Day 12 (diario dello speranzoso di un nulla ben congenato)
E venne l'agognato giorno del "super saturday". Sale la "febbre del sabato sera". E quest'anno cade in una data che ricorda tristissimi eventi per la nazione intera. Le due semifinali maschili e la finale femminile, nella stessa giornata. In un torneo spalmato in due settimane e con sempre 24 ore di pausa tra un match e l'altro per i tennisti, a New York le finaliste si ritrovano a giocare il giorno dopo aver combattuto le semifinali. E domani stessa sorte per i finalisti al maschile. Potere della pubblicità, o solo per il gusto di dare allo scommettitore abituale la possibilità di perdere addirittura su tre eventi. Il luna park, insomma. Dovesse capitarvi di avvistare un uomo che si lancia nudo bruco sul campo con addosso solo uno spartano cartello non violento (il "super saturday è un'immane cagata"), anticipo già che si tratta di +PSTN+. Egli verrà condotto in un carcere di massima sicurezza riaperto per l'occasione, ed accusato d'essere il capo di una cellula riottosa del terrorismo internazionale. Sarà salvato solo dal solerte intervento del Ministro degli Esteri italiano Frattini, accompagnato da due ambasciatrici occasionali: Belen Rodriguez e la pettoruta del gf Cristina Dal Basso.
Zvonareva-Clijsters. La finale che non ti aspetti, o ti aspetti solo per metà. L'intrusa di lusso è Vera Zvonareva. L'ingobbita russa, dopo la finale ai championships ne stampa un'altra nella grande mela sconfiggendo a sorpreresa Caroline Wozniacki. Terga esibite con vezzo civettuolo a parte, quello che sembrava un impenetrabile muro di cemento s'è sgretolato incappando in una giornata di orribile regolarità fallosa. Brava ed impeccabile la russa a picconarlo, senza strafare o cadere vittima di passate isterie. Qualcuno di quelli che evidentemente capiscono di tennis come la Carfagna di politica, ebbe a dire (lo scorso anno, quando Vera più che in un campo da tennis poteva sostare in una clinica della mutua) che Flavia Pennetta è tennista più completa e di maggior valore. Tra questi anche il Giampy (non tarantini, ma un mio ex collega) per cui le brune hanno qualcosa in più. Il resto, il commento tecnico è impresa ardua. Meglio i gelidi occhi intagliati della russa o la sexy barbie nordica, neo fiamma del "matador" di serbiatte Nando Verdasco? (a proposito, ma il buon madrileno, con tutte le fanciulle anelanti, deve proprio dedicarsi alle tenniste?). Mi sento di dare un mezzo punto in più alla russa. Quelli ci hanno la vodka, dopo tutto. Ma ora basta coi giudizi tecnici, altrimenti rischio di trasformarmi in uno di quei settantenni depravati e coi capelli pennellati di arancio-marrone che fanno da giudici corruttibili di "Miss Italia". O diventare uno dei partecipanti alle festicciole di Villa Certosa.
Discorso dfferente per Kim Clijsters. La mamma belga centra la seconda finale consecutiva a NY, e parte come grande favorita. Con due essenziali incognite in una: La stanchezza per le due battaglie vinte con Stosur e Venus Williams ed il poco tempo per riposare (ah, il super saturday...). Proprio quella con Venus è stata la finale anticipata, la vera finale. Poche chiacchiere. Checché ne diranno o penseranno quelli competenti. Un match a tratti di rara cruenza ed intensità, in cui la belga dalla pelle lattea l'ha spuntata in rimonta contro la ruggente venere nera. Le due se le sono date senza esclusione di colpi. Ad un tratto provo ad immaginare Seppi in mezzo al campo. Ne avrebbe avuto terrore reale, il poveretto. Niente da fare per la pur ritrovata verve violenta dell'americana, sinuosa pantera dalla pelle d'ebano e malinconici occhioni di gazzella che geme come una belva ferita. Cala alla distanza e Kim la impallina di gran giustezza. Begli angoli e colpi contro tempo e quel dritto incrociato di pregevole fattura, che è marchio di fabbrica fiammingo. In simili tempi di carestia, gran cosa.
Ma ci sono anche le semifinali maschili, in questa rutilante giornata di tennis.
Nadal-Youzhny. Per il numero uno al mondo una parola è poca e due sono troppe. E' sembrato semplicemente dirompente, arrivato a New York in condizioni di forma implacabile e progressivamente spaventosa. Per assurdo, i maggiori pericoli (immaginari) gli sono arrivati nei primi turni, contro il nitrente cavallo selvaggio Gabashvili e l'armadio Istomin. Il russo è invece la sorpresa assoluta. Gaudente ed inattesa. Sperare faccia ancora di più, lui che ha ceduto un set persino a Dudi Sela e Tommy Robredo, non renderebbe giustizia alla sua impresa. Soprattutto dopo la logorante maratona contro un Wawrinka dopato di topexan. Poi chi può dirlo, a nessuno è vietato di sperare che dal cielo piovano gomitoli di zucchero filato imbevuti di vodka7 o che quel rovescio continui a delirare sconfiggendo ogni bruttura.
