Cos'è
successo all'ingessato mondo del tennis, passato dalle rivalità
velenose di Lendl e McEnroe, all'idillio plastificato tra Nadal e
Federer, per ridurlo alle recenti scene da avvinazzati in un saloon
del Far West riprodotto negli studi del Grande Fratello?
Paura,
eh?
Bisogna
tornare indietro di qualche giorno, a una notte canadese. Di quelle
umide e fumose, con ancora l'odore della pioggia caduta nel
pomeriggio mescolato agli hot dog sbruciacchiati. Nasce quella sera
l'orrida spirale di orrore da guitti senza palle abbattutasi sul
tennis. Sul centrale Montreal Wawrinka e Kyrgios si danno battaglia,
il veterano campione e lo sfrontato giovanotto dal carattere
difficile, con in testa una cresta da iguana metà viola e metà
gialla, che odia il tennis, il mondo, e ciondola come caricatura di
un rapper del Bronx con catena al collo. E' amico, connazionale
australogreco e coetaneo di Kokkinakis. I gemelli bimibiminchia. Uno
è Bieber col ditone in bocca come marchio di fabbrica, l'altro un
Balotelli che imita Fedez credendosi Tupac.
Sul
campo è però un bellissimo confronto di stili e caratteri, tra Stan
e Nick. Violento, pugilistico, senza esclusione di colpi, sberle
tennistiche e parole grosse. Poi arriva l'affare. In favore di
telecamere e microfoni, Nick scandisce: "Kokkinakis si faceva
la tua ragazza". Facciamo ordine, perché i non avvezzi non
sapranno di cosa si parla. La ragazza in questione è la ninfetta
croata Donna Vekic, promessa della Wta e, secondo i tabloid, nuova
fiammetta del butterato svizzero, nonché causa del divorzio tra lo
stesso fedifrago e la moglie.
Il
ragazzino gioca sporco, provocando, come in un match di boxe. Perché
quello è, mica nobile arte tennistica che rimanda a Tilden e
Borotrà. Il veterano abbocca e cede come un pivello. Poi negli
spogliatoi la presunta rissa da Far West.
Apriti
cielo. Dottrina e Giurisprudenza dibattono animosamente: verbo al
presente o al passato? Kokkinakis (quello col ditone in bocca) si
bombava la Vekic o se la bomba tutt'ora? Questa seconda sarebbe
gravissima, perché Stan ne uscirebbe da fedifrago e cervo e la Vekic un peperino
avvezzo all'arte del doppio misto. Viene in soccorso il solerte
Signorini (con ausilio di Scanagatta, credo): Beh vabbeh, quella tra
il bamboccio e la ninfetta era storia ben nota, un amorazzo da
brufolosi teenager sedicenni.
Si
aspettava da tempo una simile storia, grufolante e pruriginosa. Stan
corre dalla maestra, invocando provvedimenti esemplari per
l'insolente canguro ellenico dalla cresta viola iridescente. Istanze prontamente
accolte, ovviamente. Si muovono all'unisono: Atp, Wta, Btp,
Bundesbak, Fao, Onu. Si levano contro di lui anche gli strali di
Nadal e Sua Eminenza Divina e Immortale, Papa Federer. Nick ha le ore
contate. Qualcuno parla di un imminente bliz organizzato dalla Cia,
stile cattura di Bin Laden, per assicurare Kyrgios alla giustizia e
spedirlo a Guantanamo.
Nei
media avvampa la polemica e si sguainano sanguinose forche. Improvvisati
Travagli chiedono a gran voce punizioni esemplari: squalifica a vita, castrazione chimica, radiazione con esposizione al pubblico ludibrio e frustate, pena di
morte con impiccagione all'alba sul centrale di Wimbledon come monito
ed esempio a protezione di uno sport dal candore accecante, con
Federer e Wawrinka che officiano la cerimonia in abiti tipici, Stan boia, Roger Monarca col pollice verso.
Bruciato vivo sulla Rod Laver Arena, e così via...
C'è
però chi concede le attenuanti al reietto, scivolando su tematiche
moralistico religiose assai profonde: perché Stan non è mica poi
questo stinco di santo. Ha mollato moglie e figlio per una ragazzina
appena maggiorenne, ora. Un paio di Pater Noster al giorno anche a
lui non glieli leva nessuno.
