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venerdì 29 giugno 2018

LI AVETE VOLUTI? GODETEVELI





Il governo fascio grillino è decollato. Un mix aberrante di fascisti xenofobi e gente che non crede allo sbarco sulla luna e ai vaccini, con incarichi di governo. Che devono decidere della vostra vita. Ministri e sottosegratari. Quando un cretino e un furbo si incontrano, il fascismo è alle porte, diceva Sciascia. Foto illustrata nei libri di scuola coi faccioni di Salvini e Di Maio. Io la riadatterei così: quando un fascista senza scrupoli e un cretino incapace smanioso di potere si incontrano, il fascismo è al governo. E il primo fotterà il secondo, a cui la cosa nemmeno dispiace. 
Da giorni vado ripetendolo: visto che avevo ragione? Visto che non ero pazzo catastrofista? 


Oddio, non è che ci sia da andarne orgogliosi, lo avrebbe capito anche un topo. Ma di campagna. Di certo non un topo di fogna, di quelli, per internderci, che affollano salotti tv, fanno analisi spetazzanti, sdottorano strapagati sui giornali. Uno di quelli che, del tutto immuni al senso di vergogna, ora si preoccupano, allarmati, dei fascisti al governo. Allibiscono, adesso, dopo avergli tirato in ogni modo la volata, smembrando quel barlume di democrazia nel paese, demolito il Mostro di Firenze e la sua tirannide gigliata. Quelli che per anni hanno ospitato grillini sbavanti epocali fesserie populiste senza contraddittorio, anzi, sospinti in studio dall'alito mefitico di guitti mancati giudici a ballando con le stelle spacciati per esperti di politica. Gli stessi che hanno invitato h24 nelle loro trasmissioni Salvini a briglia sciolta, libero di raccontare bestialità xenofobe per alimentare paure degli elettori sull'emergenza migranti, parlare di ruspe tra gli applausi della claque in studio. Ora, di botto, svegliati dal torpore, quei giornalisti occhieggianti al Matteo bravo, scrivono nei social: "Non c'è nessuna emergenza migranti. I dati sono chiari". Troppo coraggio o onestà intellettuale ci voleva a tirare sul grugno a Salvini prima delle elezioni, quei dati. Ecco, se possibile, questa specie di topi di fogna mi fa ancora più ribrezzo degli stessi Salvini e Di Maio. Anche più di quelli che "Salvini è bravissimo, il miglior politico degli ultimi vent'anni, anche se non condivido quello che fa". Un po' come "Nadal è il più forte di tutti, anche se non mi piace il suo tennis". Stessa cosa. Peccato che un dritto arrotato sia faccenda un po' meno alta dalla democrazia e libertà di noi tutti. Ma questi, se non vi è chiaro, hanno ridotto la politica a demenziale affare tra piccoli ultrà imbecilli.
Professionisti nello scorreggiare in ascensore e poi guardarsi intorno dicendo che c'è puzza, i topi di fogna sono preoccupatissimi da un governo di ultra destra al potere. Indignati di come i fascisti al potere si comportino da fascisti. Ma dai? Quando parlava nei loro studi, tra una ruspa, un occhieggio e l'altro, credevano scherzasse. Che fosse il baluardo contro la deriva autoritaria del pidì, male del secolo.

