Svolta
epocale nel Principato, primo grande appuntamento su terra rossa
stagionale. La scuola elvetica detronizza quella podistico-robotica
iberico-serba. Fed Cup: Disfatta italiana a Ostrava
Stan
Wawrinka. «Vince Wawrinka, in
finale proprio contro Federer, suo Mentore, Leggenda Inimitabile,
Divina, Imperitura...», e via
di prona celebrazione dell'Altissimo appena risorto dopo tre giorni. E allora capisci che il povero Stan non uscirà mai dalla sindrome del «secondo». Giornalisti peggio di quelli della Moto GP, quando invece di esaltare il vincitore Marquez si genuflettono al mito Valentino Rossi che con lui ha perso in
volata. Tre paginoni sulla rosea, poi un trafiletto: «Ah,
ha vinto Marquez. Tra l'altro». Ma basta
così, che Pero/Bertolucci sono anche bravi (immagino l'occhio
strabuzzato, del solito: «Ma
come, ne parli bene? Non li vuoi sbranati da animali feroci?
Vergognati!»). Smaltita
la sbornia australiana, Stan verga tutti. Trattenuto nel braccio,
nelle belluine esultanze e in tutto nella finale contro
l'amico-leggenda-connazionale, libera
mente e braccione solo dal tie-break del secondo. Contenuto anche
nell'esultanza finale.
Roger
Federer. Complice il forfait
in uno nei prossimi tornei causa parto di Mirka (Binaghi disposto a
costruire notte tempo una sala parto nella Supertennis Arena, pur di
averlo a Roma), Federer dirotta all'ultimo momento sul Principato e
per poco, con la bellezza delle cose non programmate, non gli riesce
il colpaccio del primo successo a Montecarlo. Torneo perfetto fino
alla finale in cui Roger Fred Astaire Federer canta e balla
«Singin' in the rain», nella fitta
pioggerellina. Incrocio sulla carta splendido: i suoi colpi in
controbalzo e punta di piedi contro le tronfie sberle dell'amico
Stan. Il brutale rovescio di Wawrinka a impattare il dritto
fiammeggiante di Federer. Attese un po' deluse dall'effetto
derby/amicizia e alla fine Roger paga una sudditanza al contrario,
mancando della giusta cattiveria per chiuderla.
Ferrer/Nadal.
Ogni volta che Ferrer batte Nadal la vicenda dovrebbe confinare con
una fiaba, romantica, avvincente, commovente, demente. Non fosse per
un confronto di bruttezza epocale, da incubo notturno post
peperonata. Tremendo, terrificante, da proibire per legge (grillini
in fermento). Giorni fa, umile e afflitto, Ferrer si diceva
rassegnato a non poter più ottenere gli stessi risultati del
passato. Solo tattica, Nadal style: si nascondeva come ratto
travestito da faina, concentrandosi sulla stagione terricola. Tutto
perfetto, poi arriva Wawrinka con piglio da sicario e lo nerba con
una violenza da chiamare il telefono azzurro.
Novak
Djokovic. Dolente al braccio,
si arrende in semifinale. Fatale gli fu l'ospitata da Fazio, che per
poco non gli chiede come funziona il fuorigioco nel tennis, di fare
una capriola in studio e dire «cacchina» assieme alla Littizzetto.
Thomas
Berdych. Affonda tre yatch
ormeggiati sul porto di Fontvieille. E una portaerei nel Mar Caspio.
Fabio
Fognini.
-
«Io ci metto sempre la faccia!»
-
«Io pure il culo e, talvolta, la minchia»
-
«Lo ricordo a te e a tutte queste merde, che io la faccia ce la
metto sempre!»
-
«Fino a quando non ammettono le mascherine da porno amatoriale o burlesque, ti tocca,
Fabie'!»
