev. Io ne avevo pronosticati 5/6, schiavo di un irrimediabile pessimismo cosmico. Nel più tecnico confronto tra gentil signore però, si è ancora in bilico: Ximena se la batte alla grande con Maria Kirilenko, nel ballottaggio. Andreas Seppi si conferma sui suoi standard, battendo per ritiro Olivier Rochus. Il belga poco più slanciato di Brunetta, non resiste all'onta di aver perso un tiebreak col caldarese, e se ne va avvilito. Poi il cuore di drago altoatesino ritorna in se cedendo a Montanes nel secondo turno. Annesso tiebreak catacombale nel primo set e straziante 6-0 al terzo. Ci sta. Lo spagnolo è un regolarista temibile, il nostro un "regolarista falloso.".
Berdych-Verdasco. Interessanti ottavo tra due violenti dissipatori di tennis. Un Berdych in gran spolvero, si è accanito con schioppettante crudeltà su quaglie volleanti (Feliciano Lopez) e tordi in crisi esistenziale (Richard Gaquet). Lasciando di loro soltanto qualche malinconica piuma fluttuante. Berdych leggermente favorito sull'iberico (scaramazia spudorata). Re-match del recente confronto di Miami, con due quesiti di fondo: Quanto resisterà il ceco all'antica tentazione di sparacchiare via tutto? E riuscirà mai Verdasco a slegarsi dalla sconfitta acrobatica, sua compagna di vita?
Ljubicic-Ferrer. Il croato dal cranio luccicante giunge agli ottavi dopo ottime prestazioni. Gran sicurezza nel disfarsi di Llodra, delizioso mancino francese che affetta la pallina e segue il servizio a rete, come provenisse da un filmato di tennis anni '80. Llodra richiama inevitabilmente Fabio Fognini, sua vittima al primo turno. Il ligure aveva un polso malconcio. In più, mal digerisce gli attaccanti variopinti come il transalpino. Oltre a detestare un bel po' i regolaristi. E chiunque lo circondi. Per il resto ci siamo. Verrà il giorno. Il vecchio pirata Ljubo dovrà giocare al suo massimo per avere la meglio di David Ferrer, che avanza con la stessa sicurezza minacciosa di un aratro dei campi.
Kohlschreiber-Petzschner. Un irridente sorteggio aveva posto dinanzi ad un Murray già sul viatico della pazzia vera, tre scimmiette ghignanti (Kohlschreiber, Petzschner e Melzer). Delle raffinate ricamatrici squilibrate. Divertenti, surreali, gioiosamente impalpabili, e con la sconfitta che scorre gelida nelle loro vene. Murray si presenta al cospetto di Kohli, con la solita capigliatura a nido di chiurlo scosso da un dispettoso venticello di libeccio. E gioca con animus pugnandi a metà tra Aroldo Tieri e Sid Vicious reduce da una notte di bisboccia. Raccoglie tre games e sonanti salve di fischi. La civiltà snob del pubblico monegasco gli risparmia ortaggi e uova marce. Francamente imbarazzante lo scozzese, ben oltre il limite della decenza sportiva. E chissà se chi ha comminato una multa a Schwank per "scarso impegno", non abbia assistito allo spettacolo. Passa Kohli, grazioso ermellino tedesco, che esulta con l'espressione di chi è assente da se stesso. Ottavo imprevedibile contro l'altro Philipp di Germania, Petzschner. E il dubbio che sul principato aleggi una irripetibile congiunzione astrale, è fortissimo. Picasso tracheggia e batte il quotato terraiolo spagnolo Garcia Lopez. Poi fa suo il derby tra disadattati della racchetta, con Melzer. Austriaco cui è legato da quel filo indissolubile, che va dall'estremo talento fine a se stesso alla profonda inutilità tennistica. Pronostico d'obbligo, Petzsche-Kohli: 1X2. Ma potrebbe anche non vincere nessuno, decidendo i due di giocare a "un-due-tre stella!", nel centro del campo.).
Tsonga-Ferrero. Altro ottavo interessante, e sulla carta parecchio equilibrato. Una settimana fa, sul veloce (apparente) di Miami fu dominio assoluto del gigante d'argilla francese, che dimostrò di avere il tennis per smantellare le punzecchiature del "mosquito". A Montecarlo ex-Alì Tsonga ha fatto il suo dovere, abbattegno il tennis-lagna di Almagro. Uno che dovrebbero sconfiggere tutti i bipedi del pianeta. Avversario di ben altro spessore sarà Juan Carlos Ferrero, per altro in smaglianti condizioni nei primi due turni del torneo.
Nadal-Berrer. Nadal passeggia nel match d'esordio col legnoso olandese De Bakker, uno che può spaventare solo l'Italia del tennis. Malgrado i sempre più improponibili mutandoni quadrettati, con cui furoreggerebbe in una primaverile passeggiata sui ridenti lidi di Capocotta, Rafa è parso pimpante. Ottavo in discesa per l'iberico sinistrato, contro un'altro tennista raffinato quanto una pioppo secolare: Michael Berrer. Tedescone mancino miracolosamente portato ad impensabili livelli da un Pistolesi versione stregone indù, e che nell'altra sorpresa di giornata ha fatto fuori l'argentino Juan Monaco.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.