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lunedì 23 gennaio 2012

AUSTRALIAN OPEN 2012 - IL DOPPIO TONFO



Day 7 e 8 – Che poi è troppo facile fare i froci cor culo dell’artri (chi vuol capire, capisca)

Un doppio stonfio nell’acqua, fragoroso e zampillante. E il rumore sordo e terrificante, lo avranno udito anche gli abitanti di Auckland e quelli della Nuova Papua Guinea settentrionale. Il richiamo a morta metafora marittima viene spontaneo, e non è certo dovuto a reminiscenze marchiate Hemingway, tanto meno a ricordi di Moby Dick o Titanic andati. E’ ormai inevitabile, vista la spietata caccia agli schettini e a quell’umana pavidità in un mondo di inumani eroi a parole. Noi tutti, gli eroi.
Fuori dai giochi, come in un doppio carpiato in una gara di tuffi, Serena Williams e Jo Tsonga. Tragica, la dipartita del francese contro il giapponese Kei Nishikori. Si sapeva, per precedenti e caratteristiche tecniche del sapido tennista del sol levante, che non si sarebbe trattato di un match facile, per l’espolosivo bisonte d’oltralpe. Jo proprio lo soffre e non riesce a trovare ritmo contro le palle radenti ed angolate del talentuoso samurai. Piè veloce, braccio facile e testa salda, ora per il giapponese approdato ai quarti (non avveniva dai tempi di Shuzo Matsuoka) ci sarà Andy Murray. Lo scozzese va a spasso con Kukushkin, kazako che ancora non si capisce cosa ci possa fare nella seconda settimana di uno slam. Sembra un uomo onesto capitato nella Pdl. O un appestato in un ambiente asettico. Vince due giochi in due set e si ritira, per decenza, l’intruso kazako. Poco può Gasquet, stroncato dalla malvagità imperante e da Ferrer, in tre rapidi set. Il mondo non è ancora pronto per la pavida bellezza.
Troppo credere che “Rocchio” Balboa Hewitt potesse contrastare un Djokovic con le fauci spalancate come drago scucchiato. Ma nemmeno che possa vincere un set. Invece quello, impavido e rischiando di lasciarci le penne come i combattenti antichi, recupera da 6-1 6-3 3-0, e vince il terzo set 6-4. Non vedevo una simile esplosione di agonismo ed ardimento da rimonta, dai tempi dell’ultimo Jimmy Connors. Tutto paonazzo ed al limite dello schianto coronario, l'esperto aussie reduce da mille infortuni e con un bacino semovente, lotta come un leone irriducibile anche all’inizio del quarto set. Quasi lascia sperare che una volta tanto possa trionfare l’irrazionale, come in una favola antica da tramandare nei decenni a venire. Invece, alla fine, prevale il mostro di Serbia. E’ stato comunque bello digerire il pranzo assieme a Rocchio, illudendosi.
Nella nottata italiana, v'era stata l’altra onda anomala, dopo la fragorosa spanciata. Crolla Serena Williams, una della principali favorite del tabellone femminile, fino ad ora senza grossi scossoni. La più giovane delle due sorellone multivitaminiche, è stesa nettamente da Ekaterina Makarova. La russa con quell’espressione un po’ così, che riconoscevo solo alla sciapa biondina del primo banco, quella bruttina e piena di complessi adolescenziali che non mi faceva copiare i compiti di matematica e cantilenava la lezione su Socrate come si fa con l’Ave Maria in latino. Un martello mancino che in Australia trova sempre buona costanza di ritmo martellato (a memoria di essere subumano, la ricordo battere Ivanovic. Di gran pugna). Quest’anno le avevo concesso una stentata fiducia, pronosticandola vincente contro il giurassico rudere vintage, Tamarinda Tanasugarn. Ma proprio a stento, perché di queste tenniste mai ti puoi fidare. Imbroccano la giornata buona e sembrano delle top 30. Il giorno dopo non ne mettono mezza in campo e perdono anche contro uno scopetto per spazzare i cammini. L’afflizionata russa vinse quel primo turno, non senza lasciare un set a Tamarinda, per poi mettere in fila una serie impressionante: Kanepi, Zvonareva ed ora Serena. Per lei adesso un quarto di finale difficile, ma nemmeno impossibile, contro Masha Sharapova, uscita vittoriosa ed in rimonta, nel derby di biondi tornadi con la tedesca Sabine Lisicki. Per una volta transigo sulla disumana ugola. Perché non ho assistito allo scempio lacera timpani, e per i soldini messi in tasca pronosticandola vincente, quand'era sotto di un set. Bene inteso che la speranza per una futura e cruenta recisione dell’ugola, con tanto di barellato trasporto negli spogliatoi dell’imbavagliata paziente, rimane vivida ed imperitura. Preghiamo. Due parole finali e nette (come una sentenza) le merita la grande sconfitta: Serena. L’americana continua a dare l’impressione d’essere la più forte di tutte, se lo vuole. Quando vuole. Qualora decida di partecipare o financo allenarsi, dedicando al tennis almeno due mesi l’anno. Ora quella convinzione comincia a vacillare. Perché forse a trent'anni, per rimanere sulla breccia non bastano più due svogliate mazzuolate ogni tanto.
Giacché ci siamo, chiudiamo il discorso sulle donne. L’uscita dell’americana rafforza il ruolo di favorita di Petra Kvitova. Ieri il donnone ceco con i languidi occhioni d’assassina, ha trafitto senza pietà la sempre più patetica sagoma emaciata di quella che fu mai fu una campionessa: Ana Ivanovic. Fa quasi tenerezza, la serba, non avesse quel protervico atteggiamento da numero 30 che si sente ancora numero uno, solo perché ha vinto a Bali. Potenziamenti muscolari, ingrassamenti, poi rinsecchimenti per migliorarne i movimenti, autocastrante limitazione (vivaiddio) di pugnetti ed anacronistici “ajde”, allenatori cambiati che manco Zamparini e Cellino a braccetto che cantano il dadaumpa…tutto inutile. A questa bisogna solo piazzare i morsetti sulle meningi e provare a constatare se un cervello esista realmente. Dopo di che provare a farle capire che per vincere a tennis occorre tirarla nel rettangolo di gioco, insegnarle come si lancia la pallina pallina sul servizio, qualche cambio di ritmo con parvenze di alienante tattica, etc…Per ora invece, continua nel suo insensato progetto da numero trenta che si sente numero uno. Risultato: Ridicolizzata da Petra Kvitova, e moria di pesci nel fiume Yarra, letteralmente bersagliato dai violenti fuori campo della serba.
Ultima, ma non ultima Sara Errani, che vince contro pronostico, ed in maniera nettissima contro l’esperta cinese Jiè Zheng, cui lascia tre games a suon di “héééé”. Gli arrotoni trerrificanti dell’italiana avranno prevalso sui piatti anticipi della cinese. Almeno azzardo, perché voglia Zeus fulminarmi se ho assistito ad un solo quindici di questo curioso confronto da emiparesi scrotale. Quarti di finale per la tennista italiana, e qualora vincesse un set contro Kvitova, sono pronto all'insano gesto: sfidare l'acre odore di sterco che promana dallo schermo, e guardare Ferrara in una puntata di "Radio Londra". Tornando ad Errani, già si parla di nouvellle vague dell’italtennis. Andiamo bene, di lusso direi. Una cosa corta, tozza e grossa, che esala urla triviali ed arrota come in preda a piorrea fulminante all’ipotalamo. Quasi riesce a redermi piacevole la vecchia generazione ormai al tramonto, quando almeno si vedeva qualche bel colpo. Poi penso allo sguardo modesto della Schiavone e ribadisco il “quasi”.

