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sabato 27 luglio 2013

Troicki, Cilic, nani, ballerine, silent-ban e il doping silenziato nel tennis




Acute riflessioni di uno spiaggiante dopato d’orzata


Due parole (di numero) sul triste caso dell’estate, prima di andare a pesca: diciotto mesi di squalifica a Viktor Troicki per aver rifiutato un controllo antidoping. Stamattina leggo di Cilic, forse squalificato per tre mesi con pietoso tacito accordo federale, il famigerato “silent ban”. Una cosa tipo: ragazzo mio, non diciamo niente in giro, altrimenti fai una brutta figura. Tu però, a papà, non giocare per tre mesi. Facci ‘sto piacere.
Ora, di Troicki mi frega più o meno quanto il tipo di boxer (flanellati, aderenti o meno) usati da Cicchitto. Di Cilic ancora meno. Nel primo caso si è di fronte all’ufficialità, nel secondo di un mostro (e non si allude alle sue fattezze da Gobbo di Notre Dame) sbattuto in prima pagina, per una notizia proveniente da fonti incerte.
Questa situazione fornisce l'input per una ponderosa riflessione dormiente post caffè del mezzodì di sabato. La prima considerazione: ebbene sì, ragazzi miei, il doping esiste anche nel tennis. E’ ‘mmezzo a noi. La seconda è come il problema sia da anni volontariamente silenziato con strumenti sottobanco. Un po’ fanno ridere però, e suscitano tanta tenerezza, quelli per cui il “tennis è sport pulito perché nessuno è stato trovato positivo negli ultimi tre anni, tranne un numero 808 o il mestierante yankee Odesnik”. E’ gente che crede alle favole, a un modo fatto di cavallucci alati, destrieri bianchi, stelle filanti e zucche volanti. Un mondo lillipuziano. Dove tutti sono bravi, corretti, amici di plastica e con sorrisi di cemento. E non si bombano mica come cavalli da tiro uzbeki. Sia mai. Nemmeno fumano quelli, come innanzi alle scuole italiane dopo la riforma Lorenzin. E ti chiamano dietrologo, se gli fai notare quanto il doping, purtroppo, sia ormai malattia degenerativa che dilania tutto lo sport. Compreso il tennis. C’è solo un differente modo di affrontare (o negare) il problema, da parte delle diverse federazioni e paesi. Interessi miliardari e sponsor, fanno il resto.
Non occorre scomodare la bomba di Fantozzi alla Coppa Cobram, “bomba, bomba, tenga a bomba chella bona, chella forte...è metredina, simpamina, aspirina, franceschina, cocaina e peperoncino di cajenna. Co chest’ arriv’ prim e ti fa pur’ arrizzà!”. E non si tratta di essere dietrologi. Esiste il doping. Come esiste il reato di furto. Ci sono i bari e i ladri. Innegabile, oggettivo. Nel vituperato ciclismo e nell’atletica provano a sgominare il problema, altrove silenziano per motivi di vil denaro. Non solo il tennis, ma anche il calcio dove, a mia memoria (di criceto nano con l'esaurimento nervoso), ricordo solo moralistici accanimenti verso cocainomani (l’uso di coca, tra l’altro, scientificamente, devasta il fisico e non migliora la prestazione), e nessun caso di doping vero, quello che fa correre 90 minuti come invasati con la bava alla bocca. Senza sudare. Zero. Solo postume confessioni di vincitori di Champions marsigliesi. Quando la prescrizione sana il peccato.
Troicki visse una buona stagione due anni fa. Poi il vuoto. Una specie di clone dagli occhi pallati (versione sessantadue volte meno forte) di Djokovic. Calo, crisi di risultati e assestamento nelle posizioni di medio livello (ora è numero 53). Pazzo da rifiutarsi di fare un prelievo di sangue, conscio d’aver barato o abituato a fare ciò che voleva, anche rifiutare il controllo, non saprei dire. Ecco poi, lo sgomento e la giustificazione: “Ero pallido e troppo debole dopo un incontro spossante, per fare un prelievo”. L’emofiliaco Victor, passando una notte dalle mie parti, dissanguato dalle zanzare, rischierebbe di rimanerci secco.
Ben più paradossale e significativo il caso di Cilic. Non m’interessa il suo nome (tutto da verificare), ma la pratica “silent ban”. Specie per i soliti di cui sopra, che credono di vivere in un mondo tennistico di fate e cavalieri. Persone pure, eroiche e d’altri tempi. Che la pratica sia diffusa, è risaputo. Basterebbe riprendere la bibbia “Open” di Agassi. Trucchi parrucchi e polveri magiche. Dopo aver rivelato che giocava con una parrucca, il kid di Las Vegas narra di un silenzio benevolo della Wada riguardo al suo uso di polvere d’angelo. Il circo, il baraccone, lo show, impone queste sceneggiate, torbide storie, silenzi, appunto. E allora ecco, come a scuola, la nota della maestra che immagino una specie di sora Lella: “silent-ban”. Una punizione segreta, annessa bacchettata sulle nocche. “Occhio regazzì, io non lo dico ai tuoi genitori, ma ti blocco. Non lo fare più, altrimenti ti riblocco”. Potrei, al limite, ammetterla nel caso di “notte brava”, raro uso di cannabis, cocaina o altre sostanze che di certo non aiutano la prestazione. Per il resto, sarebbe una barbarie assoluta. Un antidoping peggiore del doping. Un sistema che ti dà la possibilità di provare a fottere il prossimo, anche perché, se dovesse andarti male, paghi con una sospensione. Come se ti fossi infortunato, senza nemmeno il marchio d’infamia pubblico, lettere scarlatte e tutto il resto. Contratti salvi, sponsor meno affranti, tifosi submentali per cui tutto è pulito, anche.
Nomi a parte, estranei o meno, il dato è uno solo: il doping nel tennis esiste. Babbo Natale, no.
I moralisti si scandalizzeranno, ma è tanto fuori dal mondo la legalizzazione del doping, al posto di questa buffonata? Equivarrebbe a una resa, certo, ma sarebbe meno patetica e vergognosa dell’attuale situazione. Lo disse Tommasi, e con quella soluzione mi trovo sempre più d’accordo. Magari con tornei da disputare nelle farmacie o nei corridoi d’ospedali.