Quel
«ma baaastaaa» della telecronista riassume tutto. Il compiaciuto
atteggiamento bimbominchiesco da teppistello che dopo aver ricevuto
una nota contesta insegnanti e genitori, ha stancato. Quando vince
scrive al mondo, sulla telecamera, «continuate a rosicare». Se
perde in modo penoso, smettendo di giocare quasi a fare un dispetto
all'umanità, rimprovera le «merde» che lui «la faccia ce la mette
sempre». Ha sempre ragione, amen. La sindrome da accerchiamento
spesso funziona (vedi Mourinho e il suo parruccato copia-incolla
Conte), ma finisce col renderlo stucchevole macchietta di se stesso,
in cerca di alibi. Volendo abbozzare un discorso tecnico, non essendo
salito sulla carriola del vincitore dopo il successo in Davis con
Murray-Fantasma Formaggino, non lo getto nel fosso dopo una sconfitta
con Tsonga (che se la ghigna, sornione): pur migliorato, rimane
ancora tennisticamente/mentalmente inferiore a uno Tsonga pasticcione
e in calo. Anche su terra. It's so easy.
Andreas
Seppi. Federer «machissei,
ahò». Un tweener che levatevi tutti. E poi, con piglio da istrione
durante un'elegia funebre, si porta la mano all'orecchio per sentire
l'ovazione della terrazza dei Principi. Foto del torneo.
Fed
Cup, Caporetto totale. A
Ostrava affonda la nazionale italiana. Esito scontato, ma che poteva
essere meno avvilente evitando di esporre Sara Errani al pubblico
ludibrio tennistico. Sul velocissimo tappeto predisposto dai cechi,
come su carpet e cemento anni '80/'90, la romagnola è senza armi,
non vale le prime 150. Un bacherozzo senza elmetto, rullata e in
balia di una Safarova qualsiasi (mica Tyson Serena). Spettacolo
straziante. Contro la spiritata mancina ceca ci voleva la classe e il braccio di Romina Oprandi (2-0 nei precedenti: 2/6 6/3 7/6 e 7/6 4/6 7/6), ma è svizzera e malconcia. Con Vinci (onorevole e più adatta al veloce) al posto di Errani e una Giorgi in palla, avremmo almeno evitato la penosa
asfaltatura, ma Barazzutti schiera Robertina solo nella seconda giornata, per risparmiare l'umiliazione sportiva ad Errani (contro Kvitova i
quotisti offrivano il double bagel a prezzi modici).
Stamattina Federer dichiara "Credo che Fognini abbia fatto capire che noi tennisti siamo uomini". Una scoperta sensazionale.
RispondiEliminaNella semi di FedCup, Robertina su quel ghiaccio si trovava meglio della sua compagna ma pure lei viene da un inizio stagione terribile e non credo sarebbero cambiate le sorti. Ci saremmo giocati la finale solo con una Flavia versione IW.
Elegante dichiarazione, per non infierire. Nello stile del personaggio. Preferisco l'ironia di Tsonga.
EliminaFed Cup. Stante che bisognava puntare ai due punti di Safarova per giocarci tutto nel doppio e che sono discorsi fatti sulla carta (straccia): con Pennetta e Giorgi/Vinci ci avremmo provato. Con Vinci e Giorgi si poteva puntare a una sconfitta meno umiliante.
ogni volta che sento qualcuno dire "io ci metto la faccia" come se fosse un eroe mi chiedo veramente cosa ha in testa questa gente, come gli allenatori, di calcio, laa squadra perde e loro sottolineano che ci mettono la faccia, e chi dovrebbe mettercela? il massaggiatore?
RispondiEliminae cosa c'entra il papa di fognini poi? che colpe ha della sconfitta del figlio?
boh!?
talento sprecato cmq....
seppur meno spettacolare preferisco la determinazione alto atesina di seppi
Infatti, in un tennista professionista o sportivo, è una frase senza alcun senso. Anche ridicolo pensarci.
EliminaSenza citare quello che ha combinato a Barcellona. Sono ragazzi, capitano dei cedimenti mentali (in lui ancora di più, essendo predisposto per carattere), ma così diventa una farsa. Lui e il suo emulo d'oltralpe Benito Paire (che almeno pare avere un infortunio serio).
Seppi e Fognini sono praticamente all'opposto, tennisticamente, fisicamente, caratterialmente. Se devo prendere un italiano, prendo Lorenzi che fa serve&volley a San Luis Potosi, diventando l'idolo del pubblico.