Eccovi i quarti maschili:

Djokovic-Fererr (80/20). A scanso di equivoci, se sete cardiopatici o incinte, evitate d’imbattervi in questo spettacolo raccapricciante. Il serbo non dovrebbe perdere nemmeno se piombato di 12 chili per gamba.
Murray-Nishikori (75/25). Doveva essere un tabellone irto e pieno d’insidie per lo scozzese. Ma non è colpa sua se Monfils e Tsonga si sono capottati goffamente. Nishikori può comunque dargli fastidio. Vincere è più complicato: Perché il nippo potrebbe essere satollo e perché Murray è tatticamente più avveduto di Tsonga. Quando se ne ricorda.
Federer-Del Potro (65/35). Del Potro è tornato a buoni livelli, per battere Federer  sembrato sicuro e centralissimo, deve arrivare ai livelli d’esaltazione stile NY 2009. Non facile, forse impossibile. Match piacevole da vedere, comunque.
Nadal-Berdych (60/40). L’orbata mina vagante ceca, sulla strada di Nadal. Berdych dato in buone condizioni e parecchio costante. Viste le fatiche e la sciocca polemica con l’altro idiota (tennisticamente parlando) Almagro, cui nemmeno occorre ritornare, un Nadal all’80% forma potrebbe farcela lo stesso.

6 commenti:

  1. Murray è capitato nella parte di tabellone che tradizionalmente spetta a Nadal (quella in cui gli unici potenziali avversari s'ammazzano inciampando nelle proprie stringhe).
    Quanto a Federer, la vedo molto dura per stanotte. Tutto dipenderà da lui, come al solito. Capace di far fuori l'inumano Djokovic (e pure abbastanza nettamente) al Roland Garros e, due settimane dopo, perdere da Tsonga dopo essere stato in vantaggio due set a zero.
    È da qualche anno che mi fido poco di Federer; ma, se superasse l'ostacolo Del Potro (cosa non scontata), sarei curioso di vedere come si comporterà in semifinale contro il calvo. Sono contento che siano assieme in semifinale, perché almeno se dovesse perdere (come logica vuole), non gli regalerebbe direttamente lo Slam. Sempre che ci arrivi in semifinale, il Rogerone papone paccioccone.