24 commenti:

  1. Credere che il tennis sia immune al doping è come credere che Ruby sia la nipote di Mubarak. E oltre al tennis e al calcio vi sono altri sport di santi e vergini assai sospetti. Pensiamo al basket, dove non ricordo casi, o al nuoto dove continuano a sbriciolare record anche senza i costumoni in poliuretano e dove l'unico grosso scandalo che io ricordi risale al '94 (nazionale cinese femminile, sbanca ai mondiali e poi viene falcidiata).

    Francamente, a questo punto, doping libero. Alla fine il doping c'è dai tempi di Dorando Petri (pare fosse svenuto proprio per "effetti collaterali"), a 'sto punto meglio giocare a carte scoperte. E premiare, insieme all'atleta anche relativi medici, anzi, forse meglio premiare solo loro. Poi questi Adoni creperanno di SLA o chissà cos'altro a cinquant'anni, esattamente come oggi, ma almeno smetteremo con la farsa dell'antidoping.

    La cosa più ridicola dell'antidoping poi, tolgono i Tour ad Armstrong e le medaglie a Marion Jones, perché confessano ad anni di distanza, ma le loro vittorie restano "non assegnate" perché quelli arrivati dietro di loro(Ullrich; Basso e la Thanou), eran stati a loro volta "beccati". Per non parlare di Ben Johnson, vent'anni dopo si scopre che Carl Lewis era stato a sua volta "beccato" e coperto dalla federazione USA. Per la serie ridate l'oro a Johnson, a parità di droga andava più forte lui di Lewis.

    No veramente, doping libero e finiamola con la farsa.