Federer-Djokovic. Per il quarto anno consecutivo Novak sulla strada di Roger verso la finale. Anche il messia elvetico si presenta in semifinale dopo una convincente marcia d'avvicinamento. Leggiadra e senza gli intoppi o vuoti spirituali del recente passato. Melzer e Soderling, sconfitti con sicurezza impietosa.
Zvonareva-Clijsters. La finale che non ti aspetti, o ti aspetti solo per metà. L'intrusa di lusso è Vera Zvonareva. L'ingobbita russa, dopo la finale ai championships ne stampa un'altra nella grande mela sconfiggendo a sorpreresa Caroline Wozniacki. Terga esibite con vezzo civettuolo a parte, quello che sembrava un impenetrabile muro di cemento s'è sgretolato incappando in una giornata di orribile regolarità fallosa. Brava ed impeccabile la russa a picconarlo, senza strafare o cadere vittima di passate isterie. Qualcuno di quelli che evidentemente capiscono di tennis come la Carfagna di politica, ebbe a dire (lo scorso anno, quando Vera più che in un campo da tennis poteva sostare in una clinica della mutua) che Flavia Pennetta è tennista più completa e di maggior valore. Tra questi anche il Giampy (non tarantini, ma un mio ex collega) per cui le brune hanno qualcosa in più. Il resto, il commento tecnico è impresa ardua. Meglio i gelidi occhi intagliati della russa o la sexy barbie nordica, neo fiamma del "matador" di serbiatte Nando Verdasco? (a proposito, ma il buon madrileno, con tutte le fanciulle anelanti, deve proprio dedicarsi alle tenniste?). Mi sento di dare un mezzo punto in più alla russa. Quelli ci hanno la vodka, dopo tutto. Ma ora basta coi giudizi tecnici, altrimenti rischio di trasformarmi in uno di quei settantenni depravati e coi capelli pennellati di arancio-marrone che fanno da giudici corruttibili di "Miss Italia". O diventare uno dei partecipanti alle festicciole di Villa Certosa.
Discorso dfferente per Kim Clijsters. La mamma belga centra la seconda finale consecutiva a NY, e parte come grande favorita. Con due essenziali incognite in una: La stanchezza per le due battaglie vinte con Stosur e Venus Williams ed il poco tempo per riposare (ah, il super saturday...). Proprio quella con Venus è stata la finale anticipata, la vera finale. Poche chiacchiere. Checché ne diranno o penseranno quelli competenti. Un match a tratti di rara cruenza ed intensità, in cui la belga dalla pelle lattea l'ha spuntata in rimonta contro la ruggente venere nera. Le due se le sono date senza esclusione di colpi. Ad un tratto provo ad immaginare Seppi in mezzo al campo. Ne avrebbe avuto terrore reale, il poveretto. Niente da fare per la pur ritrovata verve violenta dell'americana, sinuosa pantera dalla pelle d'ebano e malinconici occhioni di gazzella che geme come una belva ferita. Cala alla distanza e Kim la impallina di gran giustezza. Begli angoli e colpi contro tempo e quel dritto incrociato di pregevole fattura, che è marchio di fabbrica fiammingo. In simili tempi di carestia, gran cosa.
Ma ci sono anche le semifinali maschili, in questa rutilante giornata di tennis.
Nadal-Youzhny. Per il numero uno al mondo una parola è poca e due sono troppe. E' sembrato semplicemente dirompente, arrivato a New York in condizioni di forma implacabile e progressivamente spaventosa. Per assurdo, i maggiori pericoli (immaginari) gli sono arrivati nei primi turni, contro il nitrente cavallo selvaggio Gabashvili e l'armadio Istomin. Il russo è invece la sorpresa assoluta. Gaudente ed inattesa. Sperare faccia ancora di più, lui che ha ceduto un set persino a Dudi Sela e Tommy Robredo, non renderebbe giustizia alla sua impresa. Soprattutto dopo la logorante maratona contro un Wawrinka dopato di topexan. Poi chi può dirlo, a nessuno è vietato di sperare che dal cielo piovano gomitoli di zucchero filato imbevuti di vodka7 o che quel rovescio continui a delirare sconfiggendo ogni bruttura.
Federer-Djokovic. Per il quarto anno consecutivo Novak sulla strada di Roger verso la finale. Anche il messia elvetico si presenta in semifinale dopo una convincente marcia d'avvicinamento. Leggiadra e senza gli intoppi o vuoti spirituali del recente passato. Melzer e Soderling, sconfitti con sicurezza impietosa.