E
come trascurare Donna Vekic? Perché questo, signori miei, è uno
sbalorditivo spaccato della nostra società. La bionda ninfetta
diviene in un lampo la nuova “Dama bianca”, pietra dello
scandalo, una rovina famiglie, rea di aver avuto una storia con due
tennisti. Dicansi due. Si va dal “Chi dice Donna dice danno” a
un irresistibile doppio senso da submentali ripetenti alla scuola
media “Alla Vekic piace il Kokk”.
E
quindi?
Per
i media e il mondo del tennis tutto: Kyrgios è un pericoloso
delinquente a piede libero, Wawrinka la vittima (sebbene fedifrago),
la Vekic una rovina famiglie e tennisti, Kokkinakis (quello col
ditone in bocca, sempre) un chiavatore. Pensate un po'.
Poi,
nei giorni seguenti, inatteso, ecco entrare in campo Gasquet, oscar
per il miglior attore non protagonista. Magnificamente senzapalle, fa
l'amicone e spazza via i due giovani giullari aussie a suon di sberle
sapienti e languidi colpi di fluetto. Uno dopo l'altro. E ci libera
dal male e dai biberoni.
Il
tennis non è boxe o calcio, sento raccontare in giro. No, è
diventato qualcosa di peggiore. Finto, plastificato, con mocciosi fieri di stupire e il dovere degli altri di dare ai nostri figli il
buon esempio al posto della predica in chiesa. Buon Dio, pietà. Come
se urlacci, insulti, continue violazioni del regolamento per fottere
l'avversario, Mto finti, bestemmie, pugnetti e raggelanti occhiatacce da guerra santa,
fossero più educativi di una frase scema, che non meritava alcun
risalto. I figli educateli voi o, se volete, mandateli da un pretone
che odora d'incenso.
Qualcuno,
figuriamoci, ha tirato in ballo McEnroe e Connors, con tono da
esperti (di chi ne ha viste tante e sbuffa superiore). Cazzate,
altre. Non erano bambocci vogliosi di far parlare di sé
quelli, e nemmeno moralizzatori. Chi può sapere cosa diavolo si
dicessero in campo? Forse bestialità ancora peggiori, ma col buon
gusto degli uomini, riprovevoli ma veri, di lasciare tutto lì e non
frignare dalla maestra. O forse niente. Ma non dovevano educare
nessuno. Negli anni '80, lontani dal grande occhio, o anche
attualmente nei challenger, per chi mai ha assistito a questi
incontri lontani dai grandi palcoscenici, va bene anche un “pensa a
tua moglie che adesso sta facendo i pompini alla nazionale di rugby”. Basta non dirlo al campione, in favore di telecamere del Grande
Fratello Atp, su un centrale famoso simile a una chiesa, coi bambini
che ascoltano invece di andare al catechismo.
Né
bimbiminchia sciocchi, né moralisti da due lire. Mi pare
democraticocristianamente semplice, la soluzione.
Diciamo che sia Nick che Kokk sono due cafoni e due tamarri prestati al tennis...la cosa più comica o grottesca della vicenda è che come vendicatore ci sia stato l'uomo col borsello....prima di morire mi è toccato pure vedere Vika ubriaca o strafatta perdere dalla Errani, ma questa è un'altra storia....come gioca la Bencic Picasso...come gioca..ciao
RispondiEliminaStefano
Nell'ATP si sente la mancanza di personaggi fuori dagli schemi, ma questi due sono la caricatura di scemo + scemo.
EliminaBencic non l'ho vista. Na che sia destinata a vincere molto è fuor di discussione. Per me ha poco della Hingis, ma è completa e adatta a vincere nel tennis moderno.
Ciao Stefano, a presto
Mi hai fatto morir dal ridere e la penso esattamente allo stesso modo. Il duo dei canguri cafoni è semplicemente insopportabile, ma altrettanto insopportabile tutta la Santa Inquisizione che s'è scatenata contro di loro, per non parlare delle beghine moraliste. E Wawrinka, mamma mia che piagnone, c'aveva ragione la Mirka su di lui. Complimenti per l'articolo, quel che ci voleva dopo queste settimane di "dibbbattito" assolutamente inutile, penoso e farsesco
RispondiEliminaGrazie Julien. Sì, il duo australogreco è cosa veramente brutta. Forse tocca abituarsi anche nel tennis, come nella musica, all'invasione bimbominchiesci/rapperonzola.
EliminaMa le forche moralistiche (contro Kyrgios, l'altro è inconsapevole a sé stesso) le trovo esagerate, grottesche. In generale, due finzioni ugualmente insopportabili.