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    1. Era una provocazione, la mia. Ma dici bene, il doping esiste da quando l'uomo gareggia. Se dopo decenni siamo in questa situazione si deve ammettere che la battaglia si è persa.
      In alcuni sport lo stanno combattendo seriamente (atletica, ciclismo...) e cadono le teste. In altri invece non vengono alla luce casi eclatanti (anzi, quasi nessuno), ma non perché siano puliti. Solo perché ci sono questi "silent ban" o similia.
      Se davvero dovessero accertare l'utilizzo diffuso questa pratica (il silenziatore), per me il caso Agassi già bastava, sarebbe ben peggiore di un doping legalizzato. Una specie di doping tollerato per alcuni, al limite punito con uno schiaffetto, una pausa di 3/6 mesi e via. Per preservare: pulizia della disciplina e nome dei farabutti col loro seguito di sponsor. Poi, anche a discrezione, figurati. Dove chi, pochi ma ce ne saranno, non utilizza aiutini viene sportivamente penalizzato nei risultati. E allora, di fronte a simili porcate, meglio legalizzare tutto. Non sarebbe bello, non sarebbe etico, ma alla luce del sole. E ci sarebbe la gara a chi vuole suicidarsi prima.
      P.s. Su Ben Johnson, sfondi una porta aperta. Brutto, sporco, povero e molto fastidioso e irriverente (per il King Carl). Perché osava batterlo e faceva venire meno la sua aura, senza la potente federazione Usa alle spalle a coprirgli il deretano. E lo fecero fuori, anche con punitiva umiliazione (trattato come un ladro, omicida, dalla polizia). Johnson ora è un cinquantenne povero che si arrabatta a fare il preparatore atletico in squadre di serie c, Lewis un miliardario pascià. E' la vita, bellezza (direbbe qualcuno). :)

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    2. Beh nel wrestling che nemmeno e' uno sport visto che tutto e' finzione compresi i risultati dei match e dove ancora oggi si elogiano pluricampioni del mondo che i titoli li avevano vinti da contratto e che comunque si bombavano alla grande visto che i muscoli comunque li dovevano mettere in mostra,tutti sapevano e nessuno si scandalizzava;certo poi pure li hanno dovuto mettere dei freni perche' dei grandi "personaggi"degli anni 80/90 non e' praticamente rimasto quasi nessuno;il problema semmai e' che legarizzare il doping non vuol dire solo permettere a tutti gli atleti professionistici di barare alla pari,poi se fra vent'anni ci lasci le penne pazienza ma la scelta resta tua,ma di bombare praticamente tutti quelli che fanno sport ,bambini compresi;perche' neppure un genitore che porta il proprio figlio in qualche societa' sportiva solo per fargli fare una sana pratica sportiva avra mai la certezza che prima o poi l'allenatore imbecille di turno riempira di steroidi consapevolmente tuo figlio per far vincere alla propria squadra il campionato provinciale dei pulcini

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    3. Oppure la girerei: visto quello che si vede in alcuni incontri giovanili (ragazzi di 9-10 anni, eh) cui ho assistito in passato, magari sarà lo stesso genitore a chiedere all'allenatore di fargli assumere sostanze dopanti.
      Visti alcuni genitori che non hanno niente di diverso dalle bestie, vogliono riparare ai propri fallimenti servendosi dei figli. Pazzi completamente.

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  2. Che il ciclismo combatta seriamente il doping mi pare grossa.
    Pantani è morto di depressione non perchè lo avevano scoperto ma perchè non si capacitava del fatto che non avessero scoperto anche Armstrong insieme a lui.
    Ci sono voluti sette tour perchè qualcuno mettesse in discussione l'onestà del californiano, quando la vulgata lo giudicava colpevole dopo la seconda vittoria consecutiva.
    Siamo alle solite.
    Ma il tennis ha un vantaggio. Il gesto tecnico.
    Il doping non ti può insegnare una volee. Il doping non ti può insegnare un rovescio ad una mano. E nemmeno una smorzata da fondocampo.
    Ecco perchè sono immediatamente portato a derubricare i palletari liftati da fondocampo, che godono solo quando fanno scambi da 30 shots, e che sono stabilmente tra i primi 4 al mondo.
    Che bisogno c'è di doparsi nel tennis se chiudi tutti i punti al massimo dopo tre scambi, perchè il talento te lo concede?