Capitolo di Serbia. Ad eccezione della tragicomica partenza con Troicki, Djokovic non ha avuto più problemi. Sicuro e centrato. Un torneo consistente, il suo. Ben contenti i due moderati genitori sugli spalti, che avranno già prenotato le foto con le coppe dei prossimi sedici slam. L'ho visto molto bene. E dopo avver scritto questa, debbo assolutamente chiedere l'assoluzione ad un frate trappista. Ma non è detto che me la conceda. Certo, l'idea di un Djokovic vincitore finale ghiaccia il sangue nei polsi. E potrebbe costringermi all'esilio in Indocina, dove vivrò facendo l'autista di bighe orientali.
Il soldatino era scarico di pile nervose...ma Nadal fa paura. Se non tiri fortissimo prende tutto e viaggia ad una velocità di crociera super.
RispondiEliminaMolto bene Djoko che sta vincendo il secondo set nettamente. Mi piacerebbe vincesse il torneo lui e Nadal rimanesse a bocca asciutta come il vecchio Bjorn!
Povera Caroline. Ormai sembra una sorta di Murray in gonnella. Alla ossessiva ricerca di un titolo dello Slam che probabilmente non arriverà mai nemmeno se le sorelle Williams, la Henin e la Clijsters subiscono la simultanea amputazione di braccia e gambe. Abbiamo l'ennesima new entry nel club delle "perdenti di successo", ora Jelena "Varenne" Jankovic, Elena "vampiressa" Dementieva e Dinara "sorella solo di nome" Safina non si sentiranno più così sole in questo ristretto club :)
RispondiElimina@Daniele, forse ci vorrebbe "il maglio perforante" di Goldrake. Il russo, oltre a non potere niente, forse era anche apagato.
RispondiEliminaVisto qualcosa stamattina di Djokovic-Federer. Il serbo mi è parso in forma stratosferica. Ditemi cosa ha assunto (è una battuta, eh). Pareva concentrato (finalmente) solo a fare il tennista. Credo che voglia vedermi in Indocina. =) Se recupera dalle fatiche, magari può dare fastidio allo spagnolo.
@Gio88. Eh si, la biondina sembrava davvero invalicabile, e invece è caduta miseramente. Però rispetto alle altre ha solo 20anni ed è meno fastidiosa. Ma oltre alla mutanda gialla, espressione di tennis davvero inesistente. Se stanno bene, sono di un altro pianete rispetto a tutte le altre Kim, ed a tratti anche Venus. Oltre a Tyson e Justine (se ne avrà ancora voglia).
Mah, Djokovic ha fatto la sua partita e chi annulla due match point a quel modo merita di vincere, certo che il Federer anche solo dell'anno scorso non gli avrebbe regalato due set come il secondo ed il quarto e non avrebbe giocato i due MP (se non sbaglio entrambi su seconda di servizio) in quella maniera tremebonda, confidando semplicemente nell'errore dell'avversario.
RispondiEliminaRecitare il "de profundis" per la Wozniacki mi sembra un po' prematuro, visto che si trattava del primo torneo dello Slam in cui era considerata come possibile vincitrice. Certo, il confronto con le migliori in questo momento è impietoso, però l'età sembra giocare a suo favore, visto che Venus e Kim non sono mica eterne e non si intravedono coetanee altrettanto competitive.
Ciao krentak. Indubbiamente, il serbo è stato coraggioso/incosciente nei momenti caldi. E gli è andata benissimo. Ripeto, mai visto su questi livelli di forza e continuità. Lo svizzero si, come al solito ha mollato via quei due set, ed almeno uno in dei due match point doveva prendere prima lui l'iniziativa. Certo, a parlare dal di fuori è facile. Ma più in generale doveva provare a non cadere nel braccio di ferro contro un avversario così in palla, ma sfruttare di più le altre armi (che possiede rispetto al serbo). Più tagli, variazioni, smorzate ed attacchi. Sembrava quasi non accettare la forza dell'altro nella sfida di muscolo ed "imbesuirsi".
RispondiEliminaWozniacki, ma chi canta il de profundis. Il suo gioco non mi attrae di certo, ma la vedevo persino favorita del torneo, ed ho scritto che ha solo 20 anni e può vincere ancora i suoi bravi slam..
...sperando che porti bene..incomincia a informarti sugli usi e costumi dell'Indocina!
RispondiEliminaGià mi adopero. Nel 2008 feci un voto ben peggiore, traviato da quella devastante piallatura di Melbourne: "Se Tsonga non vince Wimbledon entro il 2012 mi iscrivo al circolo della libertà più vicino". Non avevo fatto i conti con molte cose. Ma quasi quasi, meglio sperare nell'Indocina.
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