Eccoli i fasci di combattimento. Da una  parte un pupazzo premier, col physique du role da Premier, mandato a farsi le foto con gli altri capi di stato vantandosi di essere professore universitario tra gli sberleffi degli altri. Il Min. dell'Economia che parla di flat tax e reddito di cittadinanza inattuabili per mancanza di coperture, che il taglio dei vitalizi è una scorreggia fritta, che loda addirittura i governi precedenti e ritiene indispensabile restare nell'euro. Dall'altra i due ministri della propaganda e della campagna elettorale governativa continua. Un'avvincente lotta a chi ce l'ha più  lungo, o più imbecille (l'elettore, capace credere alle loro frescacce governative, come hanno creduto a quelle elettorali).
Uno fa guerra all'europa respingendo i disperati, l'altro chiede con vigore a se stesso di creare lavoro per tutti. Consci di non poter attuare nulla delle loro promesse, col vento in poppa della stampa servile, proseguono nella folle corsa sulla pelle dei disgraziati. Che con quelli è vita facile, per i fascisti. Complicato e poco saggio prendersela con le mafie, affrontare la crisi economica: Salvini blocca le navi dei migranti, lasciate per giorni in mare. Fa la voce grossa coi profughi e parla di aumento del contante per fare un piacere agli evasori. In pochi giorni crea crisi diplomatiche con Tunisia, Spagna, Malta, la Francia, la nuova perfida Albione. Promette la schedatura dei rom (con annessi campi di concentramento innovativi ricavati in ex aziende fatte allegramente fallire dopo anni di strenue trattative di gente coi controcoglioni), perché quelli italiani bisogna tenerseli. Vuole equa distribuzione dei migranti nella Ue andando oltre al trattato di Dublino votato dalla sua Lega, ma fa il contrario: respinge i migranti seguendo la politica di Visegrad e cercando la rottura con la Ue. Qualcuno troverà il coraggio di dirglielo, o l'hanno già mandato in esilio? E la propaganda va avanti. Al vertice Ue Conte, celebrato dall'Istituto Luce come trionfatore, ottiene risultati sbalorditivi. Finalmente l'Italia è protagonista: ci concedono una equa distribuzione. Volontaria però. Un successone. Orban stappa un bottiglione di Dom Perignon e potrebbe nominare Salvini imperatore di Visegrad.
Innegabile però come il duce padano abbia risollevato l'animo patriottico al grido "dalle al negro". Quello è il vero problema del paese. E agli italiani piace. I risultati non tardano ad arrivare. È bravo, del resto (cit. Travagli sparsi): fioccano casi di extracomunitari presi a fucilate da italiani. Notizie rinvenute nelle pagine secondarie, per non confondere l'elettore per anni nutrito a pane e emergenza migranti che non c'è. Li avete voluti, terrorizzati dalla tremenda minaccia democratica di Gentiloni? Godeteveli. Il baratro avrà l'agre odore di ricino, e pagheremo anche noi per voi, o sommi stronzonacci.

Salvini vola, Ministro di tutto. Non solo i profughi lasciati affondare tra il tripudio della gente. Vuole reintrodurre il servizio militare. Si riscopre fervente novax: dieci vaccini sono troppi, anzi dannosi. Sperando in qualche epidemia di peste cui dare la colpa agli immigrati.  E se poi la scellerata, assai virile, condotta sui migranti provocherà qualche attacco islamico (dai quali siamo colpevolmente immuni -perché?!!!11!! -), cosa importa. Gonfierà il ventre molle e putrescente del suo elettorato fascista. Easy. È il più bravo (cit.), del resto. Occorre celebrarlo. Ma, uno e trino, Matteone non si ferma. Propone le armi libere (proprio per sparare agli immigrati, magari depenalizzando l'omicidio del negro). Lasciamolo lavorare. Essendo anche più di sinistra di Renzi  (cit sempre i Fattisti anonimi), grazie all'assist del suo ministro leghista Fontana, vuol cancellare la legge sulle unioni civili. L'unica famiglia è quella tra mamma e papà. E meno aborti, più bebè. Benvenuti nel basso medioevo. E, ancora complimenti per everli votati. Godeteveli per bene.
Salvini, col 17% è il padrone del paese, grazie agli utili idioti del M5s, che col 32% si trovano a fare la parte di spalla demenziale a uno che aveva preso la metà dei loro voti. Anzi, nel giro di dieci giorni la Lega li ha già superati nei sondaggi ("Di Maio è stato bravissimo nella trattativa", leggo sulla stampa libera). Ed è chiaro il perché. Basta vedere la penosa condotta dei 5stelle nel caso Aquarius. Toninelli e co. provano invano ad alzare le voce, far capire all'Italia plaudente che sono fascistoni anche loro, perdio. Con risultati da barzelletta. Ma tra un fascista vero e una grottesca imitazione, laggente preferisce il primo.