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    1. Al costo di rispararla ancora grossa, ribadisco che se nel ciclismo hanno il coraggio di squalificare chi vince i Tour (credo una dozzina negli ultimi anni), attualmente stanno facendo sul serio. Anche troppo, vedendo i bliz della polizia all'alba. Specie rispetto a una federazione (tennistica) in cui cade nella rete solo il numero 848, e vigono i "silen ban". E dove i tennisti si lamentano "d'essere stati svegliati" alle 8,00 dagli infermieri per un prelievo. Un po' di differenza, insomma, la vedo. O, per non spararla grossa, e fare le cose sul serio, i cliclisti dovrebbero giustiziarli all'alba?
      Se parli di Pantani scoperto, la spari abnorme tu, stavolta. Non fu mai beccato. E da quello che scriveva e dichiarava, cadde in depressione proprio perché il popolo bue e ignorante invece andava cianciando per strada “Ah, quel trocatone di Pantani”. Più che per la voglia di vedere Armstrong squalificato (come Theunisse al limite). Fu "fermato" per ematocrito alto. Norma di precauzione. Che può essere dovuto a mille cose, oltre che per il doping.
      Non sono esperto di due ruote, ma riesco a notare la differenza di classe e pedalata di un Pantani o Bugno, rispetto a un bufalo come Ullrich, Rijs o altro paracarro che da una stagione all'altra passa da gregario passista a locomotiva sull'Alpe d'Huez. Anche nel ciclismo esiste il talento naturale.
      Nel tennis, condivido parte del tuo discorso. Con l'attuale fisicismo esasperato si fa fatica a concepire un tennis pulito. Ma non è che con un tennis "sui tre scambi" sarebbero tutti cherubini puliti e volleanti. Anche se per fare il punto impieghi tre scambi, invece che 30, devi stare bene fisicamente. Non è che potrebbe giocare a tennis l'attuale Bertolucci o io.
      E chi le fa, oggi, volée e smorzate, riuscendo a vincere anche tornei? Mahut, i 250 minori, su erba? E pure lui, ha avuto bisogno di stare al massimo fisicamente. Oggi senza condizione quella non vedi nemmeno i primo 50. Come lapalissiano che per giocare cinque ore in semifinale, e poi cinque ore in finale, dopo terrificanti scambi sul cemento, devi avere una condizione mostruosa. Da Tour de France.

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    2. Te la riassumo, come detta ieri al bar: c'è il brocco ciclista che si bomba come un cavallo e va come un treno. Il grande talento naturale che non ci sta ad arrivare ventesimo malgrado sia superiore ai dopati, e lo fa anche lui.
      C'è il tennista normale che con l'aiutino entra nei 10. Il talento naturale che "gioca sui tre colpi" ma non ottiene risultati. E si bomba anche lui per avere maggiore resistenza alla fatica e reggere cinque set.
      Non credo il doping sia direttamente proporzionale alla fatica (di uno sport) o all'esasperazione tennistica (di un atleta). Chiaro che un Ferrer (o chi per lui) farebbe meno scalpore se fosse trovato positivo, rispetto ad un Petzschner (o chi per lui). Per via della differente esasperazione fisica del loro tennis. Ma nemmeno escludo che il secondo possa farne ricorso, e il primo no. O tutti e due. O nessuno dei due.
      Per questo, e per parificare i reali valori tecnici, io e gli altri beoni, raccoglieremo firme per il doping libero. E scientificamente somministrato a tutti. Anche se il rischio contrabbando, sarebbe dietro l'angolo.

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  3. Chioso sole per amor di polemica.
    Che senso ha squalificare chi ha vinto un tour dieci anni dopo.
    La vera lotta al doping vorrebbe che chi si dopa non viene ammesso a correrlo. E non i si dica che il doping è sempre scientificamente avanti rispetto a chi lo vuole combattere. La storia dell'UCI è densa di fette di prosciutto sugli occhi, piuttosto che di ignoranza incolpevole.
    E così per tutti gli altri sport.
    Tipsarevic se ne deve stare in disparte per diciotto mesi, e anche Cilic, che avrebbe preso solo delle caramelle troppo "zuccherate" dalla mamma. Ridicolo.
    E poi iniziamo a fare un prelievo al mese e Nadal, Ferrer e Djokovic. Senza se e senza ma. E vediamo dove svivolano in graduatoria nel giro di un semestre.