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    1. In effetti, Murray in ipotesi, a vedere il tabellone prima del torneo aveva un cammino molto difficile ed impegnativo. Lasciamo stare Monfils, ma Tsonga era il peggiore da trovare nei quarti. Ora ha Nishikori, e non so se il giapponese dopo tre 5 set di fila (anche se non interminabili) abbia ancora energie per provare qualcosa. Deve far ricorso a tutta la temperanza, saggezza e meditzione zen. Poi ha anche il leggendario misto assieme alla sua nonnina, Kimiko.
      Su Federer, chiaro, è sembrato sicuro, ma Del Potro per lui, come il tracontante Berdicchio per il capellone Nadal, sarenno bei test. Dei test che badano poco al sottile...vedremo. Ciao.

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  2. Hewitt è stato "eroico" non ci credevo minimamente più ma mi stupisce sempre, quando ne parlammo tempo fa era proprio quello che volevo dire: è irrudicibile, un vero agonista. Ci sono affezionata per questo, perchè i suoi c'mon non c'entravano niente con i pugnetti stitici dell'altro 90% dei tennisti, è il suo modo d'essere in campo che nulla ha a che fare con l'avversario. Alla sua età, tutto rotto, con tutto quello che ha vinto....è un cavallo da corsa.
    L'Errani verrà divelta, sentiremo i commenti (ridicoli!).
    Tsonga questa non me la doveva fare, ragionare un minimo sarebbe stato fruttuoso per uscirne in qualche modo, adesso vediamo lo scozzese ma non lo darei troppo per scontato.
    Del potro Federer è quella che mi terrà sveglia.

    Oggi mentre vedevo il match della Sharapova ( vince sempre quando va al terzo, da giocare è l'ideale) mi sono distratta a fare delle cose in casa, giravo a vuoto ma ad un certo punto sono corsa in cortile in mezzo infarto perchè ero convinta che la mia volpina e la mia terranova stessero bisticciando (capita spesso purtroppo). No, erano le urla della Sharapova che sono uguali a quelle di Svizzerina la mia volpina!!! Ridevo da sola....
    Jess

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    1. Sì, l'australiano ha messo su una reazione tutto orgoglio...chiaro che pensare riuscisse nel miracolo, forse era troppo. Ad ogni modo, non avesse quel carattere e quella voglia di giocare, con tutto ciò che ha vinto e con le traversie fisiche patite, avrebbe già smesso.
      Tsonga, mah...si sapeva che non sarebbe stato un match facile, però pensavo potesse farcela ugualmente, alla fine. Sì, Federer-Del Potro promette bene, ma credo andrà verso l'alba.
      Errani divelta da Kvitova. Prega perché avvenga davvero e la ceca non si martelli da sola, visto il mio "voto". Non vorrai mica sapermi all'ascolto di "Radio Londra". Quanto a Sharapova, l'ho giocata dopo il primo set perso, ma il concetto è lo stesso. Comunque alla lunga, ha prevalso l'ugola alla trielina. Penso che le tue cagnette siano molto più simpatiche...perché offenderle così...=)
      Ciao Jess, alla prossima

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  3. ciao pic e consueti complimenti per il pezzo. Nel tennis maschile ci sono delle gerarchie ormai chiare, con i migliori 4 assoluti dominatori. Ma quando loro lasceranno, chi li rimpiazzera'? Come vedi il tennis di domani(non solo Ronic, Tomic, Dimitrov e Harrison)? Cosa dobbiamo aspettarci? Angelo

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    1. Angelo, mai come in questo perioso la situazione mi pare delineata. I primi 4 stanno lì, inattaccabili o quasi. Poi un gradino sotto i vari Del Potro, Berdych...
      Quanto ai giovani, si deve rimanere legati a ciò che si pensava 12 mesi fa...niente è cambiato. Tomic ha gran personalità e gioca bene. Raonic è a tratti devastante. Dimitrov ha un talento pazzesco. Ma il primo, alla prova con Federer è scomparso come uno scolaretto. Raonic è stato ridicolizzato quasi da un vecchio combattente, per evitare altri discorsi su Dimitrov (potenzialmente il più dotato dei giovanotti), crollato contro "ciccio brutto" Almagro. Ovvio che basti poco perché qualcuno di questi esploda, ma ora come ora, se in giornata possono giocarsela coi top 20 e basta...
      (confidiamo in Quinzi. Ovvio). =)
      Ciao, a presto.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.