L'altro ministro della propaganda fascista, Di Maio, allora, prende la situazione in mano. Non può stare a guardare il padano spadroneggiare in ogni dove. Ma non sa come fare. Escogita qualcosa di mediaticente forte, da ministro del lavoro. Una riforma del welfare che superi lo sciagurato jobs act, uno pensa (scioccamente). No, ecco la trovata geniale: Tutelare i pony express. I riders che portano le pizze calde calde a casa. Fenomenale. Prossimamente quella sui grattacheccari romani. Ma solo di viale Trastevere. Che non può mica fare i miracoli. Intanto sta leggendo le carte sull'Ilva (durante l'ora di educazione fisica). Nemmeno questo funziona. Fa il giro delle tv, dirette fiume dal cesso del Ministero per dire che bisogna creare lavoro dando lavoro a chi non ne ha. Che, qui si supera, occorre valorizzare il merito. Favorire l'assunzione nella PA di chi ha un curriculm migliore. Basta raccomandati. Lui, ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, nonché vice Premier, che in vita sua ha lavorato come Stewart allo stadio e non è riuscito manco a laurearsi, pontifica sul merito. Ma il governo non è mica una PA (che tra l'altro vorrebbero rimodellarsi sul modello illuminato della loro piattaforma Rousseau), si rifà alla meritocrazia del blog, al limite. Siete alfin contenti di averli votati per dare un segnale? Il segnale è tornato indietro chiaro e forte: siete coglioni. Ma da competizione.

Giggino non ci sta a fare la parte dell'utile idiota di Salvini a sua volta utile idiota di Putin per disgregare l'Europa. Ci si mettono pure le procure, con l'arresto del faccendiere Lanzalone (sindaco vero di Roma), nominato presidente di Acea dai 5stelle perché era bravo, che la sera prima di essere arrestato decideva poltrone governative con Casaleggio e presentato a Raggi dal Guardasigilli Bonafede. Una Bomba. Immaginate se i tre fossero stati Renzi, Marino e Orlando. Avrebbero dovuto fuggire ad Hammamet, inseguiti dai Travagli sul carrarmato. Del triangolo Casaleggio-Raggi-Bonafede col faccendiere M5s al gabbio, se ne può leggere a pagina 24 del Corriere, dopo l'oroscopo di Barbanera. O nel tg dopo la rubrica enogastronomica. È bellissimo il regime degli onesti. Schivato il colpo delle procure, Di Maio deve però inventarsi qualcosa. Prova anche lui col freno all'abuso di psicofarmaci. Vera piaga del paese. Come il traffico a Palermo. Tenta quindi con la mezz'ora di internet gratis da elargire al popolo affamato nelle mense dei poveri. Ormai con la salivazione azzerata, invoca un aiutino dell'Istat che (lo dicono apertamente, senza nemmeno nascondersi, "deve lavorare in sinergia col contratto di Governo"). Aiutare la propaganda di governo diffondendo dati utili. Capito, no? Il ventennio 2.0 è tra noi. Ecco allora la notizia allarmante priveniente dalla sinergica Istat: la povertà è tra noi. Non siamo mai stati così poveri. Cinque italiani su dieci non possono comperarsi il pane o bere l'acqua (libera). Di Maio, mentre Salvini dilaga promettendo di stoppare altri barconi di disgraziati, coglie l'assist e parte a testa bassa col cavallo di battaglia: ci vuole il reddito di cittadinanza, SUBITO. È un'invocazione implorante. Come se non governasse lui, ma fra cazzo da Velletri. E falla sta cazzo di legge. Elergisci il benedettissimo reddito di cittadinanza ai gonzi che l'apettano trepidanti, cosa aspettiamo ancora?
Li avete voluti provare? Bene, vi rivelo un segreto: non era una prova o televoto al Grande Fratello. Ora dovete tenerveli per cinque anni. Se la Russia vuole, anche venti o trenta.




3 commenti:

  1. Desolatamente tutto vero! Complimenti Picasso per il lucidissimo riassunto!

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  2. Ciao Picasso, non ti commento spesso ma forse dovrei. Dovrei per dirti grazie, leggendoti so di essere meno sola, almeno qualcun altro vede quello che vedo anch'io (lo so, magra consolazione).
    E grazie anche per le belle pagine di tennis. Hasta siempre Ernesto! Chissà che prima o poi questo "genio e sregolatezza" non riesca nell'impresa. Buon tutto Pi, alla prossima. Martina.

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  3. Ciao Picasso, non ti commento spesso ma forse dovrei. Dovrei per dirti grazie, leggendoti so di essere meno sola, almeno qualcun altro vede quello che vedo anch'io (lo so, magra consolazione).
    E grazie anche per le belle pagine di tennis. Hasta siempre Ernesto! Chissà che prima o poi questo "genio e sregolatezza" non riesca nell'impresa. Buon tutto Pi, alla prossima. Margherita.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.