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    1. Quale polemica? E' lecito pensarla in modo differente, nel mondo.
      Per te nel ciclismo non combattono il doping, me me si. e molto meglio del tennis. Per me squalificare dopo dieci anni Armstrong, uno che ha vinto 8 Tour de France, è già qualcosa di ENORME. Un segnale. Così come con le successive squalifiche di altri atleti di livello durante la loro attività.
      A tutti piacerebbe vedere controlli e risultati immediati, il giorno dopo. Ma anche test e successivi esami dopo tre mesi che attestino il doping, o in altre gare, non mi fanno schifo.
      Così come nell'atletica, dove cadono le teste di atleti da medaglia olimpica.
      Per te è tardivo, poco e o niente. Ma è molto, (enormemente) di più rispetto a quanto fino ad ora fatto nel tennis o nel calcio, dove insabbiano tutti e squalificano il numero 742.

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    2. Su questo non sono molto d'accordo con Picasso.

      Per me nel ciclismo e nell'atletica combattono il doping quando vogliono, come vogliono e soprattutto contro chi vogliono. Altri grandi campioni hanno avuto storie simili a quelle di Armstrong, ma non mi pare abbiano subito lo stesso trattamento. Idem per l'atletica con Ben Johnson e Marion Jones, trattati come dei mostri, e altri che sono ricordati come campioni senza macchia e senza paura. Perché ad Armstrong si tolgono i Tour e non vengon tolti a Riise o a Ullrich anche loro rei confessi? Perché si tolgon le medaglie a Marion Jones e non si tolgono alle atlete dell'URSS e della DDR quando ormai è noto e documentato come siano state vinte quelle medaglie? Perché Ben Johnson viene trattato come un mostro e Carl Lewis viene invece santificato quando è ormai di dominio pubblico la "copertura" della federazione USA?

      A me pare che Armstrong lo abbiano usato finché è servito come "gallina dalle uova d'oro" e poi, quando questi si è ritirato e non fruttava più, lo han ricoperto di fango. Non che mi faccia pena, ma francamente trovo il trattamento riservato a lui (come prima di lui a Pantani che manco era mai stato trovato positivo) abbastanza degradante. Idem per Marion Jones, finché era la regina, tutti la portavano sul piedistallo, quando si era ormai ritirata, e non serviva più, l'hanno massacrata senza pietà.

      L'antidoping nel calcio, nel tennis e nel nuoto dei record fa ridere e sono d'accordo, ma asserire che i grossi nomi che cadono siano sintomo di maggior serietà da parte di ciclismo e atletica è un altro paio di maniche. A me pare che atletica e ciclismo, ciclicamente, trovino qualche capro espiatorio da dare in pasto al popolino, altri (tennis, calcio, nuoto, sci alpino etc) non fanno manco quello e pigliano solo pesci piccoli.

      Il problema, per come la vedo io, è che il doping esiste fin dai tempi delle Olimpiadi dell'Antica Grecia. Il doping va a braccetto con lo sport professionistico e con le richieste del "mercato", debellarlo è una battaglia persa in partenza. Per cui per me "doping libero" non è una provocazione, ma semplicemente il finirla con l'ipocrisia. Il doping c'è perché lo vogliono in primis gli spettatori. Chi mai guarderebbe la finale dei 100 metri corsa in 14 secondi? Chi mai guarderebbe una partita di tennis con uomini che servono alla velocità della Errani? Risposta: Nessuno!

      Per cui, basta con la farsa, doping libero e premiamo i medici e i farmacisti veri autori dei miracoli.

      PS

      Caro Pic, scusa per il "lenzuolone" e auguri di buone vacanze

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    3. Ci sta quello che dici. E quello che priva aveva sostenuto Davide. Nessuno dice che in altri sport sia tutto rose e fiori. Normale che la lotta al doping faccia acqua anche altrove. Perché è una battaglia persa in partenza. Ma non ai livelli ridicoli (e scientificamente studiati) del tennis.
      Veri anche i casi di doping di stato degli anni 70/80 nell'atletica, con record ancora imbattuti di donne baffute. Altrettanto come Armstrong sia stato squalificato solo a 40 anni, da ex. Ma mi chiedo, gallina dalle uova d'oro Armstrong, fino a prima della squalifica. Lui PER ANNI l'immagine del ciclismo nel mondo. Se squalifichi lui a 40/50/60 anni, non è un danno TERRIFICANTE all'immagine di tutto lo sport ciclismo? E proprio quel danno che, in altri sport (vedi) tennis non vogliono subire. Anzi silenziano. In sintesi, non credo farebbero lo stesso, nel tennis. E se lo faranno, significherà che avranno sacrificato un po' dell'aura finta che si sono creati, in nome della pulizia.
      In sintesi, ho solo detto che è meglio come viene affrontato altrove. Continuo a preferire squalifiche tardive, ma anche "contemporanee" vedi Gay e l'altro giamaicaino nell'atletica, o ciclisti in attività, rispetto al "silent ban" o a fargli fare ciò che vogliono (vuoi fare il controllo? Sì? altrimenti porta giustificazione...), tranne poi pizzicare mezze tacche come Troicki (per me fumo negli occhi quando hanno saputo che sarebbe trapelata la notizia di Cilic. Non escluso niente...).
      Ciao Ray, a presto

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    4. Un'altro problema sono i silenzi e le connivenze non solo delle federazioni ma anche di molti stati.Il doping di stato c'era all'epoca dell'unione sovietica con le ormai tristemente note donne barbute come dicevi ,oggi si parla di Nadal ma su tutta la penisola iberica aleggia lo spettro del doping,un famoso sportivo(mi pare Noah) disse che negli anni 80/90 gli atleti spagnoli non eccellevano in nessuno sport tranne il calcio anche a causa di fisici non proprio da adone oggi dice in pochi anni li trovi fra i primi in ogni disciplina e si domanda il perche'.Nell'operacion puertos di qualche anno fa dove fu coinvolto il dottor Fuentes la puzza di zolfo e' rimasta ad oggi intatta;Di quell'operazione che porto al sequestro di numerose sacche di sangue e qualche nome uscirono solo quelli di ciclisti,quasi tutti stranieri,e un solo spagnolo,Valverde,tra l'altro solo dopo le proteste della nostra federazione.Degli altri atleti a cui appartenevano quelle sacche,forse molti spagnoli, si sono ben guardati di farci sapere qualcosa,tanto e' vero che molte sono andate perse o deteriorate per imperizia(mai visto un trattamento cosi superficiale di prove sotto sequestro).Giudici e polizia spagnoli si sono girati dall'altra parte e lo stesso Fuentes dichiaro che se avesse parlato sarebbe stato la fine dello sport in Spagna.Ho parlato di Spagna ma potrei dire anche la Cina dove accanto agli sport dove ha sempre primeggiato con scuole di primordine oggi e nello spazio di pochissimi anni la trovi competitiva anche in sport dove non ci avresti scommesso 1 centesimo fino a poco tempo fa con atleti dai fisici impensabili conoscendo la struttura fisica media del popolo cinese.Certo nessuno di questi fenomeni e' stato toccato dall'antidoping ma qualcuno ha avanzato il sospetto del doping genetico .

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    5. In questo articolo/pezzo/straccio, racconto le mie impressioni. In modo superficiale (banale, se vuoi). Da semplice osservatore, perché non ho le competenze e le conoscenza delle questioni reali, per fare altro in modo credibile.
      Quindi, vale per quello che è. E basta. Lo sappiamo tutti che si sono vicende strane, coincidenze sospette, silent ban (ormai venuti allo scoperto), infortuni anomali (ormai basta che uno sta fuori un mese e si pensa a silent ban), ma più che riportarle, se gli organi competenti e le federazioni non decideranno di operare in modo trasparente, c'è poco da fare. O stare lì a mangiarsi le meningi.

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  4. Breaking News - Istituto Luce sugli scudi.

    Due ore di denigrazione, presa in giro, cattivissima, becera e instancabile di sbiascicanti commentatori logorroici, sul servizio di Radwanska. Oggettivamente debole e attaccabile con la seconda. Ma comunque, ieri, capace di mettere a segno 7 ace.
    Niente di male, simile cattiveria. Solo che poi, non la si accetta per Errani, che 7 ace li mette assieme in due stagioni agonistiche. Se va bene.
    Anzi, durante le bombarde terrificanti di risposta con cui la nostra è piallata (non sulla seconda, ma sulla prima), li senti scocciati: "Eh, ma con tutte queste picchiatrici c'è poco da fare...Sara ha invece altre caratteristiche, avesse il loro servizio, eh....."
    Che roba. Comici involontari.

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  5. Oh Picasso. Cosa deve vedere il mio occhio sinistro di vetro ! Troicki out per 18 mesi per non essersi sottoposto ai controlli antidoping ! E che modi sono, dopo una partita impegnativa vogliono ancora ciucciargli il sangue. (Cilic... non ho capito perché gli hanno inflitto tre mesi. Silent-ban però suona très chic.)
    Comunque, dici bene, i poveri, brutti (esempio Ben Johnson) sono più facili da punire e bandire per sempre. Bisogna statuire l'esempio, perbacco ! E tutti sanno che è ipocrisia pura.
    Ciao Picasso. Tu dopato di orzata, io di Caipirinha senza cachaca (esiste, cocktail senza alcool, l'ho provata oggi in spiaggia).
    Ti saluto cordialmente
    Anna Marie

    P.S. Papà Djokovic, di nuovo in salute, in un'intervista si è scagliato contro Nadal e Federer. Un paio di cavolatine del tipo: Nadal da quando non vince più contro Novak gli ha tolto l'amicizia e Federer nel 2006 ha criticato i frequenti medical time-out del Djoker durante i tre giorni di Davis a Ginevra. Tanto per scaldare un po' l'ambiente. Un altro che non sa stare al suo posto. Chissà come sarà felice il bimbo Djokovic.

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    1. Cilic (storia resa nota il giorno dopo quella di Troicki, che strano...) pare avesse assunto una sostanza illecita, senza leggere cosa contenesse. Essendo top 20/30, pare, potesse usufruire del "non marchio d'infamia", ma del silenzio pietoso. Con squalifica occulta che viene incontro a tutti. Buona immagine dello sport, e zero vergogna per il lazzarone.
      Poi qualcuno ha spifferato.
      Babbo Djokovic su Nadal e Federer, massì, gossip estivo. altrimenti di cosa vuoi che si parli...
      Ciao Anna Marie, a presto.

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  6. Parole di un innocente e imberpe fanciullo : è incredibile che un Djokovic o un Nadal dopo avere giocato per quattro e più ore riescano a esprimere tennis della stessa intensità e costanza il giorno dopo. Per Quinzi in un intervista post vittoria Wimbledon è inspiegabile. E se questi dubbi se li pone un ragazzo che si appresta a entrare nel tour professionistico figuriamoci noi che da tempo ci chiediamo come si fa ad avere la ripetitività , la forza , e intensità protratte nel tempo per produrre un gioco quasi da cyborg
    Siamo ormai di fronte a una prestazione artificiale totale'' parole di Alessandro Donati sul caso doping Gay e giamaicani. Lo stesso Bolt è stato oggetto di accuse da parte di Victor Conte , ex manager della Balco È interessante l' intervista su panorama . It a Donati. Le stesse considerazioni si possono fare anche per il tennis ed è così evidente che chi viene preso è figura di secondo piano o fine carriera e per fare vedere che l'antidoping funziona. Ogni tanto al sistema fa bene punir e qualcuno per tutelare l' immagine delle federazioni.
    Sono d'accordo con te che l' antidoping migliore è quello del ciclismo.
    A me non fregherebbe niente se tanti mostri sacri anche del tennis venissero smascherati ; il movimento andrebbe avanti , la terra continuerebbe a girare e sarebbe una buona occasione per una rifondazione. Ma si sa le utopie non si avverano mai : il business deve andare avanti e pecunia non olet. E allora doping buon doping a tutti.
    Ciao Picasso
    Amedeo

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  7. Ah dimenticavo . Per rendere i controlli ancora più difficili c'è un nuovo e più invisibile doping. Il doping genetico che sfuggirà a qualsiasi accertamento e creerà veri campioni su misura per ogni sport.
    Ciao
    Amedeo

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    1. Non ho letto l'intervista di Alessandro Donati, se non sbaglio ne fece anche un libro.
      E' la realtà, purtroppo. E negarla a priori non serve a niente.
      Quella di Quinzi sì, invece. Parole un po' estorte dal furbo giornalista, un po' dovute all'inesperienza di un ragazzo appena entrato in questo mondo. che pensa si possa dire tutto ciò che si pensa. Tra un paio d'anni si sognerà di farle, per quieto vivere. E aggiungerei purtroppo. Perché ognuno deve dire ciò che pensa. Anche se sono solo impressioni, specie se le hanno un po' tutti. Cinque ore di battaglia e cinque ore il giorno dopo, è roba da corsa di tori.
      Scenari inquietanti, quelli del doping. Che è sempre un passo avanti rispetto all'antidoping. Non c'è niente da fare. Con esperti altrettanto capaci (e di più) di quelli che provano a combatterlo. Come quei siti che impediscono determinati streaming, ma il giorno prima avevano già avevano studiato come aggirare l'ostacolo.
      Penso siamo ad un punto limite. E quel "gesto, tocco o capacità tecnica" di cui si diceva nei commenti prima, conta sempre di meno. A ben pensarci, l'inquietante scenario di automi/cyborg essere geneticamente dopati dalla nascita, volendo, non è nemmeno così fantascienza.
      Ciao Amedeo

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    2. Visto ora su google, il suo libro dovrebbe essere questo.

      http://simonesalvador.blogspot.com/2012/11/Campioni-senza-valore-il-libro-scomparso-di-sandro-donati.html

      Ri-salut

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  8. Ancora non capisco.
    Gli allibratori inglesi danno l'assoluzione di Berlusconi a 1,25 e la sua condanna a 2,95.
    Che faccio...... mi tuffo con un paio di stupendi sulal condanna a £ e mi pago le vacanze???
    Dovìè l'inghippo?

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    1. Sai che le avevo viste ieri, quelle quote dei book inglesi? Strane, fino a un certo punto. Alla fine si pensa che possa prevalere una fantomatica "ragion di stato", e non voler minare i labili equilibri del Paese, del governo e di tutto, con una condanna che farebbe scoppiare il caos previsto da Nanni Moretti.
      E che di questo siano condizionati i bacucchi della Cassazione.
      Poi il "Silvio Pellico" che dice di voler rinunciare ai domiciliari per andare in cella...
      Può starci l'assoluzione. Ma tu m'insegni, un 2,90 su un esito incerto, lo si prende al volo.
      Al limite un over +2,5 anni a 1,66. :)

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  9. Leggete il libro di Donati.
    Si può scaricare il file pdf dell'intero libro dal web.
    Veramente interessante, soprattutto la denuncia delle federazioni sportive, interessate solo alla pubblicità politica del risultato piuttosto che alle finalità educative di uno sport sano.

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    1. Sì, infatti, è scaricabile dal link in basso all'articolo postato al commento sopra.
      Chiaro che questi temi e situazione di doping/antidoping/interessi di federazioni sportive, sono vecchi. Noti. O comunque dibattuti. ma una cosa è farla in un bar, o dette in un blog di un semplice osservatore tanto per passare il tempo (come può essere questo), un conto è che siano fatte con l'esperienza diretta di un addetto ai lavori. Mi pare lui sia nella Wada adesso.
      Anzi, non l'avevo linkato ma solo citato, comunque è qui.

      http://simonesalvador.blogspot.com/2012/11/Campioni-senza-valore-il-libro-scomparso-di-sandro-donati.html

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.